Fringe benefit 2025 tra conferme e novità
Qual è la funzione dei fringe benefit all'interno del piano di welfare aziendale, come funzionano oggi, le differenze rispetto ai flexible benefits e le novità in arrivo nel 2024.
- Nel corso degli ultimi anni, i fringe benefit hanno subito alcune modifiche.
- Tra queste, troviamo anche il cambiamento della soglia di esenzione.
- Nel 2024, sono state poi introdotte per la prima volta delle novità, ovvero dei rimborsi erogati sotto forma di fringe benefit sull’affitto o gli interessi sul mutuo, che sono stati confermati anche per il 2025.
I fringe benefit sono dei benefici a sostegno del lavoratore che fanno parte del welfare aziendale. Non si ricevono sotto forma di denaro, ma di beni e servizi concessi dal datore di lavoro.
La traduzione letterale è “benefici marginali”: questa forma di remunerazione complementare ha subito diversi cambiamenti negli ultimi anni in relazione alla soglia di esenzione.
Per esempio, il Decreto Aiuti-bis l’ha innalzata da 258,23 a 600 euro, mentre il Decreto Legge Aiuti Quater ha portato a un nuovo incremento, pari a 3.000 euro.
Nel 2023, tale soglia è nuovamente tornata a 258,23 euro, tranne che per i lavoratori dipendenti con figli a carico – per i quali è rimasta a 3.000 euro. Vediamo come cambierà il limite complessivo annuo nel 2025, se ci sono state novità rispetto allo scorso anno e chi saranno i beneficiari.
Fringe benefit: cos’è
Un fringe benefit è un bene o servizio che viene offerto al lavoratore dipendente dal suo datore di lavoro. Può essere espressamente previsto dal contratto nazionale, oppure imposto volontariamente al datore di lavoro.
Ai sensi dell’art. 2099 del codice civile, il prestatore di lavoro può anche essere retribuito in tutto o in parte con partecipazione agli utili o ai prodotti, con provvigione o con prestazioni in natura.
Dato che i fringe benefit rappresentano parte della retribuzione del lavoratore, concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente.
Tuttavia, ciò non succede quando il loro valore non è complessivamente superiore all’importo di 258,23 euro (art. 51, comma 1, TUIR). Entro tale soglia, quindi, i fringe benefit non si considerano nel calcolo della base imponibile previdenziale.
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Esempi di fringe benefit
Sono sempre di più le aziende che scelgono di comprendere i fringe benefit nel loro piano di welfare aziendale, dando agli stessi una funzione di sostegno reale alle esigenze e ai desideri dei lavoratori.
Tra gli esempi di fringe benefit più diffusi, ricordiamo per esempio la concessione di:
- autoveicoli, motocicli e ciclomotori;
- alloggi;
- buoni di vario genere, quali buoni pasto e buoni d’acquisto;
- polizze assicurative;
- stock option.
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Fringe benefit e flexible benefit: differenza
I fringe benefit (o benefici accessori) si differenziano dai cosiddetti flexible benefit, ovvero benefici flessibili. Questi ultimi sono prestazioni, beni, servizi previsti dall’art. 51, comma 2, del TUIR, che fanno parte del welfare aziendale.
Tali benefici rispondono a specifiche esigenze dei lavoratori. Tra gli esempi più comuni possiamo citare la previdenza complementare, i servizi per l’infanzia e l’istruzione, l’assistenza sanitaria integrativa e quella per i familiari non autosufficienti.
Le differenze tra le due tipologie di benefici extra sono relative:
- al trattamento fiscale: i flexible benefit non concorrono, infatti, alla formazione del reddito di lavoro dipendente, né della base imponibile previdenziale;
- al modo in cui vengono assegnati e ai relativi destinatari.
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Fringe benefit 2025: cosa cambia
La soglia di esenzione dei fringe benefit prevista nel 2023, pari a 3.000 all’anno per i lavoratori con figlio a carico, ha subito alcune modifiche nel 2024.
Le soglie di non imponibilità introdotte lo scorso anno restano in vigore dal 2025 al 2027 e corrispondono a:
- 1.000 euro per i lavoratori senza figli fiscalmente a carico;
- 2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico.
I figli vengono considerati a carico quando abbiano un reddito annuo inferiore alla soglia di 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili, o di 4.000 euro nel caso dei figli fino a 24 anni.
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Novità 2025: cosa prevede la Manovra
Nel 2025, ci sono alcune conferme e differenze rispetto a quanto previsto lo scorso anno sulla disciplina dei fringe benefit. In primo luogo, come nel 2024, si possono utilizzare non solo nella forma di buoni pasto, buoni spesa o carburante o per dare ai dipendenti l’asilo aziendale, ma anche come rimborso delle:
- spese di affitto o quelle degli interessi del mutuo;
- bollette dell’acqua, del gas e dell’energia elettrica.
Per il futuro, sarebbe auspicabile che i fringe benefit venissero estesi anche alle altre forme di prestito e alle spese mediche, sostenute anche per i figli.
Tra le modifiche, troviamo anche l’aggiunta di un fringe benefit riservato ai neoassunti, a condizione che:
- vengano assunti a tempo indeterminato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025;
- abbiano un reddito inferiore o pari a 35.000 euro;
- trasferiscano la propria residenza ad almeno 100 km da quella precedente.
In questo caso, per i primi due anni dall’assunzione, la soglia di esenzione corrisponde a 5.000 euro.
Nuovi fringe benefit sui mutui: conseguenze
In merito al benefit previsto sugli interessi dei mutui, ai sensi della Circolare Agenzia delle entrate n. 326/E/1997, si possono applicare sia i finanziamenti provenienti direttamente dal datore di lavoro, sia quelli concessi da terzi tramite accordi o convenzioni specifici.
Tra le criticità emerse a questo proposito, evidenziamo il fatto che, per calcolare gli interessi, si deve considerare il tasso ufficiale di sconto alla fine dell’anno. Se il tasso aumenta, allora si crea un differenziale imponibile per le rate precedenti a tale aumento, che non può essere previsto dal datore di lavoro.
Quest’ultimo potrebbe avere difficoltà ad allineare l’accredito previsto come fringe benefit sul conto corrente del lavoratore lo stesso giorno in cui viene addebitata la rata del mutuo, specialmente nei casi in cui il tasso è variabile. In questa ipotesi, infatti, è necessario aggiornare il contributo di volta in volta, facendo anche il calcolo della quota da indicare nel cedolino a partire dal tasso ufficiale di sconto di fine anno.
Possibili soluzioni possono essere quelle di:
- utilizzare, nel momento in cui si calcola il valore imponibile, il tasso di sconto in vigore al momento dell’accensione del prestito;
- prevedere il rimborso degli interessi pagati sulle rate del mutuo in relazione a una certificazione rilasciata dalla banca.
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Fringe benefit – Domande frequenti
I fringe benefit, o benefici marginali, sono dei beni e servizi non in denaro concessi dal datore di lavoro ai lavoratori dipendenti.
I fringe benefit fanno parte del piano di welfare aziendale: non tutti i lavoratori dipendenti, dunque, ne hanno diritto a prescindere, in quanto è il contratto lavorativo o l’azienda stessa a prevederli.
La soglia di esenzione per ricevere i fringe benefit nel 2025 è rimasta la stessa del 2024: scopri qual è nella nostra guida.
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