Concordato preventivo e partita IVA: novità 2024
Ci saranno imposte certe per un periodo di 2 anni per milioni di utenti che hanno la partita IVA: ecco come cambia il concordato preventivo nel 2024 e per chi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo in tema di procedimento accertativo e concordato preventivo per le partite IVA. Nel testo sono stati recepiti i pareri delle Commissioni parlamentari.
L’obiettivo è quello di ampliare la platea dei contribuenti che possono usufruire di tale strumento, modificando al contempo i rapporti che intercorrono tra il Fisco e le partite IVA.
La novità principale del decreto è che il concordato preventivo viene esteso a tutti i lavoratori autonomi e titolari di reddito di impresa. Viene aperto dunque anche a quei soggetti che sono considerati inaffidabili rispetto alla valutazione ISA (indici sintetici di affidabilità fiscale), la cui funzione è proprio quella di valutare l’affidabilità fiscale dei contribuenti.
L’affidabilità delle partite IVA sarà stilata dal Fisco: non sarà più applicato il criterio in base al quale chi riceverà un voto superiore a 8 sarà considerato affidabile, mentre tutti gli altri saranno a rischio evasione. Saranno comunque tutti ammessi al concordato preventivo, sia i promossi, sia i bocciati.
Come si aderisca al concordato preventivo
Il concordato preventivo approvato dal CdM avrà una durata di due anni e interessa le partite IVA soggette agli indici ISA, che corrispondono a 2,5 milioni di persone, oltre che quelle che operano in regime forfettario con flat tax al 15%, che sono 1,7 milioni.
Tali soggetti riceveranno dall’Agenzia delle entrate delle proposte in base ai dati in possesso dell’amministrazione finanziaria sulle imposte da pagare nel corso di un biennio. Per quel che riguarda le partite IVA in regime di flat tax, il concordato avrà invece una cadenza annuale.
Nel proporre al contribuente la cifra da versare, l’Agenzia delle entrate potrà anche proporre un incremento del reddito rispetto a quello dell’anno di riferimento fino al massimo del 10%, fatta salva la facoltà di una proposta difforme a tale limite motivata e sottoposta a contraddittorio con il contribuente prima di essere formalizzata.
Chi accetta la proposta:
- dovrà inviare la dichiarazione dei redditi per aderire al concordato entro il 15 ottobre 2024;
- dovrà versare, entro il 30 novembre, il secondo acconto 2024, da integrare con l’eventuale differenza legata all’adesione.
Durante il biennio in questione, il contribuente non andrà incontro ad accertamenti fiscali, tranne nei casi in cui non si verifichino eventi che possono portare alla decadenza del regime del concordato preventivo – come per esempio, il caso in cui il contribuente abbia omesso di dichiarare il 30% del suo fatturato.
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Concordato preventivo: cosa cambia
La principale novità del concordato preventivo approvato dal Governo consiste, dunque, dell’eliminazione del requisito ISA in base al quale, per essere ammessi, si doveva ottenere un punteggio di affidabilità fiscale pari a 8 su 10.
In assenza di tale modifica, il 56% delle partite IVA sarebbe stato automaticamente escluso. Rimangono comunque al di fuori del concordato i soggetti che hanno un debito tributario superiore a 5.000 euro.
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