Decreto libera caccia approvato: come funziona il provvedimento
Che cos'è il decreto libera caccia? Come lo attueranno le diverse Regioni e province autonome? Quali sono le specie target? Quali le armi che si potranno usare? Come è stato accolto dall'opinione pubblica il decreto? Scopriamolo insieme.
- Il decreto libera caccia è stato introdotto per contenere il fenomeno della proliferazione dei cinghiali.
- Consente alle Regioni e alle Province autonome di adottare un Piano per regolare il contenimento della fauna tramite l’attività di caccia.
- Il decreto ha, inoltre, programmato una serie di misure per contenere i danni all’agricoltura.
Il Decreto libera caccia è un provvedimento che è stato fortemente osteggiato dalle opposizioni e associazioni animaliste, come l’ENPA.
Le ragioni delle tante critiche sollevate sono molte, ma possono sintetizzarsi nel rischio di consentire una caccia indiscriminata e con scarse regole volte a limitarla, anche in considerazione delle possibili conseguenze per i cittadini.
Nel seguente articolo analizzeremo il contenuto del provvedimento. Indicheremo anche le obiezioni principali che sono state mosse alla nuova normativa.
Provvederemo ad elencare le specie animali definite dalla normativa come “target”, le armi utilizzabili e gli obiettivi che i Piani regionali devono perseguire. Infine, indicheremo anche le possibili misure per contenere i danni all’agricoltura causati dalla proliferazione di animali selvatici.
Decreto libera caccia: cos’è
Lo scorso 1° luglio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto libera caccia, tanto criticato dall’opposizione e dalle associazioni animaliste. La normativa in questione consente la possibilità di abbattere animali ritenuti pericolosi, con qualsiasi strumento.
Inizialmente, la riforma era pensata soprattutto per la diffusione di cinghiali, che arrecano pregiudizio alle colture e agli allevamenti, oltre che ad essere pericolosi anche per i cittadini. Tuttavia, la norma ha sollevato un generale malcontento, per diverse ragioni. In primo luogo, consente l’uso di qualsiasi arma: armi da sparo, laser e perfino archi da tiro.
Inoltre, non vi è una limitazione certa per quanto riguarda il contesto della caccia e anche per gli animali. Il testo del decreto fa, infatti, un generico riferimento ad animali pericolosi, lasciando alla discrezionalità del cittadino stabilire quando un animale è da considerarsi pericoloso.
Anche la mancata previsione di un limite rispetto al contesto in cui è ammessa la caccia, con individuazione delle aree territoriali, scelta rimessa ai Piani regionali di attuazione, ha destato perplessità, proprio in considerazione del rischio che può derivare per la popolazione intera che ne sia coinvolta.
Altra questione dubbia riguarda la commercializzazione di carne selvatica che è resa libera. Pure rispetto a questa previsione, sono state molte le polemiche di chi ha sostenuto che, in tal modo, si incentivava la caccia anche a soggetti che non fossero operatori del settore.
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Cosa prevede il decreto libera caccia?
Il decreto libera caccia è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 1° luglio. È stato varato dal Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero dell’Agricoltura.
L’obiettivo del decreto è il contenimento della fauna selvatica, per prevenire rischi per l’agricoltura e la popolazione. Esso consente alla 19 Regioni e alle 2 province autonome di aprire alla caccia libera in determinati periodi dell’anno.
I cacciatori, proprietari fondiari e contractor potranno procedere ad abbattere delle specie anche ugulanti, laddove rappresentino un rischio.
Il decreto dispone che saranno le singole Regioni a decidere quali siano le specie che possono essere abbattute secondo le disposizioni introdotte.
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Decreto libera caccia: la questione cinghiali
Una delle principali ragioni per cui è stato introdotto il decreto in esame è la proliferazione di cinghiali, che sono rischiosi per le colture, il bestiame e anche per la popolazione, giacché potrebbero diventare aggressivi. La presenza sul territorio di questa specie animale è di molto incrementata negli ultimi anni, causando non pochi danni e reazioni avverse. Proprio per questa ragione, il Governo ha pensato di intervenire.
Tuttavia, la questione ha fatto sorgere comunque perplessità tra gli esperti. Infatti, si è evidenziato che il forte stress da caccia può comportare un aumento della proliferazione tra i cinghiali, andando ad aggravare la situazione. Il principale intervento dovrà inoltre avere riguardo alle femmine e ai giovani del branco.
La libera caccia riguarda comunque anche altre specie animali, ovvero:
- cervi;
- stambecchi;
- uccelli ritenuti “pericolosi” per l’uomo e per la sua agricoltura;
- “forme ibride presenti in natura”, come i cani lupo;
- lupi.
Per quanto riguarda i lupi, è stata sollevata un’ulteriore obiezione. L’animale è, infatti, stato considerato a lungo specie protetta, quindi sottoposta al divieto di caccia. Tuttavia, si ritiene che, allo stato attuale, la popolazione dei lupi sia in uno stato tale da consentire la ripresa dell’attività e il venir meno di qualsiasi divieto.
Chi può svolgere l’attività di caccia?
Il decreto libera caccia ha previsto anche ulteriori disposizioni in tema di caccia e sui soggetti legittimati ad essa.
Tra questi ultimi ci sono:
- operatori pubblici;
- veterinari;
- aziende che si occupano di questa attività:
- proprietari di fondi, previo espletamento di un apposito corso di formazione.
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Quali sono gli obiettivi gestionali del decreto libera caccia?
Il decreto libera caccia individua anche quelli che sono gli obiettivi della disciplina di contenimento. In particolare, la normativa afferma che sarà necessario:
- valutare il rischio prodotto da ogni singola specie animale ritenuta pericolosa;
- individuare il target per contenere e mitigare i rischi;
- chiarire le tempistiche e le modalità per raggiungere l’obiettivo.
Tali punti dovranno essere chiariti dai piani regionali e quelli delle province autonome e dovranno inoltre contenere una serie di specificazioni:
- definizione rischi e impatto di ciascuna singola specie;
- individuazione dell’ambito territoriale di intervento;
- individuazione di figure competenti per il coordinamento;
- stabilire eventuali modalità alternative;
- identificazione di strumenti più efficaci per l’attività di selezione delle specie animali;
- individuazione di soggetti competenti per l’attuazione degli interventi;
- individuazione unità di coordinamento regionali e provinciali.
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Quali sono gli strumenti per la caccia?
Il decreto libera caccia formalmente esclude l’utilizzo indiscriminato di strumenti. Tuttavia, si è detto che sono richiamati una molteplicità di mezzi talmente ampia da consentire quasi l’uso generalizzato di qualsiasi strumento.
Sarà infatti possibile adottare per la caccia:
- reti;
- gabbie;
- trappole;
- richiami vivi;
- animali impagliati;
- esche alimentari;
- armi da precisione;
- cerbottane;
- falchi per cacciare uccelli.
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Quali sono i danni arrecati all’agricoltura?
Il decreto libera caccia elenca anche i danni che sono stati arrecati all’agricoltura. In particolare, si ritiene che dovranno essere messe in atto attività volte a contenere, ma anche a rimuovere i danni arrecati all’agricoltura.
Si prevede per esempio:
- promozione, all’interno delle diverse associazioni di categoria degli agricoltori, di un sistema di denuncia e accertamento dei danni che tenda, per quanto possibile, verso la digitalizzazione delle procedure;
- individuazione di un flusso di informazioni che garantisca l’accertamento dei danni sul campo nel minore tempo possibile rispetto alla segnalazione dell’evento;
- utilizzo, da parte dei diversi soggetti preposti alla verifica dei danni, di un’unica scheda di rilevamento dei danni;
- adozione, da parte dei soggetti competenti, di un prontuario per la quantificazione dei danni causati dalla fauna e, in particolare, dal cinghiale, che fornisca ai rilevatori tutti i parametri tecnici ed economici per l’effettuazione delle perizie e la definizione di rimborsi;
- adozione di un unico listino di riferimento per i prezzi e i costi (Ismea) al fine di conseguire un’omogeneità dei diversi archivi di dati;
- utilizzo, da parte dei diversi soggetti preposti alla verifica dei danni, di un’unica scheda di rilevamento degli interventi di prevenzione, al fine di conseguire un’omogeneità dei diversi archivi di dati;
- la georeferenziazione dei danni e degli interventi di prevenzione mediante l’impiego di GPS, anche per realizzare delle mappe della distribuzione dei danni sul territorio e pianificare interventi rapidi e mirati;
- coordinamento tra i diversi soggetti preposti agli indennizzi e alla prevenzione dei danni e alla raccolta delle informazioni sul territorio regionale;
- coordinamento tra i diversi istituti di gestione e degli uffici regionali competenti per il raggiungimento di un’omogeneità per quanto concerne i criteri e i parametri di rilevamento, quantificazione, indennizzo/risarcimento dei danni;
- realizzare un flusso di informazioni per prevenire i danni;
- la raccolta regolare e continuativa dei dati.
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Scarica il testo completo del Decreto libera caccia
Decreto libera caccia – Domande frequenti
Il decreto libera caccia è un provvedimento introdotto dal Governo per semplificare la caccia di alcune specie animali ritenute pericolose per l’uomo, l’agricoltura e il bestiame domestico, tra cui i cinghiali.
Il decreto libera caccia consente l’impiego di una pluralità di armi tra cui reti, gabbie, trappole, richiami vivi, animali impagliati, esche alimentari, armi da precisione, cerbottane, falchi per cacciare uccelli.
Il decreto libera caccia consente un’attività di caccia poco controllata ma, secondo gli esperti, è controproducente perché lo stress da caccia favorisce la proliferazione dei cinghiali.
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