Accordi verbali: la validità legale è la stessa degli accordi scritti?

Le dimissioni per giusta causa rappresentano uno strumento del quale il lavoratore può avvalersi per far valere i propri diritti: esistono, infatti, alcune circostanze nelle quali è prevista la possibilità di risolvere immediatamente il rapporto di lavoro, senza dover dare un preavviso al proprio datore di lavoro.
Se ti ritrovi in una delle casistiche delle quali parleremo a breve, potrai rassegnare le dimissioni per giusta causa: ecco cosa devi sapere in merito alla procedura da seguire, quando è possibile metterla in pratica e quali sono i casi nei quali è anche prevista la disoccupazione.
L’espressione giusta causa è adoperata per indicare alcuni casi specifici nei quali il lavoratore ha diritto a dimettersi senza preavviso. Le dimissioni per giusta causa possono verificarsi:
Uno dei casi più frequenti di dimissioni per giusta causa è il mancato pagamento dello stipendio al lavoratore, ma non è il solo. Ci sono infatti altre condizioni che possono portare il dipendente alle dimissioni, fra le quali possiamo elencare:
Le dimissioni per giusta causa sono previste anche nei casi in cui la propria azienda sia stata ceduta e trasferita a un’altra e tale passaggio abbia comportato un brusco cambiamento delle proprie condizioni lavorative. In questo caso, si hanno tre mesi di tempo per dare le dimissioni per giusta causa.
L’art. 26 del D. Lgs n. 151/2015 prevede che le dimissioni per giusta causa debbano essere formalizzate per via telematica, altrimenti non sono considerate valide. Per procedere sarà necessario compilare gli appositi moduli presenti sul sito lavoro.gov.it (il sito ufficiale del Ministero del Lavoro) e trasmetterli al proprio datore di lavoro e alla Direzione territoriale competente.
Non è necessario rivolgersi a un intermediario: le dimissioni per giusta causa possono anche essere rassegnate in autonomia. Per farlo, sarà sufficiente:
Nel caso in cui, dopo aver presentato dimissioni per giusta causa, si fosse cambiata idea, si avrebbero a disposizione 7 giorni di tempo per effettuare un’eventuale revoca.
Questa procedura è valida a prescindere dalla motivazione per la quale ci si vuole dimettere, ma non può essere praticata nei casi seguenti:
Il lavoratore che rassegna le dimissioni per giusta causa ha accesso ad alcuni diritti: il primo è rappresentato dal fatto che non sarà tenuto a rispettare i giorni di preavviso previsti dal suo contratto di lavoro. Può dunque recedere dal contratto immediatamente, senza l’obbligatorietà di una comunicazione preventiva al datore di lavoro.
Oltre a quanto riportato nelle righe precedenti, il lavoratore avrà diritto a:
Una domanda molto frequente quando si parla di dimissioni per giusta causa è la seguente: “il datore di lavoro può rifiutare le dimissioni per giusta causa?”. Ci sono casi nei quali un datore di lavoro nega la giusta causa e si rifiuta anche di pagare al lavoratore l’indennità sostitutiva di preavviso.
Qualora ci si ritrovasse in una situazione del genere:
Un altro argomento di notevole interesse in relazione alle dimissioni per giusta causa ha a che fare con la disoccupazione: la NASpI è prevista in caso di dimissioni per giusta causa?
Sul sito dell’INPS è possibile leggere che:
Questo perché non è stato il dipendente a scegliere di sua sponte di abbandonare il lavoro, ma la sua decisione è stata determinata da una serie di fattori indipendenti dalla sua volontà.
A ribadirlo è stata anche la sentenza 269/2002 della Corte Costituzionale, nella quale a proposito delle dimissioni per giusta causa, è stato chiarito che “le dimissioni non sono riconducibili alla libera scelta del lavoratore poiché sono indotte da comportamenti altrui, idonei ad integrare la condizione di improseguibilità del rapporto di lavoro”.
La NASpI spetta anche:
Oltre alla perdita del lavoro per motivazioni che non dipendono dalla propria volontà, ci sono altri requisiti da soddisfare per aver accesso all’indennità di disoccupazione. Si dovrà infatti:
Per richiedere la NASpI, ci si dovrà recare presso un Centro per l’impiego e farsi riconoscere lo stato di disoccupazione. L’ex datore di lavoro dovrà:
Al termine di questa procedura, ci si potrà rivolgere all’INPS per richiedere il sussidio di disoccupazione, cioè la NASpI. Per velocizzare i tempi è anche possibile presentare il modulo Did all’INPS in concomitanza alla domanda per ricevere il sussidio.
Le dimissioni per giusta causa possono essere descritte come lo strumento che permette al lavoratore di dimettersi senza dover rinunciare alla Naspi. In caso di dimissioni per giusta causa è prevista la disoccupazione, così come nell’ipotesi di licenziamento per giusta causa.
Il datore di lavoro può opporsi e contestare le dimissioni per giusta causa di un proprio dipendente, rifiutandosi anche di pagare l’indennità sostitutiva del preavviso. Qualora si dovesse verificare tale ipotesi, è possibile citarlo in giudizio.