Infortunio sul lavoro: come ottenere il risarcimento del danno

Perdere il lavoro è un evento poco piacevole, soprattutto per chi ha sulle spalle una famiglia da mantenere: fortunatamente, lo stato italiano prevede una forma di tutela per il lavoratori che sono stati licenziati, la cosiddetta NASPI.
Un tempo si chiamava indennità di disoccupazione e serviva ad assicurare il giusto sostegno economico al lavoratore che aveva perso il suo posto di lavoro. La NASPI ha esattamente la stessa identica funzione: di seguito esamineremo, a proposito di licenziamento NASPI, quali sono i requisiti di accesso all’indennità, quali i relativi importi e come si presenta la domanda di disoccupazione.
La NASPI, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego, è un’indennità economica mensile, erogata dall’INPS, per sostenere i lavoratori disoccupati in possesso dei requisiti per potervi accedere. È stata introdotta il 1° maggio del 2015 dal Jobs Act, sostituendo del tutto l’ASPI e la mini ASPI.
Il sostegno ai lavoratori in difficoltà da parte dello Stato è sancito dalla stessa Costituzione italiana nella quale viene ribadito il dovere di tutelare la sicurezza sociale dei lavoratori, soprattutto nelle condizioni di maggiore difficoltà, come per esempio una disoccupazione involontaria.
Ci sono, ovviamente delle condizioni che devono essere rispettate per poter avere accesso alla NASPI: ecco quali sono quelle previste dalle Legge.
Per poter avere accesso alla NASPI, si deve essere in uno stato di perdita involontaria del lavoro, quindi nel caso in cui si è stati licenziati. È comunque possibile ricevere la NASPI anche in seguito a dimissioni per giusta causa, ovvero quelle nelle quali si verificano situazioni simili:
La legge pretende che lo stato di disoccupazione sia involontario, quindi non determinato dalla volontà del dipendente: anche la cessazione del rapporto di lavoro relativa a dimissioni per giusta causa rientra perfettamente in questa categoria.
In base a quanto appena detto la NASPI spetta anche:
Oltre a quanto detto finora, per avere accesso alla NASPI è
necessario essere in possesso anche:
Per quanto riguarda il requisito contributivo, possono essere considerate tutte le settimane retributive nella quali sia stata corrisposta una retribuzione non inferiore ai minimali settimanali. I periodi di lavoro nei quali non è prevista la retribuzione, invece, come per esempio la cassa integrazione ordinaria o straordinaria a zero ore, vengono considerati nulli.
Hanno diritto alla NAPSI anche:
Sono, al contrario, esclusi dalla NASPI:
L’ammortizzatore sociale rappresentato dalla NASPI è pari al 75% della retribuzione mensile: l’importo della NASPI 2020 è di 1226,32 euro, mentre l’importo massimo corrisponde a 1.334 euro.
Nella pratica il calcolo della NASPI funziona nel modo seguente:
La base del calcolo corrisponde alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, che viene divisa per il totale delle settimane di contribuzione e moltiplicata per il coefficiente 4,33.
La NASPI:
Dal 91° giorno di fruizione, l’importo della NASPI subisce una riduzione pari al 3% ogni mese e può subire un’ulteriore riduzione nel caso in cui:
Considerato che è proprio l’INPS che si occupa di erogare il contributo previsti dalla NASPI ai beneficiari in possesso dei requisiti, la domanda per ottenere il sussidio deve essere inviata direttamente all’INPS, per via telematica.
Può essere fatto:
Si hanno a propria disposizione 68 giorni di tempo dal giorno di cessazione del rapporto di lavoro, nei quali si dovrà inviare al contempo all’INPS la DID, ovvero la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al Lavoro. Attraverso tale procedura verrà anche sottoscritto un CPI per il reinserimento al lavoro.
Nel corso degli anni, anche la Giurisprudenza ha contribuito
a dare dignità a sussidi di tipo economico a sostegno dei lavoratori in
difficoltà. In particolare:
Un caso ancora diverso rispetto a quanto analizzato finora è la cosiddetta NASPI per gli over 50, ovvero la disoccupazione ordinaria per chi ha più di 50 anni.
Per poterla ottenere bisogna possedere gli stessi requisiti previsti per la normale NASPI, ovvero:
Anche in questo caso l’indennità sarà erogata per un periodo massimo di 24 mesi, che sono 6 mesi nel caso di lavoratori precari. Per presentare la domanda NASPI, bisogna rivolgersi telematicamente all’INPS entro il termine massimo di 68 giorni dal momento in cui è terminato il rapporto di lavoro.
La NASPI non è prevista soltanto in caso di licenziamento, ma in tutte quelle casistiche nelle quali il lavoratore si ritrova nella condizione di essere disoccupato, ma in modo involontario.
La NASPI è prevista in tutti i casi nei quali lo stato di disoccupazione sia involontario, quindi nei casi di licenziamento, ma anche nel caso di dimissioni per giusta causa, dimissioni avvenute durante il periodo tutelato di maternità, licenziamento per giustificato motivo oggettivo o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Gli operai agricoli, i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno stagionale, chi ha maturato i requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia e i titolari di assegno ordinario di invalidità non hanno diritto a ricevere la NASPI.
L’importo che è possibile ricevere con l’indennità NASPI è pari al 75% della propria retribuzione: la NASPI 2020 corrisponde a 1226,32 euro e non può superare i 1.334 euro di sostegno economico mensile. Ha una durata di massimo 24 mesi.