Diritto di precedenza sul lavoro: come funziona nelle assunzioni
I lavoratori a tempo determinato possono confidare in una serie di tutela: tra queste vi è anche il diritto di precedenza. Di cosa si tratta? Vediamo insieme.
- Il diritto di precedenza sul lavoro è un diritto che viene riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti a tempo determinato.
- Il legislatore ha infatti disposto alcune norme in tema, al fine di tutelare il lavoratore in caso di assunzioni a tempo determinato.
- Inoltre, l’art. 24 del D. L.vo n. 81/2015 prevede specifiche modalità di tutela per alcune categorie di lavoratori.
Di recente, il legislatore è intervenuto sulla disciplina dei contratti di lavoro a tempo determinato. In particolare, si fa riferimento alla D.L. numero 48 del 2023, che prevede alcune significative novità, ma non muta nulla in tema di diritto di precedenza all’assunzione.
Infatti, il legislatore prevede che il lavoratore assunto a tempo determinato deve essere preferito nella conclusione del contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Nel seguente articolo, ci occuperemo di esaminare il diritto di precedenza sul lavoro: specificheremo a quali condizioni è possibile esercitare tale diritto e ci occuperemo di alcuni casi particolari, oltre che delle conseguenze per il mancato rispetto del diritto in questione.
Cosa si intende per diritto di precedenza sul lavoro?
Quando un lavoratore è assunto a tempo determinato, per almeno 6 mesi, ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato. Tale diritto può essere esercitato entro i 12 mesi successivi alla scadenza del proprio contratto e limitatamente a un’attività che presuppone l’esercizio delle stesse funzioni.
Nel tempo per maturare il diritto di precedenza si computano anche i periodi di congedo per maternità. Quindi, anche le lavoratrici in maternità hanno diritto di precedenza.
Similmente dicasi per i lavoratori assunti a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionale. Questi ultimi hanno diritto ad essere assunti con precedenza da parte dello stesso datore di lavoro e per svolgere le stesse attività stagionali.
Tuttavia, tale diritto è anche escluso dal legislatore in alcuni casi. Per esempio, il primo comma dell’art. 24 del D. L. n. 81/2015 stabilisce che il diritto opera:
salvo diversa previsione dei contratti collettivi, il lavoratore che, nell’esecuzione di uno o più contratti a tempo determinato nella stessa azienda, ha prestato attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi, ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei contratti a termine.
Dunque, il legislatore dispone che i contratti collettivi di lavoro possono anche stabilire che non troverà applicazione la disciplina del diritto in questione.
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Diritto di precedenza sul lavoro: quando si matura
Nel precedente paragrafo, abbiamo già indicato brevemente le condizioni di maturazione del diritto di precedenza sul lavoro. Queste sono:
- l’aver svolto determinate mansioni per almeno sei mesi, con contratto di lavoro a tempo determinato;
- il diritto è circoscritto ai contratti a tempo indeterminato, conclusi entro 12 mesi seguenti l’esercizio dell’attività a tempo determinato;
- il contratto a tempo indeterminato deve avere ad oggetto un’attività lavorativa che richiede le medesime prestazioni svolte durante il periodo lavorativo a tempo determinato.
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Indicazione del diritto di precedenza nel contratto a termine
Il diritto di precedenza deve essere indicato nel contratto a termine. Può accadere, tuttavia, che esso non sia indicato. Cosa accade? Il contratto di lavoro a tempo determinato è certamente valido. La mancata previsione non incide infatti sulla validità del contratto stesso.
Tuttavia, la mancata menzione non può comunque precludere l’esercizio del diritto in questione. Infatti, il lavoratore potrà comunque esercitare il proprio diritto anche nel caso in cui non sia indicato nel contratto.
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Lavoratrice in congedo per maternità
Una delle ipotesi particolari citate dall’art. 24 è quella delle madri lavoratrici in congedo di maternità. La norma prevede specifiche disposizioni per i soggetti in esame.
Il comma 2 dell’art. 24 si occupa delle madri lavoratrici e si concentra sulla definizione del c.d. “periodo protetto”: nel computo del periodo necessario rientrano i cinque mesi complessivi del pre- post partum (art. 16, comma 1), ai quali si possono aggiungere i giorni correlati a un eventuale parto prematuro.
Rientrano anche i giorni “in godimento” del congedo di maternità disciplinato al Capo III del D.L. n. 151/2001. Dunque, questa possibilità può essere esercitata da parte:
- delle donne che usufruiscono del congedo obbligatorio anticipato per complicanze nella gestazione o per lavori a rischio;
- o delle donne che usufruiscono del congedo nel momento in cui entrano nel nucleo familiare i bambini adottati o affidati.
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Diritto di precedenza sul lavoro nei contratti a termine stagionali
Altra ipotesi particolare contemplata dall’art. 24 è quella dei lavoratori assunti con contratto di lavoro stagionale. Sono contratti che si connotano per alcune peculiarità. Per esempio:
- a essi non si applica il c.d. “stop and go”;
- la durata non rientra nella sommatoria dei ventiquattro mesi;
- non è soggetto a causali obbligatorie;
- il datore di lavoro può legare un contratto stagionale all’altro senza soluzione di continuità, sottoscrivendo un rinnovo che può comportare un aggravio contributivo dello 0,5% mensile.
La Corte Costituzionale, di recente, ha evidenziato che per qualificare un contratto come contratto di lavoro stagionale è necessario far riferimento all’attività stagionale preventivamente indicata dalla normativa legale (D.P.R. n. 1525/1963) o dalla contrattazione collettiva.
Ha evidenziato la Corte che non basta la mera indicazione del periodo, con la conseguenza della trasformazione del rapporto in contratto a tempo indeterminato al superamento, in sommatoria, del limite massimo previsto – 24 mesi o il limite diverso previsto dalla contrattazione collettiva.
A differenza del contratto a termine normale, per quello stagionale, il diritto di precedenza non opera per la conclusione di un contratto a tempo indeterminato, ma per la conclusione di altro contratto stagionale.
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Contribuzione per contratti a termine
La stagionalità può protarsi per diversi anni, con un consistente aggravio sotto il profilo contributivo. Infatti, si applica:
- la contribuzione ordinaria dell’1,40% mensile che riguarda, indistintamente, tutti i contratti a tempo determinato;
- la contribuzione aggiuntiva dello 0,50% legata ad ogni rinnovo, introdotta dal D.L. n. 87/2018.
Per questa ragione, il legislatore ha previsto che sono esclusi dalla contribuzione ordinaria e da quella aggiuntiva:
- i contratti a termine per le attività stagionali individuate dal D.P.R. n. 1525/1963;
- i contratti a termine per le attività stagionali individuate dalla contrattazione collettiva entro il 2011;
- a partire dal 1° gennaio 2020, i contratti a termine conseguenti ad accordi collettivi stipulati entro il 31 dicembre 2019 in Provincia di Bolzano, secondo la disposizione introdotta con la legge n. 160/2019;
- i contratti a termine per un massimo di tre giorni relativi alla esecuzione di speciali servizi nel settore turistico e in quello dei pubblici esercizi, nella casistica individuata dalla contrattazione collettiva.
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Cosa succede in caso di mancato rispetto del diritto di precedenza?
La giurisprudenza ha assunto alcune conclusioni per quanto riguarda le conseguenze del mancato rispetto del diritto di precedenza sul lavoro. In particolare, si è affermato che la violazione del diritto non comporta, in nessun caso, la possibilità di reintegrazione del ricorrente nel proprio posto di lavoro.
Infatti, il diritto di precedenza non attribuisce il diritto a concludere il contratto, ma ad essere preferito come contraente, se il datore di lavoro decide di procedere a nuove assunzioni. Ne consegue che il lavoratore non ha una tutela in forma specifica, che presume la possibilità di concludere in forma coattiva il contratto.
Il lavoratore, dunque, avrà diritto solo al risarcimento del danno, che sarà commisurato a quanto lo stesso avrebbe ricevuto se fosse stato parte del contratto di lavoro. Ai fini della liquidazione del danno, si tiene in considerazione sia le retribuzione percepite, sia le contribuzioni previdenziali relative.
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Diritto di precedenza sul lavoro – Domande frequenti
Il diritto di precedenza sul lavoro è il diritto del lavoratore con contratto a tempo determinato di essere preferito se il datore di lavoro intende concludere un contratto a tempo indeterminato.
Il diritto di precedenza sul lavoro può essere esercitato se: il lavoratore ha concluso un contratto a tempo determinato di durata equivalente almeno a 5 mesi; per i contratti conclusi entro 12 mesi successivi; se l’attività lavorativa presuppone le stesse mansioni.
Il diritto di precedenza sul lavoro si esercita per la conclusione di contratti a tempo indeterminato. Per i lavoratori stagionali, il diritto ha ad oggetto un ulteriore contratto stagionale.
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