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Donazioni e Legge di Bilancio 2024: cosa cambia

Il diritto delle successioni attribuisce una particolare tutela ad alcuni parenti del defunto, detti legittimari. Questa disciplina è ancora adatta ai nostri giorni? Scopri quali novità vorrebbe introdurre il Governo.

  • Il legislatore ha previsto una tutela particolare per alcuni parenti stretti del defunto, al fine di garantire i rapporti familiari.
  • Tali parenti prendono il nome di legittimari e sono coniuge, figli, ascendenti se non c’è il coniuge, ai quali la legge attribuisce una significativa tutela, a discapito della libertà di disposizione del titolare del patrimonio.
  • Tale tutela si sostanzia nella previsione di quote riservate a tali parenti del patrimonio del defunto e azioni a tutela di questo diritto.

La Legge di Bilancio 2024 sembrava voler introdurre una serie di novità interessanti per il prossimo anno, anche in tema di donazioni. In particolare, il Governo aveva pensato di dare risposta ad un’istanza da tempo mossa dalla dottrina e dalla giurisprudenza.

In pratica, gli interpreti del diritto hanno evidenziato, già da un po’, l’inadeguatezza del regime delle successioni. Ecco perché, in questo articolo, ci occuperemo delle donazioni e del regime di tutela dei legittimari. Provvederemo, preliminarmente, a descrivere la disciplina della tutela dei legittimari.

Ti spiegheremo brevemente come funzionano le azioni di riduzione e di restituzione e ti diremo anche perché si richiede questa modifica del regime attuale e a quali conclusioni si è giunti. Infine, esamineremo anche come il legislatore intendeva intervenire in materia e quali modifiche avrebbe apportato.

Perché sono tutelati i legittimari?

La decisione del legislatore di modificare la disciplina della tutela dei legittimari non è del tutto inattesa. Il legislatore storico, del codice del 1942, ha espressamente riservato una tutela particolare ai c.d. eredi legittimari, cioè coniuge, figli e, in mancanza dei figli, ascendenti.

Il codice riserva a questi soggetti una quota del patrimonio del defunto. La quota varia in base a due fattori:

  1. la qualità degli eredi, cioè se tra gli eredi ci sono i figli, il coniuge o ascendenti;
  2. il numero di eredi, cioè la quota di riserva cambia a seconda che succedano al defunto un figlio e il coniuge o il coniuge e più figli, oppure anche solo i figli o solo il coniuge.

La tutela dei legittimari è espressione del contesto storico sociale in cui è stata elaborata. Al momento dell’entrata in vigore del codice, infatti, la famiglia era un’istituzione centrale nella società e nell’economia italiana. Per tale ragione, il legislatore ebbe l’esigenza di garantire una maggiore tutela a determinati rapporti di parentela.

Per approfondire la disciplina delle donazioni leggi anche: Donazione di immobile: cos’è e come funziona, rischi e impugnazione

Donazioni e legge di bilancio 2024
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Come sono tutelati i legittimari?

I legittimari sono tutelati tramite due azioni, ove siano lesi i loro interessi tramite donazioni o disposizioni testamentarie, pure tramite legato, o, in casi peculiari, anche tramite successione legittima.

Le azioni a disposizione del legittimario sono:

  1. l’azione di riduzione;
  2. l’azione di restituzione.

Per approfondire l’argomento leggi anche: Quote ereditarie: tutto quello che c’è da sapere

1) Azione di riduzione

L’azione di riduzione è un’azione volta ad ottenere l’inefficacia relativa della donazione o delle disposizioni testamentarie. Cosa significa inefficacia relativa? Il principale effetto dell’azione è quella di rendere non produttiva di effetti la donazione nei confronti del legittimario.

L’atto, quindi, è produttivo tra le parti originarie, cioè donante e donatario, tuttavia, il legittimario potrà comunque ottenere la restituzione del bene dal donatario.

L’azione si prescrive in 10 anni:

  • dalla trascrizione della donazione;
  • rispetto alle disposizioni testamentarie, dalla data in cui il beneficiario della disposizione testamentaria ha accettato l’eredità.

Puoi approfondire la disciplina delle successioni leggendo anche: La collazione ereditaria: cos’è, come funziona, esempio, documenti

L’azione di riduzione non consente di ottenere l’immediata restituzione del bene. Possono, allora, verificarsi due ipotesi. Una prima quando l’azione ha ad oggetto una disposizione che ancora non ha prodotto effetti, come spesso accade rispetto a disposizioni testamentarie. Quindi, all’erede beneficiario della disposizione lesiva non è stato attribuito ancora nulla. In tale ipotesi, l’azione di riduzione comporta solo un ricalcolo delle quote, che sia rispettosa della legittima.

Una seconda ipotesi è quella in cui l’azione abbia ad oggetto un bene che è già stato trasferito ad altri, come nel caso della donazione. In questa evenienza bisogna chiedere la restituzione del bene, quando si apre la successione, quindi, quando la donazione concretizza la lesione.

Ti potrebbe interessare anche: I figli esclusi dalla successione possono impugnare il testamento?

Donazioni e legge di bilancio 2024

2) Azione di restituzione

Dopo avere esercitato l’azione di riduzione, se il legittimario vuole ottenere la restituzione, deve esercitare l’azione di restituzione. L’azione si prescrive entro 20 anni dalla data di trascrizione della donazione. Quindi, per un lungo periodo, la donazione è, sostanzialmente, instabile, perché l’erede può per molto tempo chiedere la restituzione.

L’azione può essere esercitata sia nei confronti del donatario sia nei confronti di un terzo. Per esempio, pensate al caso in cui il bene ricevuto in donazione sia a sua volta rivenduto ad un terzo.

La disciplina prevede che:

  • l’azione deve essere direttamente proposta verso il donatario, che deve adoperarsi anche al fine di recuperare il bene. Il legittimario può anche chiedere la restituzione dell’equivalente monetario, se il bene non è recuperabile;
  • solo quando è stata esperita questa azione e chiesta, eventualmente, la restituzione per equivalente monetario, allora, sarà possibile esercitare l’azione di restituzione nei confronti del terzo.

Per approfondire ti consigliamo di leggere: Successione e lesione della quota di legittima

Ipotesi di modifica disciplina delle donazioni

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, la tutela del legittimario è molto ampia, sia sotto il profilo quantitativo (cioè la quota del patrimonio riservata), sia sotto il profilo dei rimedi. L’ordinamento si è molto evoluto sul piano dei rapporti familiari tranne che in quello successorio.

La successione rispecchia la centralità della famiglia intesa come istituzione, i legittimari sono coniugi e figli e, in mancanza dei figli, gli ascendenti. Il patrimonio riservato è tantissimo, nel senso che con il coniuge e i due figli si arriva a tre quarti del patrimonio, mentre la parte disponibile è un quarto del patrimonio originario. 

La tutela riservata all’interesse di figli, coniuge e ascendenti è effettivamente ingiustificata, soprattutto alla luce della nuova idea di famiglia. Oggi, infatti, la famiglia non è più considerata un’istituzione tutelata in quanto tale, ma in quanto luogo di formazione della personalità dell’individuo.

Quindi, sono in molti a sostenere che sarebbe necessario attribuire maggiore autonomia al titolare del patrimonio e tutelare il donatario e, eventualmente, il terzo acquirente, che può perdere il bene per effetto dell’azione di restituzione.

Per approfondire l’argomento leggi anche: Quanti soldi si possono donare senza atto notarile?

manovra finanziaria 2024 bozza modifiche donazioni

Bozza di modifica legge di Bilancio 2024

In una prima bozza della Legge di Bilancio 2024, il legislatore aveva ipotizzato un cambio di rotta nell’ambito della tutela dei legittimari, cercando di venire incontro a quello che è il sentire comune sulla questione.

Come vi abbiamo detto nei precedenti paragrafi, i legittimari possono agire sia nei confronti del donatario sia del terzo che ha acquistato il bene dal donatario. La riforma avrebbe previsto l’eliminazione dell’azione di restituzione nei confronti dei terzi. In tal modo, si intendeva rendere più stabili le donazioni.

Bisogna tenere in considerazione che se la donazione è a rischio per oltre 20 anni, ovviamente, il donatario con molta probabilità non riuscirà a far circolare il bene oggetto di donazione. Tale meccanismo, quindi, disincentiva la circolazione di beni e, come tale, non è ben visto dall’ordinamento e dal legislatore in generale. Soprattutto se si tiene conto che oggetto di donazioni sono anche beni immobili, questa così severa tutela del legittimario blocca un bene di valore molto elevato.

Quindi, il legislatore aveva pensato di eliminare l’azione di restituzione nei confronti dei terzi. Inoltre, per completare la modifica, aveva anche previsto che la sentenza che dichiara la riduzione, non produce effetti nei confronti dei terzi che hanno acquistato dal donatario.

Nei fatti, però, ale modifica poi non è stata accolta dal legislatore il quale, in sede di approvazione della manovra finanziaria, ha deciso di eliminare tale disposizione. Dunque, si dovrà ancora attendere per modificare la disciplina delle successioni, soprattutto per quel che riguarda le donazioni.

Per approfondire le novità della Manovra finanziaria leggi anche: Legge di Bilancio 2024: cosa prevede la manovra

Donazioni e Legge di Bilancio 2024 – Domande frequenti

Chi sono i legittimari?

I legittimari sono parenti del defunto che la legge tutela in modo significativo. Per esempio, sono legittimari il coniuge, i figli, gli ascendenti in assenza di figli.

Quale tutela la legge prevede per i legittimari?

I legittimari hanno diritto ad una quota di riserva sul patrimonio del defunto, il quale non ne potrà disporre quando è in vita. Per tutelare il diritto, il legislatore riconosce sia l’azione di riduzione sia di restituzione.

Cambierà la disciplina con la Legge di Bilancio 2024?

La prima bozza della Legge di Bilancio 2024 prevedeva l’esclusione dell’azione di restituzione nei confronti dei terzi. Tuttavia, questa norma non è stata confermata dalla disciplina definitiva.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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