Reintrodotta la festa nazionale in onore di San Francesco dal 4 ottobre 2026
A partire dal prossimo anno, il 4 ottobre si festeggerà nuovamente San Francesco d’Assisi. Chiuse scuole e uffici pubblici e astensione dalle attività lavorative
- Il prossimo 4 ottobre sarà festa nazionale in onore di San Francesco d’Assisi.
- Nella giornata dedicata ai festeggiamenti saranno chiusi uffici pubblici (saranno garantiti solo i servizi pubblici essenziali) e sarà giorno di riposo per lavoratori privati e gli studenti.
- Dal punto di vista della finanza pubblica, l’introduzione di una festività nazionale richiede che siano adottate misure per mitigare eventuali effetti negativi sulla produzione nazionale.
A seguito del voto favorevole espresso all’unanimità dal Senato, successivo a una proposta sostenuta dalla parte moderata, è stata di recente reintrodotta la commemorazione per San Francesco d’Assisi.
Abolita nel 1977, durante i complicati anni di piombo, lo scorso 8 ottobre, la festa nazionale per la celebrazione di San Francesco d’Assisi, è stata ufficialmente reintrodotta a seguito dell’ok, seppur con riserve da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il prossimo 4 ottobre, dunque, sarà di nuovo festa nazionale in onore del Santo, simbolo di umiltà e devozione. Ciò significa che sarà un giorno di astensione dalle attività lavorative (compresi gli uffici pubblici, che rimarranno chiusi) e sarà anche una giornata di vacanza dalle attività scolastiche di ogni ordine e grado.
Perché il 4 ottobre è festa nazionale
La scelta di reintrodurre la festa nazionale per San Francesco d’Assisi è stata spiegata dall’attuale Esecutivo che, nella persona del Presidente del Consiglio, ha chiarito come proprio il citato Santo sia il simbolo per eccellenza di unità e umiltà nazionale e, pertanto, una delle figure più rappresentative e distintive dell’identità nazionale, indipendentemente da credi e convinzioni personali.
Non causale è anche la scelta del giorno (4 ottobre), anniversario della morte di San Francesco, avvenuta ad Assisi. Dopo l’abolizione della festa, la data è rimasta in ogni caso rappresentativa di valori quali la pace, la fraternità e il dialogo tra appartenenti a culture diverse, senza però essere considerato giorno festivo.
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Le riserve sulla festa nazionale di San Francesco d’Assisi
La festa nazionale per la celebrazione di San Francesco d’Assisi, come anticipato, è stata istituita con una legge approvata dalla Camera dei Deputati a settembre 2025 e dal Senato della Repubblica lo scorso 1° ottobre. Come qualsiasi provvedimento di legge, per entrare in vigore, è stato promulgato dal Presidente della Repubblica, oggi Sergio Mattarella.
Il Presidente, lo scorso 8 ottobre, ha sì promulgato la legge, ma ha manifestato apertamente più di qualche riserva e invitato le forze politiche a una celere modifica di taluni aspetti controversi.
Secondo il capo dello Stato, infatti, alcuni passaggi della normativa non sarebbero chiari, perché nello stesso giorno oltre a San Francesco, si festeggia anche Santa Caterina. In pratica, il 4 ottobre si celebra sia la festa nazionale in onore di San Francesco, sia la solennità civile in memoria di Santa Caterina.
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Differenze fra festa nazionale e solennità civile
Il fatto che nello stesso giorno si celebrino sia una festa nazionale sia una solennità civile porta a problematiche di gestione delle attività quotidiane (lavorative e non).
La festa nazionale prevede la chiusura di tutte le attività (scolastiche e lavorative, quantomeno del settore pubblico), mentre la solennità civile prevede celebrazioni, commemorazioni e iniziative di sensibilizzazione, ma non significa vacanza o riduzione dell’orario lavorativo.
Proprio tale aspetto controverso è stato messo in luce dal Capo dello Stato, secondo il quale il 4 ottobre non può essere considerata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, atteso che ognuna di tali ricorrenze comporta effetti diversi sul calendario lavorativo e scolastico.
Quali sono le conseguenze in termini di costi
L’istituzione del 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, come festa nazionale civile, comporta inevitabilmente una serie di effetti economici e finanziari, sia per il settore pubblico, sia in quello privato.
Sull’analisi di tali effetti si sono contrapposti i diversi schieramenti politici e le varie associazioni di categoria, quali, per esempio, il Centro Studi della Camera, secondo cui l’effetto reale della nuova festività sarà molto contenuto, con la maggior parte delle aziende private che potranno recuperare le ore di produzione perse e ridurre i mancati introiti.
Di parere in parte contrario è Confindustria, la quale ha sottolineato come tale festeggiamento possa incidere in termini di produttività nazionale.
Effetti sul PIL della festa nazionale
L’impatto più immediato si registra in modo diretto sull’attività lavorativa. L’astensione dal lavoro si traduce in una seppur lieve contrazione della produttività, che vari operatori del settore (come ISTAT e Banca d’Italia) hanno stimato in un range compreso fra lo 0,1% e lo 0,3% del PIL mensile.
Tale percentuale potrebbe subire delle ulteriori oscillazioni nelle ipotesi in cui il giorno festivo cada in una giornata infrasettimanale, sia collocato in aggiunta ad altre festività a livello locale o sia vicino a riposi ordinari, come il sabato e la domenica.
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Costi sulla pubblica amministrazione
Altri non trascurabili impatti si verificano nel mondo del lavoro. Com’è noto, per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati), la festa nazionale non influisce sulla retribuzione, perché questa deve essere garantita anche in tale giorno.
Ciò significa che, a partire dal prossimo 2027 (nel 2026 il 4 ottobre cadrà di domenica), deve trovarsi adeguata copertura per garantire non solo la corresponsione delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, non lavoranti, ma soprattutto nei confronti di tanti impiegati che, anche in un giorno festivo, devono garantire la propria prestazione lavorativa.
Con particolare riguardo al comparto pubblico, la festività avrebbe quale effetto diretto la previsione di fondi per la copertura di maggiorazioni degli stipendi da mettere a bilancio per garantire l’espletamento di servizi pubblici essenziali (sanità, forze dell’ordine, trasporti), che restano operativi tutto l’anno anche nei giorni festivi. La pubblica amministrazione sarà tenuta ad adattare calendari, scadenze, turnazioni e contratti per tener conto della nuova festività.
Effetti sulle imprese private
Possibili criticità, seppur più visibili nel pubblico, perché direttamente incidenti sulle “tasche” degli italiani, riguardano anche il settore privato.
Per le imprese private, infatti, l’introduzione della festività potrebbe portare a un aumento del costo del lavoro, qualora si mantenga l’operatività e si applichino le maggiorazioni previste per giorno festivo.
Ne consegue che le imprese, dovranno pensare a studi di pianificazione delle attività produttive e logistiche, soprattutto nei settori a ciclo continuo o con consegne internazionali.
Effetti positivi sul settore del turismo e dei consumi
Diversa situazione, quantomeno nelle stime (e speranze) del Governo, potrebbe verificarsi nel settore del turismo e dei consumi.
L’introduzione della festa nazionale del 4 ottobre potrebbe generare effetti positivi in alcuni comparti economici. Si pensi, per esempio, all’aumento di flussi turistici, in particolare nelle città d’arte e nei luoghi religiosi, spesso mete non molto “frequentate” dal turismo domestico, ma anche internazionale che, in presenza di eventi organizzati, potrebbero diventare più attrattive.
Lo spostamento di italiani e stranieri potrebbe tradursi anche in un aumento della richiesta di servizi di ristorazione o trasporto, altro importante tassello dell’economia nazionale.
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