Permessi di lavoro: come funzionano e quando si possono chiedere
Come funzionano i permessi di lavoro dei lavoratori dipendenti? Possono essere negati dal datore di lavoro? Ecco cosa dice la legge e quali sono le diverse tipologie.
- I permessi di lavoro sono un diritto dei lavoratori dipendenti.
- Possono essere retribuiti o non retribuiti.
- Il datore di lavoro non può negare un permesso ai propri dipendenti.
La gestione dei permessi di lavoro è un tema che, molto spesso, può generare confusione per il datore di lavoro o per il team HR, che si occupa del personale.
La legge però parla chiaro: i permessi di lavoro sono uno dei diritti fondamentali dei lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico sia di quello privato. Il permesso di lavoro permette al lavoratore di assentarsi per qualche ora, mantenendo il posto di lavoro, per delle specifiche motivazioni.
In questa guida prenderemo in esame le differenti tipologie di permesso, che può essere retribuito o non retribuito, e ci concentreremo su alcune casistiche, come per esempio i permessi di lavoro previsti dalla legge 104 o la domanda “i permessi di lavoro possono essere negati”?
Permessi di lavoro retribuiti e non retribuiti
“Ho chiesto un permesso per andare a fare una visita medica”: è una delle frasi più gettonate quando si parla di permessi di lavoro. Questi ultimi sono riconosciuti dalla legge e possono variare in base ai singoli contratti collettivi nazionali (CCNL).
Il lavoratore ha diritto, ogni mese, a un determinato numero di ore di permessi, che vengono indicati nel cedolino della busta paga, così come i giorni di ferie maturati.
I permessi di lavoro sono:
- retribuiti, quando il lavoratore ha diritto alla retribuzione nelle ore di assenza;
- non retribuiti, per i quali il dipendente non riceve un’indennità né da parte dell’INPS né del datore di lavoro.
I permessi di lavoro non retribuiti sono per esempio quelli che si raggiungono in seguito a un accordo tra le parti e che possono per esempio essere legati a un’attività sindacale, le elezioni comunali, regionali, nazionali, europee, per un percorso di riabilitazione legato a una tossicodipendenza (per chi ha un contratto a tempo indeterminato), per eventuali altri casi previsti dal CCNL.
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Differenza tra ferie e permessi
Prima di andare avanti nell’analisi delle diverse tipologie di permessi, ricordiamo la differenza rispetto alle ferie:
- le ferie vengono calcolate su base giornaliera: al lavoratore dipendente spetta un minimo di 4 settimane di ferie all’anno;
- i permessi, invece, si calcolano a ore.
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Permessi ROL
I ROL (riduzione dell’orario di lavoro) sono dei permessi sul lavoro che vengono previsti dai singoli contratti collettivi di appartenenza. Gli stessi possono disciplinare in modo diverso i permessi, che devono comunque essere sempre garantiti. Se hai dubbi sull’applicazione dei permessi nella tua azienda, potresti contattare un avvocato del lavoro per avere dei chiarimenti.
I ROL si prendono in genere in blocchi da 4 a 8 ore fino a uno o più giorni lavorativi. Prendendo in considerazione il CCNL terziario, per esempio, è prevista la fruizione di:
- 56 ore annuali di ROL per le aziende fino a 15 dipendenti;
- 72 ore annuali di ROL, per le aziende che hanno più di 15 dipendenti.
La differenza fondamentale tra ROL e altre tipologie di permesso consiste nel fatto che il lavoratore potrà godere delle ore di ROL senza dover fornire una motivazione.
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Tipologie di permessi di lavoro
Nelle prossime righe illustreremo le differenze tra i permessi di lavoro per:
- ex-festività;
- motivi personali;
- visite mediche;
- studio;
- lutto
- cariche elettive;
- volontariato.
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1. Permessi per ex-festività
Si tratta dei permessi che si possono richiedere in quei giorni che in precedenza erano segnati come festività sul calendario, che si possono chiedere se ricadono in un giorno lavorativo.
Si tratta di:
- 19 marzo, Festa del papà;
- Ascensione e Corpus Domini;
- 4 novembre: Festa dell’Unità nazionale;
- 29 giugno: Santi Pietro e Paolo.
2. Permessi di lavoro per motivi personali
Il dipendente ha diritto a usufruire del permesso:
- per congedo matrimoniale, che potrà avere una durata massima di 15 giorni, compresi i sabati e i giorni festivi – se ne dovrà usufruire entro un mese dalle nozze;
- per congedo parentale, per un totale di 10 mesi di astensione dal lavoro, dalla nascita fino al 12° anno di età del figlio.
Ci sono poi dei permessi che non rientrano nella normativa del congedo di maternità e paternità che sono concessi alle donne:
- durante il periodo di gravidanza per i controlli prenatali
- nel successivo periodo di allattamento pari a 1 o 2 ore al giorno per il primo anno di vita del bambino (fino a 3 anni in caso di handicap grave), anche nel caso di adozione o affidamento.
Per approfondire, leggi la nostra guida aggiornata su Congedo di maternità, di paternità e parentale: le differenze
3. Permessi per visite mediche
I permessi di lavoro per visite mediche sono retribuiti fino a un massimo di 18 ore. Qualora il lavoratore avesse bisogno di altre ore, potrà richiedere dei permessi non retribuiti.
I permessi retribuiti possono coprire anche una donazione di sangue o di midollo osseo, a condizione che:
- si doni un minimo di 250 grammi di sangue;
- si effettui il prelievo presso un centro accreditato dal Ministero della Salute.
Il permesso ha una durata di 24 ore ed è a carico dell’INPS: l’indennità spettante al lavoratore viene anticipata dal datore di lavoro, che potrà poi recuperarla inviando apposita richiesta. Il lavoratore, invece, dovrà presentare la documentazione medica rilasciata dalla struttura presso la quale ha effettuato la donazione.
Scopri di più su Medico legale: chi è e cosa fa
4. Permessi per studio
I permessi di lavoro per studio, previsti dalla legge n. 300/70, possono essere richiesti per un massimo di 150 ore:
- sia per la formazione relativa a un grado di istruzione primaria e secondaria o per conseguire una qualifica professionalizzante;
- sia per le prove di esame.
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5. Permessi per lutto
Il lavoratore dipendente ha diritto a chiedere un permesso di lavoro anche in caso di lutto di un parente di primo grado, quindi il coniuge, il genitore o il figlio, o di secondo grado – nonno, nipote, fratello o sorella.
Questa tipologia di permesso, prevista dalla legge n. 53/2000, ha una durata massima di 3 giorni ed è retribuita: il calcolo riguarda soltanto i giorni lavorativi, mentre la richiesta deve essere presentata entro 7 giorni dalla morte della persona cara.
Potrà inoltre essere presentata richiesta di permesso per gravi motivi familiari, qualora si abbia un parente entro il 2° grado da accudire, con una grave infermità, fisica e mentale. Si dovrà essere in possesso di una documentazione medica rilasciata dal SSN: il datore di lavoro avrà il diritto di verificare l’esistenza effettiva dello stato di infermità.
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6. Permessi per cariche elettive
Un’altra tipologia di permesso di lavoro è quella che può richiedere il lavoratore che intenda svolgere una carica elettrica, come quella di sindaco o per un consiglio circoscrizionale dei Comuni che hanno più di 500.000 abitanti.
La durata del permesso è di 24 ore, che possono estendersi fino a 48 ore per il ruolo di sindaco o di Presidente di Provincia.
Esiste poi un permesso non retribuito per chi ricopre il ruolo di Consigliere di Parità, che ha comunque a propria disposizione anche delle ore di permesso retribuito.
Approfondisci leggendo la nostra guida su Come chiedere aspettativa per motivi personali
7. Permessi per volontariato
I permessi per volontariato spettano:
- a chi è volontario presso un’associazione senza scopo di lucro;
- a chi fa volontariato presso la Protezione civile, fino a un massimo di 30 giorni consecutivi e 90 giorni annuali.
Nell’ipotesi di un’emergenza nazionale, il totale dei giorni di permesso può arrivare fino a 180.
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Permessi di lavoro legge 104
Per quanto riguarda i permessi di lavoro previsti dalla legge 104, questi sono validi per:
- i dipendenti che si prendono cura di un parente fino al 2° grado con una disabilità grave, quindi i caregiver;
- i lavoratori con una disabilità grave che complichi lo svolgimento dell’attività lavorativa e per la quale sia necessaria l’assistenza permanente, totale e continuativa.
Il grado di parentela può estendersi fino al 3° nel caso in cui il familiare della persona con disabilità abbia raggiunto i 65 anni, abbia a sua volta una patologia invalidante, oppure sia deceduto.
A questo proposito, per saperne di più, leggi la nostra guida su Legge 104: a chi spetta, agevolazioni, permessi e congedo
Modulo richiesta permesso di lavoro
Possiamo a questo punto chiedersi: come si richiede un permesso al proprio datore di lavoro? Il lavoratore dovrà presentare una richiesta scritta al proprio datore di lavoro, possibilmente con un preavviso congruo (tranne nei casi improvvisi e di urgenza, quale può essere un lutto)
Nel caso di problemi familiari, dovrà essere fornita anche la relativa documentazione medica che attesti il problema. Non esistono frasi preconfezionate per chiedere permesso, ma si consiglia di farlo in modo formale ed educato, anche inviando una mail al proprio responsabile.
In genere, sarà comunque sufficiente la compilazione di un modulo di richiesta permessi, da presentare in formato cartaceo o elettronico, nel quale dovranno essere indicati:
- i dati anagrafici;
- il numero di ore di permesso;
- quando si richiede il permesso;
- i motivi;
- data e firma.
Di seguito un esempio di modulo richiesta permessi.
Permessi di lavoro – Domande frequenti
Ci sono diverse tipologie di permessi di lavoro che si possono richiedere: scopri di più nella nostra guida.
Il numero di ore di permessi retribuiti varia in relazione al CCNL, ma si prevede che tutti i contratti in vigore permettano di maturare da un minimo di 88 fino a un massimo di 104 ore di permessi.
Il datore di lavoro non può costringere il lavoratore a usufruire dei permessi maturati in busta paga.
I permessi non goduti previsti dalla legge 104 dal lavoratore ogni mese si perdono, in quanto non possono essere accumulati e utilizzati nei mesi successivi.
No, il datore di lavoro non può negare al lavoratore di prendere un permesso perché i permessi di lavoro rappresentano un diritto del lavoratore.
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