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Infortunio sul lavoro: definizione, visita fiscale e controlli, chi paga

Qual è la definizione di infortunio sul lavoro e la sua durata massima, come funziona il pagamento per il danno subito, chi paga, come si denuncia e quanto tempo si ha a disposizione per farlo.

infortunio sul lavoro

Un infortunio sul lavoro si verifica nel momento in cui un dipendente non può svolgere la propria attività lavorativa a causa di un evento traumatico avvenuto sul posto di lavoro (come per esempio una caduta accidentale) per almeno 3 giorni di tempo.

Il lavoratore è costretto ad assentarsi dal lavoro, ma non può essere licenziato: in casi come questo al datore di lavoro spettano alcuni adempimenti, mentre altri sono a carico dell’INAIL, ovvero l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

In questa guida sarà presentato il dettaglio relativo all’infortunio sul lavoro: dalla definizione al funzionamento, dai risarcimenti eventualmente previsti al ruolo che spetta all’INAIL e al datore di lavoro in questa particolare condizione del lavoratore.

Si cercherà di rispondere ai dubbi più frequenti sull’argomento, come per esempio cosa si deve fare in caso di infortunio sul lavoro, quali sono gli obblighi a carico del lavoratore e quanto tempo si ha per denunciare l’infortunio, cosa succede dopo.

Infortunio sul lavoro: definizione

In base alla definizione prevista per legge l’infortunio sul lavoro è un incidente verificatosi “per causa violenta in occasione di lavoro”, dalla quale deriva una lesione o una malattia (nei casi più gravi, anche la morte) che provoca un’astensione dal lavoro superiore ai 3 giorni.

I lavoratori sono tutelati da eventuali infortuni sul lavoro dal D.P.R. n. 1124 del 1965, in base al quale è prevista un’assicurazione obbligatoria attraverso la quale:

  1. si ha diritto alle prestazioni di tipo sanitario;
  2. si può ottenere un risarcimento che varia in relazione al danno provocato dall’evento traumatico sul lavoro.
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Infortunio sul lavoro: presupposti

Ci sono 4 presupposti che devono verificarsi in concomitanza affinché si possa effettivamente parlare di infortunio sul lavoro, ovvero:

  1. si deve trattare di un evento traumatico che provoca una lesione, o la morte del lavoratore;
  2. l’inabilità dal lavoro deve essere superiore a 3 giorni;
  3. deve esserci una causa violenta alla base, termine con il quale ci si riferisce a una precisa azione concentrata nel tempo che provoca un danno all’organismo del lavoratore. Ne fanno parte anche gli agenti virali e microbici;
  4. l’evento deve essere collegato da un rapporto di causa-effetto all’attività lavorativa svolta.

Infortunio sul lavoro e inabilità

L’inabilità del lavoratore a causa dell’infortunio può essere permanente assoluta, permanente parziale e temporanea assoluta.

Tipologia di inabilità Spiegazione
Inabilità assoluta permanente La possibilità di lavorare è inibita per tutta la vita
Inabilità temporanea parziale La possibilità di lavorare è inibita per una percentuale superiore al 10%, per tutta la vita
Inabilità temporanea assoluta Il lavoratore non può lavorare completamente per più di tre giorni

Infortunio sul lavoro e malattia professionale

Per malattia professionale si intende qualsiasi tipo di infermità contratta a causa della propria attività lavorativa. Nonostante possa sembrare un concetto molto simile a quello di infortunio sul lavoro, esiste una differenza fondamentale:

  1. l’infortunio sul lavoro è provocato da una causa violenta;
  2. la malattia professionale, detta anche tecnopatia, è una lesione della salute del lavoratore, ma che deriva da una causa lenta. Si parla, per esempio, delle reazioni psicosomatiche provocate dallo stress lavorativo.

Infortunio sul lavoro e infortunio in itinere

L’infortunio in itinere è quello che si può verificare nel tragitto tra la propria abitazione e il posto di lavoro. In base al D.lgs. n. 38 del 2000 anche questa tipologia di infortunio viene inclusa nella copertura assicurativa relativa all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni.

In questa evenienza, l’indennizzo sarà valido:

  • solo nel caso in cui l’incidente avvenga durante il normale percorso casa-lavoro;
  • qualora il lavoratore sia costretto a deviare il naturale percorso per cause di forza maggiore, come per esempio la presenza di una strada interrotta;
  • per i lavoratori che utilizzano sia i mezzi pubblici sia i mezzi privati, che sono consentiti solo in mancanza di mezzi pubblici che permettano di raggiungere la sede lavorativa;
  • in caso di un eventuale infortunio verificatosi in missione o in trasferta.

Quanto tempo ho per denunciare un infortunio sul lavoro?

Il lavoratore ha l’obbligo di denunciare gli infortuni sul lavoro, anche quelli di lieve entità, altrimenti rischia di perdere l’indennità che gli spetta invece di diritto per i giorni in cui non ha informato il datore di lavoro. Deve poi effettuare una visita medica e farsi rilasciare un certificato. Il datore di lavoro è tenuto a sostenerlo, portandolo nella struttura sanitaria più vicina, e pagando eventuali spese di trasporto. 

La denuncia dell’infortunio sul lavoro:

  • deve essere fatta online tramite il sito dell’INAIL;
  • deve essere fatta entro 2 giorni di tempo dal momento in cui ne è stata data comunicazione al datore di lavoro, oppure entro 24 ore in caso di morte o pericolo di morte;
  • contestualmente, il medico o la struttura sanitaria che ha visitato il lavoratore infortunato, deve trasmettere all’INAIL il certificato medico, che deve essere fornito anche al datore di lavoro da parte del lavoratore stesso, assieme alla data di rilascio, al codice identificativo e ai giorni di prognosi.

Il datore di lavoro deve comunicare entro 2 giorni all’autorità locale di pubblica sicurezza gli infortuni che hanno causato la morte di un lavoratore o quelli con prognosi superiore a 30 giorni, in caso di assenza di obbligo assicurativo.

Nel caso in cui, invece, fosse soggetto agli obblighi assicurativi INAIL, il datore di lavoro deve denunciare l’infortunio all’INAIL per via telematica, riportando nella denuncia i dati dell’azienda, quelli del dipendente e i dettagli relativi all’incidente: questi ultimi saranno utilizzati per calcolare la “retribuzione media giornaliera” relativa all’indennità INAIL.

Leggi anche Infortunio sul lavoro: si può uscire

Risarcimento del lavoratore: quando arrivano i soldi dell’infortunio

Il lavoratore che ha subito un infortunio sul lavoro viene tutelato nella misura in cui ha diritto a non perdere il posto di lavoro e a ricevere una copertura economica nei giorni in cui non lavora.

Quest’ultima viene divisa fra INAIL e azienda in base a quanto segue:

  1. nel giorno dell’infortunio, la retribuzione è a carico dell’azienda;
  2. nei tre giorni successivi, il cosiddetto “periodo di carenza”, è il datore di lavoro che deve continuare a pagare il lavoratore;
  3. dal quarto giorno in poi, il trattamento economico spetta all’INAIL.

Leggi anche: Infortunio sul lavoro: visita fiscale

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Indennità INAIL per infortunio sul lavoro

Il lavoratore ha diritto a ricevere un’indennità da parte dell’INAIL che varia in relazione alla durata dell’infortunio. Il calcolo viene effettuato in percentuale alla cosiddetta “Retribuzione media giornaliera” del dipendente (RMG). L’importo viene calcolato prendendo come riferimento il salario medio giornaliero percepito dal lavoratore nei 15 giorni precedenti al verificarsi dell’incidente.

Nello specifico, è previsto:

  • il 60% della Retribuzione media giornaliera per i giorni di assenza compresi tra il quarto e il novantesimo;
  • il 75% della Retribuzione media giornaliera per i giorni di assenza che vanno dal novantunesimo giorno alla guarigione.

Leggi anche Infortunio sul lavoro: risarcimento tabelle

L’indennità che viene erogata dall’INAIL non è soggetta ai contributi INPS, ma a tassazione IRPEF. Inoltre, non può essere cumulata con altre prestazioni garantire dall’INPS, quali:

  • la cassa integrazione;
  • l’indennità di malattia;
  • l’indennità di maternità.

Leggi anche Assegno INAIL per infortunio

Integrazione stipendio in caso di infortunio

In base al proprio contratto di lavoro, è anche possibile che l’azienda sia tenuta a integrare l’indennità INAIL per fare in modo che il dipendente possa così raggiungere il suo normale stipendio. L’integrazione aziendale è soggetta sia ai contributi INPS sia alla tassazione IRPEF.

Citando alcuni esempi:

  • il CCNL Commercio e Terziario – Confcommercio prevede un’integrazione fino al 90% della retribuzione per i giorni di infortunio che vanno dal quinto al ventesimo, e una pari al 100% per i giorni compresi tra il ventunesimo e il rientro sul posto di lavoro;
  • il CCNL Pulizia prevede un’integrazione fino al 100% per i primi cinque mesi di infortunio, che diventa del 50% per i successivi sette mesi. Agli operati spetta un’integrazione al 100% dal secondo giorno d’infortunio fino all’ultimo giorno di guarigione;
  • Il CCNL Trasporti e Logistica prevede un’integrazione fino al 100% della retribuzione normale netta dal primo giorno di assenza dal lavoro e fino alla cessazione della indennità di invalidità per il quale intervenga l’Inail.

Infortunio sul lavoro oltre 40 giorni: penale

Cosa succede nel caso di infortunio sul lavoro denunciato in ritardo dal lavoratore? Nel caso di mancata o errata comunicazione relativa all’infortunio sul lavoro, sono previste delle sanzioni.

In particolare:

  • è prevista una sanzione di 125 euro in caso di omissione o comunicazione errata del codice fiscale del lavoratore infortunato;
  • viene applicata una sanzione compresa tra i 1.290 euro e i 7.745 euro al datore di lavoro che non denuncia o denuncia con ritardo un infortunio sul lavoro o una malattia professionale;
  • viene punito con una sanzione che può raggiungere i 925 euro il datore di lavoro che non comunichi all’INAIL le informazioni relative alle retribuzioni del dipendente o non si renda disponibile nel favorire l’accertamento delle circostanze che sono state all’origine dell’infortunio.

Leggi anche Infortunio a scuola

Infortuni sul lavoro – Domande frequenti

Qual è la differenza tra malattia e infortunio?

Ci sono quattro presupposti per i quali si può parlare di infortunio sul lavoro: deve trattarsi di un evento traumatico generato da una causa violenta, che provoca un’inabilità di durata superiore a tre giorni e nel quale si riscontra un rapporto di causa-effetto tra l’attività lavorativa e l’evento traumatico in sé. Scopri cos’è, invece, la malattia.

Cosa deve fare il lavoratore in caso di infortunio sul lavoro?

In caso di infortunio sul lavoro il lavoratore che subisce l’incidente viene tutelato attraverso il mantenimento del suo posto di lavoro e un’indennità economica che ha la funzione di coprire i giorni di inabilità: scopri come funziona la denuncia obbligatoria per legge.

Quando interviene la Procura della Repubblica in caso di infortunio sul lavoro?

L’infortunio sul lavoro diventa reato procedibile d’ufficio nel caso in cui si verifichi la morte del lavoratore, oppure quando le lesioni subite hanno una prognosi superiore a 40 giorni, oppure in caso di querela per infortunio con prognosi superiore a 40 giorni.

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