Infortunio sul lavoro: come ottenere il risarcimento del danno

Un infortunio sul lavoro si verifica nel momento in cui un dipendente non può svolgere la propria attività lavorativa a causa di un evento traumatico avvenuto sul posto di lavoro (come per esempio una caduta accidentale) per almeno 3 giorni di tempo.
Il lavoratore è costretto ad assentarsi dal lavoro, ma non può essere licenziato: in casi come questo al datore di lavoro spettano alcuni adempimenti, mentre altri sono a carico dell’INAIL, ovvero l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.
In questa guida sarà presentato il dettaglio relativo all’infortunio sul lavoro: dalla definizione al funzionamento, dai risarcimenti eventualmente previsti al ruolo che spetta all’INAIL e al datore di lavoro in questa particolare condizione del lavoratore.
Si cercherà di rispondere ai dubbi più frequenti sull’argomento, come per esempio cosa si deve fare in caso di infortunio sul lavoro, quali sono gli obblighi a carico del lavoratore e quanto tempo si ha per denunciare l’infortunio, cosa succede dopo.
In base alla definizione prevista per legge l’infortunio sul lavoro è un incidente verificatosi “per causa violenta in occasione di lavoro”, dalla quale deriva una lesione o una malattia (nei casi più gravi, anche la morte) che provoca un’astensione dal lavoro superiore ai 3 giorni.
I lavoratori sono tutelati da eventuali infortuni sul lavoro dal D.P.R. n. 1124 del 1965, in base al quale è prevista un’assicurazione obbligatoria attraverso la quale:
Ci sono 4 presupposti che devono verificarsi in concomitanza affinché si possa effettivamente parlare di infortunio sul lavoro, ovvero:
L’inabilità del lavoratore a causa dell’infortunio può essere permanente assoluta, permanente parziale e temporanea assoluta.
Tipologia di inabilità | Spiegazione |
Inabilità assoluta permanente | La possibilità di lavorare è inibita per tutta la vita |
Inabilità temporanea parziale | La possibilità di lavorare è inibita per una percentuale superiore al 10%, per tutta la vita |
Inabilità temporanea assoluta | Il lavoratore non può lavorare completamente per più di tre giorni |
Per malattia professionale si intende qualsiasi tipo di infermità contratta a causa della propria attività lavorativa. Nonostante possa sembrare un concetto molto simile a quello di infortunio sul lavoro, esiste una differenza fondamentale:
L’infortunio in itinere è quello che si può verificare nel tragitto tra la propria abitazione e il posto di lavoro. In base al D.lgs. n. 38 del 2000 anche questa tipologia di infortunio viene inclusa nella copertura assicurativa relativa all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni.
In questa
evenienza, l’indennizzo sarà valido:
Il lavoratore ha l’obbligo di denunciare gli infortuni sul lavoro, anche quelli di lieve entità, altrimenti rischia di perdere l’indennità che gli spetta invece di diritto per i giorni in cui non ha informato il datore di lavoro. Deve poi effettuare una visita medica e farsi rilasciare un certificato. Il datore di lavoro è tenuto a sostenerlo, portandolo nella struttura sanitaria più vicina, e pagando eventuali spese di trasporto.
La denuncia dell’infortunio sul lavoro:
Il datore di lavoro deve comunicare entro 2 giorni all’autorità locale di pubblica sicurezza gli infortuni che hanno causato la morte di un lavoratore o quelli con prognosi superiore a 30 giorni, in caso di assenza di obbligo assicurativo.
Nel caso in cui, invece, fosse soggetto agli obblighi assicurativi INAIL, il datore di lavoro deve denunciare l’infortunio all’INAIL per via telematica, riportando nella denuncia i dati dell’azienda, quelli del dipendente e i dettagli relativi all’incidente: questi ultimi saranno utilizzati per calcolare la “retribuzione media giornaliera” relativa all’indennità INAIL.
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Il lavoratore che ha subito un infortunio sul lavoro viene tutelato nella misura in cui ha diritto a non perdere il posto di lavoro e a ricevere una copertura economica nei giorni in cui non lavora.
Quest’ultima viene divisa fra INAIL e azienda in base a quanto segue:
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Il lavoratore ha diritto a ricevere un’indennità da parte dell’INAIL che varia in relazione alla durata dell’infortunio. Il calcolo viene effettuato in percentuale alla cosiddetta “Retribuzione media giornaliera” del dipendente (RMG). L’importo viene calcolato prendendo come riferimento il salario medio giornaliero percepito dal lavoratore nei 15 giorni precedenti al verificarsi dell’incidente.
Nello specifico, è previsto:
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L’indennità che viene erogata dall’INAIL non è soggetta ai contributi INPS, ma a tassazione IRPEF. Inoltre, non può essere cumulata con altre prestazioni garantire dall’INPS, quali:
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In base al proprio contratto di lavoro, è anche possibile che l’azienda sia tenuta a integrare l’indennità INAIL per fare in modo che il dipendente possa così raggiungere il suo normale stipendio. L’integrazione aziendale è soggetta sia ai contributi INPS sia alla tassazione IRPEF.
Citando alcuni esempi:
Cosa succede nel caso di infortunio sul lavoro denunciato in ritardo dal lavoratore? Nel caso di mancata o errata comunicazione relativa all’infortunio sul lavoro, sono previste delle sanzioni.
In particolare:
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Ci sono quattro presupposti per i quali si può parlare di infortunio sul lavoro: deve trattarsi di un evento traumatico generato da una causa violenta, che provoca un’inabilità di durata superiore a tre giorni e nel quale si riscontra un rapporto di causa-effetto tra l’attività lavorativa e l’evento traumatico in sé. Scopri cos’è, invece, la malattia.
In caso di infortunio sul lavoro il lavoratore che subisce l’incidente viene tutelato attraverso il mantenimento del suo posto di lavoro e un’indennità economica che ha la funzione di coprire i giorni di inabilità: scopri come funziona la denuncia obbligatoria per legge.
L’infortunio sul lavoro diventa reato procedibile d’ufficio nel caso in cui si verifichi la morte del lavoratore, oppure quando le lesioni subite hanno una prognosi superiore a 40 giorni, oppure in caso di querela per infortunio con prognosi superiore a 40 giorni.