Indennità di maternità lavoratrici autonome 2022: come funziona

L’INAIL riconosce diverse tipologie di indennità, che variano in relazione alla gravità dell’infortunio sul lavoro subito.
Il risarcimento può infatti consistere:
Analizziamo più nel dettaglio il prospetto della liquidazione che si potrà ricevere dall’INAIL in caso di infortunio, come funziona il pagamento (si riceve direttamente in busta paga?) e quali sono i tempi di accredito del bonifico INAIL.
L’infortunio sul lavoro si verifica quando si ha un incidente nel corso dello svolgimento delle proprie mansioni provocato da causa violenta, ovvero da un fatto che provoca una lesione personale al lavoratore.
Nel momento in cui si verifica, i medici che si occuperanno di prestare i soccorsi, dovranno rilasciare un certificato sanitario, da consegnare al datore di lavoro per avvisarlo dell’infortunio subito.
Quest’ultimo dovrà trasmetterlo all’INAIL, indicando il periodo di convalescenza del lavoratore e di assenza dal lavoro. Una volta avvenuta l’eventuale guarigione, il lavoratore dovrà recarsi presso l’ambulatorio INAIL per una nuova visita medica.
Sarà in questo modo considerato ufficialmente guarito e la pratica sarà chiusa. In caso contrario, il periodo di malattia potrà essere prolungato e sarà inviato al datore di lavoro un nuovo certificato medico. Se l’infortunio viene subito da un lavoratore autonomo, dovrà essere lo stesso a denunciarlo direttamente all’INAIL, trasmettendo i vari certificati medici.
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Nel momento in cui si verifica un infortunio, i primi 4 giorni di assenza saranno retribuiti dal datore di lavoro, sulla base di quanto indicato nella tabella che segue.
Giorno infortunio | Percentuale indennità lavoratore |
1° giorno | 100% della retribuzione giornaliera |
dal 2° al 4° giorno | 60% della retribuzione giornaliera |
Dal 5°giorno in poi, l’assegno per l’infortunio sarà erogato dall’INAIL, fino alla completa guarigione del lavoratore. Corrisponderà:
Nell’ipotesi in cui l’assenza dal lavoro si protragga per un periodo che supera il tempo fissato dai contratti collettivi – che viene chiamato comporto – il datore di lavoro è legittimato a licenziare il proprio dipendente per “superamento del periodo di comporto”.
Oltre all’assegno per l’infortunio, l’INAIL coprirà anche:
Tali spese dovranno però essere state prescritte dallo stesso INAIL. Nell’ipotesi in cui il lavoratore abbia maturato delle conseguenze permanenti e delle menomazioni comprese tra il 6% e il 15%, il lavoratore riceverà anche un indennizzo calcolato sulla base di apposite tabelle.
La rendita diventa vitalizia quando la menomazione è pari o maggiore del 16%. Qualora i rimborsi erogati dall’INAIL non dovessero essere sufficienti a coprire la lesione subita dal lavoratore, quest’ultimo avrà diritto al risarcimento del danno biologico.
Il lavoratore che ha subito un infortunio sul lavoro riceverà l’indennità giornaliera INAIL direttamente in busta paga: significa che sarà il lavoratore ad anticiparla, ricevendo poi un rimborso dall’INAIL.
Quando la prognosi è maggiore di 20 giorni, invece, i pagamenti dell’assegno vengono versati dall’INAIL tramite degli acconti calcolati in riferimento al giorno dalla guarigione clinica.
Quando è il datore di lavoro ad anticipare i pagamenti al proprio dipendente, potrà erogare quanto dovuto:
Per quanto riguarda l’indennizzo o la rendita vitalizia, quanto dovuto viene erogato direttamente dall’INAIL una volta redatto un certificato di chiusura della malattia.
Qualora la malattia derivante da un infortunio sul lavoro dovesse peggiorare, sarà possibile richiedere, entro 10 anni da quando si è verificato, una revisione dell’indennizzo o della rendita vitalizia.
La revisione dell’indennizzo si potrà richiedere una sola volta nel decennio, mentre quella della rendita si potrà richiedere:
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La rendita diretta per inabilità permanente viene calcolata a partire dalla retribuzione effettiva corrisposta al dipendente nei 12 mesi che precedono l’infortunio o la malattia professionale.
La rendita INAIL ha una durata pari a 10 anni nel caso di infortuni sul lavoro e di 15 anni per le malattie professionali.