Avvocato del lavoro: di cosa si occupa e come trovarlo online
Quali sono i casi nei quali ci si può rivolgere a un avvocato del lavoro? Una guida per sapere di cosa si occupa l'avvocato giuslavorista e come sfruttare al meglio le sue competenze, trovandone uno online.
- L’avvocato esperto in diritto del lavoro è un avvocato civilista che si occupa delle controversie nascenti dal rapporto di lavoro.
- L’avvocato del lavoro può rappresentare i lavoratori lesi nei loro diritti, come nelle controversie sul licenziamento, o assistere in sede di vertenza sindacale.
- Oggi è possibile rivolgersi a un avvocato del lavoro direttamente online.
Accanto a professionisti sempre citati quali l’avvocato penalista e l’avvocato civilista, esiste anche una figura professionale che prende il nome di avvocato del lavoro.
Questo professionista della legge è, come si può ben intuire, una persona che si è specializzata nel diritto del lavoro e gestisce, tra le altre cose, le controversie che possono sorgere tra dipendenti e datori di lavoro.
In questa guida vedremo quali sono i settori nei quali è necessario l’intervento dell’avvocato del lavoro, come si diventa giuslavoristi e qualche consiglio utile per trovare un buon professionista.
Di cosa si occupa l’avvocato del lavoro
L’avvocato del lavoro ha il compito di intervenire in tutte quelle questioni nelle quali si verifica un contrasto di tipo lavorativo, che possono riguardare per esempio i licenziamenti, il trasferimento in un’altra azienda, il contratto di lavoro, le dimissioni per giusta causa.
Può intervenire anche in tutte le questioni riguardanti:
- la sicurezza sul lavoro e la prevenzione degli infortuni;
- il lavoro autonomo e i rapporti di agenzia;
- gli appalti;
- situazioni delle quali si verifica il demansionamento o episodi di mobbing;
- gli infortuni sul lavoro;
- il lavoro in nero;
- impugnazione licenziamenti;
- i procedimenti disciplinari e i provvedimenti disciplinari contestati;
- i crediti da lavoro.
L’avvocato del lavoro è anche noto con il termine giuslavorista.
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Quando rivolgersi a un avvocato giuslavorista
Quando è consigliabile rivolgersi ad un avvocato del lavoro? Il giuslavorista può essere interpellato in tutti i casi citati nel paragrafo precedente: per alcuni è molto importante stare ben attenti alle tempistiche da rispettare nel caso in cui si volesse fare opposizione a una data situazione.
Volendo fare un esempio, in caso di licenziamento illegittimo, il lavoratore avrebbe a sua disposizione 60 giorni di tempo per opporsi e impugnare il licenziamento, che decorrono dal momento in cui è stata ricevuta la lettera di licenziamento.
In questa e in altre circostanze che possono consistere nel mancato rinnovo di un contratto o nel trasferimento del dipendente, è consigliabile far scrivere il documento di impugnazione direttamente all’avvocato del lavoro, che saprà utilizzare la terminologia più adeguata, oltre che fare riferimento a tutte le questioni di tipo normativo.
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Risoluzione di una controversia sul lavoro: fasi
Nel momento in cui si richiede il supporto di un avvocato giuslavorista per la risoluzione di una controversia, è molto probabile che prima di ricorrere al tribunale, dovendo così sopportare i tempi e i costi del procedimento giudiziario, l’avvocato consigli la via stragiudiziale.
In questa fase il lavoratore può procedere con un tentativo di conciliazione sia in sede amministrativa, rivolgendosi alle commissioni di conciliazione che hanno sede presso la Direzione Territoriale del Lavoro, sia in sede sindacale, seguendo le procedure previste dai contratti collettivi del lavoro.
L’avvocato del lavoro assisterà il lavoratore nelle sue scelte e nella raccolta dei documenti necessari, quali la lettera di assunzione, quella di licenziamento o di dimissioni, le buste paga, e così via.
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Arbitrato e giudizio in tribunale
Un’altra procedura per risolvere le controversie che sia alternativa al ricorso in Tribunale è l’arbitrato e nella quale la decisione viene presa da un soggetto terzo, che è imparziale, prende il nome di arbitrato.
L’arbitrato può avere sede dopo il tentativo di conciliazione non andato a buon fine, oppure presso le sedi sindacali, e la decisione può essere affidata alla Commissione di conciliazione della Direzione Territoriale del Lavoro.
Il tribunale rappresenta l’ultima ipotesi da considerare qualora non si riuscisse a risolvere la controversia in altro modo: si occuperà di giudicare la questione il Tribunale ordinario in funzione di Giudice Unico del Lavoro.
In primo grado ci sarà un giudice monocratico, mentre in appello la decisione sarà affidata alla Corte d’Appello.
Approfondisci leggendo la guida su come funziona l’impugnazione di un licenziamento
Vertenza sindacale
L’assistenza legale non è obbligatoria in caso di vertenza sindacale, tuttavia si ritiene che comunque è preferibile avere un supporto.
La vertenza sindacale è una forma di conciliazione alla presenza di rappresentante sindacale. È necessario che il lavoratore si rivolga al sindacato, non importa se via sia iscritto oppure no. Il sindacato istituisce una commissione composta almeno da un rappresentante del sindacato e da un rappresentante del datore di lavoro.
Lo scopo da perseguire è quello di giungere a un accordo bonario tra datore di lavoro e lavoratore. Se il tentativo ha esito positivo, è redatto un verbale che viene sottoscritto dalle parti e può essere omologato anche dal giudice. Se, invece, ha esito negativo, si procede a un giudizio davanti al giudice ordinario, secondo il rito di cognizione del diritto del lavoro.
La prima procedura ha indubbi vantaggi:
- economici, perché si riducono le spese processuali e non è necessaria, benché sia preferibile la partecipazione dell’avvocato;
- in termini di tempistiche, essendo un procedimento molto più celere di quello in sede giudiziaria.
Laddove tu sia interessato all’argomento, puoi approfondirlo leggendo anche: Vertenza sindacale: cos’è e come si fa
Controversie in materia di infortuni sul lavoro
Una delle ipotesi più comuni di controversia in cui potrebbe intervenire un avvocato del lavoro è quella da infortunio sul lavoro. Non di rado, purtroppo, la cronaca quotidiana riporta casi di violazione di misure di sicurezza sul lavoro, che comportano lesioni o morte dei lavoratori.
Ove ne consegua una lesione, il lavoratore può agire per il risarcimento del danno biologico. La disciplina del risarcimento del danno è piuttosto peculiare, in quanto la giurisprudenza e il legislatore hanno previsto delle tabelle per calcolare il danno da liquidare.
La nuova tabella INAIL per il danno biologico causato da infortunio sul lavoro è stata introdotta dal D.M. 45/2019. La normativa ha sostituito il precedente decreto del 2000 (D.M. 12 luglio 2000).
Questa tabella, come quelle normalmente impiegate per il risarcimento del danno da lesione della salute, si fonda sul meccanismo del punto variabile di invalidità. Esse prevedono dei punti che cambiano di valore in base ad alcuni parametri:
- l’entità della menomazione: il valore del punto variabile cresce in modo geometrico, più che proporzionale, alla menomazione;
- l’età della persona lesa.
Laddove tu voglia approfondire l’argomento, ti consigliamo di leggere anche: Nuova tabella di indennizzo per il danno biologico
Come diventare avvocato del lavoro
L’avvocato del lavoro è in possesso di un diploma di laurea magistrale in Giurisprudenza e possibilmente ha presentato una tesi proprio in Diritto del lavoro.
Ha completato i 18 mesi di pratica forense previsti e superato l’esame di abilitazione per diventare avvocato, che si svolge una volta all’anno.
Considerato che non esiste una laurea specializzata solo sul diritto del lavoro, per diventare avvocato del lavoro è necessario svolgere il praticantato presso uno studio che si occupa di controversie di tipo lavorativo, come stipendi non pagati o licenziamenti illegittimi.
Al termine del praticantato, è necessario conseguite il titolo abilitativo, cioè sostenere l’esame di Stato, all’esito del quale è possibile iscriversi all’albo professionale. La formazione può essere arricchita mediante anche master o altri corsi di specializzazione post universitari.
Puoi approfondire come si diventa avvocato leggendo anche: Che avvocato vuoi diventare? Guida alla scelta
Come scegliere l’Avvocato del lavoro online
L’avvocato del lavoro è un professionista che deve essere sempre aggiornamento sulla materia trattata in quanto il mondo del lavoro è soggetto a cambiamenti continui e repentini. Come trovo il miglior avvocato per cause di lavoro?
Per la ricerca di un professionista serio e affidabile, con il quale riuscire a risolvere in modo efficace qualsiasi tipologia di controversia lavorativa, si consiglia di fare un salto nella sezione Avvocati del Lavoro iscritti su deQuo, nella quale sarà possibile trovare il giuslavorista che si adatta meglio alle tue esigenze.
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Quanto costa un avvocato del lavoro?
Il costo per la prestazione di un avvocato del lavoro può variare anche in considerazione della complessità del caso prospettato. Di regola, il compenso si differenzia a seconda che sia resa una consulenza orale o scritta.
Nel primo caso, il cliente potrebbe dover versare una somma compresa tra i 100 e i 500 euro. Nella seconda ipotesi, invece, il prezzo è più elevato, si aggira tra i 200 e i 1.000 euro. A tali cifre si deve applicare l‘IVA del 22% e l’imposta per la cassa forense del 4%.
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Annualmente, un avvocato iscritto all’albo può conseguire una retribuzione fino a 30 mila euro lordi. Un avvocato neo abilitato, invece, guadagna tra i 700 e i 1.500 euro al mese. Vi sono differenze anche tra gli avvocati del Nord e del Sud dell’Italia. Di seguito le differenze retributive.
Area geografica | Guadagno medio annuale |
Nord Italia | 55.000 euro |
Centro Italia | 41.000 euro |
Sud Italia | 22.000 euro |
Avvocato del lavoro – Domande frequenti
Per diventare avvocato del lavoro, è necessario laurearsi in giurisprudenza, seguire un tirocinio formativo e conseguire l’abilitazione mediante esame di Stato.
L’avvocato del lavoro è specializzato in licenziamento, infortuni, controversie inerenti la retribuzione e, in generale, nella violazione dei diritti nascenti dal contratto di lavoro.
Il guadagno dell’avvocato del lavoro è variabile a seconda anche dell’area geografica. Per esempio, al sud guadagna in media 22 mila euro, al centro 41 mila euro, al nord 55 mila euro annui.
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