NASpI e partita IVA: sono compatibili?
Si è soliti pensare che la NASpI si rivolga soltanto ai lavoratori subordinati che hanno perso il lavoro in modo non volontario, ma è effettivamente così? Per esempio, si può percepire la disoccupazione se si ha la partita IVA? Scopriamolo.
Sono diversi gli argomenti che possono generare confusione quando si parla di partita IVA. Una tra questi potrebbe essere legato alla disoccupazione NASpI, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego.
Questa forma di indennità viene generalmente attribuita nei casi di:
Esistono dei casi in cui la NASpI può essere percepita anche dai titolari di partita IVA? Se sì, quali sono i requisiti di accesso? Sarà necessario presentare un’apposita domanda? Vediamolo di seguito.
NASpI: a chi spetta
La Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego, comunemente nota come “indennità di disoccupazione” o semplicemente “disoccupazione” è stata introdotta nel 2015.
Nei casi citati, ovvero nelle ipotesi di licenziamento o dimissioni per giusta causa, la NASpI può essere erogata per un periodo massimo di 24 mesi, oppure in un’unica soluzione nel caso di NASpI anticipata.
In questa seconda ipotesi, però, qualora si trovasse un lavoro, quindi si perdesse il diritto a percepire la disoccupazione, allora si dovrebbe restituire l’importo per la parte non spettante.
Per ricevere la NASpI sarà necessario presentare apposita domanda all’INPS, da inoltrare telematicamente effettuando l’accesso al sito dell’istituto tramite SPID, entro 68 giorni dall’interruzione del contratto di lavoro.
Approfondisci leggendo Disoccupazione NASpI: requisiti, calcolo, novità, quanto dura
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Quali sono i requisiti di accesso alla NASpI?
Per ricevere legittimamente l’indennità di disoccupazione, si dovrà essere in possesso di alcuni requisiti, primo tra tutti l’avere perso il lavoro in modo involontario.
Fino al 31 dicembre 2024, erano si dovevano:
- possedere dei requisiti contributivi, ovvero avere accumulano almeno 13 settimane di contributi, a carico del datore di lavoro, nei 4 anni antecedenti alla data del licenziamento;
- avere dei requisiti lavorativi, ovvero la disoccupazione poteva essere richiesta dai lavoratori di aziende private, cooperative, apprendisti e coloro i quali hanno un contratto a tempo determinato con la Pubblica Amministrazione, con almeno 30 giorni di lavoro nell’anno precedente alla richiesta: questo secondo punto è stato modificato.
Nel 2025, infatti, sono stati introdotti dei requisiti più stringenti per richiedere la disoccupazione NASpI, ovvero chi si dimette in modo volontario e poi trova un nuovo lavoro, se viene licenziato involontariamente senza maturare almeno 13 settimane di contributi non riceve la NASpI.
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NASpI: importo e durata
L’indennità di disoccupazione NASpI ha un importo e una durata che dipendono dal singolo caso, poiché sono legati alla storia contributiva del richiedente.
L’importo della NASpI viene calcolato dal 75% della retribuzione media mensile imponibile degli ultimi 4 anni, se la stessa è inferiore o pari a 1425,21 euro (importo valido per il 2024, che sarà soggetto a rivalutazione nel 2025).
Superata tale cifra, al 75% di 1.425,21 euro, si aggiunge un ulteriore 25% che si applica sulla differenza tra la la retribuzione media imponibile e 1.425,21euro.
Esempio calcolo NASpI
Il 75% di 1.425,21 euro è 1.068,91 euro. Supponiamo che la propria retribuzione media mensile sia di 1.500 euro. Il totale della NASpI sarà pari a:
- 1.068,91 + 25% *(1.500 – 1.068,91) = 1.068,91 + 107,77 = 1.176,68 euro al mese
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Sospensione NASpI
La NASpI, che ha una durata massima di 2 anni, viene sospesa nel momento in cui:
- siano trascorsi 24 mesi;
- si trova un nuovo lavoro di tipo subordinato;
- in presenza di un reddito da lavoro autonomo che supera determinati limiti;
- sia stata raggiunta l’età contributiva per ricevere la pensione;
- si sia stati esclusi dalle liste di disoccupazione.
Qualora si recepisse la NASpI senza averne i requisiti, invece, sarebbe prevista una serie di sanzioni. Per questo, nel caso di variazioni della propria situazione lavorativa, si consiglia sempre di inviare per tempo apposita comunicazione all’INPS.
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Partita IVA e NASpI sono compatibili?
Quanto precisato nel precedente paragrafo ci fa capire subito che la NASpI si può ricevere anche qualora si avesse la partita IVA. NASpI e regime di tipo forfettario (quindi quello nel quale si possono produrre redditi fino a 85.000 euro annui) sono compatibili.
Ci sono, però, dei limiti di reddito da non superare, facendo riferimento a quello dell’anno precedente:
- se il reddito è pari a zero, la NASpI è pari al 100%;
- se è compreso tra 1 e 4.800 euro, si riceverebbe il 20% dell’indennità spettante;
- per i compensi superiori a 4.800 euro, l’indennità di disoccupazione sarebbe invece pari a zero.
In aggiunta, chi sta beneficiando della NASpI ha comunque anche la possibilità di aprire la partita IVA. In questo caso, si dovrà specificare il reddito che si presume di ricavare dalla nuova attività nel momento in cui si presenta domanda all’INPS tramite la compilazione del modulo NASpI COM. Per la richiesta della NASpI anticipata, si avranno a disposizione 30 giorni dall’apertura della partita IVA.
Partita IVA e NASpI anticipata
Molto spesso, capita che, nel momento in cui si apre la partita IVA si ricorra alla NASpI anticipata, in modo tale da ricevere un compenso che potrebbe essere utile in questa fase iniziale. Tale importo dovrà essere eventualmente restituito nell’ipotesi in cui si superassero i limiti di reddito di fatturato.
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NASpI e partita IVA – Domande frequenti
La restituzione della NASpI per chi opera in regime forfettario è prevista se i propri guadagni superano i 4.800 euro.
No, la partita IVA per richiedere l’indennità NASpI deve essere attiva.
Affinché NASpI e partita IVA siano compatibili, il proprio reddito non deve superare i 4.800 euro.
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