Cosa succede se non pago le rate del mutuo o di un finanziamento personale
Quali sono le conseguenze se non pago le rate del mutuo o di un qualsiasi finanziamento personale? Cosa può fare la banca? Come si diventa cattivi pagatori? Scopriamolo insieme nel seguente articolo.
- Pagare le rate del mutuo è un dovere che nasce dal contratto a cui il debitore non può in alcun modo sottrarsi.
- Tramite le rate del mutuo, è restituito il capitale ricevuto in prestito e sono anche pagati gli interessi corrispettivi.
- Nel caso di mancato pagamento delle rate del mutuo, si è esposti al rischio di non poche conseguenze come la segnalazione CRIF e l’azione esecutiva.
Riuscire a ottenere un mutuo non è così semplice e, qualora ci si riuscisse, il tasso di interessi in genere è molto alto. Ciò è dovuto ad un crisi bancaria che ormai si protrae da tempo, senza dimenticare le guerre in corso e la pandemia che hanno segnato fortemente l’economia negli ultimi cinque anni.
Una delle cause della crisi è stata anche l’incapacità degli istituti di credito di recuperare i crediti insoluti. Per questa ragione, negli ultimi anni è divenuta sempre più sentita l’esigenza di andare a recuperare i finanziamenti effettuati.
Nel seguente articolo, tratteremo delle conseguenze dell’inadempimento al pagamento delle rate del mutuo, ma potrebbe trattarsi di altre forme di finanziamento personale. Affronteremo i vari step che possono condurre fino all’azione esecutiva, passando per l’avviso bonario della banca e la segnalazione al CRIF.
Cosa succede se non pago le rate del mutuo?
Pagare le rate del mutuo è un obbligo che deve essere adempiuto, nascente dal contratto di finanziamento stesso. Il mutuo presuppone che sia erogata una somma al mutuatario, il quale la restituisce secondo un piano di ammortamento, quindi tramite la restituzione in rate.
Le rate hanno una duplice componente:
- il capitale da restituire;
- gli interessi corrispettivi, cioè il prezzo per il godimento del denaro.
A seconda di quante rate non vengono pagate, derivano diverse conseguenze, che possono anche essere molto gravi. La più nota è la “sanzione” degli interessi moratori, cioè quegli interessi che scattano nel momento dell’inadempimento, che hanno funzione di risarcimento forfettario del danno da ritardo nel pagamento.
Oltre all’applicazione degli interessi moratori, il soggetto è esposto ad azioni esecutive, ma anche ad altri provvedimenti, come la segnalazione al CRIF. Solo dopo la segnalazione in questione, si potrà avviare formalmente la procedura di recupero del credito insoluto, cioè delle rate non pagate.
Di seguito, esamineremo brevemente il processo per giungere al recupero delle rate non versate, seguendo gli step più significativi.
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Costituzione in mora: che cos’è?
Nel caso di mancato pagamento delle rate del mutuo, entro il termine previsto, il primo step. è l’applicazione degli interessi moratori. Questi vengono, in genere, applicati nel momento in cui scade la rata in maniera automatica. Ciò è possibile perché il mutuo fa sorgere obbligazioni pecuniarie, cioè obbligazioni che hanno ad oggetto somme di denaro.
In caso di ritardo nell’adempimento delle rate del mutuo, quindi, la messa in mora è automatica, almeno nella maggior parte dei casi. Infatti, le obbligazioni pecuniarie presuppongono la cosiddetta portabilità, ossia devono essere adempiute al domicilio del creditore.
Ciò implica una serie di conseguenze, tra cui la mora automatica – non è necessaria la cosiddetta costituzione in mora, ossia l’invito del creditore al pagamento dell’obbligazione. Quindi, al momento della scadenza della rata, scatta in automatico l’applicazione degli interessi moratori, i quali hanno, come evidenziato, una funzione di risarcimento del danno da ritardo. Il creditore può provare il maggior danno tramite un sistema presuntivo.
In genere, il danno ulteriore viene fatto corrispondere al valore del tasso di rendimento dei titoli di Stato, secondo una presunzione introdotta dalla giurisprudenza. È, però, ammessa la prova contraria da parte del debitore, cioè che manca questo maggior danno.
Recupero crediti: tutele della banca e del debitore
Il mancato pagamento delle rate del mutuo non è un’evenienza così rara. Una delle misure da adottare in questi casi è di comunicare alla banca le difficoltà ad adempiere al pagamento delle rate. La banca, a sua volta, provvede a presentare un accordo al debitore, al fine di consentire un più agevole pagamento e, soprattutto, evitare la procedura di recupero dei crediti.
Tale procedura è complessa e molto spesso infruttuosa, soprattutto quando si tratta di finanziamenti di modesta entità. Nel caso di mutui aventi ad oggetto grosse somme, spesso conclusi per acquistare la casa, la banca si tutela tramite una serie di garanzie.
In primo luogo, se il mutuo è finalizzato all’acquisto di un’abitazione, la banca costituisce un’ipoteca sul bene che si va poi ad acquistare. Ne consegue che, in caso di inadempimento, l’istituto di credito si rivalga su questo bene.
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Avviso bonario
Uno dei primi step per recuperare il credito – in questo caso le rate del mutuo inadempiute – è l’avviso bonario. La banca, infatti, provvede ad invitare il debitore al pagamento delle somme dovute.
L’invito può essere effettuata mediante PEC o raccomandata, o anche tramite una telefonata diretta da parte dell’istituto di credito. Nell’avviso dovranno essere indicate le rate non pagate; si attribuisce poi un altro termine entro il quale il debitore deve provvedere al pagamento se non vuole incorrere in ulteriori azioni nei suoi confronti.
In tal sede, le parti potrebbero anche avviare una trattativa per rivedere il programma di pagamento, se il debitore non è in grado di far fronte ai propri impegni. Questa costituisce una modalità alternativa di risolvere il mancato pagamento delle rate del mutuo inadempiuto ed evitare eventualmente azioni giudiziarie spiacevoli.
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Oggi esistono molti strumenti che possono essere impiegati al fine di evitare il pignoramento dei beni, come la ricostruzione del debito, che ha appunto lo scopo di calcolare di nuovo le rate del mutuo.
Tale strumento può essere impiegato per lo più dalle imprese e consiste proprio in un accordo che serve a superare la crisi di impresa. Esso è soggetto ad omologazione del Tribunale. In ciò si distingue da altri accordi, come i piani di risanamento, che, invece, restano accordi privati tra creditore e debitore.
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Mancato pagamento rate e segnalazione CRIF
Prima di procedere al recupero delle rate del mutuo non versate si verifica la segnalazione al CRIF, ossia alla Centrale Rischi Finanziari. Questa è una società che gestisce la banca dati delle segnalazioni creditizie all’interno del Sistema di informazioni creditizie – il SIC – che nel nostro territorio prende il nome di Eurisc.
Le società conservano informazioni che riguardano persone fisiche ed imprese. Queste informazioni sono messe a disposizione di istituti di credito, come banche ed enti associativi. Anche i consumatori, se ne hanno necessità, possono accedere a tali informazioni.
La funzione principale del CRIF è, però, quella di verificare la solvibilità di un soggetto che chiede un finanziamento. Inoltre, l’impresa gestisce un archivio informatico che contiene i dati sui finanziamenti richiesti.
L’affidabilità viene valutata in base a un punteggio, che prende in considerazione determinati eventi, come per esempio le volte in cui il soggetto è stato inadempiente. Si crea, così, una storia del soggetto e del debitore, sempre consultabile.
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Quando viene fatta la segnalazione al CRIF?
Anche per la segnalazione al CRIF ci sono delle regole. Quindi, il debitore non viene automaticamente segnalato ogniqualvolta non paghi le rate del finanziamento. Se ci sono ritardi e scoperti sulle rate di un prestito, infatti, l’istituto di credito contatta il cliente e lo informa che ha 15 giorni di tempo per evitare la segnalazione al CRIF.
Trascorsi i 15 giorni:
- se viene regolarizzata la propria posizione, non viene effettuata la segnalazione;
- se il cliente salda in ritardo, ma prima della scadenza della rata successiva, la segnalazione resta segreta;
- se il cliente non paga l’istituto, invierà segnalazioni al CRIF ogni mese, senza darne comunicazione.
A seconda del numero di rate insolute, allora. si applicano alcune regole diverse, soprattutto sulla conservazione dei dati:
- 12 mesi per il pagamento ritardato di 1 o 2 rate, contati dalla comunicazione di regolarizzazione, a patto che nell’arco di questo periodo i pagamenti siano regolari;
- 24 mesi dalla regolarizzazione per il ritardo nel pagamento di 3 o più rate, se i pagamenti sono proceduti in maniera regolare in questo periodo;
- 60 mesi dalla data di estinzione effettiva per finanziamenti non rimborsati e morosità.
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Cosa succede dopo la segnalazione al CRIF
Dopo la segnalazione, si avvia la procedura di recupero delle rate insolute. Le principale tappe di questa attività sono:
- decreto ingiuntivo;
- pignoramento.
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1) Che cos’è il decreto ingiuntivo?
Una delle prime opzioni a disposizione della banca per recuperare le rate del finanziamento non adempiuto è il decreto ingiuntivo. Quest’ultimo è uno strumento che il creditore può sfruttare nel momento in cui il debitore non sembra intenzionato a pagare il suo debito.
Il decreto ingiuntivo è un rimedio abbastanza rapido per recuperare le rate inadempiute. Il decreto può anche essere richiesto nella sua forma immediatamente esecutiva, in modo tale da procedere al pignoramento in modo più veloce ed efficiente.
Il decreto ingiuntivo è un atto emesso dal giudice, il quale ha un contenuto ben specifico. Deve contenere l’ordine al debitore di adempiere alla propria obbligazione, ossia al pagamento delle rate inadempiute.
Quindi esso è un atto con il quale il giudice ingiunge di procedere a:
- pagare una somma di denaro;
- consegnare una determinata quantità di cose fungibili;
- consegnare una quantità di cose determinate.
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2) Pignoramento
Alla fine di questo percorso, se il mutuatario comunque non procede al pagamento, allora, si deve necessariamente ricorrere al pignoramento, quindi alla procedura di esecuzione forzata. Il pignoramento è la fase di avvio della procedura ad esecuzione forzata, l’ordinario rimedio a cui ricorrere in caso di inadempimento alle rate del finanziamento.
Una delle ipotesi più comuni di ricorso al pignoramento è, nei fatti, il caso in cui non si proceda al pagamento delle rate del mutuo. Laddove tu abbia stipulato un contratto con una banca e non hai restituito in tempo tutte le rate che erano state previste, la banca può decidere di rivalersi sulla tua casa o altri tuoi beni.
Il pignoramento ha la funzione di vincolare i beni espropriati per evitare che il debitore li venda o comunque ne disponga. Il principale effetto del pignoramento è l’inefficacia degli atti dispositivi compiuti, la quale è un’inefficacia relativa, cioè l’atto non produce effetto solo per la banca che procede al pignoramento, ma non per le parti che lo hanno concluso.
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Tipologie di pignoramento
Il codice di procedura civile prevede tre tipologie di pignoramento:
- il pignoramento di beni immobili, che ha ad oggetto beni immobili, spesso gravati da ipoteca o altre garanzie reali;
- il pignoramento di beni mobili, quando l’atto di pignoramento ha ad oggetto i beni mobili, che possono anch’essi essere oggetto di garanzie, come per esempio il pegno;
- il pignoramento del conto corrente, in questo caso viene pignorato il conto presso la banca o, eventualmente, lo stipendio.
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Mancato pagamento rata finanziamento – Domande frequenti
In caso di ritardo nel pagamento delle rate del mutuo, il creditore è risarcito mediante gli interessi moratori, che scattano automaticamente alla scadenza del termine per adempiere.
La segnalazione al CRIF è una segnalazione effettuata in caso di inadempimento al pagamento delle rate del mutuo, che è effettuata da una società che raccoglie i dati sui cattivi pagatori.
Se persiste l’inadempimento alle rate del mutuo, il creditore, cioè la banca, provvede ad effettuare un’azione esecutiva, quindi il pignoramento, in modo che sia possibile ottenere l’adempimento in via coattiva.
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