Cosa si intende per premierato e cosa potrebbe cambiare in Italia
La riforma costituzionale introduce il c.d. Premierato, di cosa si tratta? Nel seguente articolo, ti spiegheremo quali sono le novità che si prospettano all'orizzonte con la nuova riforma costituzionale Meloni-Casellati.
- Con premierato si intende una forma di governo dove il presidente del Consiglio è direttamente eletto.
- Si distingue dal sistema di governo attuale, dove i cittadini eleggono solo le due camere.
- La riforma sul premierato prevede alcune significative novità in tema, anche per ciò che attiene alla disciplina dei poteri del Presidente della Repubblica.
Negli ultimi mesi, il dibattito sul premierato è stato molto acceso. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha proposto e fatto approvare un disegno di legge di riforma costituzionale, attualmente al vaglio delle Camere.
Tale Disegno di legge prevede l’introduzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio. Come cambierebbe la nostra forma di Governo qualora la riforma fosse approvata?
Nel seguente articolo, provvederemo a spiegarti brevemente la questione e ad indicarti anche le modifiche che si intendono introdurre alla Costituzione. In tal modo, se sarai chiamato alle urne per il referendum costituzionale, saprai cosa stai votando.
Che cosa significa premierato?
Prima di esaminare il dibattito sorto negli ultimi mesi, ci sembra opportuno fare una breve premessa sul concetto stesso di premierato.
Con il termine premierato si intende una forma di governo parlamentare, ma dai contorni non definiti. È, quindi, una variante della forma di governo parlamentare e si definisce premierato perché il capo del Governo viene direttamente eletto dall’elettorato. Tale caratteristica comporta che sia rafforzata la sua posizione politica nei rapporti con il parlamento.
Spesso, il concetto di premierato è confuso con quello di governo neoparlamentare, perché anche in questo caso il capo del Governo è eletto direttamente. Presenta elementi in comune anche al cancellierato, dove il capo del governo – il cancelliere – ha un ruolo fondamentale e ha maggiore stabilità, conseguente alla legittimazione popolare diretta.
Presenta forme simili a quelle descritte anche il c.d. parlamentarismo a prevalenza del Governo, dove il capo del governo riceve un’investitura popolare, anche se indiretta.
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Qual è la nostra attuale forma di Governo?
Il sistema italiano, come è attualmente strutturato, è un sistema parlamentare basato sul bicameralismo perfetto. Cosa significa? Con ciò si intende che il potere legislativo è esercitato collettivamente dalle due Camere, i cui componenti sono eletti a suffragio universale diretto.
Il capo del Governo, invece, non è eletto direttamente. Egli è, in genere, il capo della coalizione (o partito politico) vincitrice alle elezioni e viene nominato dal Presidente della Repubblica. Il Presidente del Consiglio dei Ministri (quale capo del governo) non riceve quindi un’investitura popolare diretta. Egli individua anche i ministri, che verranno altrettanto nominati dal Presidente della Repubblica.
Il Governo deve ricevere la fiducia dalle due Camere: ciò significa che dovrà presentarsi alle Camere entro 10 giorni dalla sua formazione per ottenere la fiducia. Laddove non sia accordata, comunque, ciò non comporta l’automatico obbligo di dimissioni.
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Tentativi di riforma della forma di Governo
Negli ultimi anni, i tentativi di riforma della forma di governo sono stati molteplici. Il dibattito va avanti ormai da circa 30 anni, in particolare da dopo lo scandalo di tangentopoli. I sostenitori del premierato hanno evidenziato che, tramite questa modifica, sarebbe stato possibile attuare il c.d. bipolarismo perfetto, cioè un sistema che avrebbe contrapposti due poli politici e che avrebbe consentito una maggiore stabilità dei governi.
In un primo momento, questo risultato è stato, in ogni caso, conseguito mediante il meccanismo delle coalizioni, senza intervenire con una riforma costituzionale. Le coalizioni sono delle “alleanze” politiche: più partiti politici si accordano presentando un comune programma alle elezioni. Laddove venga eletta la coalizione, ciascuno dei partiti politici procede ad accordare fiducia al capo della coalizione.
Il sistema in questione non ha però conseguito gli effetti sperati: non sempre si è reso possibile procedere alle elezioni secondo questo meccanismo. Per questa ragione, è stato aperto il dibattito circa un’eventuale riforma costituzionale che consenta una definitiva modifica del sistema di governo.
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Riforma Meloni-Casellati: cosa prevede
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da ultimo, ha proposto una nuova riforma della forma di governo, al fine di introdurre il c.d. premierato.
La riforma ha ad oggetto la modifica degli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione: il principale punto del progetto di riforma è proprio l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri. In tal modo, si intende rafforzare la stabilità del Governo. In tale occasione, è stata proposta anche l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica.
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Riforma del premierato: cosa prevede
Il principale punto della riforma costituzionale sul premierato è l’elezione diretta a suffragio universale del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il mandato avrà durata di cinque anni, mentre poi si prevede:
- un limite di due mandati consecutivi;
- che tale limite sia elevabile a tre nel caso in cui le legislature precedenti abbiano avuto una durata inferiore a sette anni e sei mesi.
Si prevede inoltre che le elezioni del Presidente del Consiglio siano contestuali alle elezioni delle Camere.
In conseguenza di questa previsione, muta anche il potere di nomina del Presidente della Repubblica. È eliminato il potere di nomina, mentre è stato ipotizzato un onere sostitutivo di conferimento dell’incarico al candidato eletto. Il Presidente deve, però, nominare un sostituto del Premier, in caso di impedimento permanente, decadenza o morte. Il sostituto deve essere selezionato tra i parlamentare eletti provenienti dalle liste elettorali associate al premier eletto.
Muta anche il cosiddetto voto di fiducia. Si prevede lo scioglimento automatico delle Camere (formalmente disposto dal Presidente della Repubblica) in caso di approvazione di una mozione di sfiducia nei confronti del Governo e la facoltà del premier eletto di chiedere e ottenere lo scioglimento delle Camere in caso di dimissioni.
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Premierato: altre novità
Il DDL sulla riforma costituzionale che introduce il premierato prevede anche:
- l’attribuzione di un premio di maggioranza alle liste elettorali associate al premier eletto, di entità tale da garantire la maggioranza dei seggi in entrambe le Camere;
- l’abolizione dei senatori a vita di nomina presidenziale, prevedendo che gli attuali senatori a vita rimangano in carica;
- l’eliminazione parziale del cosiddetto semestre bianco: il Presidente della Repubblica non può sciogliere le camere negli ultimi sei mesi del suo mandato salvo che lo scioglimento costituisca atto dovuto. Inoltre, è abrogata la possibilità del Presidente della Repubblica di sciogliere una sola camera;
- l’esclusione della controfirma ministeriale del governo su alcuni atti del Presidente della Repubblica, quali la nomina del Presidente del Consiglio, la nomina dei giudici della Corte Costituzionale, la concessione della grazia e la commutazione delle pene, il decreto di indizione, delle elezioni e dei referendum, i messaggi al Parlamento e il rinvio delle leggi alle Camere;
- l’attribuzione al Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, del potere di revoca dei ministri, oltre a quello di nomina degli stessi, già previsto dalla Costituzione.
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Premierato – Domande frequenti
Il premierato identifica una forma di Governo in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale.
La riforma Meloni-Casellati, di fatto, introduce una diversa forma di Governo in Italia, consistente nel premierato.
La riforma costituzionale prevede l’eliminazione della figura dei senatori a vita.
La riforma sul premierato prevede un limite di due mandati consecutivi per ciascun Presidente del Consiglio, estendibile a tre, ove le due precedenti legislature durino meno di 7 anni e 6 mesi.
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