ISEE 2026: cosa prevede la proposta di Salvini
Scopriamo come potrebbe funzionare l’ISEE 2026 se verrà varata la proposta presentata dal Ministro Salvini con la quale si vuole togliere la prima casa dal calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente per consentire l’accesso a bonus e agevolazioni a un maggior numero di famiglie.
- Il calcolo dell’ISEE è finalizzato al conseguimento di bonus e agevolazioni da parte dello Stato.
- Sul calcolo dell’ISEE, oltre al resto, pesa il patrimonio immobiliare delle famiglie.
- Il ministro dei trasporti Matteo Salvini propone di togliere la prima casa dal calcolo dell’ISEE per allargare la platea dei beneficiari.
In vista dei lavori del Governo per dare forma alla Legge di Bilancio 2026 sono arrivate nuove proposte sul tavolo per arrivare ad una riforma dell’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente), misura in vigore dal 1998. In particolare, la Lega ritiene che tale strumento allo stato attuale non consenta di misurare in modo realistico la condizione economica delle famiglie. Si auspica pertanto una revisione atta a garantire ai cittadini una maggiore equità.
Che cos’è l’ISEE
L’ISEE è un documento utilizzato in Italia per valutare la condizione economica complessiva di un nucleo familiare. Serve principalmente per accedere a prestazioni sociali agevolate o a servizi pubblici a tariffa ridotta (per esempio: rette universitarie, bonus sociali, agevolazioni su mense scolastiche, assegni familiari, contributi per affitti, bonus nido, ecc.).
L’ISEE non si limita a considerare il reddito di una persona, ma prende in esame vari aspetti. Oltre ai redditi di tutti i componenti del nucleo familiare, si considera il patrimonio mobiliare, il patrimonio immobiliare e la composizione della famiglia, ovvero numero di persone, presenza di minori o persone con disabilità.
Esso si calcola partendo dalla DSU (dichiarazione sostitutiva unica) contenente tutti i dati necessari per arrivare al calcolo definitivo. Una volta compilata, la DSU deve essere inviata all’INPS che incrocia i dati con l’Agenzia delle Entrate e rilascia l’attestazione ISEE. Ci si può avvalere del CAF, oppure procedere direttamente tramite il portale dell’INPS, in autonomia.
L’ISEE è valido fino al 31 dicembre successivo e fotografa la situazione economica del nucleo familiare al 31 dicembre del secondo anno precedente.
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Obiettivo della proposta per modificare il calcolo dell’ISEE
Lo scopo che si prefigge la proposta del Ministro Salvini, destinata certamente a far discutere, è quello di allargare la platea dei beneficiari degli incentivi statali.
Poiché sul calcolo dell’ISEE pesa la proprietà immobiliare, è dalla prima casa che si vuole partire per introdurre criteri di calcolo più bilanciati ed equi così da correlare l’erogazione dei bonus all’effettiva condizione economica delle famiglie. Insomma, l’obiettivo è quello di arrivare ad un ISEE più realistico, che è stato ribattezzato “ISEE famiglia”.
La prima casa, in sostanza, non è indicativa di ricchezza e rischia di far perdere le agevolazioni a famiglie che, per condizione economica, potrebbero averne diritto. Ad essere penalizzato è, in particolare, il ceto medio in quanto, in assenza di un ISEE abbastanza basso, non è possibile accedere ai bonus per l’affitto o per la bolletta della luce. Vivere in affitto, in fondo, non è sinonimo di povertà.
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Come funzionerebbe l’ISEE famiglia
In base alla proposta in campo, nel calcolo dell’ISEE dovrebbe restare soltanto la seconda casa unitamente ad altri immobili. La questione non è certamente di poco conto se si pensa che, sulla base dei dati ISTAT 2024, oltre il 72% delle famiglie italiane possiede la casa in cui vive.
Il problema che ne potrebbe conseguire è che l’eliminazione della prima casa, consentendo le agevolazioni a più famiglie avrebbe un impatto sui conti pubblici da dover essere preso in considerazione, aspetto che rende la questione alquanto delicata.
Non è la prima volta che si parla di rivedere le modalità di calcolo dell’ISEE, tanto è vero che già lo scorso giugno il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti aveva annunciato la necessità di un tavolo di lavoro mirato a modificare l’indicatore della situazione economica familiare; una modifica che, secondo il Ministro, avrebbe dovuto condurre a un migliore e più equo utilizzo di tale strumento.
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Come pesa la prima casa sul calcolo dell’ISEE
Per “prima casa” si intende normalmente l’abitazione principale di una persona o di un nucleo familiare, cioè quella in cui si vive stabilmente e si ha la residenza anagrafica. Essa assume rilevanza ai fini IMU poiché è oggetto di esenzione dal pagamento dell’imposta.
Come funziona il calcolo finalizzato alla determinazione dell’ISEE? Il primo aspetto da evidenziare è che l’abitazione principale non viene considerata per intero. Dal calcolo sono esclusi i primi 52.500 del valore IMU della casa, al netto dell’eventuale mutuo residuo. Questa cifra aumenta di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo. Inoltre, se il valore IMU della casa supera la franchigia, si devono considerare solo i 2/3 della parte eccedente.
Per meglio comprendere il meccanismo illustrato, facciamo un esempio pratico. Ipotizziamo che il valore IMU della casa al netto del mutuo sia di 80.000 euro – occorre togliere 52.500 euro. Restano pertanto 27.500 euro. Di questo importo soltanto i 2/3 entreranno nel calcolo dell’ISEE, ovvero 18.333 euro.
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