Da cosa è disciplinato il reato di riciclaggio in Italia?
Come si concretizza il reato di riciclaggio? Qual è la pena prevista dal Codice penale? Quali i suoi elementi costitutivi? Analizziamo nel dettaglio questa tipologia di reato, mettendo anche in evidenza la differenza con l'autoriciclaggio.
- Il reato di riciclaggio è stato introdotto in Italia nel 1978.
- È la risultante di tre fasi: collocamento, la stratificazione e l’integrazione.
- Nonostante siano abbastanza simili tra loro, riciclaggio e autoriciclaggio sono due fattispecie distinte e autonome.
Il reato di riciclaggio è disciplinato dall’articolo 648-bis del Codice penale. Lo si può definire come l’insieme delle operazioni che fanno perdere le tracce della provenienza illecita di denaro, beni o altre utilità. Un esempio di riciclaggio può essere il versamento su un conto corrente di un assegno che deriva da una truffa.
In questa guida analizzeremo:
- i suoi elementi costitutivi;
- la pena e la procedibilità;
- il concorso nel reato di riciclaggio;
- la differenza con il reato di autoriciclaggio.
In cosa consiste il reato di riciclaggio
L’articolo 648-bis del Codice penale prevede che sia prevista la reclusione da 4 a 12 anni e la multa da 5.000 a 25.000 euro per chiunque sostituisca o trasferisca denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, oppure faccia in modo di impedire l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
Il reato di riciclaggio è la risultante di tre fasi, quali:
- collocamento;
- stratificazione;
- integrazione.
Nella fase di collocamento, ciò che è stato ricavato dall’attività illecita viene reinserito nel sistema economico, per esempio tramite la creazione di una società fittizia, di copertura, oppure il deposito frazionato dai proventi (cosiddetto smurfing). La stratificazione consente di celare l’origine sospetta del bene/denaro in proprio possesso, rendendone oscuro il flusso.
La terza fase è quella dell‘integrazione, nella quale si torna a riutilizzare il denaro “ripulito” senza preoccupazioni, ricominciando a compiere transazioni legittime.
LEGGI ANCHE Reato di ricettazione: cos’è

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Elementi costitutivi del reato di riciclaggio
Il riciclaggio è un delitto plurioffensivo, in quanto non offende unicamente l’ambito patrimoniale, ma provoca anche danni all’economia e lesioni al mercato. In aggiunta:
- falsa la libera concorrenza;
- mina la stabilità e l’affidabilità degli intermediari finanziari.
Il bene giuridico tutelato è sia l’amministrazione della giustizia, sia l’ordine pubblico e quello economico. Il soggetto attivo può essere chiunque.
Si tratta di:
- un reato istantaneo di mera condotta e di pericolo concreto;
- a forma libera;
- che si configura anche nel caso in cui non si verifichi l’evento;
- procedibile d’ufficio.
Elemento soggettivo e oggettivo
L’elemento soggettivo del reato è il dolo generico in quanto chi commette un’operazione di riciclaggio lo fa in modo volontario e perfettamente consapevole.
Tuttavia, si ritiene che il reato possa configurarsi anche come dolo eventuale: in tale ipotesi, è sufficiente una consapevolezza generica della provenienza delittuosa di un bene o di denaro.
Per quanto riguarda l’elemento oggettivo, affinché possa esserci il reato di riciclaggio, deve essere commesso un reato presupposto, che è composto da qualsiasi delitto non colposo.
Il reato può avvenire tramite:
- la sostituzione o il trasferimento di denaro, beni o altre utilità che provengono da un delitto non colposo;
- operazioni che ostacolino l’identificazione della provenienza delittuosa.

Concorso nel reato di riciclaggio
La normativa in vigore prevede che le persone che abbiano solamente commesso o concorso a commettere il reato presupposto da cui provengono il denaro, i beni o le altre utilità, non siano punibili.
Differenza tra il reato di riciclaggio e di autoriciclaggio
Il reato di autoriciclaggio è stato introdotto dall’art. 3 comma 3 della legge 186/2014, con decorrenza dal 1° gennaio 2015. Trova disciplina giuridica nell’articolo 648 ter 1 c.p., nel quale viene stabilito che:
- spetti la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da 5.000 a 25.000 euro per chiunque, anche in concorso, in modo non colposo, impieghi, sostituisca, trasferisca il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative;
- sia punito con la reclusione da uno a quattro anni e la multa da 2.500 a 12.500 euro se il denaro e i beni oggetto dell’autoriciclaggio derivino dalla commissione di un altro delitto non colposo, per il quale è prevista la reclusione fino a un massimo di 5 anni.
In poche parole, l’autoriciclaggio si differenzia dal riciclaggio in quanto la persona che ricicla, “lava” il denaro (o i beni) è l’autore del delitto dal quale esso proviene. Nel caso del riciclaggio, invece, chi ha commesso il reato-presupposto non è lo stesso individuo che si occupa di rendere i proventi illeciti non più riconducibili a un’attività delittuosa.
Approfondisci leggendo la nostra guida sul Reato di autoriciclaggio
Reato di riciclaggio – Domande frequenti
I reati presupposto del reato di riciclaggio, introdotto nel 1978, sono la rapina aggravata, estorsione aggravata, il sequestro di persona a scopo di estorsione.
Il reato di riciclaggio punisce chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648 e 648 bis, impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto.
Le tre fasi del reato di riciclaggio sono il collocamento, la stratificazione e l’integrazione.
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