Atto di compravendita con assegno scoperto: quali sono le conseguenze
Come funziona il pagamento del rogito notarile, l’atto di vendita vero e proprio, con assegno? Cosa scegliere tra assegno bancario e circolare? E se l’assegno è scoperto? Scopri le risposte a queste domande nella nostra guida.
- Al rogito notarile, va saldato il prezzo della casa, usando strumenti di pagamento tracciabili, assegno in primis.
- L’utilizzo di un assegno bancario per l’acquisto di una casa può comportare alcuni rischi e il venditore potrebbe difatti ricevere un assegno bancario non coperto.
- L’emissione di un assegno scoperto non è considerata un reato penale, ma è un illecito amministrativo.
Il momento centrale dell’acquisto di una casa è rappresentato dal rogito notarile, il documento preparato e redatto dal notaio con in quale si sancisce il passaggio di proprietà dell’immobile dall’acquirente al venditore. In sostanza, al rogito avviene il pagamento del saldo della vendita e la contestuale consegna delle chiavi.
L’utilizzo di un assegno bancario durante un rogito è un metodo abbastanza comune per finalizzare il pagamento dell’immobile. Non è infatti possibile pagare l’importo di una compravendita, solitamente alto, in contanti, dato che esiste un limite di 5.000 euro fissato per legge.
Spetta all’acquirente procurarsi un libretto degli assegni qualora ne sia sprovvisto, ma cosa succede nell’ipotesi in cui l’assegno sia scoperto? Ci sono delle conseguenze penali? La compravendita viene annullata? Se ti interessa questo argomento perché sei in procinto di vendere o acquistare, continua a leggere la nostra guida.
Cosa cambia tra assegno bancario e assegno circolare?
Cosa scegliere per pagare il rogito tra assegno bancario e assegno circolare? Secondo quanto disposto dell’articolo 82 del Regio Decreto n. 1736 del 1933, nota anche come “legge sugli assegni”:
l’assegno circolare è titolo di credito all’ordine emesso da un istituto di credito a ciò autorizzato dall’autorità competente, per somme che siano presso di esso disponibili al momento dell’emissione, e pagabile a vista presso tutti i recapiti comunque indicati dall’emittente.
La differenza tra un assegno bancario e un assegno circolare, è che quest’ultimo viene emesso solo se la banca disporrà effettivamente delle somme necessarie a coprire l’importo indicato. Se un assegno circolare è scoperto significa che è falso. L’assegno bancario, invece, viene emesso con la clausola “salvo buon fine”, che non permette al beneficiario di avere le stesse garanzie presenti invece nell’assegno circolare. Inoltre, l’assegno bancario potrà essere emesso direttamente dal correntista.
Altra differenza è quella relativa ai tempi di pagamento: quelli dell’assegno bancario sono in genere inferiori e sono compresi tra gli 8 e i 15 giorni dalla data di emissione.
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Rogito con assegno bancario: quale scegliere tra bancario o circolare?
Il metodo prediletto per pagare il rogito è l’assegno circolare, che il compratore dovrà procurarsi presso la propria banca. L’assegno circolare è preferito perché garantisce che i fondi siano già stati prelevati dal conto del compratore e sono disponibili per il beneficiario (il venditore). Il giorno del rogito, durante l’incontro presso il notaio, il compratore consegna l’assegno al venditore, mentre il notaio verifica che l’assegno sia corretto e conforme agli accordi presi.
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Quali sono i rischi dell’assegno bancario per l’acquisto di una casa?
L’utilizzo di un assegno bancario per l’acquisto di una casa può comportare alcuni rischi. Il venditore potrebbe difatti ricevere un assegno bancario non coperto. In questo caso, il venditore potrebbe dover ricorrere ad azioni legali per ottenere il pagamento. Se l’assegno non è coperto, il venditore può mandarlo in protesto e avviare una procedura esecutiva per ricevere quanto dovuto. Inoltre, se l’assegno non è coperto, il venditore potrebbe ritardare la consegna della proprietà fino a quando non riceve il pagamento completo.
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Mancata riscossione di assegno bancario dopo rogito notarile
Nel caso di mancata riscossione di un assegno bancario dopo il rogito notarile, il compratore rimane responsabile per l’importo dovuto. Se l’assegno non viene riscosso, il compratore può essere ritenuto inadempiente rispetto agli obblighi di pagamento previsti dal contratto di compravendita.
Il venditore ha, quindi, il diritto di intraprendere azioni legali per ottenere il pagamento dovuto, come il recupero forzato dei fondi tramite pignoramenti o altre procedure esecutive.
Il compratore potrebbe anche essere tenuto a risarcire i danni causati al venditore a causa del mancato pagamento. In casi estremi, il venditore potrebbe richiedere la risoluzione del contratto per inadempimento e chiedere che la proprietà dell’immobile venga restituita. Tuttavia, questo dipende dalle specifiche clausole contrattuali e dalla discrezione del giudice.
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Assegno scoperto: è reato?
L’emissione di un assegno scoperto non è considerata un reato penale, ma è un illecito amministrativo. Tuttavia, ci sono delle sanzioni da pagare previste dalla legge. Si tratta in particolare di somme che vanno da un minimo di 516 a un massimo di 6.197 euro, oltre alla revoca della possibilità di emettere assegni bancari o postali, per un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni – la quale, tuttavia, scatta soltanto qualora l’assegno emesso a vuoto avesse un importo superiore a 2.582 euro.
Inoltre, in caso di protesto:
- il proprio nominativo viene pubblicato presso il Registro informatico dei protesti tenuto dalla Camera di Commercio;
- viene revocata l’autorizzazione a emettere assegni per 6 mesi – si dovrà quindi restituire il libretto degli assegni non ancora utilizzati.
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Il quadro sanzionatorio prevede anche la segnalazione alla Centrale di allarme interbancaria (CAI), rendendo così praticamente impossibile riuscire ad accedere a nuovi finanziamenti, mutui o la semplice apertura di un conto corrente. Nell’ipotesi in cui l’importo dell’assegno scoperto fosse maggiore di 51.645 euro, oppure in caso di due o più violazioni nei 5 anni precedenti, per un importo totale superiore a 10.329 euro, sarebbero applicate delle sanzioni interdittive, come l’interdizione all’esercizio di un’attività professionale e imprenditoriale e dall’esercizio dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
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Vendita con assegno scoperto: conseguenze
La vendita di un immobile accettando un assegno scoperto ha conseguenze gravi. Se l’assegno è scoperto, il venditore non riceverà l’importo dovuto per la vendita dell’immobile e questo può causare problemi finanziari, specialmente se il venditore contava su quei fondi per altre transazioni o spese.
Come specificato, il venditore potrebbe dover avviare un’azione legale per recuperare l’importo dovuto e chiedere il risarcimento dei danni causati dall’inadempimento del compratore.
Di contro, l’acquirente che ha emesso un assegno scoperto è responsabile per il pagamento dell’importo dovuto, oltre a eventuali penali e interessi legali. Dato che l’emissione di un assegno scoperto è un illecito amministrativo, sono previste anche le sanzioni pecuniarie citate e la segnalazione alla Centrale Allarmi Interbancaria.
In caso di problemi con una compravendita causati dalla presenza di un assegno scoperto, ti consigliamo di consultare un avvocato specializzato in diritto immobiliare o esecuzione forzata per ottenere assistenza legale e la protezione dei tuoi diritti.
Caparra versata con assegno scoperto: come rimediare
Se si versa una caparra per l’acquisto di una casa con un assegno scoperto, è essenziale agire rapidamente per risolvere la situazione e prevenire conseguenze legali. La prima cosa da fare è assicurarsi che ci siano fondi sufficienti sul conto bancario per coprire l’importo dell’assegno. Una volta che il conto è coperto, il compratore deve emettere un nuovo assegno circolare, che garantisce la disponibilità dei fondi, e consegnarlo al venditore.
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Atto di compravendita con assegno – Domande frequenti
Se ti ritrovi con un assegno scoperto, dovresti per prima cosa provare a recuperare i tuoi soldi. Potrai avviare una procedura giudiziaria tramite atto di precetto, inviando alla banca una comunicazione in cui chiedi al debitore di coprire l’assegno entro 10 giorni.
Il preliminare di compravendita rimane valido anche se l’assegno utilizzato per la caparra risulta scoperto e questo perché la validità del contratto preliminare dipende non dal pagamento della caparra, ma dall’accordo tra le parti e dalla conformità ai requisiti legali di validità del contratto.
La vendita rimane valida anche se l’assegno dato a titolo di caparra non viene incassato, salvo particolari clausole contrattuali che condizionino la validità della vendita al pagamento effettivo della caparra.
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