Dopo lo stop, la cessione del credito riparte: novità sullo sblocco a partire da giugno
La decisione del Governo sul blocco al Superbonus 110% e lo stop alla cessione del credito ha provocato numerose opposizioni: ecco quali sono le ultime novità in merito alla ripartenza dei crediti.
- Tra le decisioni prese dal Governo per il 2023, spicca quella dello stop alla cessione del credito sui bonus edilizi.
- Vi rientra anche il cosiddetto Superbonus 110%.
- Si è al lavoro, nel frattempo, per trovare una soluzione che permetta di salvare i crediti sono sono stati maturati nel 2022, che pare essere finalmente arrivata.
- La cessione del credito dovrebbe infatti ripartire dal mese di giugno 2023.
I bonus edilizi sono stati ampiamente utilizzati nel corso degli ultimi anni, in modo particolare il Superbonus 110%. Secondo uno studio di Nomisma, le famiglia italiane sono riuscite a risparmiare, proprio grazie al Superbonus 110%, 29 miliardi di euro – con un risparmio medio in bolletta pari a 964 euro all’anno.
Dopo le forti opposizioni nei confronti della decisione del Governo di stoppare la cessione del credito sui bonus edilizi, ci sono diverse proposte di emendamento che potrebbero essere approvate. Negli ultimi giorni il Governo ha dato l’okay alla legge di conversione del dl 11/2023, che porterà alla ripartenza della cessione del credito.
Già a partire dal 3 aprile 2023, UniCredit ha per esempio riaperto il mercato della cessione del credito legata ai bonus edilizi, in modo tale da aiutare i soggetti che, nel 2022, hanno maturato dei crediti fiscali a fronte di sconto in fattura – rimasti però immobilizzati – a poterli finalmente utilizzare.
Stop alla cessione del credito: lo stop del 17 febbraio 2023
Il decreto legge n. 11/2023 – cosiddetto decreto Cessioni – ha bloccato ogni forma di cessione del credito o di sconto in fattura a partire dal 17 febbraio 2023. Cosa succederà nelle prossime settimana?
Al momento, troviamo le grandi imprese che aderiscono a Confindustria che vorrebbero rilevare i crediti vantati dalle aziende edili – pari a 19 miliardi – per permettere ai cantieri di ripartire.
Oltre alle Casse di previdenza private, ci sarebbero poi anche alcune banche che potrebbero acquistare i crediti ceduti fino al 16 febbraio, il giorno prima dell’entrata in vigore del nuovo decreto.
La decisione del Governo è stata dettata dal problema di liquidità finanziaria creato da un utilizzo eccessivo della cessione del credito, per importi che non erano stati adeguatamente calcolati dalla precedente gestione economica.
Come dichiarato dalla Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Lilia Cavallari, infatti «Aver posto l’intero costo dell’intervento a totale carico dello Stato senza introdurre elementi di selettività ha generato una spesa nettamente superiore a quella per gli interventi di riqualificazione energetica agevolati in precedenza: il cosiddetto Ecobonus ammontava a circa 4,5 miliardi nel 2020», mentre «gli investimenti asseverati a solo titolo di Superbonus energia a tutto gennaio 2023 hanno raggiunto i 65,2 miliardi, di cui 49,7 completati».
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Cessione del credito e periodo transitorio
L’ipotesi del periodo transitorio potrebbe permettere a chi ha già avviato i lavori di poter sostenere le spese non solo con la detrazione, ma anche con lo sconto diretto in fattura o con la cessione del credito.
Ricordiamo che ad essere colpito dal nuovo decreto non è stato unicamente il Superbonus 110%, ma tutti gli interventi per i quali era possibile la cessione del credito, come quelli per sostituire la caldaia o semplicemente le finestre.
Si potrebbe dunque riammettere alla cessione:
- chi può documentare un pagamento effettivo o una data certa sui lavori da fare, ma non ancora iniziati;
- determinate categorie, quali gli incapienti;
- i lavori di edilizia libera.
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Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha invece spiegato alla commissione Finanze della Camera che, per il 2023:
- le rate dei bonus edilizi a disposizione delle banche sono di 9,5 miliardi di euro;
- si potrebbero assorbire e portare in compensazione altri bonus edilizi per un totale di 7,2 miliardi.
La parte più complessa della questione rimane quella relativa ai crediti che sono rimasti in sospeso, in una sorta di limbo. Fino al 31 dicembre del 2022, considerando i vari bonus edilizi in vigore, ammontano a un totale di 105 miliardi di euro.
Una delle richieste che si sta cercando di far approvare dal Governo consiste nell’introduzione di un regime transitorio attraverso il quale si possano definire criteri per portare a termine determinati interventi edilizi, come quelli di tipo antisismico o a favore di onlus o di enti del terzo settore.
Tra le proposte di sblocco dei crediti edilizi rimasti incagliati mosse da Confindustria, ci sono, per esempio:
- l’acquisto degli stessi da parte del settore manifatturiero;
- la creazione di una piattaforma che faccia comunicare la domanda e l’offerta di crediti edilizi;
- la possibilità delle banche di utilizzare i crediti in compensazione con modello F24, tramite parte dei debiti dei propri clienti.
A giugno riparte la cessione del credito: il caso UniCredit
La novità che arriva finalmente da parte del Governo consiste nella creazione di una piattaforma, a partire dal mese di giugno, tramite la quale sarà possibile vendere e ricomprare i crediti che erano rimasti bloccati, immettendoli di nuovo in circolazione.
Sarà così possibile, per le imprese, velocizzare il processo di acquisizione del credito, che da 5 anni dovrebbe passare a un solo anno, permettendo di coprire anche imposte e contributi.
Tra le banche che riaprono alla cessione del credito troviamo, per esempio, UniCredit, la quale permetterà ai cosiddetti esodati che hanno completato i lavori edilizi e raggiunto la capienza fiscale, di poter cedere i crediti maturati per le spese relative al 2022.
Si potrà fare domanda di cessione dei crediti se:
- il totale complessivo del credito per singola pratica sia compreso tra 10.000 e 600.000 euro;
- si possegga la documentazione richiesta, quindi le relative asseverazioni, attestazioni e visto di conformità, oltre che il codice univoco.
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Nella pratica, l’acquisto sarà effettuato dalla società di cartolarizzazione del Gruppo EBS Finance, che li cederà a clienti terzi. UniCredit ha già firmato 6 accordi con alcuni player di mercato per rendere possibile la ri-cessione dei crediti e altri 11 sono già in cantiere.
Ecco quali sono le condizioni economiche proposte a seconda del bonus edilizio utilizzato.
Bonus edilizio | Condizione economica applicata |
Superbonus | 85,80% del valore nominale del credito di imposta maturato, ovvero 94,38 euro ogni 100 di spesa |
Bonus su 10 anni | 70,00% del valore nominale del credito di imposta maturato, che corrispondono a 35 euro ogni 100 di spesa |
Bonus su 5 anni | 82,60% del valore nominale del credito di imposta maturato, per esempio 61,95 euro ogni 100 di spesa per il bonus barriere architettoniche |
Cessione del credito – Domande frequenti
Nella cessione del credito si trasferisce il diritto di credito di un soggetto (il cedente) ad un acquirente terzo (il cessionario), che lo acquista ad un determinato prezzo, per riscuotere a sua volta con il debitore (il ceduto).
La risposta a questa domanda è dipende, in quanto è sempre consigliabile analizzare e confrontare le condizioni proposte da intermediari e banche in merito.
Dopo l’intervento del Governo e la riapertura dell’assorbimento del credito da parte delle banche, la cessione del credito dovrebbe ripartire dal mese di giugno 2023, con la creazione di un’apposita piattaforma.
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