Riforma pensioni Quota 103: cosa significa e come funziona

Esiste una pensione per chi non ha mai versato i contributi o per le persone che non hanno mai lavorato?
La risposta è negativa, tuttavia ci sono delle prestazioni assistenziali che si possono ricevere anche nei casi sopra citati.
Si tratta di specifici trattamenti che l’INPS riserva alle persone anziane che non sono riuscite a maturare abbastanza contributi. Vediamo di seguito quali sono le possibilità in vigore.
L’unico trattamento pensionistico previsto per chi, nel corso degli anni, non hai mai lavorato, né come lavoratore dipendente, né come collaboratore, è il trattamento previsto per chi è iscritto al Fondo delle casalinghe e ha, dunque provveduto a versare dei contributi in tale fondo.
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Per gli iscritti ad altri fondi attraverso i quali vengono erogate delle pensioni integrative, possono poi esserci dei trattamenti di previdenza complementare.
Chi si trova in condizioni di bisogno potrebbe comunque ricevere una pensione minima, rappresentata dal cosiddetto assegno sociale. Analizziamo più nel dettaglio le differenti casistiche.
La pensione di vecchiaia ordinaria si può richiedere al raggiungimento di 67 anni di età, con un minimo di 20 anni di contributi versati.
La regole prevede che:
Nell’ipotesi in cui chi raggiungesse i 67 anni di età non avesse diritto a ricevere la pensione di vecchiaia ordinaria a causa della mancanza dei requisiti contributivi, potrà comunque ricevere una pensione minima che corrisponde all’assegno sociale (trattamento che potrà essere eventualmente integrato anche dal reddito di cittadinanza e che sarà erogato per 13 mensilità).
L’importo dell’assegno sociale in riferimento al 2021 è pari a 460,28 euro al mese. In alcuni casi sono previste delle maggiorazioni. In particolare, si aggiungono 12,92 euro al mese se il beneficiario ha compiuto 65 anni e ha:
L’incremento al milione, ovvero la maggiorazione fino a 191,74 euro, spetta, invece:
Tale maggiorazione è prevista anche per chi ha meno di 70 anni, sulla base dei contributi che sono stati maturati nel tempo: ogni 5 anni di contributi corrispondono a una riduzione dell’età pensionabile di 1 anno.
Ai soggetti che non hanno mai lavorato e hanno raggiunto i 67 anni di età può spettare la pensione di cittadinanza, nei casi in cui:
Nel caso in cui si avesse diritto sia alla pensione minima di cittadinanza, sia all’assegno sociale e alle relative maggiorazioni, l’importo pensionistico dovrà essere sottratto a quello dei trattamenti che si ricevono.
Gli invalidi che non hanno mai lavorato avranno diritto a una prestazione assistenziale da parte dell’INPS al raggiungimento dei 67 anni di età. A seconda dei casi, potrebbe trattarsi:
Ci sono diverse forme di trattamento pensionistico per chi non ha mai lavorato: clicca per conoscere condizioni e importi previsti.
Si tratta di un trattamento pensionistico riservato a chi è iscritto al Fondo delle casalinghe: scopri come funziona.
La pensione minima si raggiunge nel momento in cui si hanno i requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia: ecco quali sono.