Si può andare in pensione in anticipo versando i contributi volontari?

La pensione di vecchiaia, o di anzianità, consiste nel trattamento pensionistico che si riceve dall’INPS quando si raggiunge l’età anagrafica fissata dalla legge e un determinato numero di anni di contributi.
Qual è l’importo previsto per la pensione di vecchiaia 2020? Che calcolo bisogna fare per sapere a quanto ammonterà la propria pensione? È possibile prendere una pensione di vecchiaia anticipata? Esiste, invece, una pensione di vecchiaia senza contributi? La pensione di vecchiaia per le donne è differente? Facciamo chiarezza sui requisiti, contributi e sui principali dubbi che ruotano attorno al tema della pensione di anzianità.
La pensione di vecchiaia 2019 ha come requisito anagrafico il raggiungimento di 67 anni di età (nel 2018 erano erano previsti 5 mesi in meno) e il versamento almeno 20 anni di contributi.
Posto che siano rispettati i due requisiti indicati, la pensione di vecchiaia si applica:
Accanto alla pensione di vecchiaia, esiste poi la formula della pensione di vecchiaia anticipata: quest’ultima consente al lavoratore di andare in pensione prima della soglia anagrafica richiesta di 67 anni, a patto che abbia versato un certo numero di contributi.
Considerato che la speranza di vita della popolazione tende ad aumentare sempre più, il sistema anagrafico alla base dell’accesso alla pensione è basato su alcuni elementi di stabilizzazione. Nella pratica, accade che l’età pensionabile sia soggetta a cambiamenti legati alle principali oscillazioni demografiche.
Dal 2019 l’adeguamento della soglia anagrafica avviene su base biennale: di conseguenza, il prossimo periodo nel quale ci sarà una modifica dei requisiti di accesso alla pensione in termini di età dovrebbe verificarsi nel biennio 2021-2022.
Il requisito fondamentale per accedere alla pensione di vecchiaia nel biennio 2019-2020 consiste come anticipato:
Esistono, tuttavia, alcune eccezioni a questa formula, che si legano casistiche differenti e che riducono l’età anagrafica da raggiungere o gli anni di contributi: ecco quali sono.
Riportiamo di seguito i casi nei quali i requisiti per avere accesso alla pensione di anzianità si discostano dallo standard dei 67 anni di età e 20 anni di contributi:
La pensione di vecchiaia anticipata, introdotta dalla riforma Monti-Fornero, permette di andare in pensione senza aver raggiunto il requisito anagrafico dei 67 anni, a patto di aver accumulato:
Il requisito contributivo della pensione di vecchiaia anticipata è soggetto a periodiche modifiche in relazione all’adeguamento alle aspettative di vita. In fase attuale, in base alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019, tali adeguamenti sono stati sospesi fino al 31 dicembre 2026.
Mentre la pensione di vecchiaia si riceve a partire dal giorno dopo in cui si ha accesso ai requisiti, nel caso nella pensione anticipata possono trascorrere fino a tre mesi tra il momento in cui è possibile fare richiesta di pensionamento e quello in cui si riceve effettivamente l’assegno pensionistico mensile.
Possono avere accesso alla pensione di vecchiaia contributiva anche:
Esistono altre casistiche che si discostano rispetto a quanto detto finora: la prima è l’opzione Quota 100, con la quale in base a quanto introdotto con il decreto legge 4/2019 si può avere accesso alla pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi. La misura ha carattere sperimentale e si estende per tutto il prossimo triennio, ovvero a tutti coloro che matureranno i requisiti fino al 31 dicembre 2021 compreso.
Opzione donna è un’altra novità introdotta dal decreto legge 4/2019 attraverso la quale le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi possono andare in pensione se hanno raggiunto i 58 anni di età (per le dipendenti) o 59 anni (nel caso delle lavoratrici autonome). Tali requisiti devono essere stati maturati entro il 31 dicembre 2018.
È molto importante ricordare che il calcolo della pensione che si può ottenere con l’opzione donna si basa sul metodo contributivo a prescindere da quando siano stati effettivamente versati i contributi: si traduce, nella pratica, con una riduzione dell’assegno pensionistico di non poco conto.
L’APE sociale è una sorta di sussidio di accompagnamento alla pensione che consente a particolari categorie di lavoratori che abbiano raggiunto 63 anni di età e 30 di contributi di godere di un assegno pre-pensione fino alla maturazione dei requisiti effettivi per ottenere la pensione di vecchiaia.
L’APE volontaria è una misura messa a disposizione dei lavoratori che abbiano 63 anni e 5 mesi e 20 anni di contributi, che si trovino a non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia effettiva, di ricevere un anticipo finanziario della pensione. Si tratta di una sorta di prestito del quale il lavoratore può disporre da un minimo di 6 mesi fino a un massimo di 43 mesi.
Si possono ricevere da un minimo di 150 euro a una quota che oscilla tra il 75% e il 90% della pensione maturata nel momento in cui si fa la richiesta. L’APE volontaria spetta soltanto a chi ha maturato un assegno pensionistico di importo pari o maggiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS (che diventa 1,5 per i contributivi puri).
Di seguito viene presentato un quadro riepilogativo rispetto ai requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.
Tipologia di pensione | Età anagrafica | Anni di contributi | Condizioni | Categorie agevolate |
Pensione di vecchiaia | 67 anni | 20 anni | Per i contributivi puri, l’importo della pensione deve essere 1,5 volte quello dell’assegno sociale | |
Pensione di vecchiaia anticipata | – | 42 e 10 mesi per gli uomini 41 e 10 mesi per le donne | 41 anni di contributi per i lavoratori precoci | |
Pensione di vecchiaia contributiva | 71 anni | 5 anni di contributi | Per i contributivi puri, l’importo della pensione deve essere 1,5 volte quello dell’assegno sociale | 66 anni e 7 mesi e almeno 30 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi |
Pensione di vecchiaia contributiva anticipata | 64 anni | 20 anni | Per i contributivi puri, l’importo della pensione deve essere 2,8 volte quello dell’assegno sociale | |
Quota 100 | 62 anni | 38 anni | ||
Opzione donna | 58 anni le dipendenti 59 anni le autonome | 35 anni | Maturazione dei requisiti entro il 31.12.2018 | |
Ape volontaria | 63 anni e 5 mesi | 20 anni | ||
Ape sociale | 63 anni | 30 anni | Chi ha maturato un assegno pensionistico di importo pari o maggiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS (che diventa 1,5 per i contributivi puri). | Per le lavoratrici madri, sconto di un anno per figlio, per massimo due anni |
La domanda per ottenere la pensione di vecchiaia va presentata all’INPS per via telematica. L’importo della pensione di vecchiaia varia in relazione ad alcuni fattori, quali l’anzianità contributiva e il fatto di rientrare nel sistema di calcolo contributivo o retributivo.
Nello specifico:
I requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia dovrebbero rimanere inalterati fino al 2022, in base a quanto riportato nel decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 novembre.
Se la pensione di vecchiaia nel 2022 avrà come requisito anagrafico i 67 anni di età e come requisito contributivo 20 anni, nel biennio 2023-2024 l’età potrebbe aumentare di tre mesi, in base a quanto stimato dalla Ragioneria generale dello Stato nel Rapporto sulla spesa pensionistica.
La legge dà la possibilità ai lavoratori che hanno raggiunto i requisiti anagrafici di continuare a portare avanti la propria attività lavorativa, fino al raggiungimento di un’età anagrafica nella quale scatta invece il pensionamento forzato. Tale soglia corrisponde a 71 anni per i lavoratori del settore privato.
Nel settore pubblico, invece, le regole sono differenti nel senso che il lavoratore che abbia raggiunto i requisiti per ricevere la pensione di vecchiaia viene mandato in pensione in automatico e il rapporto di lavoro non può protrarsi in alcun modo. Nella pubblica amministrazione esiste poi anche il cosiddetto pensionamento d’ufficio, per il quale scatta l’obbligo di porre fine all’attività di un dipendente raggiunti di 65 anni di età, nel caso in cui si soddisfino anche i requisiti di tipo contributivo.
Si tratta di una forma di prestazione economica erogata dall’INPS a tutti i lavoratori, uomini e donne, che hanno versato 20 anni di contributi e raggiunto i 67 anni di età.
La pensione di vecchiaia si ottiene al raggiungimento dei due requisiti previsti per legge, salvo le dovute eccezioni, ovvero 67 anni di età e 20 anni di contributi versati. Tali requisiti di accesso saranno in vigore fino al 2022.
La pensione di vecchiaia è uguale sia per gli uomini sia per le donne. In alternativa, le lavoratrici possono avere accesso all’opzione donna, con la quale andare in pensione con 35 anni di contributi e 58 (lavoratrici dipendenti) o 59 (lavoratrici autonome) anni di età.
La pensione di vecchiaia senza contributi corrisponde all’assegno social che l’INPS eroga ai cittadini che hanno compiuto 67 anni di età e si trovano in condizioni di difficoltà economica.