Quando si può andare in pensione con la vecchiaia?
Come funzionerà la pensione di vecchiaia nel 2025? E negli anni successivi? Vediamo se cambia qualcosa e quali sono i nuovi requisiti di accesso.
- La legge di bilancio 2025 non ha apportato significative modifiche in ambito pensionistico.
- I requisiti anagrafici e contributivi della pensione di vecchiaia sono infatti rimasti invariati.
- Le regole previste saranno ugualmente valide sia per le donne, sia per gli uomini.
La pensione di vecchiaia consiste nel trattamento pensionistico che si riceve dall’INPS quando si raggiunge l’età anagrafica fissata dalla legge e un determinato numero di anni di contributi.
Qual è l’importo previsto per la pensione di vecchiaia 2025? Che calcolo bisogna fare per sapere a quanto ammonterà la propria pensione? È possibile prendere una pensione di vecchiaia anticipata? Esiste, invece, una pensione di vecchiaia senza contributi? La pensione di vecchiaia per le donne è differente?
Facciamo chiarezza sui requisiti, contributi e sui principali dubbi che ruotano attorno al tema della pensione di vecchiaia.
Pensione di vecchiaia: cos’è
La pensione di vecchiaia ha come requisito anagrafico il raggiungimento di 67 anni di età (nel 2018 erano erano previsti 5 mesi in meno) e il versamento almeno 20 anni di contributi.
Posto che siano rispettati i due requisiti indicati, la pensione di vecchiaia si applica:
- su tutte le categorie professionali;
- sia sugli uomini, sia sulle donne;
- sia sui lavoratori autonomi, sia su quelli dipendenti.
Accanto alla pensione di vecchiaia, esiste poi la formula della pensione di vecchiaia anticipata: quest’ultima consente al lavoratore di andare in pensione prima della soglia anagrafica richiesta di 67 anni, a patto che abbia versato un certo numero di contributi.
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Requisiti di accesso ed età
Considerato che la speranza di vita della popolazione tende ad aumentare sempre più, il sistema anagrafico alla base dell’accesso alla pensione è basato su alcuni elementi di stabilizzazione. Nella pratica, accade che l’età pensionabile sia soggetta a cambiamenti legati alle principali oscillazioni demografiche.
Dal 2019, l’adeguamento della soglia anagrafica avviene su base biennale: a che età di va in pensione di vecchiaia nel 2025 e nel 2026, dunque? In pratica, non sono state previste delle modifiche sui requisiti in vigore fino al 31 dicembre 2024.
Questo significa che si dovranno rispettare le seguenti due condizioni:
- l’aver raggiunto 67 anni di età;
- l’aver versato i contributi per almeno 20 anni.
Tali requisiti non dovrebbero subire variazioni neanche nel 2027: le voci circolate negli ultimi giorni in rete sull’aumento dei requisiti anagrafici a 67 anni e 3 mesi sono state infatti smentite dall’INPS.
Esistono, tuttavia, alcune eccezioni a questa formula, che si legano casistiche differenti e che riducono l’età anagrafica da raggiungere o gli anni di contributi: riportiamo di seguito i casi nei quali i requisiti per avere accesso alla pensione di vecchiaia si discostano dallo standard dei 67 anni di età e 20 anni di contributi:
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Pensione di vecchiaia anticipata nel 2025
La pensione di vecchiaia anticipata, introdotta dalla riforma Monti-Fornero, permette di andare in pensione senza aver raggiunto il requisito anagrafico dei 67 anni, a patto di aver accumulato:
- 42 anni e 10 mesi di contributi, nel caso degli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi, nel caso delle donne.
Il requisito contributivo della pensione di vecchiaia anticipata è soggetto a periodiche modifiche in relazione all’adeguamento alle aspettative di vita. In fase attuale, in base alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019, tali adeguamenti sono stati sospesi fino al 31 dicembre 2026. Ne consegue che per i prossimi due anni non ci saranno variazioni sulla pensione di vecchiaia anticipata.
Sono previste delle eccezioni per:
- i contribuenti che non soddisfano il requisito dei 20 anni, i quali possono andare in pensione con almeno 5 anni di contributi e 71 anni di età;
- i lavoratori precoci, ovvero coloro i quali, oltre ai 41 anni di contributi richiesti, hanno almeno 12 mesi di contribuzioni per lavori effettuati prima del diciannovesimo anno di età, per i quali non è richiesto un requisito anagrafico.
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Pensione di vecchiaia contributiva
L’età per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva, pari a 67 anni, è ridotta di:
- 4 mesi, in presenza di un figlio;
- 8 mesi con due figli;
- 12 mesi con 3 figli;
- 16 mesi con almeno 4 figli.
Il requisito contributivo è sempre pari a 20 anni, mentre l’importo del primo assegno deve essere almeno pari all’assegno sociale.
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Pensione anticipata lavori usuranti
Per i lavoratori che svolgono attività particolarmente gravose, che potrebbero in qualche modo compromettere, limitare o accorciare la loro speranza di vita, l’accesso alla pensione di vecchiaia corrisponde a:
- un’età minima di 61 anni e 7 mesi per i lavoratori dipendenti, e 35 anni di contributi;
- un’età minima di 62 anni e 7 mesi per i lavoratori autonomi, e 35 anni di contributi.
Il requisito anagrafico muta, ovvero aumenta, nel caso in cui si lavori di notte, a turni, in relazione al numero di giorni lavorati nel corso dell’anno.
Pensione anticipata contributiva
I contributivi puri possono accedere anche alla pensione anticipata contributiva, che prevede una finestra di 3 mesi e:
- minimo 64 anni di età;
- 20 anni di contributi effettivi;
- che l’importo del primo assegno sia almeno pari a 3 volte l’assegno sociale. Tale importo viene ridotto a 2,8 per le donne con un solo figlio e a 2,6 per quelle con almeno due figli.
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Novità pensioni 2025: quali sono?
La vera novità pensionistica approvata nel 2025 è il ricorso alla pensione integrativa, la quale potrà essere utilizzata per raggiungere, ma solo nel caso delle pensioni interamente contributive, il requisito di importo minimo pari a 3,2 volte la pensione sociale.
Per il 2025, sono state invece confermati:
- Quota 103, che prevede 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025;
- Opzione donna;
- Ape sociale.
In particolare, l’APE sociale è una sorta di sussidio di accompagnamento alla pensione, la quale consente a particolari categorie di lavoratori – che abbiano raggiunto 63 anni e 5 mesi di età e anzianità contributiva variabile tra 28 e 36 anni – di godere di un assegno pre-pensione fino alla maturazione dei requisiti effettivi per ottenere la pensione di vecchiaia.
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Calcolo pensione di vecchiaia
La domanda per ottenere la pensione di vecchiaia va presentata all’INPS per via telematica. L’importo varia in relazione ad alcuni fattori, quali l’anzianità contributiva e il fatto di rientrare nel sistema di calcolo contributivo o retributivo.
Nello specifico:
- chi ha versato i contributi prima del 31 dicembre 1995, va in pensione con il calcolo di tipo retributivo, che si basa sul numero di contributi versati e la media degli importi degli stipendi ricevuti;
- per chi ha versato i contributi dopo il 31 dicembre 1995, il calcolo della pensione di vecchiaia è soggetto al sistema di tipo contributivo, nel quale vengono considerati i contributi versati ogni anno, ai quali si applica un coefficiente di trasformazione INPS.
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Chi raggiunge i requisiti deve andare per forza in pensione?
Ci sono persone che non vedono l’ora di andare in pensione, mentre ce ne sono altre che vorrebbero continuare a lavorare, pur avendo raggiunto i requisiti pensionistici. Ebbene, il Governo attuale predilige la seconda categoria di lavoratori, con il cosiddetto Bonus Maroni.
In pratica, questo strumento consente a questa categoria di lavoratori di:
- ricevere la loro quota di contributi previdenziali direttamente in busta paga;
- avere quindi uno stipendio più alto;
- continuare a versare contributi, per la parte spettante al datore di lavoro.
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Pensione di vecchiaia – Domande frequenti
Si tratta di una prestazione economica erogata dall’INPS a tutti i lavoratori, uomini e donne: ecco quali sono i requisiti da possedere nel 2025.
La pensione di vecchiaia dipende dal sistema di calcolo nel quale si rientra: clicca per sapere quali sono le regole in vigore.
La pensione di vecchiaia senza contributi corrisponde all’assegno sociale che l’INPS eroga ai cittadini che hanno compiuto 67 anni di età e si trovano in condizioni di difficoltà economica.
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