Cos’è un rave party e cosa prevede il nuovo decreto antirave
Qual è il contenuto del testo del nuovo decreto rave party, come vengono puniti i raduni illegali con il nuovo articolo del Codice penale e quali sono i motivi per i quali sarebbe necessarie opportune modifiche.
- Un rave party, noto anche come free party, è un raduno musicale nato alla fine degli anni ‘80.
- Trattandosi di un raduno non autorizzato e clandestino, al quale partecipano principalmente giovani, il luogo in cui avviene è solitamente reso noto poche ore prima dell’inizio della manifestazione – in genere, si tratta di uno spazio pubblico.
- Analizziamo nel dettaglio il nuovo decreto antirave introdotto dal Governo e le successive modifiche apportate.
Tra le prime norme introdotte dal nuovo Governo, troviamo anche il decreto anti-rave, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che è stato oggetto di una forte opposizione.
Cosa prevede il testo attuale? Perché è stato tanto criticato e quali cambiamenti sono stati inseriti in un secondo momento? E quali sono gli altri Paesi in cui esistono già delle norme anti-rave?
Scopriamo insieme in cosa consiste il decreto rave party, perché la norma è stata scritta male e quali sono le modifiche ipotizzate e quelle divenute realtà.
Decreto legge rave party: testo Gazzetta Ufficiale
I rave party hanno sempre suscitato un certo clamore per il fatto che, di solito, si basano sull’invasione di una proprietà pubblica o privata, senza averne il permesso, che diventa la location dell’evento.
A ciò si aggiunge:
- un timore abbastanza diffuso per la libera circolazione di droghe;
- il disturbo alla quiete pubblica per la musica molto alta può andare avanti per diversi giorni (e notti), sfociando nel reato già disciplinato dalla legge.
Il nuovo decreto anti-rave introdotto dal Governo ha praticamente proibito l’organizzazione di rave, anche se in modo poco chiaro, rendendoli illegali. In particolare, viene stabilito che:
L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.
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Decreto rave party e articolo 434-bis c.p.
Il nuovo decreto anti-rave è intervenuto con l’introduzione di un nuovo articolo del Codice penale, il 434-bis, titolato “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico, o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
Il delitto punisce, in pratica, i raduni illegali ai quali partecipano più di 50 persone, che occupano in modo abusivo terreni o edifici, al fine di un organizzare un evento.
La pena prevista per gli organizzatori è la reclusione da 3 a 6 anni e una multa tra i 1.000 e i 10.000 euro, con pene ridotte per i semplici partecipanti.
Viene inoltre applicata la confisca, ovvero il sequestro definitivo, di tutto il materiale utilizzato durante il raduno non autorizzato.
Decreto rave party: cosa non funziona
Il decreto rave party è stato definito da alcuni rappresentanti politici come una norma liberticida, introdotta quasi per esigenze simboliche: farsi vedere implacabili, virilmente performanti, muscolari (citando Marco Grimaldi).
Le polemiche sorte sono legati a motivazioni differenti:
- la norma appare come uno strumento di mera repressione: non si parla apertamente di rave party, quindi il rischio è che vengano puniti anche i partecipanti a una manifestazione pacifica;
- il reato di invasione di terreni o edifici erano già presente nel nostro Codice Penale (articolo 633). L’unica differenza è che questo reato è procedibile a querela della persona offesa, mentre il nuovo delitto è perseguibile d’ufficio;
- la pena appare sproporzionata, soprattutto se confrontata con reati più gravi come quello di lesioni personali.
Inoltre, la norma appare scritta male: la ripetizione del pericolo per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica o la salute pubblica è, per esempio, ridondante e abbastanza inutile. In più, non si capisce quali siano i casi concreti nei quali si realizza il crimine indicato.
Quali sono poi i casi in cui un raduno può considerarsi pericoloso per l’ordine pubblico? Basta la circolazione di marijuana o la presenza di 51 persone a far scattare l’intervento della Polizia? I partecipanti dovranno essere almeno 51 fin dall’inizio o l’illecito potrebbe verificarsi qualora si aggiungessero, anche in modo inconsapevole, in un secondo momento?
Dubbi rimasti irrisolti, nonostante le dichiarazioni del Governo, il quale ha dichiarato che «La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche».
Decreto rave party e articoli della Costituzione
La nuova norma contro i raduni illegali cozza pesantemente anche con la libertà di espressione del pensiero e di manifestazione pubblica, sancita dalla nostra Costituzione.
L’articolo 17 della Costituzione recita infatti che:
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Non a caso, è infatti già in vigore una legge che prevede l’obbligo di chiedere il permesso al Questore territorialmente competente per poter organizzare una manifestazione, nei casi in cui avvenga in un luogo pubblico, con 30 giorni di anticipo.
Come potrebbe cambiare il decreto rave party
Le forti polemiche suscitate dal testo del decreto rave party potrebbero portare il Governo ad apportare le prime modifiche. La norma è, infatti, troppo generica e dà la possibilità alle forze dell’Ordine di poter utilizzare le intercettazioni per le indagini.
Questo punto potrebbe essere risolto portando a 4 anni – invece di 6 anni – il massimo della pena applicabile. In questo modo, si potrebbe inibire l’utilizzo delle intercettazioni. Risulta invece più difficile la tipizzazione del reato.
Citando le parole di Debora Serracchiani, capogruppo PD alla Camera «Togliere di mezzo questo obbrobrio giuridico è solo un fatto di buon senso e del resto, come dimostrato a Modena, è già possibile intervenire».
Decreto rave party: le modifiche
Tra i cambiamenti relativi al decreto che ha reso i rave party illegali troviamo, innanzitutto, la riscrittura dell’articolo 5, che aveva portato all’introduzione dell’articolo 633-bis del Codice penale. In particolare, sono stati eliminati i riferimenti:
- al Codice antimafia;
- all’ordine pubblico;
- al numero massimo di partecipanti, pari a 50.
Per chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento e dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa della inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello Stato dei luoghi è stata invece confermata:
- la reclusione da 3 a 6 anni;
- la multa da 1.000 a 10.000 euro.
Approvato l’emendamento che prevede benefici penitenziari per i condannati per reati contro la Pubblica amministrazione, quali peculato, corruzione, concussione, anche in mancanza di una loro collaborazione con la giustizia.
Dove sono illegali i rave party?
Paese | Norma anti rave party |
Gran Bretagna | Un rave è illegale quando 20 o più persone si riuniscono ascoltando musica «con un ritmo ripetitivo» a un volume così forte da causare «gravi disagi agli abitanti della località» Sono previste multe fino a 20.000 sterline per aver ospitato rave o feste illegali La polizia può fermare veicoli entro il raggio di 8 chilometri e allontanarli, e sequestrare delle attrezzature. È considerato inoltre reato il mancato allontanamento dopo l’intervento della polizia |
Francia | I raduni devono essere dichiarati alle autorità locali almeno un mese prima. Se il numero previsto di partecipanti è inferiore a 500, basta l’autorizzazione del sindaco, altrimenti quella del prefetto I raduni possono essere vietati e sciolti da Sindaco e prefetto Le forze dell’ordine possono sequestrare il materiale di amplificazione o i mezzi che lo trasportano e confiscarlo. Possono intervenire se il raduno non è stato autorizzato o è stato espressamente vietato Sono previste pene fino a 6 mesi di carcere e 4.500 euro di ammenda per gli organizzatori I partecipanti non sono penalmente perseguibili, ma se il prefetto ha vietato l’evento sono previste multe di 38 euro |
Germania | Le norme variano da un luogo a un altro ed è in genere necessario chiedere un autorizzazione A Berlino, per esempio, molti grandi rave sono ormai legali |
Belgio e Olanda | È possibile organizzare un rave legale chiedendone il permesso alle autorità municipali Gli interventi e le decisioni delle Forze dell’Ordine dipendono dai singoli casi e dalle infrazioni eventualmente commesse, come la violazione della proprietà privata È prevista la confisca degli impianti audio e ammende di varie entità |
Stati Uniti | I rave sono molto diffusi e considerati legali se rispettano i seguenti requisiti:
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Decreto rave party – Domande frequenti
Un rave party, chiamato anche free party, è una manifestazione musicale organizzata in uno spazio pubblico o privato, generalmente all’aperto, molto spesso in forma non autorizzata.
Secondo diversi esponenti politici ed esperti in legge, la pena prevista per il nuovo reato contro i raduni illegali è eccessiva, in quanto superiore a reati di maggiore gravità.
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