Prefetto: chi è e cosa fa
Qual è il percorso per diventare prefetto? Quanto guadagna al mese questa importante figura in ambito legale? Rispondiamo a questa domande, partendo da quelli che sono i compiti del prefetto.
- Il Prefetto è un funzionario del Ministero dell’Interno, che è stato introdotto nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 300/1999.
- Il percorso per diventare prefetto è lungo, ma questo è comprensibile considerata la sua importante funzione in materia di sicurezza e ordine pubblico.
- Tra i suoi compiti, per esempio, rientrano l’emanazione di ordinanze e decreti e il coordinamento delle Forze dell’Ordine.
Il ruolo del Prefetto è stato introdotto per la prima volta in Italia durante il periodo napoleonico: durante la sua dominazione, il Paese fu diviso in dipartimenti, amministrati dal Prefetto, distretti, gestiti da un sottoprefetto, e Comuni, posti sotto le direttive di un sindaco.
Nel corso degli anni la figura del Prefetto si è evoluta: le sue caratteristiche attuali fanno riferimento al D. Lgs. n. 300 del 30 luglio 1999, con il quale è stato introdotta la prefettura-ufficio territoriale del Governo, che rappresenta l’ufficio dello stesso.
Il Prefetto è, in pratica, un funzionario pubblico che si occupa di coordinare l’attività amministrativa degli uffici periferici dello Stato, occupandosi anche di favorire la mediazione tra gli enti locali e le istituzione pubbliche.
Ma chi può essere nominato prefetto? E che laurea deve avere? Quanto dura la sua carica? In questa guida ci occuperemo di descrivere nel dettaglio quali sono i poteri che ha il prefetto, quanto è difficile diventare prefetto e quanto si può guadagnare svolgendo questa funzione.
Chi è il prefetto
Il Prefetto ha il compito di rappresentare il Governo nelle Province nelle quali è suddiviso il territorio nazionale, segnalando le problematiche presenti a livello locale e occupandosi anche della sicurezza pubblica e di intervenire nel caso di calamità naturali.
Il suo ufficio prende il nome di prefettura-ufficio territoriale del governo (Utg) e vi operano anche i vice prefetti – chiamati anche vice prefetti vicari in quanto svolgono le funzioni vicarie del Prefetto – e i vice prefetti aggiuntivi.
Dal punto di vista gerarchico, il Prefetto dipende dal ministro dell’Interno, ma anche il Presidente del Consiglio dei Ministri e i singoli ministri hanno facoltà di poter emanare delle direttive nei suoi confronti.
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Quali sono i compiti del prefetto?
Le mansioni in capo al Prefetto sono di diverso tipo e possono riguardare ambiti assai differenti. In primo luogo, il Prefetto si occupa di ciò che compete al Ministero dell’Interno, ovvero:
- l’immigrazione, in particolare per quel che riguarda la cittadinanza e la richiesta di asilo politico per i rifugiati;
- la sicurezza pubblica;
- la protezione civile, con compiti di coordinamento a livello provinciale durante le emergenze, come quello di assicurare i primi soccorsi;
Tra gi incarichi che possono essere coperti da un Prefetto, sono presenti anche quello di:
- capo della Polizia di Stato;
- vice capo della Polizia di Stato;
- capo di gabinetto;
- capo di dipartimento;
- titolare di un ufficio dirigenziale generale.
Il Prefetto ha il compito di intervenire in caso di calamità naturali e deve allo stesso tempo proporre soluzioni e metodologie per il superamento dell’arretratezza di alcune aree del territorio locale.
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Quali altri poteri ha il Prefetto
Rientrano tra compiti del Prefetto anche:
- l’organizzazione delle consultazioni elettorali e referendarie, assieme ai relativi uffici elettorali;
- il garantire il corretto funzionamento e la costituzione degli organi elettivi di Comuni e Province;
- le procedure di sospensione e scioglimento dei consigli comunali, previste qualora vengano commesse azioni contrarie alla Costituzione o per il mantenimento dell’ordine pubblico;
- il vigilare sull’operato dei sindaci;
- il coordinamento della amministrazioni locali, che riesce a svolgere con il supporto della Conferenza permanente;
- la mediazione in ambito lavorativo e su ciò che è legato ai servizi pubblici essenziali.
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Per cosa ci si rivolge al Prefetto
Il Prefetto può emettere provvedimenti amministrativi sotto forma di ordinanze o decreti. Per quanto riguarda i servizi offerti al pubblico, gestisce anche:
- autorizzazioni, certificazioni o riconoscimenti in materia di antimafia, porto d’armi, associazioni, enti di culto;
- le sanzioni al Codice della Strada, quali il fermo amministrativo, la sospensione della patente, i ricorsi contro la sanzioni derivanti da una violazione del Codice Stradale;
- le sanzioni amministrative di vario genere, come quelle per assegni bancari e postali;
- la toponomastica.
Ci si può rivolgere al Prefetto anche per richiedere l’accesso al fondo di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, dell’usura o dell’estorsione, oppure per cambiare il cognome o il nome sia di minori sia di soggetti maggiorenni.
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Come si diventa Prefetto
Per poter diventare Prefetto è necessario superare un concorso pubblico, al quale si può accedere solo se in possesso di:
- un diploma di laurea specialistica in materie ad indirizzo giuridico, economico o storico sociologico;
- cittadinanza italiana;
- un’età che non superi i 35 anni;
- una condotta incensurabile, quindi si dovrà avere la fedina penale pulita.
Il concorso è costituito da 3 prove scritte e una prova orale: esiste anche la possibilità che ci sia una prova preselettiva, per scremare fin da subito tutti i possibili candidati.
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Come funziona l’esame per diventare prefetto
Le prove scritte consistono:
- in un tema in materia di diritto amministrativo, diritto civile, storia contemporanea e della pubblica amministrazione;
- nella risoluzione di un caso giuridico-amministrativo;
- nella traduzione di un quesito in lingua straniera, che potrà essere inglese o francese.
La prova orale è un colloquio nelle stesse materie oggetto della prova scritta, ma si dovrà dimostrare anche la conoscenza di nozioni riguardanti:
- la sociologia;
- il diritto penale;
- il diritto comunitario;
- la scienza dell’organizzazione;
- la scienza delle finanze;
- la contabilità pubblica;
- saranno valutate anche le competenze informatiche e linguistiche.
Il superamento delle 4 prove porta all’elaborazione di una graduatoria stilata sulla base del punteggio ottenuto e dei titoli di studio: chi lo supera diventa consigliere e deve svolgere un corso di formazione di due anni, che si tiene a Roma, sotto il patrocinio della Scuola superiore dell’amministrazione dell’interno (Ssai), al quale si affianca un periodo di tirocinio operativo.
Dopo il primo anno avviene una prima valutazione, con la quale si può conseguire la qualifica di viceprefetto aggiunto. A questo punto non si diventa Prefetto in modo automatico, ma tramite la nomina da parte del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell’Interno.
Come si diventa viceprefetto
Tutti i soggetti che ottengono la qualifica di viceprefetto aggiunto, vengono inseriti in una graduatoria di merito, che viene valutata dal Consiglio di amministrazione del Ministero dell’Interno, il quale sceglierà i funzionari da nominare viceprefetti.
Per svolgere tale ruolo, si dovrà frequentare un corso di formazione che termina con un esame finale: vi potranno partecipare soltanto i viceprefetti aggiunti che abbiano svolto almeno nove anni e sei mesi di servizio.
Quanto guadagna un prefetto?
Il compenso che può essere raggiunto nel corso della carriera prefettizia dipende dal livello ottenuto. Nello specifico:
- i consiglieri guadagnano circa 1.800 euro netti al mese, con variazioni legate Comune di residenza;
- i viceprefetti hanno uno stipendio che varia tra 3.700 euro e i 4.000 euro mensili;
- i prefetti possono guadagnare anche 7.000 euro al mese.
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Prefetto – Domande frequenti
L’ufficio del Prefetto prende il nome di prefettura-ufficio territoriale del Governo.
Mentre il prefetto è un funzionario che dipende dal Governo, il questore fa parte della Polizia di Stato.
Il vicario del prefetto è una figura che prende il nome di viceprefetto, alla quale si accede tramite un apposito corso di formazione.
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