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Eredità, i principali accorgimenti per una corretta gestione

Dalle relazioni familiari agli aspetti legali

eredità guida

Le circostanze nelle quali si inseriscono le previsioni del codice civile, che disciplinano le successioni, ossia le vicende che riguardano la devoluzione e l’acquisto dell’eredità, sono delicate e talvolta complicate dallo stato dei legami familiari.

Il presente articolo si propone di fornire una guida sintetica sulle prime azioni da intraprendere e le modalità da seguire per tutelarsi e agire correttamente.

Il primo passo per decidere se accettare l’eredità: la stima del patrimonio

L’accettazione dell’eredità comporta una serie di responsabilità, tra le quali far fronte ai debiti e riscuotere i crediti, che fanno riferimento al patrimonio del defunto, subentrare nei rapporti contrattuali, agire quindi come se tali rapporti non si fossero mai interrotti.

Se, in presenza di un numero esiguo di eredi, può sembrare più semplice la gestione dei rapporti familiari, laddove gli eredi siano molteplici – magari anche in presenza di eredi testamentari – la scelta potrebbe risultare più gravosa e l’eredità molto più frazionata.

Per gestire al meglio l’aspetto affettivo ed emotivo ed evitare che possa influenzare le nostre scelte, una soluzione potrebbe essere quella di affidarsi a un legale o a un notaio, che si premuri di contattare tutti gli eredi in vita ed eventuali eredi per rappresentazione (ossia gli eredi degli eredi), per comprendere le loro reali intenzioni (accettazione o rinuncia dell’eredità) e perché si facciano carico di svolgere un inventario dei beni, in particolare in presenza di patrimoni consistenti o beni mobili, gioielli, oggetti d’arte, beni personali del defunto, che possano costituire anche un ricordo, al di là del valore di mercato del bene.

È possibile che il defunto abbia redatto un testamento, in tal caso, potrebbe aver nominato un esecutore testamentario, che sarà responsabile dell’inventario e di tutte le operazioni di esecuzione del testamento ed ereditarie.

Qualora si sia già in possesso di beni del defunto, sarà opportuno renderlo noto agli altri eredi ed evitare di disporne, laddove non si sia ancora certi di voler accettare l’eredità.

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Come accettare l’eredità e relazionarsi con gli altri eredi

L’accettazione tacita si realizza già con atti di disposizione dei beni (salvo che il bene in questione fosse in comproprietà), quindi laddove non si volesse accettare l’eredità, sarà opportuno non pagare debiti del defunto, né riscuotere crediti, di qualsiasi natura, né proporre la domanda di divisione ereditaria o disporre la voltura catastale dei beni.

In tali circostanze, bisogna porre attenzione alle azioni che si compiono, coinvolgendo i beni del defunto. Può essere utile sapere che non rientrano tra gli atti qualificabili come accettazione il pagamento delle spese funerarie e la gestione degli aspetti funerari e di sepoltura, se vengono utilizzate le risorse personali del potenziale erede, in quanto atti riconducibili al dovere morale e familiare.

Laddove, invece, si intenda proseguire, a seguito di stima anche sommaria, all’accettazione espressa dell’eredità, questa potrà avvenire semplicemente mediante la presentazione della dichiarazione di successione (dichiarazione che non è obbligatoria, se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto e l’attivo ereditario ha un valore non superiore a 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari), in caso di successione legittima.

La dichiarazione di successione potrà essere presentata da un solo erede per tutti, ma in tal caso dovrà essere indicata l’eventuale rinuncia da parte di coloro che non intendessero accettarla.

Tale adempimento va effettuato entro un anno dell’apertura della successione, può essere effettuato anche da chi sia solo chiamato all’eredità e non abbia ancora deciso se accettarla, ma è bene sapere che, qualora si intendesse rinunciare all’eredità, entro il termine lungo decennale, bisognerà comunque anticipare le tasse e successivamente richiederne il rimborso all’Agenzia delle Entrate, presentando una dichiarazione integrativa o sostitutiva.

Qualora alcuni eredi si ritrovassero nella situazione di dover effettuare la dichiarazione di successione in assenza di altri, questi saranno tenuti a versare le imposte, per la loro quota, ma l’Agenzia delle Entrate potrà richiedere anche a uno solo il pagamento dell’intero, lasciando che poi sia l’erede ad agire per il rimborso delle somme da parte degli altri eredi.

Dunque, qualora un erede avesse manifestato la propria volontà di rinunciare, sarebbe opportuno attendere, da parte degli altri, la formalizzazione, prima di procedere alla dichiarazione di successione dal punto di vista fiscale, con relativa variazione della voltura catastale.

In ragione di ciò, prima della presentazione della dichiarazione di successione, sarà bene rendere noto a eventuali eredi, che non ne abbiano avuto conoscenza, dell’esistenza dell’eredità, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti nel prosieguo. In caso di mancata risposta, l’eredità dovrà essere in ogni caso ripartita tra tutti gli eredi, che risultino legittimati all’accettazione.

Diversa è la situazione di fronte alla stesura di un testamento: in tal caso, l’accettazione ereditaria avverrà in presenza del notaio, all’atto della pubblicazione testamentaria o nei mesi successivi, una volta che l’erede sia venuto a conoscenza dell’eredità. Sarà, di norma, cura del notaio avvisare gli altri eredi e procedere con l’eventuale dichiarazione di successione.

successione ereditaria

Modalità di tutela in presenza di debiti

Qualora si fosse già a conoscenza dell’esistenza di debiti, contratti in vita da parte del defunto, sarà sempre opportuno effettuare l’accettazione con beneficio d’inventario, atto da compiersi alla presenza di un notaio o del cancelliere del Tribunale del luogo.

Ciò tutelerà al meglio la posizione dell’erede e consentirà al contempo di valutare il patrimonio attivo e compiere le opportune indagini, circa l’esposizione finanziaria del defunto, di cui si risponderà nei limiti dell’eredità ricevuta.

Di contro, l’erede che voglia procedere in tal senso sarà tenuto a redigere un inventario dei beni, a seguito del quale dovrà decidere se accettare o no, e la tempistica varia in base al possesso e alla conoscibilità dei beni del defunto.

Cosa accade se vi sono state donazioni in vita?

Le donazioni disposte in vita da parte del defunto restano valide. In genere la stessa donazione in favore di futuri eredi, redatta avanti al notaio, indica se i beni sono trasferiti a valere sulla quota di legittima spettante e se, ad esempio, per l’eventuale eccedenza, siano da imputarsi alla quota c.d. “disponibile”, ossia quella parte di patrimonio che ognuno può destinare liberamente, anche per testamento.

La collazione e la riduzione di legittima

Se dovesse accadere che, per via di disposizioni effettuate in vita, venisse lesa la quota di successione legittima o, in caso di testamento, la corretta proporzione in esso stabilita, soccorreranno gli eredi due istituti giuridici tra loro affini, ma comunque distinti, ossia la riduzione di legittima e la collazione.

La riduzione di legittima, si propone mediante azione legale in Tribunale e consiste in un ricalcolo fittizio del patrimonio nel suo insieme, ripartito in base alle quote spettanti. Se taluno dei legittimati avesse ricevuto somme o beni nel complesso superiori alla quota spettante, sarebbe tenuto alla restituzione dell’eccedenza in favore di coloro tra gli eredi che fossero stati lesi nei loro diritti, in base alla quota di legge.

Mediante questa azione legale l’erede leso chiede al Giudice di reintegrare la propria quota, la riunione del patrimonio è fittizia: ossia consisterà in un calcolo, ma i beni non dovranno effettivamente essere restituiti. Prima verranno ridotte le disposizioni testamentarie e poi le donazioni, in base al rapporto tra legittima e quota disponibile.

Si rientra, invece, nell’ipotesi di collazione, quando il defunto, con la donazione in vita, ha in realtà solo inteso beneficiare il futuro erede di un anticipo dell’eredità, rispetto alle disposizioni testamentarie. Il termine collazione descrive proprio l’atto con cui gli eredi conferiscono (riunione reale) alla massa attiva del patrimonio ereditario tutti i beni, che sono stati loro donati in vita (collazione in natura). Può anche accadere che i beni non vengano materialmente restituiti, ma venga versato solo l’equivalente pecuniario (collazione per imputazione), operando un calcolo differente rispetto alla riduzione di legittima.

Per effettuare tale operazione di legge gli eredi si dovranno rivolgere a un notaio, che svolgerà l’atto notarile di collazione, prima della divisione ereditaria.

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Elena Armenio
Avvocata civilista
Avvocata civilista, esperta di diritto del lavoro e di diritto amministrativo. Ha collaborato con il Ministero dell’Istruzione e scritto articoli giuridici per diverse riviste specializzate nel settore.
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