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Accettazione eredità: quando si deve fare, costi, termine

Come funziona l'accettazione dell'eredità, cos'è l'accettazione tacita e differenze con l'accettazione espressa, e quali sono i relativi costi e i termini di prescrizione da rispettare.

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  • La successione ereditaria si apre presso l’ultimo domicilio del defunto al verificarsi della sua morte, ai sensi dell’articolo 456 del Codice Civile.
  • La successione si lega alle necessità di fare in modo che i beni del de cuius non rimangano sprovvisti della cura e della gestione a causa della mancanza di una titolarità.
  • L’accettazione dell’eredità prevede delle regole ben precise e dei termini da rispettare, oltre che il pagamento di alcuni costi.

L’eredità viene spartita in base alle regole della successione legittima in assenza di testamento, oppure della successione testamentaria. Nei casi in cui il testamento che è stato redatto dal de cuius contenga disposizioni relative soltanto ad alcuni beni o norme non valide e inefficaci, sarà possibile agire impugnando il testamento.

L’apertura della successione fa sì che i successori testamentari e i legittimari diventino “chiamati” all’eredità: ai sensi dell’articolo 459 del Codice Civile acquisiscono così il diritto di accettarla per mezzo dell‘atto di accettazione dell’eredità. L’accettazione dell’eredità è retroattiva: i suoi effetti non decorrono infatti dal giorno dell’accettazione stessa, ma da quello del decesso.

Come funziona nella pratica l’accettazione dell’eredità? Quando è tacita e quali sono le conseguenze della mancata accettazione? In questa guida sarà trattato l’argomento, con riferimento anche all’accettazione espressa e a quella con beneficio di inventario, alla trascrizione dell’atto, ai costi e al termine di prescrizione.

Quando si deve fare l’atto di accettazione di eredità?

Il chiamato all’eredità, definito anche delato, accetta di essere titolare dell’asse ereditario e dei suoi rapporti tramite un atto di accettazione. L’alternativa della quale dispone è rappresentata dalla rinuncia all’eredità: l’accettazione non può infatti essere parziale, condizionata o a termine.

L’atto di accettazione dell’eredità è:

  • irrevocabile;
  • irripetibile;
  • deve essere compiuto entro 10 anni dal momento in cui avviene l’apertura della successione;
  • l’accettazione con beneficio d’inventario rappresenta, invece, un’eccezione in termini di tempo – che prenderemo in esame in seguito – ed è disciplinata dall’articolo 485 del Codice Civile.

Proprio in considerazione di questo margine di tempo così esteso, i timori che eventuali creditori possano prendere possesso dell’eredità, può spingere gli interessati a fare una richiesta specifica al giudice: quella di fissare un termine più breve entro il quale venga manifestata l’accettazione dell’eredità o la sua rinuncia.

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Differenze tra accettazione espressa e tacita

L’accettazione dell’eredità può essere di due tipi: espressa, disciplinata dall’articolo 475 del Codice Civile, e tacita, disciplinata dall’articolo 476 cc. L’accettazione espressa consiste in un atto pubblico, che dovrà avvenire alla presenza di un notaio o del cancelliere del Tribunale competente, oppure in una scrittura privata senza autenticazione, nel caso in cui non ci fossero beni immobili nell’eredità.

L’accettazione tacita consiste nel fatto che l’erede si comporti esattamente come tale, compiendo un atto, chiamato “comportamento concludente“, che manifesti la sua volontà di accettare l’eredità. Un esempio può essere rappresentato dalla vendita di uno dei beni dell’eredità, oppure dalla rinuncia al bene a favore di altri eredi.

Nel caso in cui il defunto avesse diversi debiti, agli eredi converrà accettare l’eredità con una procedura nota come accettazione con beneficio di inventario: vediamo in cosa consiste nello specifico.

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Accettazione eredità con beneficio di inventario

L’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario si differenzia dall’accettazione pura e semplice non solo per il metodo che la caratterizza. Si tratta infatti di una particolare forma di accettazione dell’eredità nella quale il patrimonio ereditato e quello posseduto rimangono distinti. Può essere praticata a prescindere dalla presenza di eventuali divieti presenti nel testamento.

Ciò significa, in altri termini, che saranno ereditati i beni del de cuius, ma non le sue passività: il patrimonio personale dell’erede non potrà così essere in nessun modo intaccato. L’accettazione con beneficio di inventario è l’unica forma di eredità che può essere praticata nel caso di minori, anche quelli emancipati, e per i soggetti interdetti e inabilitati.

La stessa regola viene applicata:

  1. alle persone giuridiche;
  2. alle associazioni;
  3. alle fondazioni e agli enti non riconosciuti.

Al contrario, l’accettazione pura e semplice comporta da un lato la rinuncia definitiva di potersi avvalere del beneficio d’inventario, dall’altro il fatto che crediti e debiti del defunto confluiscano in modo indifferenziato nel patrimonio dell’erede.

Approfondisci l’argomento leggendo la nostra guida su Accettazione eredità con beneficio di inventario: termini e procedura

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Come funziona il beneficio d’inventario

L’accettazione con beneficio di inventario:

  • deve essere fatta presso la cancelleria del Tribunale dell’ultimo domicilio del defunto, attraverso il modello specifico del singolo Tribunale;
  • consisterà nella redazione di un verbale da parte del cancelliere;
  • sarà redatto l’inventario di tutti i bene ereditati e del loro valore, che si potrà eseguire in Tribunale oppure presso lo studio di un notaio;
  • per quanto riguarda le tempistiche, la richiesta del beneficio dovrà essere effettuata entro 3 mesi dalla morte del de cuius se si è già in possesso dei beni ereditati. Altrimenti il termine è pari a 10 anni.

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Accettazione dell’eredità: costi

I costi da sostenere dipendono dalla procedura che viene adottata e dal professionista al quale ci si rivolge. L’accettazione tacita non comporta costi di nessun tipo per l’erede.

Quest’ultimo non dovrà pagare l’accettazione dell’eredità, ma nel caso in cui nel patrimonio ereditato ci fossero beni immobili, dovrà:

  • presentare la dichiarazione di successione;
  • pagare l’imposta di successione;
  • chiedere la relativa trascrizione nei registri immobiliari.

Nel caso di accettazione dell’eredità espressa, ci saranno altri costi da sostenere, a meno che non si abbia la possibilità di procedere con una scrittura privata non autenticata.

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Tra questi si annoverano:

  • quello del notaio, che varia in relazione al singolo professionista, ma potrebbe aggirarsi tra i 1.500 e i 2.000 euro;
  • le marche da bollo per i documenti, ovvero il verbale e l’atto da trascrivere, pari a 16 euro;
  • gli oneri fiscali dipendono dal tipo di operazione: per esempio sono pari a 35 euro per le tasse ipotecarie, a 200 euro per l’imposta ipotecaria, e così via.

I costi del beneficio di inventario ammontano a 500 euro nel caso in cui siano espressamente richiesti a un notaio, mentre se si agisce presso la cancelleria del Tribunale, si dovranno pagare 100 euro per la richiesta di inventario e una marca da bollo di 27 euro.

Scopri di più su Figlio sposato muore prima del genitore: come funziona l’eredità

Termine di prescrizione per accettare l’eredità

Ai sensi dell’articolo 480 del Codice Civile, l’accettazione dell’eredità si prescrive in 10 anni a partire dalla morte del de cuius, ovvero dal giorno in cui viene aperta la successione. Esistono comunque delle eccezioni relativa alla prescrizione dell’eredità.

Nello specifico, si tratta del caso in cui:

  • il defunto abbia inserito nel testamento un termine minore relativo all’accettazione dell’eredità;
  • qualcuno presenti un’istanza in Tribunale, chiamata “interrogatoria”, con la quale si richiede al giudice di fissare un termine inferiore rispetto alla norma per accettare o rinunciare all’eredità.

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come si fa l'atto di accettazione eredita

Cosa succede nel caso di mancata accettazione dell’eredità

Come anticipato, gli eredi non sono obbligati a procedere con l’accettazione dell’eredità: pertanto, una volta trascorso il termine di prescrizione, non avranno più nessun diritto di accedere all’asse ereditario.

Tra i soggetti interessati a chiedere al Tribunale la riduzione del periodo di prescrizione, possono esserci anche i creditori: in questo caso, sarà fissata un’apposita udienza in Tribunale. Qualora il chiamato non dovesse presentarsi, allora perderà in automatico il suo diritto all’accettazione dell’eredità e non potrà più farlo valere in alcun modo su di essa.

Se necessiti di ricevere assistenza legale in merito all’accettazione di un’eredità, ti suggeriamo di rivolgerti a uno degli avvocati specializzati in successione, donazioni ed eredità presenti su deQuo, ai quali potrai inviare una richiesta di preventivo gratuito o di consulenza legale online.

Accettazione di eredità – Domande frequenti

Quando si deve fare l’atto di accettazione di eredità?

L’atto di accettazione dell’eredità deve essere fatto, entro il termine di prescrizione di 10 anni, all’apertura della successione: ha valore retroattivo, nel senso che i suoi effetti valgono dal giorno della morte del del cuius.

Come si fa ad accettare l’eredità?

L’accettazione di eredità può avvenire in modi diversi: può essere tacita, espressa oppure con beneficio di inventario.

Quanto costa l’accettazione tacita di eredità?

Il costo varia in relazione alla procedura che si applica: rivolgersi a un notaio avrà indubbiamente un costo molto più elevato rispetto al caso in cui si agisca in autonomia presentando i documenti richiesti presso la cancelleria del Tribunale.

Quando è obbligatoria la trascrizione dell’accettazione dell’eredità?

Il notaio è tenuto a trascrivere l’accettazione tacita di eredità qualora venga stipulato un atto di compravendita di un bene proveniente da una successione.

Cosa succede se non si fa accettazione tacita eredità?

Nell’ipotesi in cui l’eredità non venisse accettata, trascorsi 10 anni dalla morte del de cuius, la stessa si considererebbe rinunciata.

Come fare accettazione eredità senza notaio?

L’accettazione dell’eredità può essere espressa presso la Cancelleria del Tribunale competente: in questo caso, si dovrà sostenere un costo compreso da i 300 e i 500 euro.

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Maria Vittoria Simoni
Esperta di diritto penale
Neo laureata in legge, sogna di diventare un giorno magistrato. Nel frattempo, scrive per la redazione di deQuo, condividendo le sue conoscenze giuridiche online.
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