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Successione d’azienda: disciplina giuridica e adempimenti fiscali

La successione d’azienda è un momento complesso che richiede attenzione sotto il profilo giuridico e fiscale. Alla morte del titolare, gli eredi devono decidere se continuare, cedere o cessare l’attività. La pianificazione preventiva è uno strumento essenziale per garantire la continuità aziendale e ridurre i rischi connessi al passaggio generazionale.

successione d'azienda
  • In caso di morte di un imprenditore, l’azienda con la quale veniva esercitata l’attività economica passa agli eredi.
  • Come gli altri beni del defunto, in caso di accettazione l’azienda entra a far parte della comunione ereditaria.
  • A questo punto, gli eredi possono decidere di proseguire l’azienda, darla in affitto, cederla o chiudere definitivamente l’attività.

La morte del titolare di un’azienda rappresenta un evento delicato, non solo dal punto di vista familiare ed emotivo, ma anche sotto il profilo giuridico, fiscale ed economico.

La cosiddetta successione d’azienda è l’insieme delle regole che disciplinano il trasferimento del complesso aziendale agli eredi o ad altri soggetti, garantendo la continuità dell’attività e il rispetto degli obblighi fiscali.

L’azienda non prosegue da sola, ma entra nel patrimonio ereditario in quanto costituisce un bene dal valore economico e, in presenza di più eredi, quando non sia stato redatto un testamento, entra a far parte della comunione ereditaria.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa accade alla morte dell’imprenditore, come si devono comportare gli eredi e quali sono gli adempimenti connessi al trasferimento dell’azienda.

Cos’è la successione d’azienda?

Con il termine successione d’azienda si intende il trasferimento del complesso aziendale, cioè dell’insieme organizzato di beni e rapporti (intendendosi per tali i beni materiali, immateriali, i contratti, i rapporti di lavoro e l’avviamento) da un soggetto a un altro a seguito della morte dell’imprenditore.

A differenza della cessione d’azienda tra vivi, che è un contratto tra parti, la successione d’azienda avviene mortis causa, cioè in conseguenza del decesso del titolare

Rispetto all’impresa, che è un’attività economica, l’azienda è, come stabilito dallo stesso articolo 2555 del codice civile, il complesso di beni che serve all’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Questi beni possono essere ceduti per atto tra vivi, ma possono essere trasferiti ad altri soggetti a causa della morte del titolare, ovvero per successione, cadendo così in comunione ereditaria.

Con la morte dell’imprenditore avviene, infatti, l’apertura della successione. Tutti i beni appartenenti al defunto, compresa l’azienda, entrano a far parte dell’eredità o della comunione ereditaria qualora l’erede sia più di uno. Quest’ultima è la situazione di contitolarità che si crea tra almeno due persone che ricevono il patrimonio del defunto. Della comunione ereditaria è possibile chiedere lo scioglimento.

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Cosa succede se muore il titolare di un’azienda individuale?

Il caso più comune riguarda l’impresa individuale, quando vi è, cioè, un imprenditore singolo. Alla morte di quest’ultimo, l’azienda non si estingue automaticamente, ma può:

  • continuare con gli eredi, che decidono di proseguire l’attività;
  • essere ceduta a terzi intenzionati a svolgere l’attività; 
  • essere chiusa, con cessazione della partita IVA e liquidazione dei beni.

Gli eredi hanno dunque davanti tre strade: proseguire, cedere o cessare l’attività. La scelta dipende dal valore dell’azienda, dalla volontà di mantenere in vita il lavoro creato dal defunto e dalla capacità degli eredi di gestire l’attività. Quel che è certo è che qualunque soluzione deve essere il frutto di una scelta consapevole.

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Forma giuridica dell’azienda e successione ereditaria

In caso di morte di un imprenditore individuale, l’attività subisce un’interruzione a meno che i chiamati all’eredità, accettando il patrimonio, stabiliscano di darne prosecuzione. Gli eredi potranno accettare con o senza beneficio di inventario e, in quest’ultimo caso, dovranno rispondere dei debiti connessi all’azienda anche con il proprio patrimonio personale.

Nel caso in cui gli eredi non siano in grado di proseguire il lavoro del parente defunto, potranno darla in affitto al fine di trarne un reddito oppure cederla a terzi a titolo oneroso. In quest’ultimo caso, si cedono i beni in proprietà unitamente ai contratti che assicuravano all’imprenditore defunto il godimento dei beni aziendali dei quali egli non era proprietario.

Qualora gli eredi esprimano all’unanimità la propria volontà di proseguire l’attività aziendale, si troveranno a gestire una società di fatto che dovrà essere regolarizzata divenendo formalmente una società di persone o di capitali.

Se l’imprenditore possedeva quote o azioni in una società (S.r.l., S.p.A., S.n.c., S.a.s.), alla sua morte gli eredi subentrano potenzialmente nella titolarità delle partecipazioni. 

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Società di persone

Nelle società di persone (S.n.c. e S.a.s.), con la morte del socio si scioglie il rapporto limitatamente al socio defunto. Il decesso non fa venir meno la società. L’articolo 2284 codice civile afferma che, in caso di morte di uno dei soci, gli altri devono liquidare la quota agli eredi, a meno che preferiscano continuare con gli eredi o sciogliere la società. L’ingresso degli eredi è subordinato al consenso degli altri soci, altrimenti gli eredi hanno diritto alla liquidazione della quota.

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Società di capitali

Nelle società di capitali (S.r.l. e S.p.A.), il trasferimento delle quote avviene di regola senza ostacoli, salvo limitazioni statutarie; l’ingresso degli eredi è più semplice, salvo che lo statuto sociale preveda clausole particolari (per esempio clausole di prelazione o di gradimento).

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Chi eredita l’azienda?

In assenza di un testamento, si applicano le regole relative alla successione legittima. Ne consegue che, in primo luogo, l’eredità e quindi l’azienda, viene attribuita a coniuge e figli, poi agli ascendenti e infine, in mancanza di parenti entro il sesto grado, allo Stato.

Far rientrare l’azienda nell’ambito della comunione ereditaria è comunque un fatto rischioso in quanto questo si può tradurre, soprattutto in presenza di più eredi o eredi inesperti nel settore, in un blocco di gestione.

Il testamento, pertanto, si rivela la soluzione migliore, soprattutto nel caso in cui si tratti di un’impresa familiare. Si individueranno uno o più soggetti in grado di proseguire l’azienda, il tutto nel rispetto delle quote legittime.

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Adempimenti fiscali in caso di morte del titolare

La morte del titolare di un’azienda comporta una serie di adempimenti fiscali e amministrativi che gli eredi devono affrontare, concernenti la comunicazione del decesso agli enti competenti.

Entro 12 mesi dal decesso, gli eredi devono infatti presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione, indicando i beni ereditati, compresa l’azienda o le quote societarie. La dichiarazione serve a determinare l’imposta di successione, oltre alle eventuali imposte ipotecarie e catastali se sono presenti immobili aziendali.

Contestualmente, si deve valutare la sorte della partita IVA. Qualora non si intenda proseguire con l’attività, la partita IVA va chiusa entro 30 giorni dal decesso dell’imprenditore. Nel caso in cui gli eredi decidano di continuare l’attività, devono comunicare all’Agenzia delle Entrate, sempre entro detto termine, i dati necessari per effettuare l’opportuna variazione. 

Se l’attività prosegue, gli eredi devono farsi carico anche degli adempimenti periodici IVA (liquidazioni, dichiarazioni, versamenti).

Per quanto concerne i rapporti giuridici in corso (contratti di locazione, forniture, dipendenti), tutti si trasferiscono agli eredi per la continuazione dell’attività. In questo caso, gli eredi devono provvedere alle comunicazioni obbligatorie a INPS, INAIL e altri enti poiché subentreranno nelle posizioni contrattuali dell’imprenditore venuto a mancare.

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Avv. Manuela Margilio
Esperta di diritto immobiliare, successioni, fiscalità.
Laureata in giurisprudenza a Torino. Dopo aver lavorato presso diversi studi legali, attualmente mi occupo di assicurazioni e scrivo sul web approfondendo tematiche sulle quali nel tempo mi sono specializzata.
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