Si può espellere uno Stato dall’ONU?
L’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata fondata il 24 Ottobre del 1945 da 51 nazioni per cercare di prevenire e risolvere le controversie internazionali, preservando la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale. In questa guida, cerchiamo di capire se sia possibile espellere uno degli Stati membri.
- L’art. 5 del Trattato prevede che uno Stato membro delle Nazioni Unite può essere sospeso dall’esercizio dei diritti e dei privilegi di Membro da parte dell’Assemblea Generale su proposta del Consiglio di Sicurezza.
- L’art. 6 del Trattato prevede che uno Stato membro dell’ONU possa esser espulso perché viola i principi fondamentali previsti dallo Statuto.
- Nessuno Stato membro è mai stato sospeso o espulso finora.
Gli Stati membri dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) devono rispettare lo Statuto al quale hanno aderito nel momento in cui hanno ratificato il trattato. Lo Statuto fissa i principi fondamentali delle relazioni internazionali e impone degli obblighi agli Stati, al fine di poter raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione. Nelle prossime righe faremo un breve riassunto delle principali funzioni dell’ONU e vedremo quali sono i presupposti alla base dell’eventuale espulsione di uno Stato, che sono contenuti proprio nello Statuto.
ONU: funzioni e Statuto
L’ONU svolge quattro funzioni fondamentali, cioè:
- mantenere la pace e la sicurezza internazionali;
- sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni;
- cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per i diritti umani;
- rappresentare un centro per l’armonizzazione delle diverse iniziative nazionali.
La Carta o Statuto delle Nazioni unite è l’accordo istitutivo dell’ONU ed è composto da 111 articoli: nel capitolo II definisce i criteri di ammissione dei Paesi.
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Cos’è il consiglio di sicurezza
L’organo con più poteri è il Consiglio di sicurezza, che fu creato anche per consolidare la posizione dei Paesi usciti vincitori dalla guerra, e garantire loro una posizione dominante nel nuovo sistema internazionale. Non a caso, è composto dai rappresentanti di 15 stati membri, di cui 5 permanenti.
Gli Stati permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono:
- Stati Uniti;
- Russia;
- Cina;
- Francia;
- Regno Unito.
I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza hanno il diritto di porre il veto. Nell’ambito delle procedure di sospensione ed espulsione di uno Stato membro, rivestono un ruolo decisivo, perché tutti i membri permanenti devono essere d’accordo.
Il caso della Russia
Emblematico il caso della Russia, del quale più volte si è discusso a causa della guerra contro l’Ucraina, poiché l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani, mentre non è stata sospesa dal Consiglio di Sicurezza, perché ha il diritto di veto essendo uno dei membri permanenti del Consiglio. Ne consegue che si possa definire il Consiglio di Sicurezza obsoleto e non rappresentativo, oggi, a causa dei suoi cinque membri permanenti.
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Come funziona la sospensione dall’ONU?
L’Articolo 5 dello Statuto dispone che:
Un Membro delle Nazioni Unite contro il quale sia stata intrapresa, da parte del Consiglio di Sicurezza, un’azione preventiva o coercitiva può essere sospeso dall’esercizio dei diritti e dei privilegi di Membro da parte dell’Assemblea Generale su proposta del Consiglio di Sicurezza. L’esercizio di questi diritti e privilegi può essere ripristinato dal Consiglio di Sicurezza.
L’articolo definisce quando uno Stato membro può essere sospeso, e pertanto, non godere più dei diritti e dei privilegi di essere membro dell’ONU, e ne stabilisce la procedura.
L’Assemblea Generale delibera la sospensione dello Stato membro dai suoi diritti e privilegi su proposta del Consiglio di Sicurezza, l’unico organo che può proporre le sanzioni. Il ripristino dei diritti, e quindi la revoca della sospensione, è una prerogativa del Consiglio di sicurezza.
Perché uno Stato membro può essere sospeso?
La sospensione di uno Stato membro dalle Nazioni Unite può avvenire per azione preventiva o coercitiva del Consiglio di Sicurezza.
Il principio fondamentale contenuto nella Carta dell’ONU è quello della pace, che viene intesa non solo come assenza di guerra ma, altresì, come cooperazione di tutti – Stati, popoli, soggetti non governativi – per costruire un ordine internazionale fondato sui principi di solidarietà e di rispetto dei diritti umani.
La guerra non è prevista come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, non è legittima. Le controversie internazionali vanno risolte con i mezzi pacifici indicativamente elencati all’art. 33 della Carta, vale a dire “negoziati, inchiesta, mediazione, conciliazione, arbitrato, regolamento giudiziale, ricorso ad organizzazioni o accordi regionali” e altre procedure analoghe.
L’organo sopranazionale legittimato a decidere l’uso della forza è il Consiglio di sicurezza, che può utilizzare misure che non prevedono l’impiego dell’uso della forza, per esempio l’interruzione delle relazioni economiche (art. 41) o intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale (art. 42).
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Espulsione di uno Stato membro
L’espulsione è disciplinata dall’art. 6, del Trattato, il quale dispone che:
Un Membro delle Nazioni Unite che abbia persistentemente violato i principi enunciati nel presente Statuto può essere espulso dall’Organizzazione da parte dell’Assemblea Generale su proposta del Consiglio di Sicurezza.
I principi fondamentali previsti dallo Statuto, che se violati, possono portare all’espulsione dello Stato membro dall’ONU, ossia principi inviolabili a cui l’art. 6 fa riferimento, sono tutti i principi enunciati dagli articoli dello Statuto, in particolare:
- la sovrana eguaglianza di tutti i membri delle Nazioni Unite;
- la risoluzione delle controversie internazionali tra Stati con mezzi pacifici così da non mettere in pericolo la pace;
- adempimento in buona fede degli obblighi dello Statuto;
- divieto di minaccia o uso della forza;
- assistenza alle Nazioni Unite;
- non intervento negli affari interni di altri Stati.
La procedura per l’espulsione può essere decisa dall’Assemblea Generale, sempre su proposta del Consiglio di Sicurezza.
Esempi di sospensione ed espulsione dall’ONU nella storia
Le procedure di sospensione ed espulsione nella storia non sono mai state utilizzate. Nel 1974, ci fu un tentativo fallito di espellere il Sudafrica dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, a causa della politica di apartheid; proposta di espulsione bloccata dal CdS. Al Sud Africa furono sospesi i diritti di membro dell’AG sotto forma di respingimento delle credenziali dei delegati del governo, che non potevano partecipare ai lavori dell’organo a causa della politica di apartheid praticata, ma dal 1994 il Sud Africa ha ripreso a pieno titolo la sua partecipazione all’ONU. L’espulsione, dunque, è una norma mai stata applicata.
Non bisogna, invece, confondere la sospensione subita da Cuba da parte dell’Organizzazione degliStati Americani (OSA), che è un’organizzazione multilaterale regionale creata il 30 aprile 1948 con la firma della Carta di Bogotà, con la sospensione dall’ONU.
Nel 1962, Cuba è stata sospesa come membro dell’OSA. Questa sospensione è avvenuta a causa dell’avvicinamento del governo cubano all’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda, e ha raggiunto l’apice nel 1962 con la concessione ai sovietici di costruire una base missilistica nucleare in territorio cubano, di fatto vicina al confine statunitense.
Nel 2009, l’OSA ha riammesso Cuba che, però, ha scelto di non rientrare nell’organizzazione. L’ONU non ha mai sospeso Cuba, piuttosto ciclicamente rinnova l’appello agli Stati Uniti per la fine dell’embargo economico, commerciale e finanziario, ancora in vigore.
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