Reato di falsa testimonianza: procedibilità, pena, prescrizione
Il reato di falsa testimonianza è disciplinato ai sensi dell’articolo 372 del codice penale. Vediamo in cosa consiste, quando si concretizza e come viene punito.
- La falsa testimonianza è un reato proprio, nel senso che a commetterlo può essere solo un soggetto chiamato a testimoniare all’interno di un procedimento.
- Il reato di falsa testimonianza è perseguibile d’ufficio perché lede un interesse pubblico, ossia il corretto funzionamento della giustizia.
- Può essere quindi denunciato da chiunque, pur restando soggetto ai termini di prescrizione.
Quando si è chiamati come testimoni in un processo, si è obbligati a dire la verità di propria conoscenza. Nonostante l’obbligo, però, non è infrequente che si realizzi una falsa testimonianza.
Testimoniare il falso all’interno di un procedimento giudiziario è un reato disciplinato dal codice penale. Vediamo nei dettagli quale norma lo prevede, come viene punito e le caratteristiche del reato.
Falsa testimonianza: quando si configura il reato
È l’articolo 372 del codice penale che disciplina il reato di falsa testimonianza. La norma recita testualmente che:
Chiunque, deponendo come testimone innanzi all’Autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato, è punito con la reclusione da due a sei anni.
Il reato di falsa testimonianza è un reato proprio in quanto può essere realizzato solo dal testimone, formalmente ammonito a dire la verità (giuramento), in un processo civile o penale.
Il reato di falsa testimonianza mira a tutelare da una parte l’amministrazione della giustizia, garantendo che le decisioni giudiziarie si basino su informazioni veritiere, e dall’altra la fiducia nel sistema giudiziario, preservando l’integrità delle testimonianze. La pena prevista in caso di falsa testimonianza è della reclusione da 2 a 6 anni.
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Procedibilità: denuncia o querela per falsa testimonianza?
Il reato di falsa testimonianza è procedibile d’ufficio, nel senso che per la sua punibilità non è necessaria una denuncia da parte della parte lesa o di altri soggetti. Le autorità giudiziarie, qualora venissero a conoscenza del reato anche durante il processo stesso, possono attivarsi autonomamente per perseguire il colpevole.
Trattandosi di un reato procedibile d’ufficio, non occorre una querela da parte presentata dalla persona offesa, in quanto il reato è considerato un’offesa all’amministrazione della giustizia. Chiunque, qualora venga a conoscenza della falsa testimonianza, può segnalarla alle autorità competenti.
La denuncia per falsa testimonianza, corredata da prove concrete, può essere presentata alle forze dell’ordine, ovvero alla Procura della Repubblica presso cui si sta svolgendo il processo che vede coinvolto il testimone che ha dichiarato il falso.
Prescrizione
Come per tutti i reati, anche la falsa testimonianza è soggetta alla prescrizione, il cui termine varia in base alla pena massima prevista. La pena massima per la falsa testimonianza è di 6 anni di reclusione: di conseguenza, il reato si prescrive in 6 anni, salvo eventuali interruzioni o sospensioni del termine.
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Assoluzione per falsa testimonianza
Il reato di falsa testimonianza si caratterizza per il dolo, ossia la consapevole intenzione di mentire o omettere la verità. Se il testimone, quindi, crede in buona fede di affermare il vero, anche se i fatti narrati risultano inesatti oppure riporta ricordi imprecisi o sbagliati involontariamente, non si potrà procedere per falsa testimonianza.
Un testimone che mente o si rifiuta di rispondere per evitare di incriminare sé stesso non commette falsa testimonianza. La falsa testimonianza si configura quindi solo se c’è la chiara volontà di mentire su fatti che si conoscono come veri o falsi. Inoltre, non si è incriminati per falsa testimonianza neanche se la bugia che viene detta durante il processo non intralcia lo stesso.
Risarcimento per falsa testimonianza
Se una falsa testimonianza causa danni materiali o morali a una delle parti coinvolte, questa può chiedere un risarcimento danni. Per farlo, però, deve dimostrare che la falsa testimonianza ha influito direttamente sul processo, causando un danno (per esempio, una condanna ingiusta o una decisione sfavorevole). La richiesta di risarcimento può essere avanzata attraverso una causa civile separata o come parte civile nel procedimento penale contro il testimone.
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Come difendersi dalle false testimonianze?
Per difendersi da una falsa testimonianza, è necessario dimostrare l’inattendibilità del testimone, evidenziando contraddizioni o mancanza di prove che supportino le sue dichiarazioni. Si devono, quindi, raccogliere prove contrarie, come documenti, testimonianze di altre persone, o registrazioni che smentiscano le affermazioni false. Si può chiedere al giudice di valutare la credibilità del testimone, eventualmente sottoponendolo a controesame.
Cosa succede se un testimone mente?
Se viene provato che un testimone ha mentito, può essere denunciato per falsa testimonianza ai sensi dell’articolo 372 del codice penale. Il processo può essere riaperto, soprattutto se la testimonianza falsa ha avuto un impatto decisivo sull’esito. In questo caso, come si evince in base a quanto detto fin qui, il testimone che ha dichiarato il falso rischia la reclusione (da 2 a 6 anni), oltre alla possibile responsabilità per risarcimento dei danni.
Come ritrattare una falsa testimonianza?
Un testimone può evitare la punibilità per falsa testimonianza se rettifica volontariamente le dichiarazioni false prima che la sentenza del processo venga emessa. La rettifica deve avvenire in modo spontaneo o, al massimo, prima che il giudice scopra la falsità delle dichiarazioni.
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Quando la falsa testimonianza non è punibile?
Come già precisato, la falsa testimonianza non è punibile se il testimone crede in buona fede di affermare il vero, pur sbagliandosi. In tal caso, non è prevista la punibilità in quando manca il dolo, ossia la volontà di commettere il reato.
La falsa testimonianza non è punibile neanche se il testimone mente o si rifiuta di rispondere per evitare di auto-accusarsi di un reato (principio del “nemo tenetur se detegere“).
Se pensi che un testimone in un processo abbia detto il falso, è bene rivolgerti ad un avvocato specializzato che possa aiutarti nel denunciare il fatto alle autorità competenti.
Differenza tra falsa testimonianza e calunnia
È bene tenere distinti i due reati della falsa testimonianza e della calunnia, fattispecie diverse con differenze fondamentali. La falsa testimonianza è un reato commesso da un testimone che mente, tace o altera la verità durante un processo, quindi presuppone un contesto procedimentale con il testimone sotto giuramento.
Inoltre, la falsa testimonianza non implica necessariamente un’accusa verso un’altra persona, ed è punita ai sensi del codice penale con la reclusione da 2 a 6 anni.
La calunnia, invece, è un reato commesso da chi denuncia falsamente un’altra persona, sapendo che è innocente, accusandola di un reato. Il reato di calunnia, a differenza della falsa testimonianza, può concretizzarsi anche al di fuori di un procedimento giudiziario, per esempio con una denuncia mendace alle autorità. La calunnia comporta la reclusione da 2 a 8 anni ai sensi dell’articolo 368 c.p.
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Falsa testimonianza – Domande frequenti
Commettere una falsa testimonianza comporta la pena della reclusione da due a sei anni ai sensi dell’articolo 372 c.p.
Per provare una falsa testimonianza, è necessario evidenziare contraddizioni interne nelle dichiarazioni del testimone, divergenze tra la testimonianza e altre prove raccolte e testimonianze di altri soggetti che smentiscono i fatti dichiarati.
Per smontare una falsa testimonianza si possono individuare incongruenze, utilizzare un controesame efficace, presentare prove contrarie e, infine, verificare l’attendibilità del testimone, indagando sul suo conto e sulle sua relazione con le parti.
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