Cosa succede se testimoni il falso in tribunale?
Quando dichiarare falso in tribunale è reato? Cosa si intende per falsa testimonianza? E per intralcio alla giustizia? Scopriamolo nel seguente articolo, che prende in esame le conseguenze di tali condotte.
- Il processo è considerato un luogo sacro dal legislatore, il quale ha deciso di proteggerlo prevedendo una serie di reati che hanno come principale obiettivo garantire il buon andamento del processo.
- In particolare, alcuni delitti sono proprio finalizzati a garantire la verità processuale, cioè che nel processo siano raccolte informazioni vere.
- Appartengono alla categoria dei reati a tutela della verità processuale il reato di falsa testimonianza e il reato di intralcio alla giustizia.
Il processo è il luogo deputato a stabilire qual è la verità quando vengono in evidenza condotte che sono illecite. La verità processuale è essenziale se si vuole garantire la certezza del diritto e, soprattutto, il diritto di difesa dell’imputato.
Proprio per questa ragione, il legislatore ha previsto alcuni reati che hanno proprio come funzione quella di tutelare il bene giuridico in questione, cioè la verità processuale. Questi reati sono molteplici.
Nel presente articolo ci dedicheremo all’esame del reato di falsa testimonianza e del reato di intralcio alla giustizia. Ti diremo quali sono gli elementi essenziali delle due fattispecie e le pene previste; inoltre, illustreremo anche quelle che sono le ipotesi in cui non è possibile punire l’autore della condotta illecita.
Cosa succede se dico il falso in giudizio?
Il legislatore ha previsto molte norme che hanno come obiettivo quello di garantire la correttezza del procedimento giudiziario. Quindi, al fine di consentire di raccogliere le informazioni necessarie al giudizio, sono stati introdotti vari reati che hanno come obiettivo proprio quello di punire chi dichiara il falso o induce altri a dichiarare il falso.
Per capire quali sono le conseguenze penali della dichiarazione falsa, dobbiamo seguire due direzioni. Da un lato, c’è la condotta di chi materialmente dichiara il falso in un processo, dall’altro, la condotta di chi induce altri a dichiarare il falso.
Per approfondire l’argomento ti invitiamo a leggere: I reati di falso nell’ordinamento penale italiano
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Reato di falsa testimonianza
Il reato di falsa testimonianza punisce chi procede a dichiarare il falso in giudizio. L’art. 372 del Codice Penale punisce il delitto di falsa testimonianza. Questa norma vuole tutelare uno specifico bene giuridico, cioè il corretto e normale funzionamento dell’attività giudiziaria.
La norma dispone che:
Chiunque, deponendo come testimone innanzi all’Autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato, è punito con la reclusione da due a sei anni.
Il reato appartiene alla categoria dei reati propri, cioè quelli che non possono essere posti in essere da chiunque (anche se la norma inizia con chiunque), ma solo da chi è “testimone”, quindi è chiamato a deporre.
Potresti approfondire l’argomento leggendo anche: Reato di falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale
Cosa si intende per falso?
La prima domanda che dobbiamo porci è cosa si intende per falso. Depone il falso chi, pur essendo a conoscenza del vero e della realtà che ha concretamente avuto modo di conoscere, dichiara affermazioni incoerenti, contraddittorie o incongrue.
Il reato si realizza mediante dichiarazioni mendaci, cioè dichiarazioni false. Si può realizzare falsa testimonianza mediante omissione? Tecnicamente, il soggetto può integrare il reato anche mediante condotta reticente, cioè fingendo di non sapere informazioni di cui è a conoscenza.
Il reato in questione comporta la punibilità del soggetto che ha reso la falsa testimonianza, senza che sia necessario che il processo ne abbia in concreto risentito. Per questa ragione, si dice che il reato di falsa testimonianza è un reato di pericolo, cioè uno di quei reati in cui si punisce la condotta di messa in pericolo di un bene giuridico, anche se poi in concreto non viene realizzato nessun danno.
Puoi approfondire la questione leggendo anche: Reato di falso ideologico: cos’è, quando si configura e come viene punito
Quale pena è prevista per il reato di falsa testimonianza?
Il reato di falsa testimonianza è punito con la reclusione da 2 a 6 anni. Il codice penale, tuttavia, prevede una causa di esclusione della punibilità, cioè quando si verificano determinate situazioni, l’autore del falso non è punito.
È necessario che il soggetto che si sia reso autore della condotta ritratti, cioè si “rimangi” la testimonianza fatta. La ragione di questa previsione è quella di tutelare il soggetto quando decide di ripristinare la verità nel processo.
Il legislatore ha anche previsto un’ulteriore causa di non punibilità, quando la falsa testimonianza sia stata commessa da chi vi sia stato costretto per salvare se stesso o un prossimo congiunto da un grave ed inevitabile danno nella libertà o nell’onore.
La norma si applica anche a chi, secondo le previsioni di legge, non poteva rendere testimonianza o non avrebbe potuto essere obbligato a deporre o a rispondere, oppure avrebbe dovuto essere avvertito della facoltà di astenersi dal rendere dichiarazioni.
Per esempio, questo è il caso in cui viene chiamato a testimoniare un parente stretto dell’imputato, senza che sia avvertito della possibilità di non rendere testimonianza. In tal modo, l’ordinamento vuole salvaguardare i rapporti familiari, evitando che il processo possa incrinarli o distruggerli.
D’altro canto, si evidenzia pure che molto difficilmente i parenti di un imputato deporranno su fatti che possono essere lesivi per il proprio parente. Per questo, seppur indirettamente, comunque, la previsione tutela la verità processuale.
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Reato di intralcio alla giustizia
Un’altra ipotesi di reato che può essere integrata è il reato di intralcio alla giustizia, un tempo chiamato subornazione. Questa fattispecie è qualcosa di diverso dalla falsa testimonianza, però pure comporta significative conseguenze. Il reato punisce la condotta di chi induce altri a una falsa testimonianza.
Quindi, in questo caso, si vuole punire la condotta, non del testimone proprio, ma di chi induce altri a dire il falso in giudizio, prevenendo questo esito. È la condotta di chi cerca di corrompere un testimone, un perito, un consulente tecnico affinché commettano i reati rispettivamente previsti dagli artt. 371 bis (falsa dichiarazione al PM), 371 ter, 372 e 373 cp.
Si tratterebbe di un’istigazione alla corruzione finalizzata al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio anche molto grave, perché è un atto che costituisce reato.
La fattispecie in esame è prevista dall’art. 377 cp che, oggi, sotto la rubrica intralcio alla giustizia:
punisce chiunque offre o promette denaro o altra utilità alla persona chiamata a rendere dichiarazioni davanti all’autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale ovvero alla persona richiesta di rilasciare dichiarazioni al difensore nel corso dell’attività investigativa, o alla persona chiamata a svolgere attività di perito, consulente tecnico o interprete, per indurla a commettere i reati previsti dagli articoli 371 bis, 371 ter, 372 e 373, soggiace, qualora l’offerta o la promessa non sia accettata, alle pene stabilite negli articoli medesimi ridotte dalla metà ai due terzi.
Prima di proseguire nella lettura, ti consigliamo di approfondire il concetto di pubblico ufficiale leggendo: Pubblico ufficiale e incaricato di pubblico servizio: che differenza c’è
Caratteristiche del reato di intralcio alla giustizia
Già abbiamo un primo dato: qui il trattamento sanzionatorio è diverso, è più mite. La pena base, infatti, non è quella della corruzione, ma dei reati di falso e la riduzione può arrivare a due terzi. La norma dice che la stessa disposizione si applica anche quando l’offerta o la promessa sia accettata, ma la falsità non sia commessa.
In questo reato c’è una deroga forte perché, se la promessa è accettata e poi la falsità non è commessa, quello è un accordo corruttivo. Sono tutti soggetti che, con le loro dichiarazioni, concorrono all’esercizio dell’attività giurisdizionale. Il testimone concorre all’esercizio della funzione giudiziaria ed è pacificamente considerato pubblico ufficiale. Il perito, l’interprete, il CTU (ausiliario del giudice) sono pubblici ufficiali. Lo stesso vale a chi rende dichiarazioni al PM.
Quindi, in questo caso, il reo sta tentando di corrompere un pubblico ufficiale. Questa è un’ipotesi di istigazione alla corruzione speciale perché il soggetto a cui mi rivolgo deve assumere uno specifico ruolo nel procedimento: si ha un particolare pubblico ufficiale per il tipo di istigazione e una corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Anche l’atto contrario ai doveri d’ufficio è specifico, cioè rende falsa perizia, falsa testimonianza, falsa dichiarazione al PM o al difensore.
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Differenze con il reato di corruzione
Infine, occorre sottolineare che, nell’ipotesi in cui l’accordo non è accettato, il corrotto non è punibile. Questa norma è speciale rispetto alla corruzione, perché lo stesso art. 377 c.p. dice che la stessa disposizione si applica qualora l’offerta sia accettata, ma la falsità non sia commessa.
La norma sta dicendo che, anche se l’offerta è accettata, il reo continua a rispondere di istigazione, di intralcio alla giustizia Questa previsione, però, ha una sua giustificazione.
L’intralcio alla giustizia, essendo nell’ambito dei delitti contro l’amministrazione della giustizia, configura una deroga sia alla disciplina di istigazione alla corruzione, sia una deroga alla corruzione, perché se l’offerta è accettata, ma la falsità non è commessa, l’offerta diventa un’ipotesi di corruzione eccezionalmente non punita per il corrotto, mentre il corruttore è invece punito come se fosse un’istigazione, come la pena dell’art 377.
La ratio è la salvaguardia della verità processuale, il giusto processo. Si vuole offrire una via d’uscita al soggetto fino a quando non depone il falso, quindi egli è salvo fino a quando c’è la possibilità di non pregiudicare la verità processuale. Si attribuisce all’agente, come nel caso precedente, il diritto a ripensarci. Il ripensamento che salvaguarda la verità processuale giustifica questo trattamento e, quindi, l’esclusione della corruzione.
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Falsa testimonianza – Domande frequenti
Tramite la tutela della verità processuale si tutela il diritto di difesa dell’imputato, ma anche la tenuta dell’effettività della tutela giurisdizionale, cioè che il processo sia in grado di tutelare i diritti e imporre l’esercizio di doveri.
Il reato di falsa testimonianza è punito quando il soggetto dichiara informazioni false alla presenza del giudice in un’aula di tribunale.
Il reato di intralcio alla giustizia è una forma di corruzione che va a punire coloro che inducono altri a dichiarare il falso in sede giudiziaria davanti ad un tribunale.
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