No tax area: che cos’è e chi vi rientra
La no tax area è uno strumento di tutela dei redditi più bassi, che prevede esenzioni dal versamento dell’Irpef. In questa guida scopriamo come funziona e chi vi rientra.
- La no tax area è una fascia di reddito per la quale è prevista l’esenzione dal pagamento dell’IRPEF.
- Possono rientrarvi lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti e pensionati.
- Le fasce di esenzione sono differenti a seconda della categoria in cui rientra il soggetto interessato.
La no tax area è un argomento spesso al centro del dibattito politico, dal momento che la stessa rappresenta sicuramente uno strumento importante per tutelare i redditi più bassi e per contrastare l’inflazione, ma comporta anche un (ovvio) minore gettito fiscale.
Per questo motivo, tale strumento è stato più volte rivisto dal legislatore, in particolare per quanto riguarda la determinazione delle fasce di reddito per le quali è possibile accedere al beneficio. Anche recentemente vi era stato il tentativo di alzare la fascia di reddito oggetto della no tax-area, proposta poi non approvata con la manovra 2025.
In particolare, l’applicazione della no tax area, come prevista dalla Legge di Bilancio 2025, comporta che, se un lavoratore autonomo, un dipendente o un pensionato guadagnano una somma al di sotto di una determinata soglia, sono esonerati dal versare l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche (IRPEF).
Come si è detto, tali soglie sono state oggetto di numerose modifiche negli ultimi anni. In questo articolo scopriamo qual è il limite reddituale per rientrare nella no tax area nel 2025 e a chi è destinata l’esenzione.
Cos’è la no tax area?
La no tax area è una fascia di reddito che non è soggetta al versamento dell’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche (IRPEF).
Si tratta, quindi, di una particolare fascia di esenzione fiscale dedicata a soggetti che normalmente sarebbero tenuti a versare l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche.
Questa tipologia di esenzione non si applica per redditi derivati da fabbricati o terreni, redditi di impresa o di capitale, ma solamente su quelli di persone fisiche, come lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi soggetti all’IRPEF.
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Come funziona la no tax area?
Il beneficio si applica per mezzo di specifiche detrazioni d’imposta, dette “detrazioni per tipologia di reddito”, le quali azzerano di fatto l’imposta dovuta.
Dal momento che l’imposta si azzera, per le detrazioni il contribuente non avrà alcun diritto al rimborso delle tasse, visto che non sono state versate.
Per questo motivo, chi rientra nella no tax area viene definito “incapiente“, ovvero senza capienza fiscale; non ha diritto, quindi, ad avere rimborsi sull’Irpef pagata, visto che non la versa e di fatto non fruisce delle detrazioni sulle spese sostenute.
Ciò vuol dire che accedendo alla no tax area, dal momento che si vanno ad azzerare le imposte IRPEF, il lavoratore coinvolto non può poi detrarre alcune spese (per esempio le spese sanitarie), come accade invece pagando ordinariamente le tasse.
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Chi rientra nella no tax area?
Rientrano nella no tax area lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati, in base a fasce di reddito differenti a seconda della categoria. Come vedremo di seguito, i lavoratori dipendenti beneficiano di una fascia di esenzione più alta (corrispondente quindi a un reddito più alto) rispetto ai lavoratori autonomi.
Le fasce di reddito che beneficiano dell’esenzione dal pagamento dell’IRPEF sono, dunque, differenti a seconda dei soggetti interessati, e sono così determinate:
- lavoratori dipendenti: fino a 8.500 euro annui;
- pensionati: fino a 8.500 euro annui;
- lavoratori autonomi: fino a 5.500 euro;
- famiglie monoreddito formate da genitori con due figli: 16.500 euro.
Il Governo aveva ipotizzato l’arrivo di una nuova soglia per ciò che riguarda la no tax area, che avrebbe coinvolto tutti i lavoratori. La proposta, che poi non è stata approvata con la manovra 2025, voleva garantire un’esenzione dalle imposte sotto i 12.000 euro annui di reddito.
Se vuoi saperne di più sul funzionamento della no tax area, con riferimento a casi specifici, rivolgiti a un avvocato esperto in diritto tributario.
Chi è escluso dalla no tax area?
Sono escluse dall’esenzione tutte le imprese, le società e coloro che percepiscono ricavi derivati da terreni, fabbricati e investimenti. Sono altresì esclusi coloro che percepiscono redditi di capitale.
Infine, sono esclusi anche i lavoratori con partita IVA che aderiscono al regime forfettario. Ciò in quanto il regime forfettario è particolarmente vantaggioso perché prevede un’imposta sostitutiva unica al posto dell’IRPEF variabile a seconda degli scaglioni di reddito, molto più bassa.
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Cosa deve pagare chi supera la soglia della no tax area?
Coloro che superano le soglie previste dalla no tax area devono pagare l’IRPEF sul reddito eccedente, secondo gli scaglioni di tassazione progressiva.
In particolare, attualmente le aliquote per scaglioni di reddito sono le seguenti:
- fino a 28.000 euro: 23%;
- oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro: 35%;
- oltre 50.000 euro: 43%.
Tuttavia, le detrazioni per tipologia di reddito (lavoro dipendente, pensione, ecc.) riducono in ogni caso l’imposta da versare, anche se si abbasseranno al crescere del reddito.
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No tax area – Domande frequenti
No, non versando l’IRPEF, chi rientra nella no tax area non può beneficiare di detrazioni fiscali.
Per i lavoratori dipendenti e i pensionati il reddito minimo è fissato a 8.500 euro. Gli autonomi e chi lavora con prestazione occasionale accedono all’esenzione della no tax area, invece, con un reddito fino a 5.500 euro.
No, i lavoratori con partita IVA che aderiscono al regime forfettario sono esclusi dalla no tax area, in quanto godono già della possibilità di pagare un’imposta sostitutiva più bassa.
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