In quali Paesi la pornografia è illegale?
Come viene punita la pedopornografia nel nostro Paese e quali sono gli Stati nel mondo che puniscono il possesso, la diffusione e la produzione di contenuti pornografici.
- Guardare porno in Italia non è reato.
- Si rischiano delle conseguenze di tipo penale quando la fruizione riguarda contenuti di tipo pedopornografico.
- Ci sono comunque diversi Paesi in giro per il mondo nei quali la pornografia non è legale.
Ogni italiano avrà, senza ombra di dubbio, un sito con contenuti sessuali di riferimento, che preferisce rispetto ad altri, contribuendo all’audience della piattaforma.
La fruizione di tali contenuti è possibile perché viviamo in un Paese in cui guardare i porno non è un reato. Non si rischiano, quindi, né conseguenze civili né penali. Ci sono, però, alcune cose da precisare.
Il discorso è totalmente diverso quando i contenuti presenti online, su determinati siti, siano di tipo pedopornografico, ovvero ritraggono bambini e adolescenti in atteggiamenti che rientrano nella sfera della sessualità.
In aggiunta, un contenuto erotico disponibile gratuitamente o a pagamento su un sito web potrebbe essere considerato illegale dalle leggi di alcuni Paesi, in cui il porno ha un trattamento e una considerazione ben lontani dalla nostra concezione occidentale.
Pornografia online: attenzione alle truffe
Partendo dal nostro Paese, avendo precisato che non ci sono violazioni della legge nel momento in cui si guardano dei contenuti a sfondo sessuale sul web, potrebbe comunque capitare di essere raggirati dall’hacker di turno.
Possiamo fare qualche esempio tra i più comuni:
- si riceve una mail da una finta polizia postale, con la quale si comunica che si dovrà pagare una multa perché è stato visto un determinato contenuto su un sito a luci rosse;
- si riceve quella che prende il nome di sex extortion, ovvero una mail con la quale si cerca di estorcere del denaro a una persona che ha visitato un sito porno, minacciandola di averla registrata dalla webcam del PC mentre stava praticando autoerotismo.
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Il primo caso rappresenta un esempio di phishing, mentre il secondo può essere ricondotto al reato di estorsione, disciplinato ai sensi dell’art. 629 cp. Tale condotta, poi, può integrare altri reati quali:
- diffamazione (595 cp);
- interferenze nella vita privata altrui (615 bis cp);
- pubblicazioni oscene (528 cp);
- violenza privata (610 cp);
- minacce (612 cp).
In ipotesi simili o in altri casi in cui qualche sconosciuto dovesse chiedere dei soldi dal nulla, bisogna fare due cose: non pagare e superare le proprie timidezze, raccontando i fatti alle Autorità, presentando una querela contro ignoti.
Oltre alla visione di contenuti pornografici in rete, ricordiamo che non è vietata neanche la pratica di scaricare e conservare tali contenuti sul proprio PC.
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Come è punita la pedopornografia
La pedopornografia – ovvero la visione di contenuti sessuali che hanno come protagonisti dei soggetti minori – prevede conseguenze penali, sia nel caso di diffusione, sia di detenzione di materiali di questo tipo.
Un elemento importante da specificare è che la persona che viene punita deve essere consapevole della tipologia di file che sta visionando o conservando sul proprio PC o hard disk.
In rete si è diffusa anche una truffa che “attacca” chi scarica materiale pedopornografico: si tratta di un virus travestito da logo della Polizia di Stato con il quale si richiede il pagamento di una sanzione pecuniaria a chi ha visualizzato o scaricato un contenuto pedopornografico.
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Art. 600 quater cp
Oggi la pedopornografia è disciplinata dall’art. 600 quater del codice penale, dopo una modifica avvenuta anche grazie al contributo della Commissione Europea.
Tale articolo, titolato Detenzione o accesso a materiale pornografico, si scaglia contro chi è internazionalmente interessato alla pedopornografia.
In particolare, prevede che:
Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste nell’articolo 600ter, consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori degli anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni o con la multa non inferiore a euro 1.549.
La pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi ove il materiale detenuto sia di ingente quantità.
Fuori dei casi di cui al primo comma, chiunque, mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione, accede intenzionalmente e senza giustificato motivo a materiale pornografico realizzato utilizzando minori degli anni diciotto è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa non inferiore a euro 1.000.
Pedopornografia e intenzionalità
Il riferimento all’accesso al materiale pedopornografico nel nostro codice penale è stata aggiunto grazie all’art. 20 comma 1, lettera a) della legge 238, approvato il 13 dicembre 2021.
Prima di allora, erano previste le pene di cui all’art. 600 ter cp, sulla pornografia minorile, ovvero la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 24.000 a euro 240.000 per chiunque:
- 1) utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico;
- 2) recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti spettacoli trae altrimenti profitto.
Il nuovo articolo punta il dito su chi, in modo intenzionale, va alla ricerca di contenuti pedopornografici, non solo su siti web, ma anche sui canali Telegram o WhatsApp. Nel nostro codice penale non si parla così spesso di intenzionalità, quindi si tratta di una pena ponderata e indirizzata a un target di utenti specifico.
Se, quindi, per esempio una persona che sta guardando video differenti su un sito porno, si imbatte in un contenuto in cui siano presenti minorenni, non se l’è andato a cercare, intenzionalmente. Si trasforma più in una vittima sfortunata, che ha comunque la possibilità di segnalare quel contenuto come inappropriato e che, pertanto, non potrà essere né sanzionata né arrestata.
La persona che, invece, detiene materiale pedopornografico sui propri device elettronici “senza giustificato motivo” – dove per giustificato motivo si può per esempio intendere una persona che sta facendo un documentario o un’indagine giornalistica sul tema – può sicuramente essere accusata della fattispecie analizzata.
Centro Nazionale Contrasto Pedopornografia On-line
La lotta alla pedopornografia, in Italia, è stata affidata, con la legge n. 38 del 6 febbraio 2006, al Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia sulla rete Internet.
Tale centro è istituito presso il Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. La sua funzione è proprio quella di scandagliare il web, al fine di prevenire e reprimere la pedopornografia.
Rappresenta, pertanto, il punto di raccordo di tutte le segnalazioni di eventuali siti sospetti, pervenuti da parte delle Forze dell’ordine, dei cittadini e di eventuali associazioni di volontariato e provider. Dalle segnalazioni, viene poi elaborata una black list di siti, che si procede a oscurare, attraverso dei sistemi tecnici di filtraggio.
La legge 38/2006 ha inoltre istituito anche l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile ,presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale collabora attivamente con il Centro, fornendo dati che possano aiutare a individuare e scovare gli abusi minorili.
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In quali Paesi la pornografia non è legale?
Come precisato nelle righe iniziali, ci sono alcuni Paesi, in giro per il mondo, nei quali la pornografia non è legale e si possono rischiare conseguenze importanti.
Tra questi, ricordiamo:
- la Bulgaria, unico Paese dell’ex blocco comunista nei quali la produzione e distribuzione di materiale pornografico è rimasta illegale; viene punita con una multa dai 1.000 ai 3.000 lev bulgari e con il carcere da 1 a 2 anni;
- la Bielorussia, dove per la produzione, distribuzione, promozione ed esposizione, nonché il possesso con l’intenzione di distribuire o promuovere materiale pornografico o di oggetti di carattere pornografico, si rischia il servizio civile obbligatorio, una multa o nei casi più gravi, fino a 4 anni di detenzione;
- in Finlandia è invece illegale la pornografia violenta o bestiale, mentre in Svezia sono vietati tutti i contenuti di tipo BDSM, mentre non ci sono regole scritte sul divieto di possesso e visione di contenuti pornografici ai minori;
- i contenuti con scene di violenza o stupro o con animali sono vietati anche in Polonia;
- in Russia, nonostante la pornografia sia stata legalizzata, sono in vigore numerosi blocchi e censure – esiste, infatti, la sorveglianza dei media da parte del Governo, che ne dispone a proprio piacimento.
Nel continente europeo, la pornografia è illegale anche in Ucraina, dove si rischiano fino a 3 anni di reclusione.
La pornografia è poi vietata nella maggior parte degli Stati africani e in buona parte degli Stati asiatici, come per esempio in:
- Arabia Saudita;
- Corea del Nord;
- Corea del Sud, dove però non è illegale l’erotismo;
- Cina;
- Azerbaigian;
- India, nell’ipotesi in cui si abbia intenzione di vendere, noleggiare, distribuire e mostrare in pubblico materiale pornografico;
- Indonesia;
- Iran;
- Kazakistan;
- Turkmenistan: nonostante non esista una legge ad hoc, dal 2015 sono stati bloccati tutti i siti pornografici del Paese;
- Malaysia;
- Pakistan;
- Singapore, dove sono puniti il posesso e la diffusione;
- Thailandia, dove è legale il posesso per uso personale;
- Vietnam;
- Cuba;
- Guyana.
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