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Quali sono gli Stati in cui l’aborto è illegale

In Italia il diritto all'aborto è regolato dalla legge 194 del 1978, ma qual è la situazione che caratterizza gli altri Stati a livello mondiale? Una panoramica sul funzionamento dell'aborto nel mondo oggi.

aborto dove è illegale

L’aborto o interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è soggetto a una legislazione differente nei vari Paesi a seconda di quelle che sono le convinzioni culturali, etiche o religiose

La pratica è oggi autorizzata per legge in diversi Paesi, ma ce ne sono ancora alcuni nei quali l’aborto è illegale, oppure può essere praticato soltanto in presenza di particolari condizioni. 

Analizziamo di seguito qual è il quadro normativo italiano e quali sono le casistiche che si possono verificare nei Paesi in cui la pratica dell’aborto non viene ancora oggi contemplata dalla legge. 

Aborto in Italia: storia e legge

L’aborto in Italia è stato introdotto dalla legge n. 194 del 22 maggio del 1978, la quale permette alla donna di poter ricorrere alla IVG entro i primi 90 giorni di gestazione, mentre tra il quarto e il quinto mese lo si può fare solo per motivi terapeutici. 

I medici hanno la possibilità di esercitare l’obiezione di coscienza, ma non possono opporsi in alcun modo nel caso in cui l’intervento abortivo sia “indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo”.

L’8 agosto 2020 è stata introdotta la possibilità di poter ricorrere alla pillola abortiva Ru486 fino alla nona settimana di gestiazone, senza dover necessariamente procedere con il ricovero in ospedale. 

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legge sull'aborto
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Aborto in Italia: fino a quale settimana si piò abortire?

Le motivazioni per le quali si ha il diritto di abortire sono differenti. La più importante è quella legata alla salvaguardia delle condizioni di salute della madre, alla quale si uniscono la presenza di gravi malformazioni del feto e la gravidanza provocata da una violenza sessuale. Queste motivazioni vengono considerate anche nei Paesi più conservatori, nei quali di solito non si può abortire. 

L’aborto è possibile anche per ragioni di tipo psicologico e sociale, ovvero i casi in cui:

  1. la donna sia troppo giovane;
  2. non ci si sente pronte a diventare madri;
  3. si abbiano problemi economici per i quali si avrebbero serie difficoltà a garantire al nascituro un’esistenza dignitosa. 

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Diritto all’aborto nel mondo

A livello mondiale accanto ai Paesi nei quali l’aborto è legale su richiesta, nel rispetto di condizioni e tempistiche stabilite dalla legge, ve ne sono altri nei quali vige ancora l’illegalità

Mentre in alcuni Stati l’aborto è illegale senza eccezioni, in altri è possibile praticare l’IVG in presenza di alcune condizioni. In particolare, ci sono nazioni in cui l’aborto è illegale:

  1. tranne nei casi in cui la madre rischi la vita, di stupro, di problemi di salute fisica e mentale, di malformazioni del feto o di fattori socioeconomici;
  2. tranne nei casi in cui la madre rischi la vita, di stupro, di problemi di salute fisica e mentale, di malformazioni del feto;
  3. tranne nei casi in cui la madre rischi la vita, di stupro, di problemi di salute fisica e mentale;
  4. tranne nei casi in cui la madre rischi la vita e di problemi di salute fisica e mentale, 
  5. tranne nei casi in cui la madre rischi la vita.

Vediamo di seguito la normativa in vigore in alcuni dei Paesi che vietano l’aborto

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Aborto in Francia

Il 4 marzo 2024 passerà alla storia come una data di significativa importanza in tema di aborto. Si tratta del giorno in cui la Francia ha inserito, per la prima volta nel mondo, il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza nella propria Costituzione. Tale modifica costituzionale è stata raggiunta con il voto quasi unanime dei Parlamentari francesi.

In particolare, è stato incluso nell’art. 34 della Costituzione francese il seguente testo: la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso ad un’interruzione volontaria della gravidanza.

L’inserimento in Costituzione di una norma già disciplinata dalla legge in Francia rappresenta un passaggio epocale, frutto della volontà di fare in modo che l’esercizio del diritto all’aborto sia irreversibile. Per modificare la Costituzione, infatti, non è sufficiente una legge ordinaria, ma un percorso di riforma costituzionale, che è ben più lungo e complicato.

diritto all'aborto inserito in costituzione in francia

Aborto in Irlanda

L’aborto in Irlanda non è vietato solo nel caso in cui sia necessario a salvare la vita della madre, come previsto dall’articolo 40.3.3. della Costituzione. 

Con un referendum popolare avvenuto il 25 maggio del 2018, è stata revisionata la legislazione in materia di aborto, che è stato reso legittimo fino alla dodicesima settimana di gestazione

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Aborto in Liechtenstein   

L’aborto in Liechtenstein è illegale e viene punito con il carcere fino a 1 anno per la madre e fino a 3 anni per il medico che lo pratica. L’articolo 96 del codice penale prevede comunque delle eccezioni:

  • il caso in cui la gravidanza rappresenti un rischio per la vita o la salute fisica della donna;
  • il caso di una minore di 14 anni che non sia sposata con il padre del nascituro. 

Viene condannato anche chi incoraggia gli aborti senza prima indagare sulla loro necessità terapeutica. 

Aborto a Malta e a San Marino

Malta è l’unico stato dell’Unione europea in cui l’aborto è illegale senza eccezioni: l’aborto viene punito con la reclusione da 18 mesi a 3 anni.

L’unico caso in cui è possibile interrompere la gravidanza sul territorio maltese è quello in cui la donna stia rischiando di morire

Regole simili sono in vigore anche a San Marino, Stato in cui l’aborto viene punito con la reclusione da 3 a 6 anni, non solo per la donna che abortisce, ma anche per i soggetti che la aiutano con l’IVG.

Gli aborti che possono salvare la vita alla madre sono permessi, mentre non vengono contemplati né i casi di stupro, né quelli di malformazione del feto o incesto. 

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Aborto in Ungheria

In Ungheria, l’aborto è legale dal 1953. Nonostante ciò, dal 15 settembre 2022, in seguito all’approvazione di un nuovo decreto, il personale sanitario che si occupa di interruzione di gravidanza dovrà far sentire, alle pazienti che hanno intenzione di abortire, il battito del cuore del feto. Amnesty International ha definito tale decreto «un preoccupante passo indietro».

aborto nel mondo

Aborto in Turchia e Tunisia

La Turchia e la Tunisia sono i soli due Paesi a maggioranza islamica nei quali l’aborto può essere praticato nelle prime 10 settimane per motivazioni differenti, mentre in altri Stati viene contemplata unicamente la motivazione del pericolo di morte della donna. 

La differenza principale rispetto ai Paesi occidentali è che in caso di aborto la donna deve essere ottenere il consenso preventivo del marito

Aborto in India

In India l’aborto è vietato, sebbene nel Paese vengano spesso praticati gli aborti nei confronti di feti di sesso femminile (si parla di “aborto preselettivo”). Per questo motivo, dal 1994 sono stati vietati gli esami che permettono di conoscere in anticipo il sesso del nascituro, ma sono tanti i medici che continuano a praticare l’aborto violando le regole in vigore. 

L’aborto preselettivo è principalmente legato a ragioni socio-economiche, in quanto un figlio maschio può portare avanti il nome della famiglia, mentre una femmina deve diventare proprietà di un’altra famiglia e necessita pertanto di una dote molto elevata. 

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Aborto in Cina

In Cina la situazione è ancora più particolare: fino al 2013 era in vigore la politica del figlio unico, mirante a ridurre il numero delle nascite in un Paese sovrappopolato.

In più, anche in Cina le famiglie preferiscono avere figli maschi perché quando si spostano restano in casa e si occupano degli anziani. Nonostante si sia cercato di introdurre una legge per contrastarlo, l’aborto preselettivo è ancora ampiamente diffuso

Anche in questo caso, le donne sposate devono ottenere il consenso del marito. Fortunatamente, le donne maggiorenni e single possono scegliere di abortire in autonomia

aborto negli stati uniti

Aborto negli Stati Uniti d’America

Negli Stati Uniti, la sentenza del 1973 Roe v. Wade aveva stabilito che l’aborto nel primo trimestre del concepimento è possibile nei casi in cui ci sia un pericolo per la vita della gestante o del feto. Per il secondo semestre è possibile abortire solo in alcuni casi, mentre per il terzo semestre è stata lasciata libera scelta ai vari Stati. 

Un ruolo decisivo ebbe una seconda sentenza della Corte Suprema, del 1992, Planned Parenthood v. Casey, con la quale fu acconsentito l’aborto non solo nel primo trimestre di gestazione, ma fino al momento in cui il feto non sia in grado di sopravvivere fuori dall’utero, che corrisponde a circa 24 settimane

Il 24 giugno 2022, si è verificata una svolta epocale: la Corte Suprema americana ha messo un punto alle garanzie costituzionali sull’aborto in vigore da quasi 50 anni, con una sentenza epocale. Il responso è stato il seguente: La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto.

La sentenza non ha fatto altro che confermare una legge in vigore nello Stato del Mississippi, in cui l’interruzione di gravidanza è illegale dopo la quindicesima settimana. Gli effetti sono stati immediati e a cascata. L’aborto è stato infatti dichiarato subito illegale in Arkansas, Texas, Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri. In altri Stati, come per esempio Alabama, Arizona, West Virginia e Wisconsin, sono state chiuse le cliniche per l’interruzione volontaria di gravidanza.

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Maria Saia
Esperta di diritti delle donne
Ha respirato per più di 20 anni la stessa aria di Falcone e Borsellino e ne condivide, ancora oggi, il sogno utopico di un mondo senza mafie e ingiustizie. Non a caso, “È la giustizia, non la carità, che manca nel mondo” è una delle sue citazioni preferite. Su deQuo, scrive di bonus e agevolazioni statali e di diritti della persona - in particolare, di diritti delle donne.
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