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Schema Ponzi: cos’è, perché si chiama così, come funziona

Sicuramente ti sarà già capitato di sentire nominare il cosiddetto "schema Ponzi": in questa guida analizziamo qual è la sua origine e come funziona il meccanismo alla base di una delle truffe più diffuse al mondo.

schema ponzi storia

Le truffe diffuse in ambito finanziario sono generalmente caratterizzate da un modello ben preciso, che ha trovato terreno fertile con la diffusione di Internet. Una delle truffe più comuni è quella che si basa su uno schema piramidale, anche noto come schema Ponzi, dal nome del suo ideatore. Questa tipologia di truffa, particolarmente nota negli Stati Uniti nei primi anni del ‘900, non è stata scalfita dal trascorrere del tempo. Vediamo allora di seguito come funziona uno schema Ponzi, quali sono stati i casi storici più eclatanti e a cosa stare attenti per non rischiare di ritrovarsi nel mirino di un possibile truffatore. 

Chi era Charles Ponzi

L’ideatore dello schema truffaldino più famoso al mondo è l’italiano Charles Ponzi, registrato all’anagrafe come Carlo Pietro Giovanni Guglielmo Tebaldo Ponzi. Nato del 1882, a Lugo (in provincia di Ravenna), arrivò in America, a Boston, nel 1903, con soli 2 dollari e 50 centesimi in tasca. 

Nel 1907, inizia a lavorare come consulente presso il Banco Zarossi, banca fondata da Luigi Zarossi per gestire i risparmi degli immigrati italiani. La banca garantiva un tasso di interesse del 6% sui depositi, il doppio rispetto al tasso del mercato dell’epoca, pari al 3%. 

Gli interessi venivano pagati con l’utilizzo dei soldi dei nuovi correntisti: il sistema era però destinato a fallire perché, se non arrivavano nuovi fondi, non era possibile coprire gli interessi. Da lì a poco, infatti, la banca fallì. 

Ponzi finisce in carcere per diversi motivi: la prima volta trova un libretto di assegni incustodito e ne stacca uno, intestandoselo, falsificando la firma di uno dei direttori della compagnia. La seconda volta perché si fa coinvolgere in un progetto di immigrazione clandestina. 

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Schema Ponzi: le origini

Dopo essere uscito di prigione, Ponzi cerca di fare soldi creando un volume unico di annunci pubblicitari di commercianti, una versione novecentesca delle Pagine Gialle, che si poteva ordinare su richiesta, ma non ha fortuna. 

Riceve però una richiesta da parte di una società spagnola che chiede informazioni sul catalogo. Nella lettera è stato inserito all’interno un buono di risposta internazionale (International Reply Coupon o IRC), che Ponzi non aveva mai visto prima. L’IRC era stato ideato il 26 maggio 1906 durante il congresso UPU (Unione Postale Universale) di Roma.

Scopre così che tali buoni permettono di ottenere un francobollo – nei Paesi che fanno parte dell’Unione postale universale – per inviare la busta di risposta. Si rende così conto che il costo della vita in Spagna è più basso che negli Stati Uniti: i buoni spagnoli hanno infatti un valore inferiore rispetto ai francobolli americani. Di conseguenza, la transazione, quindi lo scambio di buoni in francobolli, che prende il nome di arbitraggio, permette di ottenere un guadagno.

Nei fatti, 100 buoni danno origine a 100 francobolli, ma se i buoni stranieri (quelli spagnoli o italiani) costano 10 centesimi di dollaro, mentre i francobolli sono da 15 o 20 centesimi l’uno, effettuando lo scambio si può generare un profitto del 50% o del 100%

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La Securities Exchange Company e l’arresto per frode

Ponzi elabora quindi uno schema: invia dei soldi all’estero affinché un mandatario acquisti dei buoni per inviarli negli Stati Uniti. Lui si sarebbe poi occupato di scambiarli in francobolli e li avrebbe rivenduti. Incoraggia così i suoi amici a scommettere su questo sistema e promette un tasso di rendimento sugli investimenti pari al 50% in 90 giorni

Fonda anche una società, la Securities Exchange Company, per promuoverlo. Questa forma di arbitraggio non era illegale. I primi investitori vengono pagati profumatamente e il passaparola generato dall’operazione fa il resto. 

Si rende però conto che lo schema non è sostenibile in quanto i buoni in circolazione sono poche decine di migliaia. In più, le spese da affrontare per l’acquisto, il trasporto e la gestione degli acquisti erodono parte dei profitti. Attua allora quello che passerà alla storia come schema Ponzi – che aveva imparato lavorando per il Banco Zarossi – ovvero paga i vecchi investitori con i soldi dei nuovi

L’impero così costruito mostra tutta la sua fragilità, crollando, quando l’analista Clarence Barron esamina la società di Ponzi e si rende conto che, per gestire il suo business, avrebbe avuto bisogno di 160.000.000 di buoni di risposta internazionale, mentre in circolazione ce n’erano soltanto 27.000

Ponzi viene arrestato il 13 agosto del 1920, con diversi capi di accusa, tra i quali 86 frodi, lasciando 40.000 persone nella disperazione più totale per aver perso tutti i loro risparmi. 

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Schema Ponzi: come funziona

Nel corso degli anni lo schema Ponzi è stato adottato per mettere in piedi truffe sempre più complesse, pur mantenendo la sua struttura di base: sfruttare il bisogno, l’ignoranza e l’avidità degli essere umani per ottenere dei profitti.

Lo schema si caratterizza per le seguenti fasi:

  1. si fa credere all’investitore che potrà ottenere ingenti guadagni, in poco tempo, senza rischi, superiori a quelli che sono i tassi di mercato;
  2. dopo un breve lasso di tempo, si restituisce tutta o una parte della somma investita, dimostrando in questo modo che il sistema funziona;
  3. la voce si sparge e si aggiungono sempre nuovi investitori, che vengono utilizzati per pagare gli interessi dei primi. 

Il sistema crolla nel momento in cui le richieste di rimborso, sommate agli interessi da pagare agli investitori, superano le nuove entrate. Generalmente, quando questo accade, il truffatore è già scappato via e dei soldi non c’è più traccia.

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Bernard Madoff: lo schema Ponzi più grande della storia

Lo schema Ponzi è tornato alla ribalta nel 2008 con Bernard Madoff, che inizia la sua carriera nel mondo della finanza a 22 anni, fondando la sua società, la Bernard Madoff Investment Securities. Diventa poi membro del London Stock Exchange nel 1983 e presidente del Nasdaq nel 1990.

Tra i clienti di Madoff, che lavora come broker, ci sono banchieri, imprenditori, investitori, personaggi del mondo dello spettacolo. Ad attirarli non sono guadagni esorbitanti, ma la garanzia di ottenere un rendimento. Madoff, in pratica, non fa leva sull’avidità umana, ma sul suo bisogno di sicurezza.

Svolge quindi l’attività di intermediario, acquistando e vendendo titoli per conto di altri. Ogni anno riesce a guadagnare sempre il 10% di quanto investito. In che modo? Pagando gli interessi con i soldi dei nuovi clienti

L’analista finanziario Harry Markopolos, che lavora per una società concorrente di Madoff, è il primo a sospettare che quello della Madoff Securities sia il più gigantesco schema Ponzi del mondo, ma rimane inascoltato.

Lo schema crolla nel 2008, quando, per via della crisi, iniziano a mancare nuovi afflussi di capitale. C’è un buco da 65 miliardi di dollari, che Madoff non prova neanche a giustificare. Viene condannato, il 13 marzo del 2009, a 150 anni di carcere

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Il caso FTX

A Bernard Madoff è stato paragonato anche Sam Bankman-Fried, fondatore dell’exchange FTX, da Charles Hoskinson, il fondatore di Cardano. L’uomo è stato arrestato il 13 dicembre 2022 con l’accusa di bancarotta fraudolenta e truffa aggravata.

 Quella di FTX viene considerata come una delle più grandi truffe finanziarie della storia americana, per la quale:

  • Sam Bankman-Fried è stato condannato a 25 anni di carcere per aver rubato 8 miliardi ai clienti di FTX;
  • gli azionisti hanno perso 1,7 miliardi di dollari

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Schema Ponzi “romantici”

Un’altra tipologia di schema Ponzi molto singolare è quella che mette insieme sentimenti e richiesta di soldi. In questo caso, il truffatore riesce prima a far innamorare di sé un’ignara vittima, per poi riuscire a spillarle del denaro. Quando ci sono dei sentimenti di mezzo risulta infatti molto più difficile dire di no: e voilà, la truffa è praticamente già servita.

Un esempio di questa forma di schema Ponzi è stato raccontato nella docuserie Netflix intitolata The Tinder Swindler: il truffatore israeliano Shimon Hayut adescava le sue vittime su Tinder, facendo loro credere di essere “il principe dei diamanti”, ovvero il figlio del miliardario magnate russo-israeliano Lev Leviev. 

Ammaliava le vittime con uno stile di vita sfarzoso e al di sopra delle sue reali possibilità, sostenendo di dover viaggiare frequentemente per lavoro. In questo modo, riusciva ad avere più relazioni in parallelo. A un certo punto, arrivava la richiesta di soldi alla vittima di turno, che venivano utilizzati per inscenare la vita di un riccone con la vittima successiva. 

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Schema Ponzi – Domande frequenti

Come capire quando è uno schema Ponzi? 

Lo schema Ponzi è caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi, primo tra tutti il far credere che sia facile e immediato ottenere guadagni da un investimento: scopri di più nella nostra guida

Quanto tempo può durare uno schema Ponzi? 

Non esiste una durata predefinita: uno schema Ponzi regge fino a quando arrivano nuovi capitali da ignari investitori. 

Quando crolla uno schema Ponzi? 

Lo schema Ponzi crolla quando le richieste di rimborso, alle quali si aggiungono gli interessi promessi, superano i nuovi investimenti. 

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Maria Saia
Esperta di diritti delle donne
Ha respirato per più di 20 anni la stessa aria di Falcone e Borsellino e ne condivide, ancora oggi, il sogno utopico di un mondo senza mafie e ingiustizie. Non a caso, “È la giustizia, non la carità, che manca nel mondo” è una delle sue citazioni preferite. Su deQuo, scrive di bonus e agevolazioni statali e di diritti della persona - in particolare, di diritti delle donne.
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