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TFR: cos’è il trattamento di fine rapporto e quando viene pagato

Sei prossimo alla pensione, ma non sai come verificare qual è il tuo TFR? Come si calcola il trattamento di fine rapporto? In quanto tempo ti sarà liquidata la somma? Sarà soggetta a tassazione? Esaminiamo insieme ogni punto, per dare risposta alle tue domande.

tfr trattamento di fine rapporto
  • Il trattamento di fine rapporto è una somma che viene erogata al dipendente, pubblico o privato, al termine del rapporto di lavoro.
  • Il TFR è accantonato mensilmente dal dipendente stesso, dunque, è una somma che è, in ogni caso, dovuta.
  • Come ogni reddito, anche il TFR è soggetto a tassazione.

Il trattamento di fine rapporto, anche noto con l’acronimo TFR, è una somma che viene erogata al termine del rapporto di lavoro a ogni dipendente, senza che rilevino le cause di conclusione dell’attività lavorativa.

Il TFR è accantonato periodicamente per tutta la durata dell’attività – puoi ogni mese verificare il TFR accantonato, perché esso è riportato in busta paga.

Nel seguente articolo, ti spiegheremo le principali caratteristiche del TFR, in particolare soffermandoci sulle regole di calcolo e le tempistiche di erogazione, oltre che sulle modalità di erogazione stesse. 

TFR: cos’è

Il trattamento di fine rapporto, anche meglio conosciuto come TFR o liquidazione, è una somma di denaro che viene corrisposta al lavoratore dipendente al termine del rapporto lavorativo. La prestazione è garantita indipendentemente dalle ragioni della conclusione del rapporto. Il lavoratore matura e accantona periodicamente una somma, in genere, con cadenza mensile, che viene poi erogata al termine dell’attività lavorativa.

I casi in cui è erogato il TFR sono:

  • dimissioni o licenziamento;
  • raggiungimento dell’età pensionabile;
  • morte del lavoratore: in questo caso, deve essere versato a coniuge, figli e, se conviventi e a carico del lavoratore, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado.

Il TFR è stato disciplinato dalla Legge n. 297 del 1982, sostituendo quella che era definita come indennità di anzianità. La legge ha modificato il testo dell’art. 2120 c.c., prevedendo una variazione del sistema di calcolo dell’importo del TFR.

L’istituto è stato poi modificato nel corso degli anni, anche mediante la previsione dei c.d. “fondi pensione”, tramite il D.lgs n. 252/2005, in attuazione della L. n.243/2004.

Il legislatore ha anche previsto delle modalità di anticipo del TFR: con il D.lgs n.151/2001 ha infatti incrementato le cause che giustificano la richiesta di anticipazione del trattamento.

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dipendente pubblico o privato trf cos'è e chi lo riceve
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Quando si prende il TFR?

Il TRF, in genere, è pagato entro 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, sebbene dovrebbe essere versato al momento del recesso dal rapporto. Il dipendente può anche controllare lo stato di avanzamento del pagamento accedendo al sito dell’INPS; è infatti possibile consultare la propria posizione dal “Cassetto previdenziale” dell’INPS.

In caso di dubbi, è bene contattare il proprio datore di lavoro o l’ufficio del personale per chiedere maggiori informazioni, oppure rivolgersi a un avvocato del lavoro.

​​La liquidazione del TFS (trattamento di fine servizio, che spetta ai dipendenti pubblici statali assunti prima del 1° gennaio 2001) o TFR per i dipendenti pubblici è erogata entro alcuni termini tendenzialmente fissi, calcolati a partire dalla data di fine rapporto:

  • 105 giorni in caso di inabilità o decesso del lavoratore;
  • 12 mesi in caso di pensionamento;
  • 24 mesi in tutte le altre ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro.

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Come si calcola il TFR?

Il trattamento di fine rapporto viene calcolato sommando le quote accantonate periodicamente, ogni anno, dal lavoratore. La quota annua deve essere pari e non superiore all’importo della retribuzione annua divisa per 13,5.

Il numero in questione è stato individuato convenzionalmente e si applica a tutti i lavoratori, pubblici o privati, prescindendo dal fatto che abbiano o meno percepito le 12 mensilità più la tredicesima o quattordicesima

L’articolo 2120 c.c. dice che salvo i contratti collettivi non dispongano diversamente, la retribuzione annua:

comprende tutte le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese.

Occorre fare alcune precisazioni ai fini del calcolo:

  • se il rapporto ha avuto durata inferiore all’anno, la quota sarà ridotta proporzionalmente ai mesi di occupazione. In ogni caso, è necessario conteggiare l’intero mese lavorativo qualora la prestazione sia stata espletata per un periodo di 15 o più giorni;
  • se durante l’anno, la prestazione di lavoro “è sospesa per una delle cause previste dall’art 2110 c.c.” (maternità, infortunio o malattia), oppure “in caso di sospensione totale o parziale per la quale sia prevista l’integrazione salariale”, la retribuzione annua, comunque, è calcolata senza tener conto dei periodi di sospensione. Questa dovrà quindi  essere calcolata come l’equivalente a cui il lavoratore avrebbe avuto diritto se la sospensione non si fosse verificata.

Calcolata la retribuzione annua, dovrà poi essere sottratto lo 0,50% che serve a finanziare il sistema previdenziale del fondo di garanzia (art. 2 comma8 L. n.297/1982 e successive modifiche).

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calcolo tfr come funziona

Come si fa a sapere il proprio TFR?

Possiamo conoscere la quota mensile accantonata e la somma totale accantonata per il TFR guardando la busta paga. Nella parte inferiore è indicata la somma maturata in quel mese; talvolta, è anche riportato quanto è stato accantonato nell’anno precedente. Queste informazioni sono riportate nella casella che ha la dicitura “Fondo TFR al 31/12”.

Nella stessa parte, accanto alla casella, sono indicate ulteriori informazioni, come la retribuzione utile ai fini del calcolo del TFR.  Non tutte le voci che vengono riportate concorrono al calcolo del trattamento di fine rapporto: infatti, la retribuzione mensile non coincide con quella utile al calcolo. 

Sono anche indicate le seguenti informazioni:

  • la quota di TFR maturato, sino a quel mese, nell’anno; 
  • la rivalutazione del TFR e relativa imposta; 
  • la voce TFR a Fondi, che indica quando il TFR viene destinato dal lavoratore, in tutto o in parte, a un fondo pensione; 
  • la voce TFR a QuIR, una dicitura che andava completata quando il TFR poteva essere percepito mensilmente in busta paga e non a fine rapporto; 
  • gli anticipi, cioè quanto del TFR maturato sia già stato corrisposto nell’anno al lavoratore.

A tal proposito, ti può essere utile anche leggere: Come si legge la busta paga?

Tassazione TFR

Il TFR è anch’esso soggetto a tassazione, secondo le condizioni che seguono. In primo luogo, non si cumula ai redditi dell’anno in cui è riscosso.

Inoltre, esso  è soggetto a tassazione separata:

  • se l’importo rimane in azienda, la tassazione prevista è del 17%, che può superare il 23% in caso di società con oltre 50 dipendenti che devono conferire l’importo al Fondo di Tesoreria dell’INPS;
  • se l’importo viene investito in fondi pensionistici, la tassazione raggiunge un massimo del 15%;
  • se il TFR viene liquidato in forma anticipata, allora la tassazione sarà del 23% se richiesto per acquistare la prima casa, oppure con aliquota al 15% meno lo 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio se richiesto per spese mediche o per motivi personali.

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trattamento fine rapporto tfr come viene pagato

Anticipo TFR: quando spetta?

Il legislatore prevede poi una serie di casi in cui è ammesso l’anticipo del TFR. L’anticipo è disciplinato ai I commi dal 6 all’11 dell’art. 2120 c.c. La norma stabilisce che, salvo condizioni più vantaggiose previste dai CCNL o da accordi individuali, il prestatore di lavoro può richiederlo:

  • quando ha un’anzianità di servizio alle dipendenze dello stesso datore di lavoro che sia pari almeno a 8 anni;
  • solo in misura pari al 70% del TFR maturato alla data della richiesta (dunque di quello a cui avrebbe diritto se, per ipotesi, il rapporto di lavoro terminasse nella data della richiesta stessa).

Il legislatore prevede anche le cause che consentono l’anticipazione, che sono legate a contingenze economiche specifiche del lavoratore, quali:

  • spese sanitarie necessarie “per terapie e interventi riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche” (comma 9 let a) art 2120c.c.);
  • l’acquisto di un immobile ad uso abitativo, la “prima casa per sé o per i figli, documentato con atto notarile” (comma 9 let a) art 2120c.c.)

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TFR non pagato: cosa rischia il datore di lavoro

Il datore di lavoro potrebbe rischiare il pagamento del TFR con gli eventuali interessi maturati per ogni giorno di ritardo. Il lavoratore potrebbe rivolgersi a un avvocato del lavoro per un primo tentativo bonario di recupero del TFR, che prevede l’invio di una comunicazione formale con la quale si richiede il pagamento dello stesso.

Se la conciliazione non dovesse sortire alcun effetto, allora, al fine di evitare la prescrizione del TFR, che corrisponde a 5 anni di tempo, si potrebbe intraprendere un’azione legale richiedendo un decreto ingiuntivo al Giudice del lavoro. A volte rappresenta l’unica strada per far valere i propri diritti.

TFR – Domande frequenti

Che cos’è il TFR?

Con l’acronimo TFR si intende il trattamento di fine rapporto, ossia una somma che viene erogata al termine del rapporto di lavoro al dipendente, pubblico o privato.

Quali sono i tempi per ottenere la liquidazione del TFR?

Il TFR dovrebbe essere immediatamente liquidato alla cessazione del rapporto di lavoro; tuttavia, in genere, sono necessari 12 mesi per ottenere la somma.

Come viene liquidato il TFR?

Il TFR è liquidato in un’unica soluzione oppure a rate.

È possibile ottenere l’anticipo del TFR?

È possibile ottenere l’anticipo del TFR a particolari condizioni, come quando vi siano delle specifiche esigenze economiche: per l’acquisto di una casa o per sostenere spese sanitarie, ecc.

Come si fa a sapere a quanto ammonta il proprio TFR?

È possibile sapere a quanto ammonta la quota di TFR accantonata mensilmente consultando la busta paga. La parte finale riporta la quota mensile e la quota complessiva accantonata nell’anno – eccezionalmente anche la quota accantonata l’anno precedente.

TFR non pagato: quanto tempo ho?

In genere, il TFR dovrebbe essere pagato entro un termine ben preciso, variabile tra i 30 e i 45 giorni in relazione al proprio contratto di lavoro.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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