Decreto ingiuntivo: esempi pratici, tempi e conseguenze
Quali sono i casi più comuni nei quali si può richiedere un decreto ingiuntivo, da cosa è preceduta o seguita l'ingiunzione di pagamento, e come funziona, nel dettaglio, la procedura.
Il decreto ingiuntivo, chiamato anche ingiunzione di pagamento, è una procedura attraverso la quale un creditore può riuscire a recuperare un credito che gli spetta, attraverso quello che prende il nome di titolo esecutivo.
Tale strumento di recupero crediti viene emesso senza che debba essere sentita la controparte, la quale potrà eventualmente rispondere facendo opposizione al decreto ingiuntivo.
Il provvedimento monitorio può essere utile ed efficace in un gran numero di casi, come per esempio nell’ipotesi di lavori non eseguiti, ma pagati, o per la restituzione di somme date in prestito e mai restituite.
In questa guida ci occuperemo di analizzare alcune casistiche che potrebbero verificarsi e quali sono le possibili strade da percorrere per il debitore. In caso di inadempimento, quest’ultimo potrebbe andare incontro a una procedura di esecuzione forzata e, pertanto, al pignoramento dei beni del creditore.
Decreto ingiuntivo per bollette non pagate
Potrebbe essere capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di dimenticarsi di pagare una bolletta della luce o del gas – per questo si consiglia sempre più spesso ai clienti domestici di attivare una domiciliazione bancaria e rendere il pagamento automatico.
In questi casi, solitamente si riceve un sollecito di pagamento da parte della società che si occupa della fornitura, che in genere riesce a recuperare quanto dovuto – il cliente potrebbe infatti rischiare che la fornitura venga interrotta e nessuno vuole vivere senza corrente elettrica o gas.
Considerato però che, generalmente, gli importi non pagati non sono consistenti, è poco probabile che la società di luce e gas proceda con un’ingiunzione di pagamento per bollette non pagate.
Il rischio di pignoramento per bollette non pagate è possibile, ma davvero molto poco plausibile nel concreto. È invece impossibile, in questo caso specifico, essere segnalati al Crif come cattivi pagatori o alla Centrale Rischi della Banca d’Italia – questo succede soltanto nel caso di insolvenza di un mutuo o un finanziamento personale.
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Decreto ingiuntivo per recupero canoni di locazione
Il decreto ingiuntivo rappresenta una forma di tutela anche per il proprietario di un immobile in affitto che non riceve il pagamento dei canoni di locazione da parte degli inquilini. In questo caso, si può procedere anche indipendentemente dall’azione di sfratto.
Di base, chi possiede un immobile vuole essere pagato, quindi il decreto ingiuntivo rappresenta una titolo provvisoriamente esecutivo, attraverso il quale si cercherà di recuperare i canoni arretrati e mai pagati. Viene generalmente preceduto da una fase più soft, ovvero da una lettera di diffida, che rappresenta un sollecito di pagamento.
Nell’ipotesi in cui il locatario dovesse risultare inadempiente, il decreto ingiuntivo rappresenterà il titolo attraverso il quale avviare l’esecuzione forzata, quindi procedere al pignoramento dei beni dell’inquilino moroso – per esempio, del suo conto corrente.
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Decreto ingiuntivo per TFR non pagato
Un altro caso nel quale è possibile procedere con un decreto ingiuntivo è legato al mancato pagamento del TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto, che è dovuto al termine del rapporto di lavoro.
Anche in questa ipotesi, il lavoratore in attesa di ricevere il suo TFR di solito procede inviando all’ex datore di lavoro una lettera di diffida ad adempiere, che può essere inviata autonomamente o con il supporto di un avvocato (che ha quasi sempre maggiore efficacia), tramite PEC o raccomandata A/R.
Il problema sorge per il fatto che il codice civile non fissa delle tempistiche per il pagamento del TFR, per le quali si dovrà fare riferimento al contratto collettivo nazionale del lavoro. Il passo successivo è invece rappresentato dal ricorso per decreto ingiuntivo.
Tale ricorso viene proposto dall’avvocato del lavoratore al Giudice del lavoro: i lavoratori che hanno un reddito familiare complessivo inferiore a 34.000 euro non dovranno pagare il contributo unificato.
Il lavoratore dovrà dimostrare l’esistenza del credito presentando l’ultima busta paga. Da quando viene emesso il decreto, il datore di lavoro avrà a sua disposizione 40 giorni di tempo per proporre opposizione oppure per pagare quanto dovuto.
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Decreto ingiuntivo per consegna documenti o buste paga
Un’altra ipotesi che vogliamo analizzare è quella relativa al decreto ingiuntivo per la consegna di documenti oppure di un bene specificamente individuato, come un elettrodomestico o un altro oggetto di valore per il richiedente.
Analizzando alcuni casi che si sono presentati negli anni, la giurisprudenza ha accolto il decreto ingiuntivo richiesto per l’ottenimento di:
- documenti importanti in possesso di un istituto di credito;
- documenti informativi e contrattuali riguardanti una polizza;
- alcuni cedolini paga;
- la documentazione condominiale rifiutata dall’ex amministratore.
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Cosa succede quando si riceve un decreto ingiuntivo?
Abbiamo visto che l’ingiunzione di pagamento può essere relativa a una somma di denaro, liquida ed esigibile, ma anche a una quantità di beni fungibili o alla consegna di una determinata cosa, che può comprendere anche i documenti.
Il soggetto debitore avrà a sua disposizione 40 giorni per decidere di:
- dare al creditore quanto richiesto, che siano soldi o altri beni;
- procedere con una procedura di opposizione al decreto ingiuntivo;
- non pagare quanto dovuto, quindi andare incontro all’esecuzione forzata, ovvero al pignoramento dei propri beni.
Una volta trascorsi i 40 giorni, il creditore procederà con la notifica dell’atto di precetto, con il quale il debitore avrà a sua disposizione ulteriori 10 giorni per saldare i suoi debiti. In caso contrario, viene avviata la procedura di pignoramento.
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Decreto ingiuntivo esempi – Domande frequenti
Si fa ricorso per decreto ingiuntivo nel caso in cui non si fosse riuscito a ottenere da un debitore il pagamento di una somma di denaro o la restituzione di un bene o la consegna di documenti di una certa importanza.
Il decreto ingiuntivo può essere richiesto da un qualsiasi soggetto debitore nei confronti del suo creditore.
Il mancato pagamento di quanto dovuto da parte del debitore porterebbe alla fase di esecuzione forzata, ovvero al pignoramento dei suoi beni.
Ai sensi dell’art. 641 del Codice di procedura civile, il decreto ingiuntivo deve essere emesso dal giudice entro 30 giorni dal deposito del ricorso.
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