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Usufrutto tra coniugi in comunione dei beni: come funziona

Nel vincolo del matrimonio, può capitare che uno dei due coniugi acquisti un diritto di usufrutto. Come funziona nel caso i due optino per la comunione dei beni? Facciamo il punto.

usufrutto comunione legale
  • Nel caso in cui due coniugi siano sposati in regime di comunione dei beni e l’usufrutto spetti a un solo coniuge, tale diritto cade, comunque, nella comunione legale
  • Il diritto di usufrutto si estingue automaticamente alla morte del coniuge usufruttuario e il coniuge superstite o gli eredi del coniuge defunto ricevono la piena proprietà del bene.
  • Nel caso di usufrutto in comunione legale, questo ha durata fino alla morte dell’ultimo usufruttuario

Quando due persone contraggono matrimonio, scelgono se attuare la separazione o la comunione dei beni, con conseguenze specifiche nell’uno e nell’altro caso. Tra i dubbi frequenti che incorrono quando si parla di comunione dei beni, troviamo quello sull’usufrutto.

Cosa succede quando uno dei due coniugi ha in usufrutto un immobile ricevuto in eredità? L’altro coniuge acquista i medesimi diritti e doveri in comunione dei beni? E cosa succede alla morte dell’uno o dell’altro? O ancora, se i due poi decidono di separarsi? Vediamolo.

Cos’è l’usufrutto

Prima di spiegare nei dettagli l’istituto dell’usufrutto in comunione legale dei beni, è doveroso specificare alcune nozioni. In primis, l’usufrutto è un diritto reale di godimento che trova disciplina giuridica all’articolo 978 c.c. e successivi, tramite il quale un soggetto, che prende il nome di usufruttuario, ha il diritto di godere di un bene, mobile o immobile, traendone tutte le utilità che esso sia atto ad offrire.

All’usufruttuario sono anche attribuiti i frutti naturali e civili, ma deve però rispettare la destinazione economica della cosa e non può mutare l’organizzazione produttiva e di sfruttamento rispetto a quella operata dal proprietario.

Il regime di comunione dei beni comporta il fatto che i due coniugi condividano i guadagni che otterranno dalla loro attività lavorativa e i beni che ne derivano. Nel matrimonio, uno dei coniugi può ricevere in eredità un immobile con usufrutto. Cosa succede? Come si disciplina l’usufrutto in tale ipotesi?

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Tipologie di usufrutto in comunione dei beni 

L’usufrutto, come abbiamo detto, è un diritto reale che attribuisce in godimento un bene, in genere, fruttifero. Si costituisce tramite contratto e si può ricevere per donazione e testamento. L’usufruttuario ha il diritto reale di godimento della cosa altrui, anche se non ne è proprietario, nel rispetto della destinazione economica del bene e percependone gli eventuali frutti.

Nel caso del matrimonio, quando si è optato per il regime di comunione dei beni, possono applicarsi due diverse tipologie di usufrutto:

  1. il cousufrutto;
  2. l’usufrutto congiuntivo.

1. Cousufrutto

Il cousufrutto si verifica quando più persone sono titolari del medesimo diritto di usufrutto in quote distinte e indipendenti tra loro. In sostanza, nel cousufrutto, ogni usufruttuario ha una quota separata del diritto di usufrutto e può esercitare il proprio diritto in modo autonomo.

Così, per esempio, se due persone hanno il cousufrutto di un immobile, ciascuno può godere del bene in proporzione alla propria quota. In caso di morte o di rinuncia di uno dei titolari, la quota del nudo proprietario cresce e non quella del coniuge superstite o degli altri usufruttuari.

2. Usufrutto congiuntivo

L’usufrutto congiuntivo, invece, si realizza quando più persone sono titolari del diritto di usufrutto in modo unitario e inscindibile, il diritto è esercitato congiuntamente da tutti i co-usufruttuari, e il godimento del bene è indivisibile. L’usufrutto congiuntivo cessa solo con la morte dell’ultimo usufruttuario sopravvissuto o con la scadenza di un termine.

Usufrutto comunione legale: l’accrescimento

Nell’usufrutto congiuntivo, all’interno della comunione dei beni, può essere inserita una clausola detta di reciproco accrescimento. Cosa significa? Se due persone sono sposate in regime di comunione dei beni, entrambe acquistano il diritto di usufrutto di un immobile con diritto di accrescimento, con la facoltà che, se uno dei due muore, la sua quota di usufrutto passerà al coniuge superstite. Se la clausola di accrescimento non è prevista, alla morte di uno, la sua quota rafforzerà il nudo proprietario.

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Cosa succede se il diritto di usufrutto è di un solo coniuge 

Non è infrequente che il diritto di usufrutto sia però detenuto da uno solo dei coniugi. Cosa succede in caso di decesso del coniuge usufruttuario? Le situazioni che si possono presentare dinnanzi a questo scenario sono diverse.

Se muore il coniuge che ha acquistato l’usufrutto, nel caso di diritto legato alla vita del coniuge che lo ha acquistato, l’usufrutto si estingue con la morte del coniuge che lo ha acquistato. Ciò significa che il diritto d’uso sui beni ritorna interamente al nudo proprietario e l’altro coniuge superstite perde il beneficio dell’usufrutto.

Se muore il coniuge che non ha acquistato l’usufrutto, le interpretazioni sono differenti. Il decesso del coniuge determina lo scioglimento della comunione dei beni. Tuttavia, la quota di usufrutto rimane legata al coniuge che lo ha originariamente acquistato. Di conseguenza, la parte che spettava al coniuge defunto entra nella successione e deve essere suddivisa tra gli eredi. Tuttavia, il diritto di usufrutto continua a beneficio del coniuge superstite finché questi resta in vita.

Un’altra interpretazione è che l’usufrutto continui a essere esercitato dal coniuge superstite in quanto il diritto è legato alla durata della vita dell’acquirente. In questo caso, la quota del coniuge defunto non entra in successione, e l’intero diritto di usufrutto viene consolidato nelle mani del coniuge superstite.

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Quanto dura l’usufrutto in comunione legale?

La durata dell’usufrutto ai sensi dell’articolo 979 cc, non può essere superiore alla vita dell’usufruttuario. Nel caso di usufrutto acquistato durante il matrimonio in regime di comunione legale, questi appartiene a entrambi i coniugi, salvo diversa pattuizione, ma rimane comunque legato alla durata della vita del titolare o dei titolari. La comunione legale dei beni si scioglie alla morte di uno dei coniugi, e la quota del defunto potrebbe entrare in successione, a meno che non sia prevista la clausola di accrescimento.

Usufrutto in caso di separazione e divorzio

In caso di separazione o divorzio tra i coniugi, il destino dell’usufrutto dipende da diversi fattori e dalla specifica situazione legale del bene e dell’usufrutto. Nel caso di separazione, l’usufrutto  rimane generalmente inalterato durante la separazione e il coniuge usufruttuario continua a mantenere il diritto di godimento del bene, salvo diverso accordo tra le parti o decisione del giudice.

Nel caso del divorzio, questo potrebbe comportare l’estinzione del diritto di usufrutto, specialmente se il diritto era legato al rapporto coniugale. Per esempio, se l’usufrutto era una concessione volontaria di uno dei coniugi per motivi familiari, potrebbe essere revocato.

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Cos’è l’usufrutto successivo 

Particolare forma di usufrutto è quello successivo, in cui il diritto di usufrutto viene trasferito da una persona a un’altra quando si verifica un evento specifico – solitamente, la morte dell’usufruttuario attuale. Pensiamo ad un bene immobile che viene lasciato in usufrutto al coniuge vedovo (primo usufruttuario) e successivamente ai figli (usufruttuari successivi). Alla morte del coniuge, il diritto di usufrutto passa ai figli secondo l’ordine prestabilito.

Questa forma di usufrutto può essere utile per garantire che un bene resti a disposizione di diversi membri di una famiglia o di altre persone designate per un periodo di tempo prolungato. Quando si parla di usufrutto successivo occorre ricordare due norme del Codice civile che sono:

  • l’art. 698 cc, che prevede il divieto di disporre per testamento l’usufrutto successivo e, se previsto, esso è valido solo nei confronti del primo designato;
  • l’art. 796 cc, il quale prevede che il donante possa donare la nuda proprietà, riservare per sé l’usufrutto e, dopo di sé, a un secondo usufruttuario.

Se vuoi altre informazioni sull’usufrutto, puoi rivolgerti ad un avvocato civilista e familiarista per una consulenza legale online.

Usufrutto tra coniugi in comunione dei beni – Domande frequenti

Cosa accade al diritto di usufrutto quando due persone contraggono matrimonio e optano per la comunione dei beni?

L’usufrutto acquistato durante la comunione legale (da uno o da entrambi i coniugi) e che rientra nella comunione dei beni, segue le medesime regole di gestione di qualsiasi altro bene in comunione legale.

Cosa succede se muore il coniuge che ha acquistato l’usufrutto?

Se un coniuge acquista un diritto di usufrutto durante il matrimonio in regime di comunione legale, entrambi i coniugi possono godere del bene oggetto dell’usufrutto. Tuttavia, l’usufrutto stesso rimane legato alla vita del coniuge che lo ha acquisito, e si estinguerà alla sua morte.

Cosa succede se l’usufrutto di un coniuge era presente prima del matrimonio?

Il riferimento è all’articolo 179 cc, il quale stabilisce che non rientrano nella comunione e sono beni personali del coniuge i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era titolare di un diritto reale di godimento.

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Alessandra Caparello
Esperta di diritto tributario, fisco, tasse, previdenza.
Laureata in Giurisprudenza all’Università di Pisa, dal 2012 scrive online collaborando con diverse testate in materia di fisco, tasse, previdenza, risparmio ed economia.
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