Usufrutto: significato, esempio, tipologie, estinzione
Cos'è il diritto di usufrutto, quali sono le modalità in cui può essere attribuito, quanto dura e come si calcola. Nel seguente articolo ci occuperemo dei tratti salienti e delle questioni più interessanti in tema di usufrutto.
- L’usufrutto è un diritto reale, che attribuisce in godimento un bene, in genere, fruttifero.
- L’usufrutto si costituisce tramite contratto, si può ricevere per donazione e testamento. È possibile alienare la nuda proprietà e conservare l’usufrutto.
- È naturalmente temporaneo, dura quanto la vita dell’usufruttuario o non più di 90 anni.
L’usufrutto è un diritto reale di godimento, che trova disciplina giuridica all’articolo 978 c.c. e successivi. Cosa vuol dire avere usufrutto? Nella pratica, un dato soggetto, che prende il nome di usufruttuario, ha il diritto di poter utilizzare e godere del bene di qualcun altro.
Quindi chi ha l’usufrutto è proprietario? No, ma il suo titolare effettivo diventa nudo proprietario. Questo termine indica che, pur continuando a conservare la proprietà del bene, in presenza di usufrutto perde le prerogative di utilizzo e di godimento del bene.
Queste ultime sono invece attribuite all’usufruttuario, che avrà comunque l’obbligo di non cambiarne la destinazione economica.
Nel seguente articolo, esamineremo approfonditamente l’istituto dell’usufrutto. Stabiliremo quando e come è possibile alienare la nuda proprietà e riservare l’usufrutto. Ci occuperemo di alcune figure particolari di usufrutto, come quello congiunto e quello successivo.
Quali sono le principali caratteristiche dei diritti reali?
Le principali caratteristiche identificative dei diritti reali possono essere riassunte come segue:
- inerenza alla res: il diritto reale ha ad oggetto una res e consiste nella pretesa di godere direttamente, senza l’intermediazione di altri soggetti;
- immediatezza: il titolare del diritto reale ha un rapporto immediato con la cosa, trae dalla res direttamente le utilità, senza che sia necessaria la collaborazione di alcun soggetto passivo. A differenza del diritto di credito, il diritto reale è un diritto a realizzazione immediata;
- assolutezza: l’esistenza del diritto reale implica un generalizzato dovere di astensione dal porre in essere comportamenti che possano pregiudicare l’esercizio del diritto in questione. La pretesa del titolare all’estensione dei terzi è universale, cioè si rivolge a chiunque si frapponga al godimento delle utilità racchiuse nel diritto. Per questo si dice che i diritti reali possono essere fatti valere erga omnes;
- ius sequele: il diritto è inerente al bene, dunque il bene può essere trasferito solo gravato dal diritto reale;
- natura ambulatoria dell’azione reale: dal carattere dell’assolutezza discende che il soggetto legittimato passivo rispetto alla pretesa del titolare si identifica al momento dell’azione. Dunque, il convenuto di un’eventuale azione petitoria è colui che è dotato di facultas restituendi, cioè ha la possibilità di restituire la res.
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Come funziona l’usufrutto
L’usufrutto, per esempio quello della casa dei propri genitori, si può costituire:
- per legge;
- per contratto;
- per testamento;
- per usucapione.
Oggetto dell’usufrutto può essere sia un bene mobile, sia un bene immobile: dovrà comunque sempre trattarsi di beni infungibili e inconsumabili. In caso contrario, si potrebbe solo parlare di quasi usufrutto.
Nel caso di usufrutto di un’abitazione, ci potrà essere:
- usufrutto legale, quando i genitori esercitano la patria potestà sui beni immobili che appartengono a un figlio non ancora maggiorenne;
- usufrutto volontario, ovvero quello istituito da un contratto;
- acquisito per usucapione.
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Usufrutto: durata
La durata del diritto in esame è regolata dall’articolo 979 c.c., in base al quale non può essere superiore alla vita dell’usufruttuario. Nel caso di usufrutto costituito a favore di una persona giuridica, non si potranno superare i 30 anni di tempo.
Esso ha, dunque, una durata limitata, anche nel caso di usufrutto congiuntivo, ovvero qualora tale diritto sia attribuito a più soggetti. In caso di decesso, si potrebbe attribuire la quota del soggetto deceduto agli altri – e non si ricadrebbe nella nuda proprietà.
Inoltre, sarebbe possibile, a titolo oneroso, l’usufrutto successivo, a condizione che venga costituito tra vivi. In questa ipotesi, il diritto sarà inizialmente di un soggetto, alla cui morte sarà trasferito a un altro soggetto, e così via.
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Usufrutto successivo: cos’è
Si ha usufrutto successivo quando un soggetto attribuisce il diritto a più persone successivamente, di modo che alla morte del primo, il diritto di usufrutto si trasferisce in capo al secondo.
Sulla validità di fattispecie si è ampiamente discusso, in quanto l’usufrutto è naturalmente temporaneo, al fine di evitare che il nudo proprietario sia privato del godimento del bene a tempo indeterminato, svuotando, di fatto, il contenuto del proprio diritto.
A tal proposito si individuano due divieti in materia successoria:
- art. 698 c.c. che prevede il divieto di disporre per testamento l’usufrutto successivo. Ove previsto, esso è valido solo nei confronti del primo designato;
- art. 796 c.c. prevede che il donante possa donare la nuda proprietà, riservare per sé l’usufrutto e, dopo di sé, a un secondo usufruttuario.
La prima norma si presta alla seguente interpretazione: soggetto che trasmette mortis causa già è usufruttuario, quindi, la norma deroga alla naturale temporaneità dell’usufrutto. Dunque, il soggetto può riservare dopo di sé l’usufrutto ad un unico soggetto – tollera un unico ciclo vitale.
Secondo una dottrina anche queste previsione costituirebbero una deroga al principio della temporaneità dell’usufrutto. Si reputa, tuttavia, ammesso ove sia costituito in favore di un unico soggetto, quindi, al momento dell’atto costitutivo si attribuisce l’usufrutto ad un unico soggetto – l’atto costitutivo non prevede più di un ciclo di vita dell’usufrutto.
L’art. 796 c.c., invece, prevede due cicli di vita dell’usufrutto, perché al momento dell’usufrutto il soggetto fa sorgere il diritto in capo a due soggetti, successivamente, sia in capo al donante sia al successivo usufruttuario. In questo caso, la deroga è maggiormente significativa.
Usufrutto congiunto
Si ammette, al contrario, l’usufrutto congiunto, che si verifica se più soggetti congiuntamente esercitano il diritto di usufrutto, in quanto è una forma di comunione avente ad oggetto un diritto reale di godimento.
Inoltre, l’ordinamento conosce anche l’istituto del legato di usufrutto con diritto di accrescimento. In questa ipotesi, si tratterebbe di un usufrutto congiunto, ove alla morte di uno degli usufruttuari, il diritto degli altri usufruttuari si accresce. Dunque, il diritto si estingue alla morte dell’ultimo usufruttuario.
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Divieto di usufrutto successivo: significato e portata applicativa
Si è discusso se:
- a) le norme in questione introducono un’eccezione al divieto, quindi, consentono l’usufrutto successivo, limitatamente a tali ipotesi;
- b) oppure le norme in questione introducono un divieto all’usufrutto successivo, che, tuttavia, è generalmente ammesso.
La risposta al quesito, dipende dalla ratio del divieto. Laddove si accolga la tesi per cui il divieto è funzionale a garantire la temporaneità dell’usufrutto, allora, si dovrebbe concludere nel senso che il divieto opera anche al di fuori della disciplina successoria.
Per esempio, si evidenzia che ove la nuda proprietà sia acquistata a titolo oneroso, appare sproporzionato far gravare il nudo proprietario dell’onere derivante dall’usufrutto stesso. Ciò avvalorerebbe la tesi per cui le norme in questione introducono un’eccezione al divieto.
Un altro orientamento, invece, evidenzia che tale divieto è circoscritto alla sola disciplina successoria, in quanto in tal ambito è attribuita una limitata capacità giuridica anche ai soggetti concepiti, che possono ricevere per donazione o per successione. Dunque, in questa evenienza effettivamente si concretizza il rischio di compromettere la temporaneità dell’usufrutto, in maniera significativa.
Si osserva, d’altra parte, che nell’ambito dell’usufrutto successivo il diritto si estingue alla morte dell’ultimo dei beneficiari, similmente a quanto accade nel caso di usufrutto congiunto. Quindi, è irragionevole ritenere ammissibile l’usufrutto congiunto e non anche l’usufrutto successivo, al di fuori della disciplina successoria.
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Cessione usufrutto a titolo gratuito
Ai sensi dell’articolo 380 del codice civile, l’usufrutto può essere ceduto dall’usufruttuario, a meno che ciò non sia vietato a titolo costitutivo:
- per un determinato periodo di tempo;
- per tutta la sua durata.
La cessione sarà notificata al proprietario. Prima della notifica, l’usufruttuario sarà comunque solidalmente obbligato verso il proprietario.
Estinzione usufrutto
L’usufrutto può estinguersi non solo per scadenza della durata, ma, sulla base di quanto previsto all’articolo 1014 cc, anche per:
- prescrizione, ovvero nel caso in cui il bene non venga utilizzato per 20 anni;
- riunione dell’usufrutto e della proprietà nello stesso soggetto;
- perimento della cosa sulla quale si basa il diritto di usufrutto.
Altri casi in cui si potrebbe verificare l’estinzione dell’usufrutto sono:
- una sentenza che invalidi il titolo costitutivo;
- una rinuncia da parte del titolare del diritto;
- la revoca;
- la rescissione;
- l’annullamento;
- la nullità.
Qualora l’usufruttuario lasciasse perire il bene che ha ricevuto, ci potrebbe essere l’intervento da parte dell’autorità giudiziaria. Quest’ultima potrebbe predisporre che il bene venga posto sotto l’amministrazione di qualcuno, o dato in possesso al suo proprietario.
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Tabella calcolo valore usufrutto
La tabella che segue viene utilizzata per il calcolo del rapporto del valore tra usufrutto e nuda proprietà, che prende in considerazione l’età di chi gode del diritto di usufrutto vitalizio e un coefficiente.
ETÀ BENEFICIARIO | COEFFICIENTI | VALORE PERCENTUALE USUFRUTTO | VALORE PERCENTUALE NUDA PROPRIETÀ |
0-20 | 38 | 95 | 5 |
21-30 | 36 | 90 | 10 |
31-40 | 34 | 85 | 15 |
41-45 | 32 | 80 | 20 |
46-50 | 30 | 75 | 25 |
51-53 | 28 | 70 | 30 |
54-56 | 26 | 65 | 35 |
57-60 | 24 | 60 | 40 |
61-63 | 22 | 55 | 45 |
64-66 | 20 | 50 | 50 |
67-69 | 18 | 45 | 55 |
70-72 | 16 | 40 | 60 |
73-75 | 14 | 35 | 65 |
76-78 | 12 | 30 | 70 |
79-82 | 10 | 25 | 75 |
83-86 | 8 | 20 | 80 |
87-92 | 6 | 15 | 85 |
93-99 | 4 | 10 | 90 |
Riserva di usufrutto
L’usufrutto può essere:
- costituito: con contratto si realizza un diritto nuovo, un diritto reale di godimento, distinto dalla nuda proprietà;
- trasferito: è possibile la cessione dell’usufrutto, ma il diritto di estingue sempre alla morte del cedente.
Il proprietario può decidere di alienare il bene e conservare per sé l’usufrutto, tramite riserva. Secondo la tesi ad oggi prevalente è un negozio unitario, che costituisce due diritti – nuda proprietà e usufrutto – tra loro compatibili.
Un secondo orientamento qualificava il fenomeno come un doppio contratto contestuale, in cui:
- si aliena la proprietà;
- si costituisce l’usufrutto in capo all’ex proprietario.
Tale tesi era sostenuta in quanto il negozio unico avrebbe potuto porre il rischio di “frantumare” il diritto di proprietà. Invero, è stato poi osservato che il negozio unico non è altro che piena espressione del potere dispositivo che attribuisce la proprietà.
Dunque, ad oggi si ritiene che il negozio sia unitario: esso, infatti, è soggetto anche a trascrizione unica, cioè si trascrive l’acquisto della nuda proprietà.
Usufrutto a favore di terzo
Secondo un primo orientamento, la vendita della nuda proprietà con riserva di usufrutto ad un terzo è un contratto a favore di terzi in cui:
- il proprietario vende il bene;
- l’acquirente è tenuto a costituire l’usufrutto in capo al terzo.
Tale schema realizza, in sostanza, una donazione indiretta, con tutto ciò che ne consegue, in quanto non sarà necessario applicare il regime formale delle donazioni, ovvero non è necessaria la forma solenne dell’atto pubblico. Non è neppure necessaria l’accettazione del donatario, ove si adotti la forma del contratto a favore di terzo. Questa teoria si base essenzialmente sulla tesi per cui la riserva di usufrutto è un contratto duplice.
Teoria unitaria
Dunque, è stato accolto altro orientamento, che invece si basa sulla teoria unitaria del negozio, in virtù del quale il proprietario:
- vende la nuda proprietà;
- dona l’usufrutto.
Ciò comporta che:
- la donazione deve avere la forma solenne dell’atto pubblico;
- è necessaria l’accettazione.
Cessione di usufrutto
Tuttavia, l’obbligo di accettazione pone una seconda questione, ossia in capo a chi è allocato l’usufrutto nel tempo compreso tra l’atto di donazione e l’accettazione. Infatti, se si afferma che l’usufrutto resta in capo al venditore/donante, non si tratterebbe di costituzione di usufrutto in capo all’usufruttuario, ma di una cessione di usufrutto.
La distinzione è rilevante, in quanto:
- nel primo caso, il termine dell’usufrutto è la morte dell’usufruttuario;
- nel secondo caso, il termine dell’usufrutto è la morte del cedente.
Tuttavia, questa seconda ricostruzione non corrisponde nei fatti a quanto voluto dalle parti. Quindi, in dottrina, è stato osservato che si accoglie la prima tesi, cioè della costituzione dell’usufrutto. Tuttavia, si dovrebbe prevedere che l’accettazione debba essere simultanea all’atto donativo, perché, in caso contrario, vi sarà un vuoto di titolarità dell’usufrutto tra il momento della donazione e quello dell’accettazione.
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Usufrutto universale
Si è ampiamente discusso se l’usufrutto universale sull’intero patrimonio del soggetto defunto sia un legato o se l’usufruttuario acquisti la qualità di erede.
La tesi prevalente qualifica l’usufrutto universale come un legato, in quanto:
- l’usufruttuario assume una posizione qualitativamente diversa dall’erede, l’usufruttuario esercita poteri sui beni limitati da un punto di vista qualitativo, in quanto, per esempio, egli deve rispettare la destinazione e non può procedere ad alienazione;
- l’usufruttuario è tenuto esclusivamente al pagamento dei canoni annuali e degli interessi. L’erede, invece, subentra pro quota in ogni posizione passiva del de cuius;
- l’usufrutto è temporaneo, la qualità di erede è, invece, a carattere perpetuo;
- l’eredità si acquista in possesso automaticamente al momento dell’apertura della successione. Mentre, l’usufruttuario soggiace al nudo proprietario al quale deve chiedere il subentro nel possesso;
- nell’ambito della cautela sociniana, l’usufruttuario che si avvale della cautela è definito legatario.
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Usufrutto – Domande frequenti
Considerato che quando muore l’usufruttuario, termina anche l’usufrutto, alla sua morte eventuali debiti saranno pagati dal proprietario del bene.
La donazione con usufrutto è un contratto che trasferisce al donatario la nuda proprietà sull’immobile, a titolo gratuito.
Il pagamento dell’IMU spetta al soggetto che utilizza e gode del bene, ovvero l’usufruttuario.
L’usufruttuario ha il diritto reale di godimento della cosa altrui, anche se non ne è proprietario, nel rispetto della destinazione economica del bene e percependone gli eventuali frutti.
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