Vendere un bene pignorato è reato? Ci sono alcuni casi in cui potresti rischiare la reclusione o una multa
Chi vende un immobile che è stato pignorato può commettere un reato? Quali sono le pene previste e in quali casi? Analizziamo i più recenti sviluppi della normativa in materia.
- Il pignoramento di un bene immobile è la conseguenza di una situazione debitoria.
- La procedura di espropriazione forzata del patrimonio del debitore, infatti, è la prassi che permette di recuperare i crediti insoluti in modo coattivo.
- Ci sono dei casi in cui la vendita di un bene pignorato è possibile, senza che si vada incontro a nullità dell’atto o alla commissione di un reato.
Tra le forme peggiori di espropriazione forzata in vigore in Italia, c’è senza dubbio il pignoramento della casa di proprietà. Trovarsi, più o meno all’improvviso, senza un tetto sulla testa è devastante.
Nel momento in cui l’immobile va in contro a pignoramento, una delle soluzioni alle quali il debitore ricorrere è la vendita dello stesso. L’idea è semplice: vendo l’immobile e con i soldi che ci tiro fuori riesco a pagare i creditori e liberarmi dai miei debiti. Con i soldi che avanzano, ci pago un affitto. Fila, ma è legale? È davvero possibile farlo, o si tratta di un reato?
Se temi di finire in una situazione simile, ovvero che la tua abitazione venga pignorata, qui puoi trovare qualche risposta ai dubbi più comuni sull’argomento. Per quelli più specifici, ti invitiamo a rivolgerti a un avvocato specializzato in pignoramenti ed esecuzioni.
Come funziona il pignoramento immobiliare
Il pignoramento immobiliare non è una procedura che viene messa in atto dall’oggi al domani per fare in modo che il creditore possa recuperare quanto gli spetta di diritto. È, infatti, sempre preceduto da altri momenti.
Si tratta delle diverse modalità che la legge mette a disposizione per riavere indietro i propri soldi, quindi della lettera di diffida, della messa in mora, del decreto ingiuntivo e dell’atto di precetto.
L’esecuzione forzata, ovvero il pignoramento immobile, è il culmine di tutti questi passaggi intermedi, l’ultima spiaggia. Viene praticamente messo un vincolo sulla proprietà e succede questo:
- la casa viene espropriata;
- segue la sua vendita all’asta;
- il ricavato ottenuto serve per coprire i debiti in sospeso e pagare il (o i) creditore in attesa.
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Vendita diretta del bene pignorato: quando può avvenire?
La procedura di vendita diretta è stata introdotto all’art. 586 bis del codice di procedura penale, come conseguenza della Riforma Cartabia. L’istanza di vendita di un immobile che è stato pignorato può essere proposta dal debitore al giudice non oltre 10 giorni prima dell’udienza di pignoramento. L’abitazione pignorata può essere venduta a un prezzo non inferiore rispetto a quello base che è stato indicato nella relazione di stima.
L’istanza deve essere accompagnata da:
- l’offerta di acquisto irrevocabile;
- una cauzione che non deve essere inferiore a 1/10 del prezzo che è stato proposto (a conferma della serietà dell’offerta).
L’offerta e l’istanza devono essere notificate al creditore che ha avviato l’azione di recupero credito almeno 5 giorni prima dell’udienza. Sarà possibile revocare l’offerta soltanto se, trascorsi 120 giorni dalla data dell’istanza, la vendita non è stata portata a termine. In pratica, in questo caso, quindi nel rispetto delle tempistiche indicate, vendere un bene immobile non è un reato.
Prima del 2023, quindi della vendita diretta, si procedeva con la vendita contestuale all’estinzione della procedura esecutiva e di cancellazione del pignoramento, o , dal 2017, alla vendita condizionata (nella quale la condizione è l’estinzione del pignoramento con deposito del prezzo al notaio).
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I creditori possono opporsi alla vendita diretta?
Tendenzialmente, la vendita diretta è una procedura che fa comodo anche ai creditori. Perché è un ottimo metodo per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo, senza dover ricorrere alla vendita all’asta del bene. I tempi saranno solitamente più brevi e non si andrà neanche incontro al deprezzamento dell’abitazione.
In caso contrario, cioè qualora i creditori non dovessero essere d’accordo, allora inizierà una procedura simile a quella di una vendita ordinaria. L’opposizione da parte dei creditori deve comunque avvenire entro e non oltre l’udienza di vendita.
Il procedimento di vendita che ne consegue prevede la presentazione di più offerte di acquisto, che però devono essere superiori rispetto al prezzo dell’offerta inclusa nell’istanza di vendita diretta. Tali offerte devono essere presentata entro 90 giorni. Il giudice fisserà poi un giorno in cui ci sarà la gara vera e propria.
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Quando la vendita dell’immobile pignorato consiste in un reato?
Nel momento in cui la vendita di un immobile pignorato avviene dopo la trascrizione dell’atto di pignoramento nei pubblici registri immobiliari, si configura il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, previsto dall’art. 388 del Codice penale.
In questa ipotesi, si rischia:
- la reclusione fino a 3 anni;
- oppure, la multa da 103 a 1.032 euro.
La configurazione di questo reato deve essere provata, nel senso che si deve dimostrare che la condotta sia avvenuta con dolo, quindi in modo volontario, con l’obiettivo di sottrarsi alla procedura di pignoramento.
In più, deve essere anche avvenuta con atti simulati o raggiri, vale a dire in modo fraudolento. Il notaio coinvolto in questo atto di vendita, che dovrebbe essere a conoscenza del vincolo del pignoramento, può essere imputato per concorso nel reato – punito a querela della persona offesa, cioè su querela presentata dai creditori.
Se tali elementi non sussistono, quindi non si realizza la sottrazione di cose sottoposte a pignoramento, come avviene nella vendita a terzi, la vendita non è delittuosa ed è, dunque, consentita.
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