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Quando i debiti del marito ricadono sulla moglie

I debiti del marito non ricadono automaticamente sulla moglie, ma molto dipende dal regime patrimoniale scelto e dalla natura del debito. In separazione dei beni, la moglie gode di una protezione maggiore: i debiti restano personali del marito, salvo garanzie o obbligazioni congiunte. In comunione legale, invece, i debiti contratti nell’interesse della famiglia possono coinvolgere entrambi.

debiti del marito cadono sulla moglie
  • Non sempre i debiti del marito ricadono sulla moglie.
  • Di fondamentale importanza è il regime patrimoniale instaurato tra i coniugi, che può essere comunione o separazione dei beni.
  • Determinante è, altresì, la tipologia di debito e la data in cui esso è stato contratto

Uno dei temi che più spesso genera dubbi nelle coppie riguarda la gestione dei debiti contratti dal marito (o dalla moglie) e le possibili conseguenze sul coniuge. In particolare, ci si chiede: i debiti di uno ricadono automaticamente sull’altro? Come ci si può tutelare? La risposta dipende dal regime patrimoniale scelto in matrimonio, cioè comunione legale dei beni o separazione dei beni, e dalla natura stessa del debito.

In questo articolo analizzeremo in dettaglio:

  • quando i debiti del marito possono coinvolgere la moglie;
  • le differenze tra comunione e separazione dei beni;
  • i casi in cui i creditori possono agire sul patrimonio comune;
  • come proteggersi.

Debiti del marito e codice civile

In diritto civile vige un principio fondamentale: ognuno risponde dei propri debiti con i propri beni presenti e futuri (articolo 2740 codice civile). Ciò significa che, in linea generale, la moglie non è automaticamente obbligata a pagare i debiti del marito.

Tuttavia, esistono eccezioni rilevanti che dipendono da:

  1. il regime patrimoniale della coppia (comunione o separazione);
  2. il tipo di debito (se personale o contratto nell’interesse della famiglia);
  3. il momento in cui il debito è sorto.

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debiti e separazione dei beni
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Debiti e comunione dei beni

Il regime patrimoniale che i coniugi scelgono al momento del matrimonio riveste un ruolo di essenziale importanza. Il regime della comunione dei beni è quello che si applica automaticamente se i coniugi non scelgono la separazione al momento del matrimonio. Per quest’ultimo occorre, dunque, una specifica opzione.

I beni che rientrano in comunione sono:

  1. quelli acquistati dopo il matrimonio, anche separatamente;
  2. i redditi di entrambi i coniugi;
  3. gli utili derivanti da beni propri.

Restano esclusi:

  • beni di uso strettamente personali;
  • i beni acquistati prima della data di matrimonio;
  • beni ricevuti per donazione o successione;
  • i beni che servono all’esercizio della professione.

I redditi e i beni acquistati in costanza di matrimonio possono generare obbligazioni correlate all’acquisto. Anche quando il contratto è stato firmato da uno solo dei componenti la coppia, conseguono debiti a carico di entrambi. In proposito, si deve tener presente che, mentre gli atti di ordinaria amministrazione possono essere compiuti separatamente da ciascun coniuge, quelli di straordinaria amministrazione devono essere compiuti congiuntamente. In pratica, comunione significa condividere beni e anche obbligazioni.

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Debiti: quando risponde il coniuge in comunione dei beni

In comunione, la moglie può essere coinvolta nei debiti del marito, per esempio in caso di un prestito per ristrutturare la casa familiare, un finanziamento per l’acquisto di mobili destinati all’abitazione comune, debiti fiscali legati al mantenimento dei redditi comuni.

Se, invece, il debito riguarda attività personali, come un prestito per un’attività imprenditoriale privata o un gioco d’azzardo, la moglie non ne risponde. In sintesi, è fondamentale capire se un determinato debito è stato contratto a fini personali o familiari, confine che non è sempre facile da tracciare.

Sui beni che formano oggetto di comunione fra coniugi viene impresso un vincolo di destinazione: essi sono destinati in via prioritaria al mantenimento della famiglia e all’istruzione ed educazione dei figli. Questo vincolo di destinazione ha efficacia nei confronti dei creditori. 

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Debiti e separazione dei beni

La separazione dei beni è un regime patrimoniale scelto dai coniugi tramite convenzione stipulata davanti al notaio. In questo caso, ognuno mantiene la titolarità esclusiva dei beni acquistati. Con la separazione dei beni, la regola è più netta: i debiti contratti dal marito restano a suo carico. I creditori non possono rivalersi automaticamente sui beni intestati alla moglie. Ciascuno risponde dei debiti con il proprio patrimonio.

Attenzione però. Anche in separazione, se il debito è contratto per esigenze familiari (per esempio un mutuo cointestato per la casa), la moglie può risultare obbligata in solido. In più, se la moglie ha firmato come garante o fideiussore, risponde anch’essa del debito. Solo in caso di cointestazione di un contratto o qualora sia stata fornita una garanzia si può restare esposti alle pretese dei creditori. È bene quindi sempre avere contezza delle clausole che si vanno a sottoscrivere.

È del tutto evidente la complessità della situazione, pertanto, soprattutto in caso di patrimoni cospicui, può essere opportuno chiedere la consulenza di un avvocato esperto in diritto immobiliare e familiare. Un professionista specializzato può analizzare la posizione debitoria, chiarire se il debito può ricadere sulla moglie, predisporre eventuali opposizioni a pignoramenti e, in generale, consigliare strumenti di protezione patrimoniale.

Debiti anteriori al matrimonio

Un aspetto da considerare riguarda i debiti contratti dal marito prima delle nozze. Se i coniugi sono in comunione legale, i beni della comunione non possono essere aggrediti dai creditori per debiti sorti prima del matrimonio. In questo caso, il marito risponde solo con i suoi beni personali. In separazione, ovviamente, la moglie non può essere coinvolta.

Debiti professionali o imprenditoriali

Se il marito svolge un’attività professionale o imprenditoriale, i debiti contratti nell’esercizio dell’attività sono, di norma, personali. In separazione dei beni, restano a carico del marito. In comunione, i creditori possono agire sui beni comuni solo se dimostrano che l’attività ha portato vantaggio alla famiglia.

Approfondisci leggendo Cos’è l’assunzione del debito altrui e come si fa

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Quando i creditori possono pignorare i beni della moglie

Per fare il punto della situazione, possiamo individuare quelli che sono i casi più frequenti in cui i beni della moglie possono essere pignorati. In primo luogo, se il debito è contratto nell’interesse della famiglia. Secondariamente, quando la moglie ha concesso una garanzia, divenendo garante e coobbligata.

Da non dimenticare, l’ipotesi in cui il conto corrente sia cointestato poiché in tal caso il creditore può agire sulla quota parte del marito, ma anche sull’intera giacenza. Infine, quando si è effettuato un acquisto di beni che vengono cointestati, poiché se i beni sono intestati a entrambi, possono essere pignorati pro-quota.

Come tutelarsi dai debiti del marito

La moglie ha diverse possibilità per tutelarsi dai debiti del marito. Una prima strada da intraprendere è certamente quella di scegliere la separazione dei beni, che rappresenta il primo strumento di tutela. Con la separazione, la moglie riduce il rischio che i debiti del marito incidano sul suo patrimonio. Si consiglia, anche, di non firmare garanzie o fideiussioni come spesso invece richiedono i creditori, valutando attentamente le conseguenze, nel caso in cui fosse necessario. 

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Avv. Manuela Margilio
Esperta di diritto immobiliare, successioni, fiscalità.
Laureata in giurisprudenza a Torino. Dopo aver lavorato presso diversi studi legali, attualmente mi occupo di assicurazioni e scrivo sul web approfondendo tematiche sulle quali nel tempo mi sono specializzata.
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