Si può vivere in un locale accatastato C2?
Cosa si può fare con un locale C2? Ci si può vivere? Si può richiedere l’abitabilità? In questa guida troverai le informazioni di cui potresti aver bisogno.
Un immobile che rientra nella categoria catastale C2 può essere abitato? Posso, per esempio, trasferirci la mia residenza? Sono alcune delle domande più comuni quando si parla dell’ipotesi di vivere in un C2.
Partiamo con ordine. Cos’è di preciso la categoria catastale C2? Si tratta dei magazzini e dei locali di deposito, vendita e contenimento di merci commerciali, prodotti e manufatti, tra i quali rientrano i fienili agricoli e non agricoli, ma anche delle cantine e delle soffitte legate all’abitazione.
Sono quindi dei locali in cui:
- si raccolgono manufatti di diverso genere, a seconda della specifica tipologia;
- si procede con la vendita all’ingrosso di determinati prodotti.
Quali sono le caratteristiche di un locale C2 e cosa è possibile fare al suo interno? Rischio delle sanzioni se lo utilizzo come abitazione? Posso spostarci la mia residenza? Vediamo di seguito cosa sapere in merito.
Categoria catastale C2: quali sono i requisiti
Un immobile potrà essere accatastato come C2 se in possesso di specifici requisiti. In particolare:
- deve avere una specifica destinazione d’uso che, come abbiamo detto, consiste nell’essere utilizzato come locale di deposito, vendita o contenimento di merci differenti;
- la sua ubicazione deve essere eccentrica rispetto ai centri abitati;
- non prevede una zona di allestimento per mostre.
Rispondendo alla domanda Cosa posso fare in un locale C2?, ecco, l’ufficio non è sicuramente la migliore soluzione in quanto la sua destinazione d’uso non corrisponde alla categoria catastale C2. In questa ipotesi, anche nel caso in cui non si dovessero eseguire modifiche strutturali, sarebbe comunque necessario cambiare la destinazione d’uso dell’immobile.
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Categoria catastale C2 abitabilità
Posso dormire in un C2? La destinazione d’uso di un immobile che appartiene alla categoria catastale C2 non prevede che lo stesso possa essere abitato. L’abitabilità, infatti, fa proprio riferimento alla possibilità, per un locale, di poter essere abitato.
Legalmente, quindi, non si può né vivere in uno spazio accatastato C2, né spostarvi la propria residenza anagrafica. Per quanto riguarda, invece, l’ipotesi di realizzare un bagno al suo interno è sempre bene fare riferimento a un tecnico che potrà valutare la fattibilità di eventuali lavori.
Qualsiasi intervento dovrà infatti:
- essere conforme alla normativa in vigore, in questo caso rispettare le norme igienico-sanitarie;
- essere registrato al catasto.
Nell’ipotesi in cui si volesse rendere il locale C2 abitabile dovrà quindi essere richiesto un cambio della sua destinazione d’uso.
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Un locale C2 è una pertinenza?
Possiamo adesso rispondere a un’altra domanda relativa alla categoria catastale C2, ovvero quella riguardante il suo essere una pertinenza. Questa parola indica, in base a quanto stabilito dall’art. 187 cc, le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa.
Nei fatti, un locale come una soffitta o un fienile agricolo non può esistere indipendentemente dall’immobile principale, ma rappresenta una effettiva pertinenza di un altro locale.
Dal punto di vista tributario, è inoltre bene ricordare che ogni abitazione principale può avere fino a un massimo di 3 pertinenze, ognuna delle quali sarà accatastata come C2, C6 (stalle, scuderie, autorimesse) o C7 (tettoie chiuse e aperte).
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Abitare in un C2: sanzioni
Nell’ipotesi in cui si decidesse di vivere in un C2, oltre a eventuali problemi di salute legati alle condizioni poco salubri dell’ambiente, in caso di controlli si potrebbero dover pagare delle sanzioni anche molto salate.
Come rendere abitabile un C2? Modificandone, come abbiamo già ribadito, la sua destinazione d’uso. Quest’ultima, ai sensi di quanto previsto dall’art. 23-ter del Testo Unico dell’edilizia, può essere residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale e rurale.
Supponiamo che tu voglia trasformare un magazzino in un B&B: come dovresti fare? Intanto verificare che:
- l’immobile sia compatibile con la nuova destinazione d’uso: sono necessari interventi di ristrutturazione oppure no?
- la modifica sia prevista dal Piano Urbanistico Regionale;
- il rispetto dei requisiti previsti dal regolamento edilizio comunale, per esempio in relazione all’altezza minima dei soffitti e alla grandezza delle singole stanze (bagno, cucina, camera da letto, ecc.).
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Come cambiare la destinazione d’uso di un C2
La prima cosa che dovrai fare, rivolgendoti a un professionista, è uno studio di fattibilità. Qualora lo studio avesse esito positivo, dovrai chiedere i permessi di costruire al Comune – nello specifico, allo Sportello Unico per l’Edilizia – per realizzare eventuali lavori nel tuo immobile.
Potrà per esempio essere necessario installare:
- il sistema di riscaldamento;
- l’impianto idrico-sanitario;
- l’illuminazione;
- eventuali cappotti termici o rivestimenti delle pareti.
Entro 15 giorni dal termine dei lavori si dovrà procedere con la Segnalazione Certificata di Agibilità, con la quale si potrà attestare di essere in regola con i bagni, il rispetto delle norme antisismiche, la conformità degli impianti e così via.
A questo punto, si potrà effettuare l’effettivo cambio di destinazione d’uso rivolgendosi all’Ufficio del Catasto. La modifica viene registrata con una variazione catastale.
Le tempistiche mutano in relazione a diverse varianti, come la complessità dei lavori da eseguire, il rilascio di permessi e autorizzazioni, la zona geografica dove è ubicato l’immobile. Possono dunque variare da poche settimane ad alcuni mesi.
Quanto costa passare da C2 ad abitazione?
Voce di costo | Importo da sborsare |
Oneri di segreteria per le pratiche generali | 150 euro |
Presentazione domanda di permesso di costruire | 100 euro |
Rilascio del permesso di costruire | 100 euro |
Marca da bollo per la Segnalazione Certificata di Agibilità | 16 euro |
Variazione catastale | 100 euro per le categorie D e E 50 euro per le categoria A, B e C |
Ai costi indicati in tabella dovranno essere aggiunte le parcelle dei professionisti ai quali ci si è rivolti per il disbrigo delle varie pratiche, che possono essere geometri o ingegneri.
Di buono c’è che il cambio di destinazione d’uso da magazzino ad abitazione rientri tra i lavori di restauro e risanamento, quindi permetta di avere accesso a una detrazione fiscale IRPEF sulle spese sostenute del 50%, fino a una spesa massima di 96.000 euro.
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Abitare in un C2 – Domande frequenti
Per affittare un locale C2 sarà prima necessario modificare la sua destinazione d’uso.
Nel caso dell’IMU, se un unico spazio C2 è una pertinenza dell’immobile principale, non si paga l’IMU, mentre lo si paga su altri eventuali immobili accatastati C2.
Per prendere la residenza in un immobile accatastato C2 sarà prima necessario modificarne la destinazione d’uso: scopri come fare nella nostra guida.
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