Busta paga per colf e badanti: guida alla compilazione
Il lavoro domestico è caratterizzato da una particolare elasticità rispetto agli altri rapporti di lavoro subordinato. Tuttavia, esistono alcuni adempimenti obbligatori previsti dalla legge e dai Contratti Collettivi, come la consegna del cedolino paga. Vediamo insieme com'è fatta la busta paga per colf e badanti.
- La busta paga per colf e badanti è obbligatoria.
- Tra gli elementi che deve contenere ci sono la retribuzione minima contrattuale, gli scatti di anzianità, l’eventuale compenso sostitutivo di vitto e alloggio e il superminimo.
- La retribuzione minima si calcola prendendo come riferimento le tabelle retributive di cui ai CCNL di categoria.
I prestatori di lavoro domestico, secondo quanto previsto dall’art. 1 della Legge n. 339 del 1958 sono gli addetti ai servizi domestici che prestano la loro opera, continuativa e prevalente, di almeno 4 ore giornaliere presso lo stesso datore di lavoro, con retribuzione in denaro o in natura.
Tra questi rientrano senz’altro coloro che svolgono mansioni di badanti e colf, che sono quindi da considerarsi a tutti gli effetti lavoratori subordinati. Pertanto, ai rapporti di lavoro che si instaurano con questi soggetti si applicano i diritti e i doveri sanciti dalle norme sul lavoro subordinato e dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
Come è noto, si tratta di rapporti di lavoro caratterizzati da particolare flessibilità, in quanto sono improntati sul particolare rapporto di fiducia che si instaura tra il lavoratore domestico e il datore di lavoro. Tuttavia, visto che si tratta pur sempre di lavoro subordinato, il datore di lavoro è tenuto a rispettare gli adempimenti previsti per legge e per contratto collettivo, tra cui la consegna della busta paga.
Analizziamo più nel dettaglio la busta paga colf e badanti, prendendo in esame gli elementi che devono essere contenuti al suo interno e come si determina la retribuzione.
La busta paga per colf o badante è obbligatoria?
Come abbiamo visto, i rapporti di lavoro domestico sono rapporti di lavoro subordinato, e sono dunque regolati dai CCNL di categoria.
In particolare, nel settore dei domestici vi sono due CCNL principali:
- il CCNL Domestici – Confedilizia;
- il CCNL Domestici – Federproprietà.
Questi contratti prevedono delle disposizioni differenziate a seconda che il lavoratore sia convivente o meno con il proprio datore di lavoro.
Ad ogni modo, entrambi i contratti collettivi prevedono, rispettivamente agli articoli 34 e 29, l’obbligo di consegna del cedolino paga al lavoratore domestico. Quindi la busta paga per lavoratori domestici quali colf e badanti è sempre obbligatoria.
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Quali elementi deve contenere la busta paga cold e badanti?
Come fare la busta paga di una colf e di una badante? Innanzitutto, il cedolino paga deve contenere le generalità del datore di lavoro e del lavoratore domestico, compresa l’indicazione del codice fiscale, del luogo e della data di nascita.
Oltre alle generalità, la busta paga deve comprendere i seguenti elementi:
- il periodo di riferimento delle competenze (esempio: marzo 2025);
- il livello retributivo in cui è inquadrato il lavoratore domestico (per esempio, per un assistente familiare che assiste persone non autosufficienti, livello C Super;);
- le ore di lavoro effettivamente prestate, compresa l’indicazione delle ore di lavoro straordinario e festivo;
- le trattenute per oneri previdenziali e assistenziali a carico del lavoratore;
- i contributi alla cassa colf;
- la retribuzione minima applicata al lavoratore domestico e gli altri elementi della retribuzione, che vedremo più nel dettaglio di seguito.
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Busta paga colf e badante: retribuzione
Come si è detto, la busta paga di colf e badanti deve contenere l’indicazione del minimo retributivo, ma anche di tutti gli altri elementi della retribuzione.
In particolare, la retribuzione del lavoratore domestico è composta dalle seguenti voci:
- retribuzione minima contrattuale;
- eventuali scatti di anzianità;
- eventuale compenso sostitutivo di vitto e alloggio;
- eventuale superminimo, cioè l’eventuale corresponsione di un compenso ulteriore rispetto al minimo retributivo.
Quanto al superminimo, nel prospetto paga deve altresì risultare se l’eventuale trattamento retributivo sia una condizione di miglior favore ad personam non riassorbibile da aumenti contrattuali della retribuzione minima.
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Come calcolare la retribuzione minima?
In rete ci sono tante domande relative al guadagno di una badante e di una colf, in particolare riguardanti la tabella dello stipendio o l’ipotetica tariffa oraria. In merito possiamo dire che i minimi retributivi sono fissati nelle apposite tabelle allegate ai CCNL Domestici sopra menzionati e sono rivalutati annualmente.
Le retribuzioni minime contrattuali e i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio sono determinati secondo le variazioni del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’ISTAT al 30 novembre di ogni anno.
Dunque, per comprendere qual è il livello minimo retributivo da applicare al lavoratore domestico, è necessario consultare tali tabelle e individuare la retribuzione minima a seconda del livello retributivo attribuito al dipendente.
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Altri elementi da indicare in busta paga dei lavoratori domestici
Vi sono altri elementi della retribuzione da indicare in busta paga al momento della corresponsione, come la tredicesima mensilità e il Trattamento di Fine Rapporto.
Tuttavia, la tredicesima mensilità, che in genere viene corrisposta come gratifica natalizia e dunque nel mese di dicembre, va indicata mensilmente solo se si decide di erogarla in ratei mensili e non integralmente in occasione del Natale. Se, invece, si decide di erogarla in un’unica soluzione nel mese di dicembre, questa deve essere prevista solo nel cedolino paga di tale mese.
Un discorso simile vale per il Trattamento di Fine Rapporto, che consiste in un accantonamento della retribuzione, effettuato in percentuale del 13,5% sulla retribuzione annuale. Venendo corrisposto alla fine del rapporto di lavoro, il TFR va indicato solo nel cedolino paga finale, oppure nel caso in cui si decida di erogare un’anticipazione del TFR al lavoratore domestico.
Se hai perplessità sulla busta paga da consegnare alla tua colf o badante, oppure hai ricevuto una busta paga per le prestazioni svolte da lavoratore domestico e hai dei dubbi, richiedi una consulenza a un avvocato esperto in diritto del lavoro e della previdenza sociale.
Busta paga colf e badanti – Domande frequenti
Il CCNL di categoria prevede che il cedolino paga per il lavoratore domestico deve essere consegnato al momento della corresponsione dello stipendio – generalmente tra il primo e il decimo giorno del mese successivo al momento della maturazione della retribuzione.
È necessario in primo luogo individuare il livello retributivo in cui inquadrare il lavoratore domestico, a seconda delle mansioni svolte, come previsto dal CCNL di categoria. Poi, bisogna consultare le tabelle retributive di cui al medesimo contratto collettivo.
Sì, è necessario che il lavoratore (colf o badante che sia) firmi per accettazione il cedolino paga, dopo che questi si sia accertato della regolarità dello stesso e della presenza di tutti gli emolumenti che gli sono dovuti
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