Non ricevo lo stipendio da due mesi: cosa posso fare?
Quando tempo può ritardare uno stipendio? E cosa fare nel caso in cui non dovesse arrivare? Ecco i suggerimenti per agire per tempo, con o senza la presenza di un avvocato.
- Lo stipendio in ritardo di 20 giorni è una vera scocciatura per qualsiasi lavoratore, figuriamoci se non viene pagato da due mesi.
- Il dipendente potrebbe fare diverse cose per esercitare il suo diritto alla retribuzione.
- Potrebbe agire in autonomia, rivolgendosi all’Ispettorato del lavoro, oppure con il supporto di un avvocato, tramite decreto ingiuntivo.
Dai licenziamenti senza giusta causa al demansionamento fino agli episodi quotidiani di mobbing o bossing: sono tante le ingiustizie che si possono subire ogni giorno nel mondo del lavoro.
Se per ogni problema c’è una legge alla quale fare riferimento per tutelarsi, a volte non si hanno le conoscenze, il tempo e la voglia di reagire di fronte a una situazione lavorativa spiacevole e imprevista. Cambiare lavoro diventa, spesso, la strada più facile da percorrere.
In questa guida analizzeremo un caso abbastanza comune, leggermente diverso da quello in cui si riceve lo stipendio in ritardo, di cui abbiamo già parlato. Cosa si può fare se non si riceve lo stipendio da due mesi?
Si potrà denunciare il proprio datore di lavoro? Sarebbe prima meglio inviargli un sollecito di pagamento? Si dovrebbe agire con il supporto di un avvocato o ci si potrebbe difendere da soli? Ci sono diverse soluzioni a propria disposizione: vediamo cosa potresti fare in questa situazione così antipatica e come riuscire a recuperare i tuoi soldi.
Quando deve essere pagato lo stipendio?
Un lavoratore dipendente che ha un contratto di lavoro subordinato riceve ogni mese lo stipendio un determinato giorno o entro una determinata data. Quando dovrebbe arrivare?
La data dipende dal singolo CCNL (contratto collettivo nazionale del lavoro) e generalmente l’erogazione avviene:
- entro il 10° giorno del mese successivo a quello al quale si riferisce la retribuzione;
- il 27° giorno del mese in corso.
Quindi, prendiamo come riferimento il mese di aprile: in alcuni casi, lo stipendio si riceve il 27 aprile, mentre il altri il pagamento dovrà essere effettuato entro il 10 di maggio.
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Stipendio in ritardo di 2 mesi: cosa fare
Se non mi pagano lo stipendio posso stare a casa? Prendiamo l’esempio di un lavoratore che non riceve lo stipendio da due mesi. Cosa potrebbe fare per recuperare i suoi soldi? La prima ipotesi, quella meno bellicosa, consiste in un colloquio di chiarimenti con il proprio datore di lavoro o nell’invio, a mezzo PEC o raccomandata, di un sollecito di pagamento.
Quest’ultimo potrebbe però rispondere di avere problemi economici da risolvere e continuare a non pagare il lavoratore. Si potrebbe allora chiedere l’intervento di un avvocato, che potrebbe inviare una lettera di diffida con preavviso di azioni legali al datore di lavoro.
Questa opzione potrebbe essere efficace, soprattutto nell’ipotesi di diffida ad adempiere con la quale si dia al datore di lavoro un termine entro il quale pagare, ma se il datore di lavoro ha comunque problemi di soldi, il lavoratore resterebbe lo stesso senza stipendio.
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Se non vengo pagato posso rifiutarmi di lavorare?
Nell’ipotesi in cui il lavoratore non venisse pagato per tre mensilità consecutive, potrebbe allora decidere di rifiutarsi di lavorare. L’inadempimento del datore di lavoro è, infatti, un fatto particolarmente grave, che provoca una lesione di un diritto fondamentale del lavoratore, quello alla retribuzione.
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Come recuperare lo stipendio: l’Ispettorato del lavoro
A questo punto, prima di chiedere l’aiuto di un avvocato del lavoro, il lavoratore avrebbe un’altra carta da giocare: quella di rivolgersi all’Ispettorato territoriale del lavoro (ITL).
Si dovrà chiedere la convocazione delle parti per procedere con una conciliazione. In particolare, ci si dovrà rivolgere all’ispettore dell’ufficio “conciliazioni monocratiche”. L’azienda sarà quindi convocata per raggiungere un accordo legato alla morosità del datore di lavoro nei confronti del lavoratore.
Questo passaggio risulta fondamentale per evitare di dover agire in giudizio. Se si riuscisse a trovare un accordo con il datore di lavoro, infatti, si potrebbe risparmiare tempo rispetto alla lungaggini di un processo.
Alla peggio, il lavoratore potrebbe infatti anche perdere il suo diritto a essere pagato, che potrebbe cadere in prescrizione o incontrare delle difficoltà, per esempio nell’ipotesi di fallimento aziendale.
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Stipendio non pagato: quando rivolgersi al tribunale
Qualora il tentativo di conciliazione tramite l’Ispettore del lavoro non dovesse andare a buon fine, allora il tribunale sarebbe il jolly da giocarsi: in questo caso, si avrebbe bisogno di un avvocato, meglio se specializzato in cause di lavoro.
A questo proposito, ti consigliamo di rivolgerti a uno degli avvocati esperti in diritto del lavoro presenti su deQuo, ai quali potrai inviare una richiesta di preventivo gratuito o una consulenza online, direttamente da casa.
Cosa si dovrebbe fare, in pratica? Procedere con una richiesta di decreto ingiuntivo, che:
- sarà notificato dal datore di lavoro entro 60 giorni;
- dovrà essere pagato entro 40 giorni.
Nel caso più estremo, ovvero quello in cui il datore di lavoro dovesse essere ancora inadempiente, si potrà procedere con il pignoramento dei suoi beni.
I termini per agire in tribunale contro il proprio datore di lavoro, fortunatamente, non sono brevi: si potrà fare causa al datore di lavoro entro 5 anni di tempo dalla cessazione del rapporto di lavoro – sia nell’ipotesi di licenziamento sia di dimissioni.
Approfondisci leggendo Diritto di precedenza sul lavoro: come funziona nelle assunzioni
Dimissioni per giusta causa: quando si possono dare
Il lavoratore, stremato dalla situazione ingiusta nella quale si ritrova, potrebbe anche decidere di dimettersi per giusta causa, ovvero di mollare il lavoro in tronco, senza preavviso.
L’azienda dovrebbe quindi pagargli un’indennità di mancato preavviso, il TFR maturato fino a quel momento e gli stipendi arretrati. Il lavoratore avrebbe in questo caso anche diritto a ricevere la disoccupazione NASpI.
Il datore di lavoro che si ostina a non versare lo stipendio andrebbe invece incontro a delle sanzioni amministrative pecuniarie che, ai sensi dell’art. 5 della legge n. 4/1953, vanno da un minimo di 150 a un massimo di 900 euro.
Le sanzioni aumentano in caso di morosità maggiori. Per esempio, vanno da:
- 600 a 3.600 euro qualora lo stipendio non sia stato pagato ad almeno 5 dipendenti per un periodo di almeno 6 mesi;
- 1.200 a 7.200 euro per lo stipendio non pagato ad almeno 10 lavoratori per un periodo minimo di 12 mesi.
LEGGI ANCHE Dimissioni per giusta causa: quali sono, quando si possono dare e in che modo
Non ricevo lo stipendio da due mesi – Domande frequenti
Se il bonifico dello stipendio non arriva, il lavoratore può fare diverse cose: scoprile nella nostra guida sullo stipendio non pagato da due mesi.
Il lavoratore potrebbe inviare un sollecito di pagamento, ma nei casi peggiori potrebbe anche agire in giudizio contro il datore di lavoro.
Il mancato pagamento dello stipendio dà al lavoratore il diritto di procedere alla dimissioni per giusta causa.
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