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Capacità giuridica e di agire: età, articolo codice civile, quando si acquista

In questa guida esamineremo cos'è la capacità giuridica: a che età si acquisisce, cosa comporta e qual è la principale differenza con la capacità di agire.

capacità giuridica
  • La capacità giuridica identifica l’attitudine ad essere titolari di situazioni giuridiche soggettive. Si distingue dalla capacità di agire, la quale, invece, identifica l’attitudine a compiere atti giuridicamente rilevanti.
    Le persone fisiche acquistano la capacità giuridica alla nascita. Talvolta, l’ordinamento riconosce limitata capacità giuridica anche ai concepiti, per esempio in materia successoria.
  • Le persone giuridiche, invece, acquistano capacità giuridica con il riconoscimento, che in genere avviene mediante iscrizione in appositi registri pubblici.

Il concetto di capacità giuridica indica generalmente l’attitudine del soggetto ad essere titolare di diritti e doveri, cioè ad essere titolare per il solo fatto di nascere di diritti innati, dei diritti inviolabili della persona umana. Ci si riferisce, in particolare, all’idoneità ad essere titolari dei diritti fondamentali della persona di all’art. 2 della Carta costituzionale.

La definizione di capacità giuridica non si coglie direttamente né dal codice civile, che all’art. 1 si limita ad enunciare che la capacità giuridica si acquista al momento della nascita, né dall’art. 22 della Costituzione, secondo cui nessuno può essere privato della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome.

Nel seguente articolo, tratteremo sia della capacità giuridica delle persone fisiche sia di quella delle persone giuridiche, soffermandoci sugli aspetti salienti. Inoltre, ti diremo come si acquista la capacità giuridica e ci soffermeremo sulla differenza rispetto alla capacità di agire.

Capacità giuridica: problemi di definizione

La mancanza di una definizione normativa di capacità giuridica dipende probabilmente dalla circostanza che si tratta di un concetto così permeato nel nostro ordinamento giuridico, dato che si trova alla base delle sue disposizioni e ne funge da presupposto, da non richiedere alcuna esplicita previsione dichiarativa.

Il concetto di capacità giuridica è, infatti, strettamente legato al riconoscimento dei diritti della persona da parte degli ordinamenti moderni, in cui hanno trovato per la prima volta affermazione i valori di dignità umana e di persona.

Il riconoscimento costituzionale del principio di uguaglianza e della necessaria titolarità da parte di tutti gli individui di diritti inviolabili senza distinzioni di sesso, di razza, di religione ha definitivamente consolidato il concetto di capacità giuridica, in base al quale nessun campo di diritti e di obblighi può essere precluso al soggetto a causa della mancanza di qualità o status.

Per tale via, la capacità giuridica è venuta a coincidere con la soggettività giuridica: il soggetto dell’ordinamento è necessariamente portatore di diritti e titolare di situazioni giuridiche connaturate alla sua persona.

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capacità giuridica definizione
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Capacità giuridica: definizione

La capacità giuridica è l’attitudine ad essere titolari di situazioni giuridiche soggettive. Quella di capacità giuridica è qualificazione normativa, legata ad una valutazione dell’ordinamento. Si tratta di una qualità di carattere generale e astratto, il cui riconoscimento rende chi n eè investito possibile centro di imputazione di diritti e di obblighi. Come tale, essa vale a definire la posizione del soggetto di diritto nell’ordinamento.

Il codice parla di personalità giuridica con riferimento alle entità diverse dalla persona umana, in relazione alle quali disciplina le specifiche modalità di attribuzione della soggettività giuridica, che viene ricollegata, invece, naturalmente e direttamente all’esistenza stessa della persona fisica.

L’idea che l’essere umano sia, in quanto tale, considerato soggetto di diritto rappresentata, nonostante il carattere per noi altamente scontato, conquista di civiltà rispetto a tempi ormai lontani.

La capacità giuridica si acquista con la nascita, in passato si richiedeva anche il requisito della vitalità. Oggi è sufficiente che il neonato sia nato vivo, anche solo per un istante. Anche un breve periodo di vita vale a rendere il nato vitale e quindi dotato di capacità giuridica.

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Capacità giuridica del concepito

Il diritto positivo subordina la capacità giuridica all’evento della nascita, rappresentati dal distacco del bambino dal corpo materno da vivo, anche se la sua vita sia durata pochi secondi. Ciò è sufficiente per considerare il soggetto titolare di quei diritti (come quelli successori) legati al suo essere o essere stato un individuo.

Il nostro ordinamento non considera il concepito una persona titolare di capacità giuridica. Ne è prova la circostanza che il nostro ordinamento prevede l’interruzione volontaria di gravidanza – concessa nei primi tre mesi di gestazione dalla legge n. 194/1978 – nonché quella secondo cui il nostro ordinamento, ove prende in considerazione il concepito, si limita a regolare la situazione di attesa quanto alla titolarità dei diritti a questo attribuibili sul piano successorio.

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Diritti che si acquisiscono alla nascita

Il nostro ordinamento, infatti, riconosce al nascituro la capacità di succedere (art. 462 c.c.) e di ricevere donazioni (art. 784 c.c.). Possono, inoltre, essere revocate le disposizioni testamentarie, fatte da chi ignorava l’esistenza di un figlio o di un discendente concepito (art. 687 c.c.).

Pur se non espressamente prevista dal codice, si ritiene che al concepito sia riconosciuta anche la tutela di interessi non patrimoniali. In particolare, si ritiene che spetti al concepito il diritto ad avere i genitori.

Ne è prova la disposizione dell’art. 254 c.c., che ammette il riconoscimento del concepito da parte dei genitori, oppure il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno nel caso di uccisione del padre prima della nascita e dopo il concepimento. Al riguardo, l’evento dannoso si verifica al momento della nascita, perché solo in tal momento si verificano le privazioni economiche e affettive come conseguenza della morte del padre.

concepito e capacità giuridica

Diritto alla salute

Viene ritenuto risarcibile il danno al feto lesivo del diritto alla salute del futuro nato, cagionato da un fatto illecito del genitore o di un terzo (si pensi ad un calcio inferto al grembo della donna). Qui viene direttamente leso il diritto alla salute del concepito, sebbene il danno risarcibile sia un danno futuro, perché manifestantesi in epoca successiva all’evento.

Si tende generalmente ad escludere la risarcibilità del danno da procreazione, rappresentato dal danno derivante da una malattia ereditaria di cui il feto sia affetto ovvero dal danno cagionato dal medico nell’accertare gravi anomalie o malformazioni del feto, con il conseguente mancato esercizio del diritto all’interruzione della gravidanza.

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Nonostante si consideri il concepito come portatore di determinati interessi, essi sono sempre subordinati all’evento della nascita, per cui si ritiene che esso non possa essere un soggetto di diritto, perché il concetto di soggettività giuridica presuppone la capacità ad essere attualmente titolare di situazioni giuridiche.

Essa, pertanto, non si addice al concepito che è portatore solamente di interessi futuri, ed è per questo considerato oggetto di diritto. Tale tesi è stata avallata dalla giurisprudenza di legittimità con la sent. n. 16754/2012. In quella occasione, la Corte ha avuto modo di affermare che la protezione del nascituro e il riconoscimento di una sfera di tutela di interessi patrimoniali e non patrimoniali, non deve passare necessariamente attraverso la sua elevazione a soggetto del diritto, ma lo si può anche considerare oggetto del diritto.

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Capacità giuridica e di agire: che differenza c’è?

La capacità giuridica si distingue dalla capacità di agire. Con ciò si intende l’attitudine a compiere atti idonei ad incidere sulla propria sfera giuridica. Ai sensi dell’art. 2 c.c., la capacità di agire si acquista con la maggiore età, vale a dire al compimento del diciottesimo anno. Con capacità di agire si intende la capacità di compiere atti per cui è prevista un’età diversa.

La fissazione di un criterio presuntivo e uniforme per la valutazione dell’attitudine del soggetto a regolare i propri interessi rappresenta, indubbiamente, una precisa necessità per lo svolgimento di rapporti giuridici, anche economici.

L’ordinamento non manca di assicurare una adeguata tutela degli interessi del soggetto, prevedendo l’incidenza di sue peculiari condizioni personali. Le condizioni fisiche e psichiche possono incidere anche comportando la perdita della capacità di agire.

La differenza rispetto alla capacità giuridica è palese. Mentre chi sia dotato di capacità giuridica può, come tale, essere titolare di situazioni giuridiche soggettive, il soggetto capace di agire può validamente compiere atti giuridici idonei a produrre modificazioni nella propria sfera giuridica.

Così, per esempio, con la nascita, il soggetto ha la capacità di essere titolare della proprietà di beni, con il conseguimento della capacità di agire, lo stesso può acquistare beni o vederli, o darli in garanzia ecc.

Capacità giuridica speciale

Anche se la capacità giuridica si acquisisce con la nascita, ci sono casi in cui la legge prevede che un determinato diritto sia riconosciuto solo a determinati soggetti, ovvero una capacità giuridica speciale. Per esempio, per sposarsi si devono avere almeno 16 anni, così come per sottoscrivere un contratto di lavoro o per riconoscere un figlio naturale.

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capacità giuridica del concepito

Capacità giuridica delle persone giuridiche

Se abbiamo detto che le persone fisiche acquistano la capacità giuridica alla nascita, come accade per le persone giuridiche? Anche le persone giuridiche, come enti non lucrativi (fondazioni ed associazioni) o enti lucrativi (le società), sono dotati di personalità giuridica. Soprattutto questi soggetti, anzi, hanno una spiccata esigenza del riconoscimento, al fine di essere titolari di posizioni giuridiche.

Ad oggi, più che di personalità giuridica, si tende a parlare di soggettività giuridica. Questo concetto è più ampio, dovrebbe valere ad includere nel novero dei soggetti giuridicamente capaci:

  • le persone fisiche;
  • le persone giuridiche;
  • gli enti non riconosciuti quali persone giuridiche.

L’espressione persona giuridica, che storicamente si proponeva quale esclusiva alternativa concettuale alla nozione di persona fisica, finisce così con il limitarsi attualmente a indicare solo un particolare profilo di disciplina dell’ente riconosciuto rispetto all’ente non riconosciuto. Tuttavia, non ha più il valore che aveva un tempo.

Grazie all’art. 2 cost. è stato possibile estendere la tutela anche agli enti non riconosciuti. Infatti, la norma in questione tutela le formazioni sociali in cui il soggetto può esprimere la propria personalità.

Esempio

Per esempio, un tempo se l’associazione non era riconosciuta, si ponevano non pochi problemi anche dal punto di vista della tutela in sede giudiziaria. Infatti, si diceva che, in assenza di riconoscimento, l’ordinamento dell’associazione restasse interno, quindi, eventuali conflitti andavano risolti davanti all’assemblea dei soci.

Oggi, invece, non è più così, in quanto l’ordinamento dell’associazione acquista rilievo esterno proprio alla luce dell’art. 2 cost. Quindi, è possibile ricorrere al giudice per ottenere un’adeguata tutela in sede giudiziaria, anche in caso di conflitto interno all’associazione stessa.

La capacità giuridica degli enti è molto più limitata della capacità giuridica delle persone fisiche. Si pensi, in primo luogo, a tutti i diritti della personalità di cui non gode. I diritti dell’ente sono prettamente economici. Anche quando si fa riferimento al diritto all’immagine della società, viene in evidenza un concetto di reputazione fortemente orientato all’aspetto economico.

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capacità giuridica e di agire differenze

Come si acquista la personalità giuridica?

Acquistare la capacità giuridica, però, non è un fatto del tutto indifferente. Si pensi, in primo luogo, ai risvolti patrimoniali. L’ente riconosciuto, infatti, è dotato di autonomia patrimoniale perfetta. Cosa significa? Significa che, se l’ente assume le obbligazioni ne risponde con il patrimonio comune. I soci, invece, non rispondono delle obbligazioni, se non nei limiti della quota di partecipazione.

Quindi, molto spesso gli enti per compiere determinate azioni devono necessariamente acquisire la personalità giuridica, perché in assenza comunque i soci si esporrebbero a grossi rischi. In ordine alla capacità giuridica, il codice civile distingue tra enti pubblici (art. 11 c.c.) e persone giuridiche private.

Le persone giuridiche acquistano la personalità giuridica mediante il riconoscimento. La persona giuridica “società” è disciplinata nel libro quinto, che prevede l’acquisizione della personalità giuridica da parte della società in maniera marginale. Sul punto, c’è una norma che mi dice come la società consegue la personalità giuridica attraverso un meccanismo automatico.

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Riconoscimento personalità giuridica

Un tempo era gestito dal giudice (giudizio di omologazione), mentre oggi è demandato al notaio, che effettua un controllo di legalità, regolarità e sussistenza dei limiti di legge e che non implica margini valutativi. Le condizioni per avere personalità giuridica sono predeterminate dalla legge e non ci sono margini valutativi.

Dunque, c’è un riconoscimento automatico all’esito di una verifica oggi demandata al notaio e priva di discrezionalità.
Mentre non ha mai generato particolari problemi il riconoscimento della personalità giuridica agli enti che perseguono scopo di lucro o che svolgono attività economica.

Viceversa, ha da sempre sollevato l’attenzione del legislatore, in primis, anche in qualche modo la preoccupazione del legislatore, il riconoscimento della personalità giuridica degli enti non lucrativi. Quindi, quando si parlava di persona giuridica, il principale problema era la personalità giuridica non lucrativa, se e a quali condizioni l’ente non lucrativo (quindi un ente che ha una finalità ideale) può avere la personalità giuridica.

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Differenza riconoscimento enti lucrativi e non lucrativi

È con riferimento alla personalità giuridica degli enti non lucrativi che noi abbiamo assistito alla più significa evoluzione. Ciò ha portato al superamento di riconoscimento concessorio per provvedimento. Il riconoscimento della personalità giuridica, un tempo, per gli enti non lucrativi era una concessione amministrativa.

C’era proprio un provvedimento concessorio con cui lo Stato o la Regione, con un provvedimento di concessione ampiamente discrezionale. All’esito di una valutazione, l’amministrazione concedeva all’ente il beneficio della personalità giuridica, con tutto ciò che questo implicava. Per le società, invece, il riconoscimento della personalità giuridica era un automatismo.

Quindi c’era una radicale diversità: sistema commissorio/costitutivo per gli enti non lucrativi e sistema dichiarativo/automatico per gli enti lucrativi. Perché questo? Perché non ha mai ripugnato o preoccupato l’idea che dei soggetti potessero ambire a svolgere attività economica a scopo di lucro, con il beneficio pieno della responsabilità limitata, che solo può dare la personalità giuridica.

Quindi, la personalità giuridica della società come strumento per ottenere il pieno riconoscimento della responsabilità limitata, è sempre stata un fatto ritenuto normale. Il riconoscimento dell’ente lucrativo, invece, crea un soggetto nuovo, un debitore fittizio.

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capacità giuridica società

Enti non lucrativi

La società è una forma anche radicale di separazione patrimoniale, che avviene attraverso lo sdoppiamento soggettivo: due patrimoni, due soggetti, un nuovo debitore che risponde dell’obbligazione con tutto il suo patrimonio. Invece gli ordinamenti giuridici che si sono negli anni succeduti storicamente, sia quelli liberali sia quelli illiberali, hanno nutrito sempre un certo sospetto per gli enti non lucrativi.

Sono stati considerati corpi intermedi tra individuo e Stato, che si propongono finalità sociali, politiche e ideologiche e vengono ritenuti elementi di destabilizzazione delle istituzioni politiche centrali e governative. Quindi, vengono guardate con sospetto e rispetto ad essi la personalità giuridica è anche un modo per esercitare una forma di controllo e per fare in modo che l’ente si sottoponga a questa forma di controllo.

Si pensi solo che agli enti non riconosciuti: prima del codice del 1942, non era riconosciuta alcuna forma di autonomia patrimoniale. Quindi, i soci dell’associazione non riconosciuta rispondevano delle obbligazioni per intero, con tutto il loro patrimonio.

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Capacità giuridica – Domande frequenti

A quale età si acquista la capacità giuridica?

La capacità giuridica si acquista al momento della nascita.

Che differenza c’è tra la capacità giuridica e la capacità di agire?

Mentre la capacità giuridica si acquista fin dalla nascita, la capacità di agire si ottiene al raggiungimento della maggiore età.

Come acquistano capacità giuridica le società o enti non lucrativi?

Società ed enti non lucrativi acquistano la capacità giuridica mediante riconoscimento, che avviene o alla presenza del notaio, oppure tramite valutazione da parte della pubblica amministrazione

Quando si perde la capacità giuridica?

La capacità giuridica si perde con la morte, nel caso delle persone fisiche, e con la loro estinzione per le persone giuridiche.

Chi può avere la capacità giuridica?

Le persone fisiche acquisiscono la propria capacità giuridica con la nascita.


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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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