Segnalazioni all’Agenzia delle Entrate: come funzionano e come difendersi in caso di accertamento fiscale
In questa guida analizzeremo come avvengono le segnalazioni di irregolarità o di evasione fiscale all’Agenzia delle Entrate, come difendersi in caso di accertamento e cosa si rischia nell'ipotesi di segnalazioni false.
- Gli illeciti fiscali possono essere denunciati dai privati cittadini.
- Questi ultimi possono rivolgersi non solo all’Agenzia delle Entrate, ma anche alla Guardia di finanza.
- La segnalazione relativa alle imprese prende invece il nome di whistleblowing e ha delle regole specifiche.
Spesso capita, nella vita di tutti i giorni, di assistere a fenomeni di evasione fiscale, più o meno gravi. Dalla semplice mancata emissione di una ricevuta per acquisti effettuati presso a un pubblico esercizio o di una fattura quando richiediamo una prestazione da un professionista, a casi più gravi commessi da parte di imprese.
Ma come avviene una segnalazione all’Agenzia delle Entrate? E se invece siamo noi bersaglio di una segnalazione infondata, come ci si difende in caso di accertamento da parte del fisco?
In questo articolo analizzeremo più da vicino:
- come si effettua una segnalazione di irregolarità o di evasione fiscale;
- i rischi per chi effettua segnalazioni false;
- cosa avviene quando è il dipendente di un’azienda ad effettuare una segnalazione;
- come protettersi in caso di accertamento da parte delle Autorità competenti.
Come inviare una segnalazione all’Agenzia delle Entrate?
Quando un privato cittadino intende segnalare un episodio di illecito fiscale ha due possibilità:
- rivolgersi alla Guardia di Finanza;
- informare l’Agenzia delle Entrate con una segnalazione.
La denuncia alla Guardia di Finanza si effettua solo per le fattispecie più gravi, che comportano una responsabilità penale dell’evasore. Tali ipotesi necessitano di un pronto intervento: per far sì che la Guardia di Finanza avvii le proprie indagini è necessario un esposto scritto, ovvero una denuncia.
Una denuncia per evasione fiscale si può effettuare compilando gli appositi moduli disponibili presso i Comandi Provinciali della Guardia di Finanza, oppure chiamando il numero 117, gratuito e disponibile 24 ore su 24, tutti i giorni.
Nei casi meno gravi si può procedere con una segnalazione all’Agenzia delle Entrate. In ogni caso, l’esposto non avviene in forma anonima, ma deve avvenire ilasciando obbligatoriamente i propri dati identificativi. Questo è quanto è stato disposto dal Decreto Semplificazioni Fiscali (articolo 8, comma 8 del D.L. n. 16/2012)
Il menzionato decreto non ha, tuttavia, eliminato del tutto la possibilità di inviare una segnalazione anonima all’Agenzia delle Entrate. In questa ipotesi, l’amministrazione è tenuta a protocollarla e ad analizzarla, ma non è obbligata a rispondere all’istanza del cittadino. Inoltre, le segnalazioni anonime non producono come effetto immediato l’avvio di un accertamento fiscale nei confronti del segnalato, a differenza delle segnalazioni ordinarie.
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Quali sono i rischi per chi segnala?
È importante ricordare che chi effettua denunce con la consapevolezza della falsità di quanto dichiarato alle Autorità corre dei rischi rilevanti. In particolare, quando si denuncia la commissione di veri e propri reati, il rischio è di ricevere a propria volta una denuncia per calunnia. Occorre pertanto fare attenzione e guardarsi bene dall’effettuare denunce al solo fine di danneggiare qualcuno, magari perché nostro concorrente commerciale o solo per ripicca.
Richiesta controlli Agenzia delle Entrate: cos’è il whistleblowing
Accade frequentemente che anche le imprese compiano evasioni fiscali o abbiano una gestione irregolare dei versamenti da effettuare nei confronti del fisco.
Si pensi, per esempio, al mancato versamento delle ritenute fiscali trattenute dallo stipendio dei propri dipendenti o all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. I casi possono essere molteplici, e può facilmente accadere che il dipendente venga a conoscenza che situazioni del genere avvengano all’interno dell’azienda presso cui lavora.
In tali ipotesi, si applica la disciplina del whistleblowing, nata proprio per proteggere i dipendenti che vogliano segnalare irregolarità fiscali, la commissione di reati oppure anche fenomeni di evasione fiscali di cui sono venuti a conoscenza sul luogo di lavoro.
In particolare, con il d.lgs. n.24 del 10 marzo 2023, che in attuazione della Direttiva Europea sul whistleblowing ha modificato la disciplina nazionale previgente dell’istituto, è stato previsto che i dipendenti possono segnalare comportamenti, atti od omissioni che costituiscono illeciti amministrativi, contabili, civili o penali, attraverso un canale interno aziendale e godendo di un particolare regime di protezione che ne garantisce l’anonimato.
Solo nel caso in cui venga accertata la falsità della segnalazione, il dipendente potrà essere punito con una sanzione disciplinare.
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Come difendersi in caso di accertamento infondato?
Escludendo le ipotesi più gravi di denuncia alla Guardia di Finanza, può accadere che in seguito ad una segnalazione all’Agenzia delle Entrate si riceva un avviso di accertamento da parte dell’ente.
L’accertamento fiscale è un atto di natura amministrativa e tributaria emesso dall’Agenzia delle Entrate, con il quale si richiede formalmente al contribuente il pagamento di maggiori imposte – oltre a sanzioni e interessi – rispetto a quelle da questo pagate all’erario mediante la presentazione della dichiarazione dei redditi.
L’avviso di accertamento deve contenere anche l’indicazione della ragione posta a fondamento della verifica fiscale, che ben può essere una segnalazione da parte di un soggetto terzo.
Approfondisci leggendo pure Come fare una segnalazione anonima ai Carabinieri o alla Polizia?
Cosa puoi fare se ricevi una segnalazione di irregolarità dall’Agenzia delle Entrate
Se dovessi ricevere la notifica di un accertamento fiscale, puoi adottare diverse soluzioni, tra le quali ci sono le seguenti:
- acquiescenza dell’avviso di accertamento: il contribuente rinuncia a presentare un ricorso tributario e paga le imposte dovute, ottenendo la riduzione delle sanzioni a un terzo;
- definizione agevolata delle sanzioni: il contribuente può concordare il pagamento agevolato delle sole sanzioni, riservandosi la possibilità di presentare un ricorso tributario avverso l’avviso di accertamento solo per le maggiori imposte;
- istanza di accertamento con adesione: il contribuente, entro il termine di 60 giorni dalla notifica dell’accertamento, può presentare istanza di accertamento con adesione, con cui può raggiungere un accordo con l’Ufficio in merito all’imposta dovuta e ottenere la riduzione delle sanzioni a un terzo;
- autotutela tributaria: si tratta di una richiesta di riesame dell’accertamento fiscale da presentare all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, in quanto non si condivide l’esito dello stesso.
Negli altri casi, è sempre possibile presentare un ricorso presso la Commissione Tributaria competente avverso l’avviso di accertamento. Bisogna però sempre rispettare il termine di 60 giorni dalla notifica dell’avviso o entro il termine di 150 giorni dalla notifica dell’atto di accertamento, nel caso in cui sia stata presentata istanza di accertamento con adesione.
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