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Insultare un politico è reato?

Quando insultare un politico è reato? Quando, invece, è diritto di cronaca? Come influisce il diritto di critica sul reato di diffamazione? Nel seguente articolo, ci occuperemo sotto vari aspetti del diritto di critica politica.

insultare un politico è reato?
  • Insultare un politico potrebbe costituire un reato, primo fra tutti il reato di diffamazione.
  • Nell’ambito dell’attività di cronaca, il giornalista potrebbe infatti porre in essere un’offesa ai danni del politico.
  • Anche altre attività, diverse dalla cronaca, come la critica o la satira, possono determinare una responsabilità per le offese arrecate al politico.

Quante volte vi è capitato di sentire insulti e offese rivolte a politici o a personaggi pubblici? Capita molto di frequente, soprattutto in programmi televisivi di satira o critica politica. Quali sono i casi in cui queste offese costituiscono reato, per esempio di diffamazione? Quando è dunque diffamatoria la condotta del conduttore, giornalista o comico di turno?

Nel seguente articolo, ci occuperemo di un tema molto importante, qual è la critica politica nelle molteplici sue sfaccettature, ovvero sia dal punto di vista di chi svolge un’attività di cronaca, sia della satira pura.

Quando insultare un politico è reato

Gli insulti a volte costituiscono reato. In particolare, possono rientrare nel reato di:

  • diffamazione, quando l’insulto è pubblico e arreca pregiudizio alla reputazione del destinatario. Quest’ultimo, affinché il reato sia integrato, non deve essere presente al momento dell’insulto;
  • ingiuria: il reato di ingiuria è stato depenalizzato, ma era integrato quando l’insulto lesivo della reputazione era posto in essere alla presenza della persona offesa;
  • molestie o atti persecutori: a seconda dei casi, i reiterati insulti, per esempio per via telefonica, possono integrare queste due tipologie di reato.

Se l’insulto è rivolto ad un politico, in genere ci troviamo in specifici contesti. Possono infatti essere riportati in un articolo pubblicato su un quotidiano, oppure può trattarsi di insulti resi nell’ambito di programmi televisivi, per esempio di satira.

Un comico che deride un politico compie un reato allora? Ci siamo chiesti se in questi particolari contesti una condotta, in astratto diffamatoria, possa essere comunque non punibile.

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insultare un politico quando è reato
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Insultare un politico: diritto di cronaca

Come dicevamo nel precedente paragrafo, insultare un politico può essere un reato, soprattutto quando l’insulto si realizza nella forme della diffamazione, quindi, alla presenza di più persone. In alcune specifiche circostanze, la condotta diffamatoria non costituisce, in ogni caso, reato: una di queste ipotesi si verifica quando l’insulto è espressione del diritto di cronaca

Il diritto di cronaca è inteso dalla giurisprudenza come causa di giustificazione (detta anche scriminante), riconducibile alla categoria dell’esercizio del diritto, che giustifica una condotta in astratto costituente reato. La causa di giustificazione opera a determinate condizioni.

Sul punto, la giurisprudenza ha convenuto che il diritto di cronaca integra un diritto scriminante se:

  • la notizia è vera, non è necessaria la verità assoluta, ma anche la verità putativa, ossia che la notizia sembri ragionevolmente vera;
  • in presenza di continenza formale: l’esposizione della notizia non deve essere tale da arrecare offesa alla reputazione o al decoro;
  • nei casi di pubblico interesse alla divulgazione della notizia – per esempio se essa riguarda personaggi pubblici.

Si è altresì osservato che la scriminante opera se il giornalista ha diligentemente accertato la verità della notizia. Ove non sia posta in essere un’attività di ricerca secondo i canoni di diligenza comune, egli comunque può rispondere del reato di diffamazione, quindi la condotta è punibile.

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Esempio diritto di cronaca

Per capire quando opera la scriminante del diritto di cronaca, ci sembra utile fare un esempio. Pensiamo al caso del giornalista che riporti un’intervista ad un altro politico, in cui questo offende un suo avversario. In questo caso, il giornalista, nel riportare l’offesa, sta offendendo a sua volta il politico e, quindi, realizza il reato di diffamazione?

Questo esito non è necessario in quanto può essere integrato il diritto di cronaca, laddove il giornalista abbia correttamente riportato il fatto storico della dichiarazione, che ha accertato.

Diverso, invece, è il caso in cui il giornalista stesso insulti il politico, senza che l’affermazione possa intendersi espressione dell’esigenza di divulgare una notizia, nell’interesse generale. In questo caso non c’è diritto di cronaca perché:

  • non è una notizia che la popolazione ha interesse a conoscere;
  • oppure, anche ove l’offesa sia arrecata nell’ambito di una notizia di interesse generale, potrebbe non essere rispettato il requisito della continenza formale, che presuppone, appunto, che si adotti un linguaggio consono nel riportare la notizia.

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diritto di cronaca cos'è

Insultare un politico e diritto di critica

Insultare un politico potrebbe, però, essere espressione del diritto di critica, che rientra nella libertà di manifestazione del pensiero, come sancita dall’art. 21 della Costituzione. Il diritto di critica è una causa di giustificazione, alla stregua del diritto di cronaca, che rientra nell’ambito dell’esercizio del diritto, che opera a certe condizioni. 

È necessario, in ogni caso, che il fatto oggetto di critica sia vero, benché non si possa pretendere che sia riportato in modo obiettivo. La critica, infatti, si distingue dalla cronaca perché è, in sostanza, una valutazione operata dall’autore della critica.

Deve, in ogni caso, avere una certa rilevanza divulgativa, anche se non necessariamente un interesse all’informazione in quanto tale. 

L’aspetto che risulta più delicato è, invece, quello della continenza formale, che, come abbiamo detto nel paragrafo precedente, consiste proprio nella formulazione del pensiero in modo tale da non arrecare un’offesa intollerabile. Ove sia esercitato il diritto di critica, il requisito della continenza formale si intende comunque attenuato, vediamo di seguito in che senso.

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Qual è il confine tra diritto di critica e diffamazione?

Continenza formale e critica politica

Soprattutto quando viene in evidenza la critica politica, la giurisprudenza tende ad essere maggiormente clemente. La critica politica è un momento fondamentale della vita democratica: questo giustifica una maggiore tolleranza, ove vengano utilizzati toni aggressivi. 

La giurisprudenza ha, però, evidenziato che l’uso di toni aggressivi, nell’ambito dell’esercizio del diritto di critica, si giustifica quando i toni offensivi adoperati siano funzionali alla critica stessa. Ha osservato la Cassazione che le espressioni adoperate:

devono rispettare il limite della continenza, la cui osservanza deve essere valutata in relazione al contesto spazio temporale e dialettico nel quale sono state proferite, al fine di verificare se i toni utilizzati dall’agente, pur forti e sferzanti, non risultino meramente gratuiti e diretti ad aggredire personalmente il destinatario, ma siano invece pertinenti al tema in discussione e proporzionati al fatto narrato e al concetto da esprimere.

In sintesi, la Cassazione afferma un temperamento del criterio della continenza formale, ove il tono offensivo appaia funzionale alla critica.

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diritto di satira cos'è

Insultare un politico e diritto di satira

Ci occupiamo ora di un ultimo caso in cui è possibile insultare un politico, senza incorrere nella sanzione penale. La satira è un’ulteriore espressione del principio di libertà di manifestazione del pensiero, che si caratterizza per l’uso di un linguaggio ironico o sarcastico, in quanto tale potenzialmente offensivo del destinatario.

La satira ha una propria autonomia dalla critica e dalla cronaca, in quanto forma di espressione artistica: è una rappresentazione simbolica, anche tramite vignetta, che propone una rappresentazione caricaturale del personaggio o dei fatti descritti.

La giurisprudenza pur ammette l’esercizio del diritto di satira, in particolare nei confronti di un politico, a certe condizioni. In particolare, si richiede che la satira sia diretta nei confronti di un personaggio pubblico, come un politico, o un fatto che siano rilevanti per l’opinione pubblica.

La funzione della satira non è divulgativa o informativa, però il fatto oggetto di satira deve comunque essere vero, anche se rappresentato in modo grottesco.

L’ultimo requisito, quello che è sempre più problematico, è della continenza formale. Come già abbiamo visto, rispetto alla critica si intende in maniera molto più elastica, similmente accade rispetto alla satira, che è una forma di critica. La forma espressiva scelta, in ogni caso, non deve comportare una lesione di diritti fondamentali o esporre il destinatario al disprezzo pubblico.

A tal proposito, la Cassazione ha affermato che:

il giudice, nell’apprezzare il requisito della continenza, deve tener conto del linguaggio essenzialmente simbolico e paradossale dello scritto satirico, che rispetto al quale non si può applicare il metro consueto di correttezza dell’espressione, restando, comunque, fermo il limite del rispetto dei valori fondamentali, che devono ritenersi superati quando la persona pubblica, oltre che al ludibrio della sua immagine, sia esposta al disprezzo.

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Insultare un politico – Domande frequenti

Quando insultare un politico è reato?

Insultare un politico è in genere reato quando integra la fattispecie di diffamazione, la quale comporta la lesione della reputazione del destinatario e la divulgazione a più persone, senza che la persona offesa sia presente.

Quando insultare un politico è espressione del diritto di cronaca?

Insultare un politico è espressione del diritto di cronaca quando è oggetto di una notizia vera, accertata con diligenza dal giornalista, espressa nel rispetto del criterio di continenza formale, ove sussista un interesse generale alla divulgazione.

Quando insultare un politico è espressione del diritto di critica?

Insultare un politico può essere espressione del diritto di critica: in tal caso il fatto oggetto di critica deve comunque essere vero e si attenua il criterio di continenza formale. L’offesa deve comunque essere funzionale alla critica.

Quando insultare un politico è espressione del diritto di satira?

Insultare un politico può anche essere espressione del diritto di satira. In tal caso, il fatto oggetto di satira deve essere vero, il destinatario deve essere un personaggio pubblico, le offese non devono ledere valori fondamentali della persona.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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