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Estradizione: cos’è, significato, esempio, quando è consentita

Quando si fa l’estradizione? Dove non vale? Quali sono le differenti tipologie in vigore in Italia? Ecco qual è la normativa attualmente in vigore, tra Costituzione, codice di procedura penale, trattati UE e internazionali.

estradizione
  • L’estradizione è una procedura che presuppone degli accordi di cooperazione tra gli Stati.
  • Ha la funzione di consentire il trasferimento, da uno Stato a un altro, di un soggetto che ha subito una condanna penale o deve essere processato.
  • Ci sono una serie di casi in cui non viene concessa.

Il termine estradizione viene utilizzato per riferirsi a un meccanismo di cooperazione internazionale al quale prendono parte la maggior parte degli Stati. 

Nella pratica, consiste nella consegna da una nazione a un’altra di un soggetto che:

  • si trova fisicamente nella prima nazione;
  • contro il quale sia stata emessa una condanna di tipo penale oppure debba essere sottoposto a giudizio, quindi debba ancora essere processato. 

Nella prima ipotesi si parla di estradizione esecutiva, mentre nella seconda di estradizione processuale. La procedura di estradizione si basa sulla collaborazione tra i singoli Stati

Viene regolata da accordi di tipo internazionale pattizio e ci possono essere trattati bilaterali tra due Paesi, oppure norme contenute in accordi multilaterali, che sono state introdotte per i crimini di maggiore gravità, come per esempio il genocidio o il terrorismo. 

In Italia, l’istituto dell’estradizione è regolato dalla Costituzione italiana, oltre che essere disciplinato dall’ordinamento penale e dagli accordi di tipo internazionale. Nelle prossime righe ti daremo maggiori dettagli sul suo funzionamento e su come possa essere richiesta. 

Cos’è l’estradizione

L’estradizione presuppone, in primo luogo, il coordinamento tra gli Stati nel momento in cui un cittadino viene consegnato da uno Stato a un altro perché:

  1. deve essere processato nella nazione in cui viene trasferito;
  2. deve scontare una condanna penale. 

In Italia, la norma alla quale fare riferimento è l’art. 26 della Costituzione, nel quale si legge che:

l’estradizione del cittadino può essere consentita soltanto ove sia espressamente prevista dalle convenzioni internazionali. Non può in alcun caso essere ammessa per reati politici.

L’estradizione per reati politici, dunque, in Italia non è possibile, come ribadito dallo stesso art. 10 della Costituzione, in cui viene inoltre precisato che:

  • l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute;
  • la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali;
  • lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
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Come funziona l’estradizione

Il requisito che non può mancare affinché possa esserci l’estradizione prende il nome di doppia incriminazione. Il concetto è molto semplice: il procedimento penale per cui si richiede l’estradizione deve rappresentare un reato sia in Italia sia nell’ordinamento straniero.

Non importa il fatto che la qualificazione giuridica del reato possa essere differente, oppure che siano previsti presupposti o pene diverse. È invece rilevante quanto appena detto, ovvero che l’azione delittuosa preveda delle sanzioni penali in entrambi gli Stati

L’istituto dell’estradizione fa sì che una persona non possa essere processata due volte per lo stesso crimine. Il divieto di bis in idem, infatti, vieta a un giudice di condannare due volte lo stesso individuo per lo stesso crimine

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come funziona l'estradizione in Italia

Casi di estradizione in Italia

Abbiamo preso in considerazione gli articoli 10 e 26 della Costituzione, che introducono dei limiti all’operatività della procedura di estradizione. Le limitazioni non riguardano unicamente i reati di tipo politico. 

Analizzando infatti l’art. 27 Cost., l’estradizione non viene concessa per i reati che lo Stato richiedente punisce con la pena di morte. Questo perché:

  • le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, e devono inoltre portare alla rieducazione del soggetto condannato;
  • il ricorso alla sanzione della pena di morte è ammesso soltanto nei casi previsti dalle leggi militari di guerra. 

Approfondisci leggendo Quali sono i crimini di guerra

L’estradizione viene poi regolata da alcuni articoli del codice di procedure penale. In particolare, dalla lettura dell’art- 696 cpc, emerge che l’estradizione sia regolata:

  • dalle norme del Trattato sull’Unione europea, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e dagli atti normativi adottati dai vari Stati nei rapporti tra gli Stati membri dell’UE – in mancanza di norme, si fa invece riferimento alle convenzioni internazionali e alle norme di diritto internazionale in vigore;
  • direttamente dalle convenzioni internazionali e dalle norme di diritto internazionale generale nell’ipotesi di rapporti con Stati diversi da quelli membri dell’Unione europea.

Ricordiamo, poi, che a livello comunitario, in tema di estradizione, è stato introdotto, nel 2002, il mandato di arresto europeo, con cui vengono attivate le procedure di consegna di persona ricercate nei vari Stati UE. Tale norma è stata adottata in Italia con la legge n. 69 del 2005. 

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Tipologie di estradizione

L’estradizione può essere:

  • attiva (dall’estero), ovvero quando viene richiesta dall’Italia;
  • passiva (per l’estero), quando è l’Italia che la concede a un Paese estero. 

Nel primo caso, la competenza è del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello in cui il reo è stato (o dovrebbe essere) condannato – da qui nasce la differenza tra estradizione esecutiva ed estradizione processuale o di cognizione. La procura presenterà un’apposita domanda, corredata da atti e documenti, al Ministero della Giustizia

Nella seconda casistica, quindi nell’estradizione passiva, si riceverà una domanda da parte di uno Stato estero. La competenza è stavolta del Ministero della Giustizia, che dovrà ottenere deliberazione favorevole da parte della Corte d’Appello di competenza. Si dovrà prendere una decisione entro 45 giorni di tempo. 

La domanda di estradizione potrà essere respinta, oppure trasmessa al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello. Quest’ultimo avrà il compito di identificare e interrogare l’estradando, che dovrà essere assistito da un avvocato. Seguirà poi un processo in cui si decideranno le sue sorti. 

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procedura di estradizione

Quando l’estradizione viene negata

L’estradizione non è un obbligo. Abbiamo detto che deve essere preceduta da un’apposita domanda e che si devono a quel punto rispettare le regole del nostro codice di procedura penale. 

Non in tutti i casi sarà possibile concedere l’estradizione. Come abbiamo già anticipato, non è ammessa per i reati politici e per quelli che all’estero vengono puniti con la pena di morte. L’estradizione è inoltre vietata:

  • per motivazioni di religione, razza o nazionalità;
  • per punire l’estradato per un reato differente rispetto a quello per cui ne è stata richiesta l’estradizione;
  • in presenza di un fondato timore che l’imputato o il condannato sia sottoposto a trattamenti disumani, come la tortura, o ad atti persecutori che siano lesivi dei suoi diritti fondamentali una volta arrivato nel Paese straniero. 

In aggiunta, non si è portati a concedere l’estradizione quando l’estradando sia stato già giudicato dalle autorità competenti del Paese al quale è stata fatta domanda di estradizione. 

Sulla base del principio di specialità, poi, il Codice di procedura penale prevede che l’estradato non possa essere consegnato a un terzo Stato, né che possa subire la restrizione della libertà personale o le misure alternative alla detenzione.

Quali Paesi non hanno accordi di estradizione con l’Italia?

Nonostante nel corso degli anni siano stati siglati accordi nuovi con Stati che non fanno parte dell’Unione europea, in linea con un principio di cooperazione internazionale sempre più consolidato, ci sono ancora alcuni stati (10 per l’esattezza) che non hanno accordi di estradizione con l’Italia. 

Nello specifico, si tratta di:

  1. Belize;
  2. Cambogia;
  3. Emirati Arabi Uniti;
  4. Isole Seychelles;
  5. Jamaica;
  6. Madagascar;
  7. Malesia;
  8. Nepal;
  9. Repubblica di Capo Verde;
  10. Repubblica di Namibia.
come si richiede l'estradizione

Domanda di estradizione

La Corte d’Appello alla quale si rivolge il Ministero della Giustizia dovrà emettere una sentenza entro 6 mesi. Nel frattempo, potrà stabilire il sequestro del corpo del reato e l’eventuale applicazione della custodia cautelare in carcere

In caso di esito positivo – contro il quale è possibile fare ricorso in Cassazione – sarà inviata una comunicazione al Ministero della giustizia straniero., nella quale saranno indicati il luogo e la data a partire dalla quale sarà possibile “consegnare” il reo. 

Il provvedimento di estradizione diventa nullo se lo Stato che ha richiesto la procedura non prende in consegna il soggetto estradato entro 15 giorni

Nel caso del mandato di arresto europeo (MAE), invece, la procedura di consegna è molto più veloce e non segue il procedimento che abbiamo descritto in questo articolo. 

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Estradizione – Domande frequenti

Quando non è consentita l’estradizione in Italia?

L’estradizione in Italia non è ammessa per i reati politici, ai sensi degli articoli 10 e 26 della Costituzione della Repubblica. 

Cosa significa estradare una persona?

Una persona viene estradata se è trasferita da un Paese a un altro Paese, su richiesta, perché è stata condannata penalmente o deve ancora affrontare un procedimento penale. 

Quali sono i Paesi senza estradizione verso Italia?

Al momento sono 10 i Paesi con i quali l’Italia non ha accordi: scopri quali sono nella nostra guida sul funzionamento dell’estradizione nel nostro Paese. 

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Maria Vittoria Simoni
Esperta di diritto penale
Neo laureata in legge, sogna di diventare un giorno magistrato. Nel frattempo, scrive per la redazione di deQuo, condividendo le sue conoscenze giuridiche online.
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