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Figlio sposato muore prima del genitore: come funziona l’eredità

La successione quando un figlio muore prima del genitore è una situazione delicata e complessa. Quali sono le implicazioni legali? Chi eredita i beni del figlio premorto se vi sono figli e ascendenti? Cosa spetta al coniuge superstite? In questo articolo, esploreremo le norme che regolano la trasmissione dell'eredità e come proteggere i diritti dei successori.

eredità figlio defunto prima dei genitori
  • L’eredità è ripartita in base alle norme del codice civile, variando a seconda della presenza di un testamento e del tipo e numero di eredi (figli, coniuge superstite, ascendenti, fratelli/sorelle).
  • Se il chiamato all’eredità (il figlio) muore dopo l’apertura della successione ma prima di aver accettato formalmente la stessa, il diritto di accettare l’eredità non si estingue, ma si trasmette ai suoi eredi.
  • La legge tutela il coniuge superstite e i figli, riservando loro delle quote di legittima dell’eredità, anche in presenza di disposizioni testamentarie contrarie. Se il figlio defunto era unico e senza discendenza, la vedova o il vedovo eredita l’intero patrimonio. Se il figlio aveva fratelli, la vedova condivide l’eredità con loro.

La successione è una fase di passaggio in cui una persona subentra a un’altra, acquistandone i relativi diritti e obblighi. La successione mortis causa può essere di due tipi: 

  1. successione testamentaria: si fonda sulla volontà del defunto espressa nel testamento. Il testatore decide i chiamati alla successione e la misura in cui questi devono succedere. Il fondamento delle successioni testamentarie è l’esigenza di tutelare l’autonomia privata, in particolare l’interesse del testatore a non veder disperso il suo patrimonio e ad imprimervi una certa destinazione dopo la sua morte. 
  2. successione legittima: ha il suo fondamento nella legge e non nella volontà del defunto. I presupposti sono: la mancanza di un testamento, ossia dell’atto che costituisce la massima espressione della volontà del suo autore, e l’esistenza di un titolo per succedere, ossia una relazione familiare tra il chiamato e il defunto. Il fondamento delle successioni legittime è l’esigenza di tutelare la famiglia come entità socialmente e giuridicamente riconosciuta. 

Poste queste doverose premesse, procediamo ad analizzare l’ipotesi della premorte del figlio. 

Figlio muore prima di aver accettato l’eredità

Può accadere che il chiamato all’eredità muoia dopo l’apertura della successione, ma prima di aver formalmente accettato l’eredità. In tal caso, il codice civile prevede la trasmissione del diritto di accettare l’eredità, nota anche come trasmissione della delazione (art. 479 c.c.). La legge dispone che la delazione relativa al primo defunto non si estingua, ma venga invece trasmessa dal chiamato deceduto (definito come trasmittente) ai suoi eredi.

Il fondamento giuridico di questa disposizione risiede nell’esigenza di assicurare che l’eredità trovi sempre un soggetto che la acquisisca, anche nei casi in cui il primo chiamato non sia in grado di succedere direttamente al defunto. Questo principio è essenziale per mantenere la continuità della trasmissione patrimoniale e per evitare situazioni di incertezza giuridica in cui l’eredità resti senza un successore.

Pertanto, se il chiamato all’eredità muore senza aver accettato, il diritto di accettare l’eredità non viene meno, bensì entra a far parte del patrimonio del chiamato defunto. In altre parole, la trasmissione della delazione permette che il diritto di accettare l’eredità passi ai successori del chiamato, i quali potranno decidere se accettare o meno l’eredità in questione.

Mediante l’istituto della trasmissione della delazione, la legge tutela gli interessi dei creditori del defunto e dei suoi successori, fornendo una soluzione chiara e pratica alle situazioni in cui il primo chiamato non può accettare l’eredità. Tale impianto normativo riflette un equilibrio tra il rispetto delle volontà del defunto e la necessità di garantire una gestione efficiente e continua del patrimonio ereditario.

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A chi va l’eredità dei genitori?

Per analizzare il caso di eredità tra genitori e figli, occorre considerare le norme del codice relative alla successione legittima e ai diritti dei legittimari (art. 536 c.c.; art. 565 e ss. c.c.). I legittimari sono quegli eredi cui la legge riserva necessariamente una parte di eredità, anche contro la volontà espressa dal defunto nel testamento. 

Se un genitore decede, l’eredità viene distribuita nelle seguenti modalità:

  • coniuge e figli: se il defunto lascia un coniuge e figli, l’eredità è suddivisa tra di loro. Il coniuge ha diritto alla metà dell’eredità se c’è un solo figlio, e a un terzo se ci sono più figli. Il resto va ai figli in parti uguali;
  • solo figli: se non c’è coniuge, i figli ereditano l’intero patrimonio in parti uguali;
  • ascendenti e collaterali: se non ci sono né coniuge né figli, l’eredità è suddivisa tra gli ascendenti (genitori del defunto) e i collaterali (fratelli e sorelle) del defunto. 

In assenza di figli, il coniuge eredita i due terzi del patrimonio, mentre un terzo va agli ascendenti.

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A chi spetta l’eredità del figlio deceduto?

Nel caso in cui un figlio deceda prima dei genitori, è importante considerare due scenari:

  1. figlio senza discendenti: se il figlio deceduto non ha discendenti (figli), i suoi beni tornano ai suoi genitori (se ancora viventi) o agli eventuali fratelli e sorelle;
  2. figlio con discendenti: se il figlio deceduto ha discendenti, l’eredità del figlio va ai suoi figli in parti uguali.

Supponiamo che ci siano tre fratelli A, B, e C, e che C sia deceduto. 

Se i genitori sono ancora in vita, e C non aveva figli:

  • l’eredità dei genitori, alla morte di entrambi i genitori, viene divisa tra A e B. C non partecipa all’eredità perché è deceduto senza lasciare discendenti;
  • per quanto riguarda l’eredità di C, se C non aveva né figli né coniuge, i suoi beni verrebbero ereditati dai genitori, e successivamente distribuiti tra A e B quando i genitori decederanno.

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figlio sposato muore prima dei genitori

La vedova del figlio morto è erede?

Dalle disposizioni del codice in materia successoria emerge un evidente favor riservato dal legislatore al coniuge superstite, in special modo ove concorra con i figli: la disciplina è infatti improntata sulla tutela della famiglia nucleare (genitori e figli), piuttosto che su quella comprendente anche parenti e affini.

La tutela è stata estesa alla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso (legge n. 76 del 2016), in concorso con altri eredi legittimi del de cuius. Al convivente non sono attribuiti diritti di successione (se non per testamento), salvo il diritto di continuare ad abitare nella casa di comune residenza. 

Passiamo ora ad esaminare i diritti della vedova del figlio deceduto, considerando le possibili configurazioni familiari:

  • il figlio deceduto era figlio unico e senza prole: in base all’art. 581 c.c., se una persona muore senza lasciare discendenti né ascendenti, l’eredità si devolve al coniuge superstite. In questo caso, se il figlio defunto era figlio unico e non aveva figli, la vedova eredita l’intero patrimonio del marito defunto;
  • il figlio aveva fratelli ma nessun figlio: se il figlio defunto aveva fratelli e non aveva figli, l’art. 582 c.c. stabilisce che l’eredità si divide tra il coniuge superstite e i fratelli del defunto. In questo caso, la vedova ha diritto a metà dell’eredità, mentre l’altra metà viene suddivisa tra i fratelli;
  • il figlio aveva prole: quando il defunto lascia figli, la situazione cambia. L’art. 581 c.c. prevede che l’eredità venga suddivisa tra il coniuge superstite e i figli del defunto. Se ci sono uno o più figli, la vedova eredita un terzo del patrimonio, mentre i restanti due terzi vengono divisi tra i figli. 

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Come si divide l’eredità della casa in caso di morte di entrambi i genitori

In caso di decesso di entrambi i genitori, invece, la divisione dell’eredità della casa segue le norme del codice civile, e la modalità di suddivisione dipende dalla presenza di un testamento e dal numero e tipo di eredi coinvolti.

Esaminiamo le diverse possibilità:

  1. divisione casa senza testamento;
  2. asse ereditario con testamento.
figlio muore prima del genitore

1. Senza testamento

Se non vi è un testamento e ci sono solo figli, l’eredità viene divisa equamente tra di loro. Per esempio, in presenza di due figli, ciascuno erediterà il 50% della casa, quindi i casi possibili sono:

  • coniuge superstite e figli: in presenza di un coniuge superstite, l’eredità si divide in modo tale che il coniuge riceva la metà del patrimonio, mentre l’altra metà è suddivisa equamente tra i figli. Per esempio, con tre figli e un coniuge superstite, quest’ultimo erediterà il 50% della casa, mentre i figli divideranno equamente il restante 50%, ottenendo ciascuno il 16,67%.;
  • ascendenti e fratelli/sorelle: se non ci sono figli ma ci sono ascendenti (genitori dei defunti) e fratelli o sorelle, l’eredità si divide tra questi ultimi, con una porzione destinata agli ascendenti e un’altra ai fratelli o sorelle.

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2. Con testamento

Il testamento può specificare come i genitori desiderano che sia divisa la casa. Tuttavia, è fondamentale rispettare le quote di legittima riservate agli eredi legittimari (coniuge, figli, ascendenti). I genitori possono disporre liberamente solo della quota disponibile, la cui entità varia in base al numero e al tipo di eredi presenti.

In questo senso la sentenza della Corte di Cassazione n. 21694 del 2016 ha confermato l’importanza della quota di legittima e le modalità di calcolo delle stesse in presenza di più eredi, sottolineando l’obbligo di rispettare le quote di legittima riservate ai legittimari.

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Figlio muore prima del genitore – Domande frequenti

Chi sono gli eredi di un figlio morto?

Gli eredi di un figlio morto includono il coniuge superstite, i figli e, in assenza di questi, i genitori e i fratelli del defunto.

A chi spetta la casa della madre vedova?

La casa della madre vedova, in caso di sua morte, viene divisa tra i figli superstiti. Se uno dei figli è deceduto, la sua quota va ai suoi discendenti per rappresentazione.

La nuora ha diritto all’eredità del suocero?

La nuora non ha diritto all’eredità del suocero, salvo diversa disposizione testamentaria. L’eredità del suocero viene devoluta ai figli e, in assenza di questi, agli altri parenti secondo le regole della successione legittima.

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Giorgia Dumitrascu
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