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Separazione dei beni in caso di morte: come funziona

Quali sono le conseguenze sull'eredità in caso di morte di un coniuge nell'ipotesi in cui i due si trovassero in regime di separazione dei beni.

separazione dei beni in caso di morte
  • In caso di separazione dei beni, ogni coniuge ha la titolarità dei propri beni.
  • Alla morte di un coniuge, il patrimonio del defunto non passa automaticamente al coniuge superstite, ma si applicano le norme sulla successione ereditaria.
  • Il regime patrimoniale determina quali beni includere nella successione.

Comunione e separazione dei beni sono i regimi patrimoniali che regolano le proprietà dei coniugi. Fino al 1975, il regime patrimoniale in vigore era quello della separazione dei beni, applicato automaticamente a tutte le coppie che non avessero stipulato una convenzione matrimoniale.

Con la riforma del diritto di famiglia, la situazione si è invertita: il regime patrimoniale applicato è quello della comunione dei beni, mentre resta salva la facoltà per i coniugi di “convenire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio” (art. 215 c.c.).

Tuttavia, anche in presenza di questo regime, la convivenza tra i coniugi porta con sé la condivisione di un’ampia varietà di beni, a prescindere dalla titolarità formale. Inoltre, durante la convivenza, i coniugi effettuano una pluralità di acquisti di beni per i quali non è previsto un regime formale che consenta di individuare chi sia stato effettivamente l’acquirente, come nel caso dei beni mobili non registrati.

Nell’approfondimento che segue, esamineremo le peculiarità della separazione dei beni e gli interrogativi riguardanti la gestione dei beni in caso di morte, nonché questioni relative alla prova della proprietà esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.

Cosa succede quando muore un coniuge in separazione dei beni?

Il regime di separazione dei beni è quel regime in forza del quale ciascun coniuge resta esclusivo titolare dei beni di sua pertinenza e di ogni acquisto che abbia ad effettuare anche in costanza di matrimonio, con diritto ad amministrare il suo patrimonio senza ingerenze dell’altro coniuge

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Differenze tra comunione e separazione dei beni

Per comprendere le differenze tra comunione e separazione dei beni, esaminiamo le caratteristiche di entrambi: 

  1. nella comunione dei beni, gli acquisti effettuati durante il matrimonio, con alcune eccezioni, diventano proprietà comune dei coniugi, e tali beni vengono amministrati congiuntamente;
  2. nel regime di separazione dei beni, invece, ogni coniuge mantiene la proprietà esclusiva dei beni acquistati sia prima che durante il matrimonio. I beni di proprietà comune sono solo quelli espressamente acquistati da entrambi i coniugi e intestati a entrambi, mentre ciascun coniuge mantiene autonomia nella gestione dei propri beni.

La scelta della separazione dei beni può avvenire:    

  • durante la celebrazione del matrimonio: ci sarà una procedura semplificata da inserire nell’atto di celebrazione;
  • prima o dopo il matrimonio: i coniugi hanno la facoltà di cambiare il regime patrimoniale in qualsiasi momento. Per la stipula di una convenzione matrimoniale, prima o dopo il matrimonio, occorre rivolgersi ad un notaio; la separazione dei beni così stipulata necessita dell’annotazione a margine dell’atto di matrimonio. Se la convenzione riguarda beni immobili, deve essere trascritta presso la Conservatoria dei registri immobiliari.

LEGGI ANCHE I pro e i contro della comunione dei beni

separazione dei beni coniuge defunto

Successione ereditaria in regime di separazione dei beni

Alla morte di un coniuge in regime di separazione dei beni, il patrimonio del defunto non confluisce automaticamente nelle mani del coniuge superstite. Si applicano le norme codicistiche sulla successione ereditaria, che stabiliscono le quote spettanti al coniuge superstite e agli altri eredi.

Nel regime di separazione dei beni, ciascun coniuge ha una posizione patrimoniale autonoma, ad eccezione dei diritti successori. Infatti, il regime patrimoniale scelto dai coniugi non incide sui diritti ereditari. Tuttavia, il regime patrimoniale è significativo per la determinazione del patrimonio da includere in successione.

Nel regime di separazione dei beni, tutto il patrimonio del defunto sarà incluso nella successione e verrà diviso tra gli eredi al 100%. Invece, in caso di morte, i beni del coniuge defunto che erano in comunione legale sono inclusi nell’asse ereditario solo per il 50%, poiché l’altra metà è di proprietà del coniuge superstite. I beni personali del defunto, che non rientrano nella comunione legale, saranno invece ripartiti tra gli eredi al 100%

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Separazione dei beni in caso di morte del coniuge

Gli effetti giuridici della separazione dei beni hanno valore solo quando marito e moglie sono entrambi in vita. In caso di morte di uno dei due, il coniuge superstite, in assenza di figli, ha diritto alla quota maggiore del patrimonio del defunto. 

Per quanto riguarda la proprietà di beni personali, il coniuge superstite mantiene la proprietà dei beni che aveva già durante il matrimonio e che aveva acquistato individualmente. Invece, i beni personali del defunto divengono parte dell’eredità e sono soggetti alla successione. Con riguardo ai beni in comproprietà, la quota del defunto passa agli eredi secondo le norme sulla successione, mentre il coniuge superstite mantiene la propria quota dei beni in comproprietà.

In ogni caso, il coniuge superstite deve presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate del luogo di residenza entro dieci anni dalla morte del defunto. Questa dichiarazione elenca tutte le proprietà del defunto e indica gli eredi. Inoltre, occorre versare le imposte di successione, calcolate in base al valore dell’asse ereditario, ma il coniuge superstite ha diritto a una franchigia di 1 milione di euro. Per i beni immobili, inoltre, si applicano le imposte ipotecarie e catastali, che possono essere ridotte se il coniuge superstite ha i requisiti per beneficiare dell’agevolazione “prima casa”.

Se esiste un conto corrente cointestato ad entrambi i coniugi, il coniuge superstite dovrà presentare alla banca di riferimento il certificato di morte che attesti il decesso del correntista, per avere l’autorizzazione a operare sul conto. 

In conclusione, la separazione dei beni non modifica le norme sui diritti del coniuge rispetto all’eredità. Di conseguenza, il coniuge in separazione dei beni gode degli stessi diritti di quello in comunione dei beni. In particolare, il coniuge ha diritto ad una quota di legittima che varia a seconda del numero di eredi legittimari coinvolti nella divisione del patrimonio.

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separazione beni coniuge

Separazione dei beni in caso di morte: debiti

La scelta del regime in separazione dei beni spesso ha lo scopo di proteggersi dai creditori; dunque, in caso di decesso di uno dei coniugi, una delle questioni da affrontare riguarda i debiti lasciati dal defunto. I debiti contratti da uno dei coniugi non ricadono sull’altro, perché ciascuno è personalmente responsabile dei propri debiti, a meno che l’altro coniuge sia un garante o condebitore in solido.

L’art. 752 c.c. in materia di ripartizione dei debiti tra gli eredi stabilisce che gli eredi sono responsabili dei debiti del defunto in proporzione alla loro quota ereditaria. Tuttavia, i creditori del defunto possono rivolgersi a qualsiasi erede per l’intero debito. In ogni caso, l’erede che paga più della sua quota ha diritto di rivalsa sugli altri eredi (art. 754 c.c.). 

Il coniuge superstite può decidere di accettare l’eredità, rifiutarla o accettare l’eredità con beneficio d’inventario. Quest’ultima opzione permette di limitare la responsabilità ai soli beni ereditati, proteggendo così il patrimonio personale dell’erede.

Accettare l’eredità implica il trasferimento non solo dei crediti ma anche dei debiti, poiché l’asse ereditario comprende sia attivi che passivi. Se un erede, per eccessivi debiti o ragioni personali, non volesse accettare l’eredità, dovrà fare una dichiarazione formale di rinuncia dell’eredità presso l’ufficio di Volontaria Giurisdizione del Tribunale del luogo di residenza. Oppure può optare per l’accettazione con beneficio d’ inventario, mediante la quale dovrà rispondere di eventuali debiti solo con il patrimonio ereditario e non con quello personale.

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Separazione dei beni in caso di morte: pensione

Il coniuge superstite può avere diritto alla pensione di reversibilità, che viene erogata secondo le norme stabilite dall’INPS e dal Codice Civile:

  • la pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite quando il defunto era già titolare di una pensione di vecchiaia, anzianità o invalidità, ed è regolata dal D.Lgs. 503/1992, art. 1;
  • la pensione indiretta, invece, viene concessa al coniuge superstite quando il defunto non era titolare di pensione, ma aveva versato almeno 15 anni di contributi, oppure 5 anni, di cui almeno 3 nei cinque anni precedenti la morte (art. 42 del D.P.R. 818/1957).

La ripartizione della pensione tra coniuge superstite e figli varia in base alla situazione familiare:

  • se il coniuge superstite è senza figli, ha diritto al 60% della pensione del defunto;
  • se ha un figlio, riceve l’80% della pensione del defunto;
  • se ha due o più figli, la pensione di reversibilità viene aumentata fino al 100% e suddivisa tra il coniuge superstite e i figli. 

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Casa familiare

La casa familiare è uno degli aspetti più delicati quando muore un coniuge in regime di separazione dei beni. L’art. 540, comma 2, c.c. stabilisce che, indipendentemente dal regime patrimoniale scelto, al coniuge superstite è riservato il diritto di abitazione sulla casa coniugale e l’uso degli arredi in essa contenuti, purché di proprietà del coniuge defunto.

Il diritto di abitazione non attribuisce la proprietà dell’immobile, ma permette al coniuge superstite di continuare a vivere nella casa coniugale fino alla sua morte o fino a quando deciderà diversamente. Il diritto di abitazione è personale e non può essere trasferito o ereditato. Esso cessa con la morte del coniuge superstite. Tale diritto non si applica alle case vacanza o alle seconde case.

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separazione beni come funziona

Separazione dei beni in caso di morte del coniuge con figli

Il Codice civile (artt. 536 e ss. c.c.) riconosce al coniuge superstite e ai figli la qualifica di eredi legittimari, garantendo loro una quota di riserva, che non può essere lesa dalle disposizioni testamentarie del defunto, tale che: 

  • se c’è un coniuge superstite e un figlio: il coniuge ha diritto alla metà del patrimonio ereditario, mentre l’altra metà spetta al figlio;
  • se c’è un coniuge superstite e due o più figli: il coniuge ha diritto a un terzo del patrimonio ereditario, mentre i restanti due terzi vengono divisi in parti uguali tra i figli;
  • solo coniuge superstite (senza figli o ascendenti): l’intera eredità spetta al coniuge superstite;
  • solo figli (senza coniuge superstite): l’intera eredità viene divisa in parti uguali tra i figli.

Pertanto, nel caso di successione legittima, il coniuge superstite e i figli condividono l’eredità in base alle quote previste dalla legge. Invece, se il defunto ha lasciato un testamento, il coniuge superstite e i figli hanno comunque diritto alle rispettive quote di legittima

In ogni caso, il coniuge legittimario in regime di separazione dei beni ha anche il diritto di:

  • impugnare le disposizioni testamentarie: se il coniuge è leso nella sua quota di legittima dalle disposizioni testamentarie, può contestarle in giudizio. Inoltre, può impugnare le donazioni disposte in vita dal defunto che ledano i suoi diritti come legittimario. Questa azione deve essere intrapresa entro 10 anni dalla data del decesso;
  • chiedere la restituzione dei beni donati: se un donatario ha venduto un bene ricevuto in donazione dal defunto, l’erede legittimario leso può richiederne la restituzione all’acquirente, entro 20 anni dalla data della donazione

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Cosa eredita l’ex moglie (o l’ex marito)

In caso di separazione personale, si distinguono due situazioni:

  1. separazione con addebito: se la separazione è stata pronunciata con addebito a uno dei coniugi, il coniuge separato “colpevole” perde i diritti successori nei confronti dell’altro. Tuttavia, conserva il diritto a un assegno vitalizio a carico dell’eredità se al momento della morte dell’ex coniuge godeva di un assegno di mantenimento;
  2. separazione senza addebito: se la separazione è avvenuta senza addebito, il coniuge separato mantiene i diritti successori come se fosse ancora sposato. Ciò significa che l’ex moglie ha diritto alla quota legittima, una parte dell’eredità riservata per legge.

In caso di divorzio, la situazione è chiara: l’ex moglie (o l’ex marito) perde qualsiasi diritto successorio nei confronti dell’ex. Tuttavia, esistono alcune eccezioni da considerare:

  • assegno Divorzile: se l’ex moglie riceve un assegno di divorzio periodico dall’ex coniuge, alla morte di quest’ultimo può avere diritto a una somma a carico dell’eredità a titolo di assegno vitalizio. Questo diritto si estingue in caso di nuovo matrimonio;
  • pensione di Reversibilità: l’ex moglie può avere diritto a una quota della pensione di reversibilità dell’ex marito, condivisa con l’eventuale coniuge superstite in base alle esigenze economiche di ciascuno.

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Separazione dei beni in caso di morte – Domande frequenti

Chi eredità in caso di separazione dei beni?

In caso di separazione dei beni, l’eredità viene suddivisa secondo le norme sulla successione. Il coniuge superstite ha diritto a una quota dell’eredità, che varia a seconda della presenza di figli o altri parenti stretti.

Quanto spetta alla moglie in caso di separazione dei beni?

Se ci sono figli, la moglie ha diritto a un terzo dell’eredità. Se non ci sono figli, ma altri parenti (genitori o fratelli del defunto), la quota è pari alla metà. In assenza di figli o altri parenti, eredita tutto.

Quando la moglie non eredita?

La moglie non eredita solo in caso di divorzio già formalizzato. La semplice separazione legale non preclude il diritto all’eredità.

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Giorgia Dumitrascu
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