Idoneità e capacità genitoriale: significato, presupposti, giurisprudenza
Come si valuta la capacità genitoriale? Quando interviene il CTU per definire l’adeguatezza del genitore? Cosa succede dopo la relazione del CTU? Scoprilo nella nostra guida.
- La nozione di capacità genitoriale genera non pochi errori dal punto di vista interpretativo.
- Le analisi dei CTU dovrebbero valutarne il contenuto giuridico.
- In molti casi, invece, viene studiato il profilo psicologico dei genitori e la loro personalità.
Il concetto di idoneità genitoriale viene spesso confuso con l’analisi della personalità dei genitori, la quale si basa su alcuni approfondimenti sull personalità dei genitori attraverso una serie di test psicologici.
In realtà, la capacità genitoriale è un concetto giuridico, quindi non può essere il frutto di una diagnosi clinica. Questo significa che non esiste un concetto di idoneità genitoriale descritto dal DSM-5.
Quali sono allora gli aspetti che dovrebbero essere presi in considerazione dal CTU (consulente tecnico d’ufficio) per valutare l’idoneità/capacità genitoriale? Nelle prossime righe, approfondiremo la questione, cercando di fare chiarezza sui dubbi più comuni.
Capacità genitoriale e codice civile
Il significato di idoneità/capacità genitoriale trova disciplina giuridica all’articolo 337 ter del codice civile, in base al quale il figlio ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, ai quali spetta il compito di occuparsi della cura, educazione, istruzione e assistenza morale del minore.
Di conseguenza, il CTU non dovrebbe considerare l’aspetto psicologico: la capacità dei genitori deve essere analizzata alla luce di questa norma. Cosa significa nel concreto? Che il Tribunale non deve valutare la personalità dei genitori.
Molto spesso succede invece che, nelle relazioni peritali del CTU, vengano suggeriti trattamenti psicologici legati proprio alla personalità del genitore, quando invece si dovrebbe provare che questi siano in grado di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il minore.
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Quali dovrebbero essere le capacità di un genitore adeguato?
Alla luce di quanto appena esposto, un genitore può essere considerato idoneo se dimostra di potersi effettivamente occupare della cura, educazione, istruzione e assistenza morale del/la figlio/a – si valuta, dunque, il “criterio di accesso” – e di riuscire a garantire rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.
Quindi, supponiamo che nel corso di una sentenza di separazione durante la quale si debba decidere sull’affidamento dei figli, si debba procedere all’accertamento dell’idoneità genitoriale. Cosa succede? L’indagine del CTU dovrebbe basarsi unicamente sul rispetto della norma summenzionata.
Nei fatti, spesso questo non si verifica perché il consulente si concentra sulla personalità del genitore e sulle sue capacità psicologiche. Un genitore idoneo, però, dovrebbe essere la persona giudicata capace di rispettare i diritti del/la minore, specialmente in un contesto nel quale la famiglia si disgrega, qual è, appunto, la separazione.
Questa prassi consolidata porta a un duplice problema:
- da un lato, l’idoneità genitoriale viene valutata erroneamente sulla base delle caratteristiche personali del singolo e non sull’analisi delle risultanze peritali;
- dall’altro, la consulenza tecnica rischia di creare una via di fuga della responsabilità genitoriale. In questo modo, si giustificherebbe l’assenza della responsabilità in relazione alla personalità del singolo.
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Come si svolge una CTU sulle capacità genitoriali?
Le indagini sull’accertamento giuridico della capacità genitoriale sono quindi permeate da un errore concettuale: si utilizza un criterio psicologico al posto di uno prettamente giuridico nella maggior parte dei procedimenti familiari.
Quali sono le conseguenze? Il genitore viene sottoposto a indagini mediche e psicologiche che hanno l’obiettivo di valutarne i tratti della personalità. Ci sono diversi test che vengono comunemente utilizzati – Rorschach, MMPI, STAI, Test della Famiglia.
Al termine della sua valutazione, il CTU deposita una relazione presso la cancelleria del Tribunale. Questa viene utilizzata dal giudice per stabilire l’affidamento dei figli, oltre che per suggerire un eventuale percorso di psicoterapia familiare o di psicoterapia individuale per uno o entrambi i genitori.
Tuttavia, l’approfondimento sulla personalità dei genitori dovrebbe arrivare soltanto in un secondo momento, ovvero qualora sia palese la presenza di una psicopatologica che possa pregiudicare la capacità genitoriale.
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Capacità genitoriale: cosa dovrebbe valutare il CTU
Il consulente tecnico d’ufficio dovrebbe fornire al Tribunale risposte differenti. Al Giudice, infatti, non interessa sapere se un genitore abbia tratti narcisistici, giusto per fare un esempio.
La domanda alla quale la perizia effettuata dovrebbe rispondere è la seguente: il genitore è capace di rispettare i diritti del minore? Si dovrebbe quindi analizzare il comportamento adottato nei confronti dei figli, esplorando le relazioni tra i membri della famiglia – che può per esempio partire da una serie di incontri tra gli stessi.
Se e solo se uno dei genitori impedisse a questo diritto di realizzarsi, che può per esempio tradursi anche nell’impossibilità del minore di mantenere un legame con i genitori dell’altro genitore, allora il Giudice potrebbe prevedere l’affidamento esclusivo.
In questa ipotesi, potrebbe entrare in gioco un altro concetto giuridico, l’alienazione parentale, sul quale ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento Alienazione parentale: significato, sintomi, quando è reato, a chi rivolgersi.
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Idoneità genitoriale e strumenti di valutazione
Sulla base di quanto appena esposto, il CTU dovrebbe focalizzarsi sulla tutela del minore, analizzando l’idoneità genitoriale a partire dalla sua salute psicofisica. Non si dovrebbe quindi indagare la personalità del genitore, ma la presenza di eventuali condotte pregiudizievoli per il benessere dei figli.
Per farlo, potrebbe prevedere incontri:
- individuali con il minore, per valutare il rapporto con le figure genitoriali e la presenza di eventuali preferenze nel collocamento;
- individuali congiunti o disgiunti con i genitori, che hanno l’obiettivo di verificare le motivazioni alla base della richiesta di affidamento e collocamento, oltre che il rapporto con il minore e tra i due genitori;
- in presenza del minore e uno solo dei genitori, o con entrambi;
- con altre figure significative per il minore, quali nonni, zii, cugini.
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Idoneità/capacità genitoriale – Domande frequenti
Un genitore è considerato non idoneo quando non vengono rispettati i diritti del figlio, in base a quanto stabilito dell’art. 337 ter del codice civile.
I test psicologici sulla genitorialità sono dei criteri spesso utilizzati, in modo improprio, dai CTU per valutare l’idoneità genitoriale.
Nei procedimenti familiari, al fine di determinare le modalità di affidamento dei figli, il Giudice si fa assistere da uno o più consulenti tecnici che hanno il compito di valutare la capacità genitoriale. Si tratta in genere di psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili.
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