Come funziona il congedo matrimoniale: chi paga, quanti giorni dura e come si richiede
Quanti giorni dura il congedo matrimoniale e quando deve essere presentata la richiesta al datore di lavoro? Ecco come funziona e chi paga l’assegno previsto.
- Il congedo matrimoniale spetta per legge ai lavoratori dipendenti che hanno superato il periodo di prova.
- Permette di assentarsi dal lavoro dopo le nozze continuando a ricevere la retribuzione, per un periodo totale di 15 giorni.
- I giorni di congedo matrimoniale non possono essere conteggiati al periodo di ferie o a quello del preavviso. Il congedo ha inizio il giorno delle nozze.
Uno dei grandi privilegi ai quali hanno diritto i lavoratori dipendenti, oltre alla garanzia di poter godere di ferie e permessi retribuiti, troviamo anche quello di potersi assentare dal lavoro subito dopo le nozze, grazie a quello che prende il nome di congedo matrimoniale.
Si differenzia da altre forme di congedo – quale quello di maternità e di partenità – in quanto è strettamente connesso al matrimonio, infatti viene solitamente utilizzato dai coniugi per andare in viaggio di nozze, dato che si tratta di un periodo di astensione dal lavoro retribuito. Vediamo quali sono le sue caratteristiche e come funziona la richiesta.
Congedo matrimoniale: quanti giorni dura?
Come regola generale, i novelli sposti possono usufruire del congedo matrimoniale nei 15 giorni successivi al matrimonio. Tuttavia, sono previste delle eccezioni e il congedo matrimoniale può anche essere posticipato.
Può, dunque, essere concesso e completato entro 30 giorni dal momento in cui si sono svolte le nozze – non entro 6 mesi o entro un anno, come si legge in qualche articolo in rete.
Il congedo matrimoniale può essere richiesto non solo dai lavoratori dipendenti, anche da quelli disoccupati o sospesi e dai richiamati alle armi in presenza delle seguenti condizioni:
- ci sono stati almeno 15 giorni di lavoro validi nei 90 giorni antecedenti la data del matrimonio;
- sono state presentate dimissioni per contrarre il matrimonio;
- il licenziamento è avvenuto per cessata attività o le assenze dal servizio per giustificato motivo.
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Cosa serve per usufruire del congedo matrimoniale?
Il congedo matrimoniale non è automatico, ma deve essere richiesto al datore di lavoro con un certo anticipo. Nella pratica, la richiesta deve essere inviata all’ufficio del personale almeno 6 giorni lavorativi prima dell’inizio del congedo.
Si consiglia, dunque, di comunicare al proprio datore di lavoro la data delle proprie nozze una decina di giorni prima della stessa. Nel corso del congedo, i lavoratori riceveranno il solito compenso lavorativo, senza subire delle riduzioni o rischiare di poter essere licenziati.
Il datore di lavoro può rifiutare il congedo matrimoniale?
Di base, il datore di lavoro non può rifiutarsi di concedere il congedo matrimoniale, ma, per motivi aziendali, può rinviarlo, fermo restando che deve rientrare nei 30 giorni successivi alle nozze.
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Congedo matrimoniale INPS: retribuzione
Chi paga i 15 giorni di congedo matrimoniale? Di norma, la paga viene corrisposta dal datore di lavoro, ma ci sono delle differenze previste per gli operai di aziende industriali, artigiane e cooperative.
Per questi lavoratori, infatti, il trattamento economico viene corrisposto in parte dell’INPS e in parte dal datore di lavoro. L’INPS procede con l’erogazione di un assegno pari a 7 giorni di normale retribuzione (8 giorni per i lavoratori marittimi), che deve essere comunque anticipato dal datore di lavoro.
Quest’ultimo integra la parte mancante, in modo tale che il lavoratore possa ricevere il suo canonico compenso per tutta la durata del congedo matrimoniale. L’assegno per congedo matrimoniale INPS spetta sia ai coniugi di un matrimonio civile, sia alle parti di un’unione civile. Non è invece previsto nel caso di matrimonio religioso.
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Assegno congedo matrimoniale
La retribuzione erogata dall’INPS in caso di congedo matrimoniale è un diritto per gli operai, gli apprendisti, i lavoratori a domicilio, i marittimi di bassa forza, e i dipendenti da aziende industriali, artigiane, cooperative.
Tali lavoratori devono avere un rapporto di lavoro da almeno una settimana, usufruire del congedo entro 30 giorni dalle nozze e aver lavorato per almeno 15 giorni negli ultimi 90 giorni qualora fossero disoccupati.
Non devono inoltre essere in servizio per:
- malattia;
- sospensione del lavoro;
- richiamo alle armi.
I lavoratori disoccupati, richiamati alle armi, marittimi di bassa forza e che siano in servizio per malattia o sospensione del lavoro ricevono l’assegno direttamente dall’INPS, tramite bonifico – devono quindi presentare domanda all’ente entro un anno dal matrimonio.
I lavoratori dipendenti ai quali spetta l’assegno INPS, invece, possono presentare la relativa domanda entro 60 giorni dal matrimonio.
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Assegno congedo matrimoniale: cumulabilità
L’assegno INPS non è cumulabile con le seguenti prestazioni:
- malattia;
- maternità;
- Cassa Integrazione ordinaria e straordinaria;
- trattamenti di disoccupazione (NASpI).
Congedo matrimoniale – Domande frequenti
Il congedo matrimoniale ha una durata totale di 15 giorni, che partono dalla data delle nozze.
I 15 giorni di congedo matrimoniale partono dal giorno del matrimonio, ma in alcuni casi è possibile procedere con il congedo matrimoniale posticipato.
I giorni di congedo matrimoniale partono dal giorno delle nozze e devono essere consecutivi.
Il congedo matrimoniale deve essere fruito entro un massimo di 30 giorni dalle nozze (e ha durata massima di 15 giorni).
Il congedo matrimoniale non è obbligatorio, quindi i due coniuge possono anche decidere di non usufruirne.
No, i giorni di congedo matrimoniale non possono essere frazionabili. Volendo, però, è possibile unire le ferie ai giorni di congedo.
Sì, il congedo matrimoniale può essere richiesto anche in caso di seconde (terze, quarte, ecc.) nozze, a condizione che il matrimonio sia terminato per un divorzio o per la morte del partner.
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